A casa mia, ricordo, c'era ‘la valigetta delle fotografie’. Era nera, di pelle.
Scrigno prezioso, custode delle storie della famiglia, degli amici, di chi era vivo e di chi non c’era più.
Nelle occasioni importanti, mia madre, di solito, l'apriva per celebrare il rito del ‘guardiamo le fotografie’.
Dopodiché, come in una tribù di irochesi riuniti intorno ad un falò, gli adulti narravano delle storie a noi piccoli.
Che si trattasse di una festa comandata, di una vacanza o di qualsiasi altro evento memorabile, ad ogni immagine era associata un’emozione, un racconto. Fotografato e, già solo per questo, degno di essere ricordato.
Nasce da qui il mio interesse per la fotografia.