Risultato della ricerca: devozione
mauriziot
... del tramonto, ancora sul Lago Bianco; le punte che si vedono nella foto sono cumuli votivi di pietre, chiamati Ovi, eretti come simbolo di devozione religiosa; Mongolia, giugno 2013
mauriziot
... nella Pagoda di Thien Hau, a Ho Chi Minh City (Saigon); nella cultura religiosa locale l\'incenso viene utilizzato diffusamente come strumento di devozione e ringraziamento, come le candele in altre aree. Con questa foto, postata direttamente dal Vietnam, desidero ringraziare collettivamente tutti coloro che hanno commentato le mie ultime foto, non potendolo fare ora per collegamenti internet irregolari e lenti. Ho Chi Min City, gennaio 2013
Claudio_Moretti
Il piccolo sole in terra sta ricevendo gli ultimi raggi di luce, quindi luce calda, che vanno ad alterare il suo splendido colore giallo, che è il colore dell’oro e del sole. Il colore degli dei, simbolo dell’immortalità. Il colore giallo acceso dei girasoli sembra sorridere all’osservatore tanto che dispiace staccarne lo sguardo. È un piccolo sole che illumina e dà serenità. Secondo il linguaggio dei fiori esprime un messaggio di vero amore e devozione.
leonardo_lb
in una calda notte d\'estate...una luce soave mi attrae...in un angolo di strada,sulle mura di una antica casa,una piccola cappella votiva,di cui abbonda la mia terra,retaggio di antica devozione...Una prece ed...uno scatto. Scorcio a Cefalu\'-
Walterobia
Un\'anziano difronte alla statua del Buddha , si è raccolto per recitare la nenia del mantra , la preghiera che risuona in ogni monastero e per le stade del Buthan. Regge in mano il mulino della preghiera e recita costantemente a bassa voce la frase \"Oṃ Maṇi Padme Hūṃ\" una frase che è divisa in sillabe e ogni sillaba ha un significato diverso e profondo: Oṃ rappresenta il principio universale , il suono che diede origine a tutte le cose , e lo si pone all\'inizio di ogni mantra; Mani in sanscrito significa «Gioiello» ed indica l\'essenza del Nirvana, il più prezioso dei tesori; Padme significa «loto» ed indica il ciclo della vita; Hūṃ è la sillaba che rappresenta la Sapienza che trionfa sull\'odio. Lo ascolto rapito da tanta devozione , da tanto impegno , da tanta fede.
nikonexodus
Secondo la tradizione, san Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, trovò la popolazione ben disposta a lasciarsi convertire: ben presto molti cittadini aderirono all'invito convertendosi al Cristianesimo, e nel 42, quando Paolo si accingeva a tornare in Palestina, alcuni messinesi chiesero di accompagnarlo per poter conoscere la Madonna di persona. Così una delegazione di messinesi si recò in Palestina con una missiva, nella quale i molti concittadini convertiti alla fede di Cristo professavano la loro fede e chiedevano la protezione di Maria. Maria li accolse e, in risposta alla missiva, inviò indietro una sua lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. La delegazione tornò a Messina l'8 settembre del 42 recando l'importante missiva: in essa Maria lodava la loro fede, diceva di gradire la loro devozione ed assicurava loro la sua perpetua protezione. La ciocca di capelli è custodita presso il Duomo di Messina ed esposta nel giorno del Corpus Domini incastonata nell'albero di un piccolo galeone costruito in argento, che rappresenta uno degli esempi della protezione della Madonna per Messina.
claudio-lm
l Tempio di Tanah Lot (Pura Tanah Lot) è un tempio induista collocato in cima ad un'imponente formaziona rocciosa sulla costa Sud-ovest dell'isola di Bali. Il tempio oltre ad attirare pellegrinaggi e devozione da parte degli hindu è una popolare meta turistica ed uno dei luoghi più fotografati di tutta l'isola[1].
en.giuliani
Realizzata tra il 1647 e il 1653, si trova nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma. La Cappella Cornaro è da considerarsi l’esempio più alto di uno degli aspetti più nuovi e rivoluzionari dell’arte barocca: la teatralità dell'immagine al fine di suscitare meraviglia e stupore oltre che senso religioso e devozione. L'intera Cappella, meglio nota per la famosa statua della Estasi di Santa Teresa posta nella nicchia centrale, come se fosse una scena teatrale alla quale sette cardinali e clerici della famiglia veneziana, raffigurati sulle pareti laterali, assistono sporti in palchetti, è ad una attenta visione molto più ricca di dettagli e degna di nota. Bernini muove nello spettatore una fruizione totale e coinvolgente facendo presa sulla teatralità e la spettacolarità dell'evento. Sopra al gruppo, Bernini apre una finestra con vetri gialli, nascosta dal timpano dell'altare, che come un riflettore sparge dall'alto un fascio di raggi in bronzo dorato. La luce esterna, materializzata da questi raggi, appare momentanea ed effimera rafforzando la sensazione di provvisorietà dell'evento: una trovata di grande effetto, se pensata nella penombra della chiesa. La trasformazione della cappella in palcoscenico teatrale, si conclude – come sopra detto - ai lati dell'altare con due palchetti sui quali sono scolpiti, a mezzobusto, i ritratti di vari personaggi della famiglia Cornaro. L'evento privatissimo della Santa diventa evento pubblico, al quale i nobili della casata Cornaro paiono assistere, non con trepido stupore e vivo trasporto devozionale, ma con staccato disincanto e infatti, sono intenti a scambiarsi commenti. A coronare la composizione, sulla sommità dell’arco, il cartiglio con l’iscrizione latina, "Se non avessi creato il cielo, lo creerei soltanto per te", parole udite da Teresa durante una delle sue esperienze estatiche.
Tonino47
La basilica di San Simeone Stilita, nei dintorni di Aleppo. Al centro si vedono i resti della colonna sulla quale il Santo visse 37 anni. La colonna fu asportata pezzo per pezzo dai pellegrini in segno di devozione. Scansione da diapositiva. Anno 1999.
gabrielemartis
Fase di partenza al galoppo sfrenato dell'Ardia, corsa a cavallo in onore e devozione di San Costantino Magno
masuero
Tempio del Sacro Dente di Kandy, custodisce l'unica reliquia del Buddha giunta fino a noi. Oggetto di grande devozione, colpisce per l'atmosfera di sentito misticismo.
mauriziot
...bandiere di preghiera. Sono uno dei modi con cui i nepalesi, di ogni religione, onorano i loro dei; sono esposte, numerose e disposte in lunghe file, nei templi ma anche nelle case più modeste e arricchiscono di colore il panorama di ogni luogo. Uno dei tanti strumenti di devozione che caratterizza la religione nel paese. Nepal, marzo 2012
carmeloincorvaia
Marsiglia. Notre-Dame de la Garde, Interessanti ex voto all'interno della Basilica che dimostrano la grande devozione dei marsigliesi nei confronti della protettrice dei marinai. Oltre ai soliti quadretti votivi rappresentanti guarigioni, guerre e scampati naufragi, molto curiosi i modellini di barche e navi appese al soffitto.
fabio.sanfilippo
Forse non tutti sanno che, oltre ad essere un luogo di devozione e pellegrinaggio, questa chiesa e lo spazio antistante è stato scelto come location per un spot della Fiat 500.
claudio-lm
l Tempio di Tanah Lot (Pura Tanah Lot) è un tempio induista collocato in cima ad un'imponente formaziona rocciosa sulla costa Sud-ovest dell'isola di Bali. Il tempio oltre ad attirare pellegrinaggi e devozione da parte degli hindu è una popolare meta turistica ed uno dei luoghi più fotografati di tutta l'isola[1].
niconit
Un fiore da regalare in segno di stima, tra gli innamorati è segno di devozione.
simone.porrelli
Detta anche "Madonna dei Monti", nel luogo in cui sorge la Chiesa, vi era un antico monastero del XIII secolo che ospitava una comunità di Clarisse. All'inizio del XV secolo in una sala del monastero fu affrescata l'immagine della Madonna con il Bambino e alcuni Santi. Quando la comunità delle Clarisse abbandonò il complesso, le sale del monastero furono adibite sia ad abitazioni che ad altri scopi e addirittura una, come la sala dell'affresco, fu utilizzata come fienile. Ma proprio lì, davanti a questa immagine, la devozione popolare individua, in un giorno di aprile del 1579, un evento giudicato miracoloso: l'edificio fu interessato da numerose scosse, simili ad un terremoto. Il ripetersi dei miracoli e la gran folla che ogni giorno si accalcava dinanzi alla casa convinsero papa Gregorio XIII a far rimuovere l'affresco e a dare incarico a Giacomo della Porta, che aveva già portato a compimento la costruzione della Chiesa del Gesù iniziata da Jacopo Barozzi, detto "Il Vignola", di costruire la chiesa di Santa Maria ai Monti dove custodire l'immagine miracolosa della Vergine col Bambino. (fonte: wikipedia)
massimomassarenti
La basilica concattedrale di Sant'Andrea è la più grande chiesa di Mantova. Opera fondamentale di Leon Battista Alberti nello sviluppo dell'architettura rinascimentale, venne completata molti anni dopo la morte dell'architetto, con modalità non sempre conformi ai progetti originali. Edificata nel Medioevo in luogo di un monastero benedettino (i cui unici resti sono il campanile gotico e un lato del chiostro), l'edificio venne ricostruito a partire dal 1472, su progetto di Leon Battista Alberti, commissionato dal signore di Mantova, Ludovico III Gonzaga (e dal figlio Francesco, cardinale) che voleva farne un simbolo del proprio potere sulla città e del prestigio della casata. Lo scopo della nuova costruzione era quello di accogliere i pellegrini che giungevano durante la festa dell'Ascensione durante la quale veniva venerata una fiala contenente quello che si ritiene il "Preziosissimo Sangue di Cristo" portato a Mantova, secondo la tradizione, dal centurione Longino. La reliquia, molto venerata a partire dal Medioevo ma soprattutto nel XV secolo, e portata in processione per le vie della città il Venerdì Santo, è oggi conservata proprio nei Sacri Vasi custoditi all'interno dell'altare situato nella cripta della basilica. I lavori iniziarono nel 1472, lo stesso anno della morte di Alberti. La costruzione proseguì a fasi alterne e rimase a lungo incompiuta, tanto che per il completamento si dovette aspettare fino al XVIII secolo. I lavori furono interrotti intorno al 1494 e ripresero solo nel 1530. La cupola fu aggiunta nel 1732 da Filippo Juvarra, che si ispirò a quella borrominiana della basilica di Sant'Andrea delle Fratte. L'imponente campanile gotico ospita 5 campane ottocentesche, delle quali la maggiore, del peso di 2555 kg, è stata fusa dalla ditta Cavadini di Verona. L’interno è costituito da un’unica ampia navata (m.103 di lunghezza,19 di larghezza e 28 d’altezza) coperta da una volta a botte realizzata tra il 1490 e il 1495. La volta è a finti cassettoni; la decorazione come quella delle pareti, raffigura storiche bibliche in monocromo e scene evangeliche e fu realizzata tra il 1785 e il 1791 da pittori locali guidati dal veronese Paolo Pozzo. La prima cappella a sinistra entrando, intitolata a S. Giovanni Battista, è universalmente nota perché è la cappella funeraria di Andrea Mantegna che già nel 1504, due anni prima di morire, dispose di essere qui sepolto. Nella lapide inserita nel pavimento si legge che “le ossa dell’artista sono state composte con quelle dei due figli nel sepolcro costruito dal nipote Andrea”. Il busto in bronzo dell’artista è stato attribuito a Gianmarco Cavalli; l’epigrafe attesta l’autenticità del busto del Mantegna e allude inoltre alle sue capacità artistiche (“tu che vedi le sembianze di bronzo del Mantegna, saprai che questi è pari, se non superiore ad Apelle”). L'Alberti creò il suo progetto «... più capace più eterno più degno più lieto ...» ispirandosi al modello del tempio etrusco descritto da Vitruvio, un edificio cioè con pronao anteriore a colonne ben distaccate e senza peristasi. La crociera tra navata e transetto è coperta con una cupola, su pilastri raccordati con quattro pennacchi, che si è dubitato facesse parte del progetto albertiano. Tuttavia i pilastri della crociera risultano eretti durante la prima fase costruttiva quattrocentesca. Dietro l’altare si trova una profonda abside che chiude lo spazio della navata. Alla fine del XVI secolo fu realizzata una cripta con un colonnato ottagonale, destinata ad accogliere la reliquia del "Preziosissimo Sangue", posta in un altare al centro, e le sepolture dei Gonzaga, che non vennero realizzate. L’ edificio risulta regolato da un preciso rapporto proporzionale basato su un modulo quadrato di 20 braccia mantovane, che compare per quattro volte nel prospetto (se tagliato all'altezza dell'architrave) e istituisce un rapporto di 6:2 fra lunghezza e larghezza della navata venendo così a costituire l'elemento matematico di collegamento tra esterno e interno della chiesa. La limpida articolazione dell'interno, di proporzioni grandiose, prevede uno schema a croce latina con aula unica e breve, ampio transetto pure a spazio unificato; su ciascun lato della navata si aprono tre grandi cappelle quadrate ricavate in spessore di muro; navata e cappelle sono coperte da volte a botte decorate con lacunari. Il modello è quello tempio etrusco, noto attraverso la descrizione di Vitruvio. A tale riferimento vanno aggiunte le suggestioni dell'architettura termale romana e di grandiosi edifici civili di età tardoimperiale, quale per esempio la basilica di Massenzio. L'effetto di solenne spazialità dell'interno della basilica è coadiuvato dall'azione della luce naturale, che penetra dal giro dei dodici finestroni aperti nel tamburo della cupola. In posizione centrale e ben visibile a tutti grazie alla particolare concentrazione luminosa, un ampio genuflessorio segna il punto in cui, nella cripta sottostante, è custodita la reliquia, cuore dell'edificio e della devozione che lo origina. Se la zona absidale e la cupola furono affrescate solo nel Settecento e il transetto trovò il suo assetto definitivo solo nel secolo successivo con la ricollocazione di alcuni monumenti funebri provenienti da chiese soppresse o distrutte, il ricco apparato decorativo delle cappelle laterali riflette la variegata intensità della cultura figurativa del Cinquecento mantovano.