La basilica di Sant'Andrea di Mantova

  39
  1
  21
  7 anni fa
41.70 Punteggio più alto 24 Febbraio 2017
14.21
Image Impact
 |  Segnala
La basilica concattedrale di Sant'Andrea è la più grande chiesa di Mantova. Opera fondamentale di Leon Battista Alberti nello sviluppo dell'architettura rinascimentale, venne completata molti anni dopo la morte dell'architetto, con modalità non sempre conformi ai progetti originali. Edificata nel Medioevo in luogo di un monastero benedettino (i cui unici resti sono il campanile gotico e un lato del chiostro), l'edificio venne ricostruito a partire dal 1472, su progetto di Leon Battista Alberti, commissionato dal signore di Mantova, Ludovico III Gonzaga (e dal figlio Francesco, cardinale) che voleva farne un simbolo del proprio potere sulla città e del prestigio della casata. Lo scopo della nuova costruzione era quello di accogliere i pellegrini che giungevano durante la festa dell'Ascensione durante la quale veniva venerata una fiala contenente quello che si ritiene il "Preziosissimo Sangue di Cristo" portato a Mantova, secondo la tradizione, dal centurione Longino. La reliquia, molto venerata a partire dal Medioevo ma soprattutto nel XV secolo, e portata in processione per le vie della città il Venerdì Santo, è oggi conservata proprio nei Sacri Vasi custoditi all'interno dell'altare situato nella cripta della basilica. I lavori iniziarono nel 1472, lo stesso anno della morte di Alberti. La costruzione proseguì a fasi alterne e rimase a lungo incompiuta, tanto che per il completamento si dovette aspettare fino al XVIII secolo. I lavori furono interrotti intorno al 1494 e ripresero solo nel 1530. La cupola fu aggiunta nel 1732 da Filippo Juvarra, che si ispirò a quella borrominiana della basilica di Sant'Andrea delle Fratte. L'imponente campanile gotico ospita 5 campane ottocentesche, delle quali la maggiore, del peso di 2555 kg, è stata fusa dalla ditta Cavadini di Verona. L’interno è costituito da un’unica ampia navata (m.103 di lunghezza,19 di larghezza e 28 d’altezza) coperta da una volta a botte realizzata tra il 1490 e il 1495. La volta è a finti cassettoni; la decorazione come quella delle pareti, raffigura storiche bibliche in monocromo e scene evangeliche e fu realizzata tra il 1785 e il 1791 da pittori locali guidati dal veronese Paolo Pozzo. La prima cappella a sinistra entrando, intitolata a S. Giovanni Battista, è universalmente nota perché è la cappella funeraria di Andrea Mantegna che già nel 1504, due anni prima di morire, dispose di essere qui sepolto. Nella lapide inserita nel pavimento si legge che “le ossa dell’artista sono state composte con quelle dei due figli nel sepolcro costruito dal nipote Andrea”. Il busto in bronzo dell’artista è stato attribuito a Gianmarco Cavalli; l’epigrafe attesta l’autenticità del busto del Mantegna e allude inoltre alle sue capacità artistiche (“tu che vedi le sembianze di bronzo del Mantegna, saprai che questi è pari, se non superiore ad Apelle”). L'Alberti creò il suo progetto «... più capace più eterno più degno più lieto ...» ispirandosi al modello del tempio etrusco descritto da Vitruvio, un edificio cioè con pronao anteriore a colonne ben distaccate e senza peristasi. La crociera tra navata e transetto è coperta con una cupola, su pilastri raccordati con quattro pennacchi, che si è dubitato facesse parte del progetto albertiano. Tuttavia i pilastri della crociera risultano eretti durante la prima fase costruttiva quattrocentesca. Dietro l’altare si trova una profonda abside che chiude lo spazio della navata. Alla fine del XVI secolo fu realizzata una cripta con un colonnato ottagonale, destinata ad accogliere la reliquia del "Preziosissimo Sangue", posta in un altare al centro, e le sepolture dei Gonzaga, che non vennero realizzate. L’ edificio risulta regolato da un preciso rapporto proporzionale basato su un modulo quadrato di 20 braccia mantovane, che compare per quattro volte nel prospetto (se tagliato all'altezza dell'architrave) e istituisce un rapporto di 6:2 fra lunghezza e larghezza della navata venendo così a costituire l'elemento matematico di collegamento tra esterno e interno della chiesa. La limpida articolazione dell'interno, di proporzioni grandiose, prevede uno schema a croce latina con aula unica e breve, ampio transetto pure a spazio unificato; su ciascun lato della navata si aprono tre grandi cappelle quadrate ricavate in spessore di muro; navata e cappelle sono coperte da volte a botte decorate con lacunari. Il modello è quello tempio etrusco, noto attraverso la descrizione di Vitruvio. A tale riferimento vanno aggiunte le suggestioni dell'architettura termale romana e di grandiosi edifici civili di età tardoimperiale, quale per esempio la basilica di Massenzio. L'effetto di solenne spazialità dell'interno della basilica è coadiuvato dall'azione della luce naturale, che penetra dal giro dei dodici finestroni aperti nel tamburo della cupola. In posizione centrale e ben visibile a tutti grazie alla particolare concentrazione luminosa, un ampio genuflessorio segna il punto in cui, nella cripta sottostante, è custodita la reliquia, cuore dell'edificio e della devozione che lo origina. Se la zona absidale e la cupola furono affrescate solo nel Settecento e il transetto trovò il suo assetto definitivo solo nel secolo successivo con la ricollocazione di alcuni monumenti funebri provenienti da chiese soppresse o distrutte, il ricco apparato decorativo delle cappelle laterali riflette la variegata intensità della cultura figurativa del Cinquecento mantovano.

Dati EXIF
Dispositivo NIKON D7100
Obiettivo TAMRON SP 70-200mm F2.8 Di VC USD A009N
Data 09/04/2016 10:45:38
Lunghezza focale 70 mm
Diaframma f 2.8
Tempo di posa 1/30 sec
Sensibilità ISO 1600
Image Info
Categoria Viaggi


Effettua il Login per commentare!
Max010 7 anni fa
Ottimo scatto Massimo... Un salutone...

La basilica di Sant'Andrea di Mantova