Risultato della ricerca: oltrepò mantovano
Promettente55
Una gitarella in val Trebbia ed Oltrepo' Pavese,la fortuna di trovare giorni di sole e di colori
IvoMarkes
Il Mincio esce dal Lago di Garda presso Peschiera e prende a scorrere prima tra le colline moreniche del Garda fino a Valeggio sul Mincio poi nella Pianura Padana con un certo dislivello (da Peschiera a Goito 34 m in 28 km), bagnando lungo il suo corso inferiore la città di Mantova.dopo avere creato, attorno alla città, i tre laghi: Superiore, di Mezzo e Inferiore. A sud di Mantova, entra nel Po come affluente di sinistra presso Governolo, dove è regolato da alcune dighe per consentirne la navigazione. Tra le località attraversate dal fiume v'è da ricordare: Peschiera del Garda, Ponti sul Mincio, Salionze, Monzambano, Valeggio sul Mincio, Volta Mantovana, Goito, Marmirolo, Porto Mantovano, Rivalta sul Mincio, Grazie di Curtatone, Curtatone, Virgilio, Bagnolo San Vito e Roncoferraro. Presso il comune di Valeggio il fiume incontra l'edificio regolatore del Garda o diga di Salionze che regola il flusso del fiume, quindi attraversa Borghetto sul Mincio, dove esiste un canale artificiale costruito per deviare l’eccesso d’acqua del fiume in caso di piena.
IvoMarkes
Borghetto sul Mincio. La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti. Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l´Austria, la Francia. Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un´Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine. Il paesaggio è immobile, perenne, senza tempo e ci riporta al nostro bisogno di sorgenti, alle nostre fonti, come in ogni mito fluviale in cui acqua e sogni si confondono. Passeggiare a Borghetto di sera per vedere un tramonto sul Mincio, o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo affiorare solo i merli ghibellini, è come naufragare in un medioevo immaginario. Borghetto è solo questo pugno di case, un antico villaggio di mulini in completa simbiosi con il suo fiume. Un idillio fluviale, con i tre antichi mulini che sembrano nascere dall´acqua. Il Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata, costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, è stato definito un "check-point d´antico regime". Lungo 650 m. e largo 25, ultimato nel 1395, era raccordato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate e integrato in un complesso fortificato che si estendeva per circa 16 km. Il Castello dalla sommità della collina continua a dominare con le sue torri la valle del Mincio. Della sua parte più antica resta la torre Tonda, singolare costruzione risalente al XII sec., mentre il resto del complesso è databile al XIV sec. Era dotato tre ponti levatoi di cui solo uno si è conservato. Infine, dentro il borgo, la Chiesa di S. Marco Evangelista è la ricostruzione in stile neoclassico (1759) dell´antica pieve romanica dedicata a Santa Maria (sec. XI), di cui restano due pregevoli affreschi quattrocenteschi.
IvoMarkes
La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti. Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l´Austria, la Francia. Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un´Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine. Il paesaggio è immobile, perenne, senza tempo e ci riporta al nostro bisogno di sorgenti, alle nostre fonti, come in ogni mito fluviale in cui acqua e sogni si confondono. Passeggiare a Borghetto di sera per vedere un tramonto sul Mincio, o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo affiorare solo i merli ghibellini, è come naufragare in un medioevo immaginario. Borghetto è solo questo pugno di case, un antico villaggio di mulini in completa simbiosi con il suo fiume. Un idillio fluviale, con i tre antichi mulini che sembrano nascere dall´acqua.
54maci
L'alta valle Staffora, Varzi e laggiù in fondo il Monte Penice.
IvoMarkes
La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti. Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l´Austria, la Francia. Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un´Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine. Il paesaggio è immobile, perenne, senza tempo e ci riporta al nostro bisogno di sorgenti, alle nostre fonti, come in ogni mito fluviale in cui acqua e sogni si confondono. Passeggiare a Borghetto di sera per vedere un tramonto sul Mincio, o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo affiorare solo i merli ghibellini, è come naufragare in un medioevo immaginario. Borghetto è solo questo pugno di case, un antico villaggio di mulini in completa simbiosi con il suo fiume. Un idillio fluviale, con i tre antichi mulini che sembrano nascere dall´acqua. Il Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata, costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, è stato definito un \"check-point d´antico regime\". Lungo 650 m. e largo 25, ultimato nel 1395, era raccordato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate e integrato in un complesso fortificato che si estendeva per circa 16 km. Il Castello dalla sommità della collina continua a dominare con le sue torri la valle del Mincio. Della sua parte più antica resta la torre Tonda, singolare costruzione risalente al XII sec., mentre il resto del complesso è databile al XIV sec. Era dotato tre ponti levatoi di cui solo uno si è conservato. Infine, dentro il borgo, la Chiesa di S. Marco Evangelista è la ricostruzione in stile neoclassico (1759) dell´antica pieve romanica dedicata a Santa Maria (sec. XI), di cui restano due pregevoli affreschi quattrocenteschi.
Max010
L'edificio, a pianta quadrata, fu costruito nel 1472 e il 1473 dall'architetto Luca Fancelli,architetto fiorentino al servizio del marchese di Mantova Ludovico III Gonzaga sulle basi di un preesistente edificio risalente al XIII secolo. Dalla porta al piano terreno si accede al palazzo della Ragione. Alla fine del 1473 sulla torre venne collocato l'orologio astronomico, opera del matematico mantovano Bartolomeo Manfredi, noto anche come Bartolomeo dell'Orologio. L'orologio indicava le ore ordinarie, degli astrologi e dei pianeti. Altresì rilevava il percorso del sole attraverso i segni dello Zodiaco e le fasi lunari. Dal 1700 non più attivo, il meccanismo astronomico fu rimesso in moto nel 1989 dal fabbro ed orologiaio Alberto Gorla di Cividale Mantovano. Sotto l'orologio fu collocata la statua della Madonna Immacolata, risalente agli inizi del XVII secolo. Dello stesso periodo è anche il balcone, in marmo, ad ornamento dell'edificio.
54maci
Inizio di coltura della lavanda anche in Oltrepo' Pavese
azzarus70
Dopo le abbondanti piogge anche sull\'appennino, domenica il tempo ci ha concesso una pausa e si fa ammirare con un tramonto. Valle Staffora - Alto Oltrepò Pavese
IvoMarkes
Porticato di Palazzo Ducale a Mantova:::Piazza Sordello è una grande piazza sita in Mantova e dedicata al poeta mantovano del XIII secolo Sordello da Goito. Dall\'altro lato della piazza si affacciano il Palazzo del Capitano, che risale a prima del 1328 anno dell\'ascesa al potere della famiglia Gonzaga che ne fecero il nucleo iniziale e più antico del Palazzo Ducale. A fianco di questo maestoso edificio merlato, fu edificata la Domus Magna come il precedente caratterizzato da bifore quattrocentesche.
Lelexxx
Le viti a perdita d'occhio in Oltrepo' Pavese
luigigiberti
Nebbia sulle colline dell' OltrePo Pavese.