Risultato della ricerca: canto
GiusyGraffiti
Così parla un albero: la mia forza è la fede. Io non so nulla dei miei padri, non so nulla delle migliaia di figli che ogni anno nascono da me. Vivo il segreto del mio seme fino alla fine, non ho altra preoccupazione. Io ho fede che Dio è in me. Ho fede che il mio compito è sacro. Di questa fede io vivo. (Hermann Hesse - Il canto degli alberi)
nonzo
"Canta fiscia e sioea te resti sempre na canaroea!" Un modo di dire dei vecchi pescatori del luogo, questo uccellino con il suo caratteristico canto fa compagnia ai pescatori della Laguna di Venezia, il suo habitat sono i canneti dove trova insetti per cibarsi. Il simpatico modo di dire viene tradotto: Canta, fischia e suona resti sempre una Cannaiola! http://youtu.be/MiIlokWOx7g per vedere un video con mie foto di un pò di tempo fa, solo se avete 5 minuti da perdere ;))
FaustoMeini
il titolo è riferito all'ora della sveglia...,che ha suonato mentre ero a Castelluccio!!! lo so è da matti,però, almeno per me, ne è valsa la pena... e anche se la salita che porta sopra il paese è abbastanza faticosa, la voglia di vivere l'alba in questo scenario unico, ha avuto il sopravvento.... Stranamente......,unico fotografo, immerso nel silenzio, interrotto soltanto dal "cri-cri" di migliaia di grilli e il canto di qualche uccelletto, garantisco, un'esperienza da portarsi dentro per sempre.
Verdegiada
Nel silenzio delle prime ore del mattino, mentre il sole sta nascendo riempoendo lo sguardo con i colori dell\' alba scie di navi partono e arrivano al porto, i pescatori che tornano e che partono creando un atmosfera incredibilmente descrittiva e carica di emozione nel silenzio alternato con il timbro del canto dei gabbiani
sassopiatto
Tutti conoscono i colori del tramonto, ma pochi ne conoscono il canto.Non basta guardare, molti non sanno vedere
en.giuliani
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? (Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell\'Asia)
en.giuliani
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? (Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell\'Asia)
marasofy
so nanta a lo Ciliento... e me ne vanto! E fino a quanno campo Si tengo voce canto So nata a lo Ciliento e ... e me ne vanto!
CMgrandifoto
Scatto realizzato con Nikon micro 105
en.giuliani
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? (Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell\'Asia)
mmaino
link per sentire il canto http://www.youtube.com/watch?v=rTJ5J_MCb9A
nick abbrey
Fin dai tempi più antichi coloro che attraversavano il deserto raccontavano di strani suoni che udivano nel loro cammino, suoni udibili a chilometri di distanza ... sembrerà strano, ma questi suoni sono pura realtà, le dune del deserto a loro modo \"cantano\".
en.giuliani
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli? CANTO NOTTURNO Dl UN PASTORE ERRANTE DELL\' ASIA (Leopardi)
davidedellefemine
La leggenda della ninfa del Lago di Carezza: Molti anni fa nel lago di Carezza viveva una ninfa di particolare bellezza che con il suo canto melodioso deliziava tutti i viandanti che salivano al passo di Costalunga. Un giorno anche lo stregone di Masaré la sentì cantare e si innamorò della ninfa. Egli usò tutti i suoi poteri per conquistare la fatina del lago senza riuscirvi. Così lo stregone chiese aiuto alla strega Langwerda che gli consigliò di travestirsi da venditore di gioelli, di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar e di recarsi quindi al Lago di Carezza per attirare la ninfa e portarla con sé. Così fece: stese il più bell’arcobaleno mai visto sino ad allora tra le due montagne e si recò al lago, ma dimenticò di travestirsi. La ninfa rimase stupita di fronte all’arcobaleno colorato di gemme preziose. Ma ben presto si accorse della presenza del mago e si immerse nuovamente nelle acque del lago. Allora non fu più vista da nessuno. Lo stregone, distrutto dalle pene d’amore, strappò l’arcobaleno dal cielo, lo distrusse in mille pezzi e lo gettò nel lago. Questa è la ragione perché ancora oggi il lago di Carezza risplende tutti gli stupendi colori dell’arcobaleno, dall’azzurro al verde, dal rosso all’indaco, dal giallo all’oro.
RosannaFerrari
Non c\'è cielo che riesca a specchiarsi nell\'acqua fangosa ove affondano i piedi. Prone, in file parallele, avanzano sguazzando, le mani vescicate ad artigliar le erbacce, un unico esercito in parata, impeccabilmente misero. Nel sole che dardeggia, fra gli sciami di irritanti moscerini, ogni tanto s\'alza un canto di speranza disperata, di riscatto di una dignità derisa, lordata dal sudiciume del denaro che scorre nelle mani del padrone. E nel torrido riverbero del meriggio assolato, denso di umida calura, s\'assopiscono le voci nella fatica di chi meno ha, ma più dà . (Renzo Montagnoli) Scansione da foto, anni \'60
Collistar
Questa foto l\'ho realizzata in un molo all\' alba dove il sole è molto basso e mi è venuto un controluce. ho apprezzato il via vai della barche al porto ascoltando la melodia del canto dei gabbiani
mmaino
Sono gli ultimi giorni del pettirosso in pianura, poi migrerà sulle colline e nelle zone prealpine o appenniniche per passare "al fresco" la stagione primavera-estate. Ritornerà ad inizio Ottobre per deliziarci con la sua presenza e il suo canto.