Risultato della ricerca: manifesti strappati
Giuseppe-russo
Il mare d'inverno è un concetto che il pensiero non considera. E' poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera. Alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità, Macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d'estate non cade. E io che non riesco nemmeno a parlare con me. Enrico Ruggeri
IvoMarkes
Da 8–20 cm di diametro, colore da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente staccabile dal cappello. Allo stadio giovanile è chiuso e a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la consueta forma a fungo. Il consumo di questo fungo causa l'insorgenza della cosiddetta sindrome panterinica, che prende il nome da un altro fungo appartenente alla stessa famiglia, Amanita pantherina. L'insorgenza di tale sindrome è dovuta alla presenza combinata di sostanze neuroattive nel fungo, come: l'acido ibotenico, il muscimolo e il muscazone. La sindrome è caratterizzata da manifestazioni come: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
IvoMarkes
Da 8–20 cm di diametro, colore da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente staccabile dal cappello. Allo stadio giovanile è chiuso e a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la consueta forma a fungo. Il consumo di questo fungo causa l'insorgenza della cosiddetta sindrome panterinica, che prende il nome da un altro fungo appartenente alla stessa famiglia, Amanita pantherina. L'insorgenza di tale sindrome è dovuta alla presenza combinata di sostanze neuroattive nel fungo, come: l'acido ibotenico, il muscimolo e il muscazone. La sindrome è caratterizzata da manifestazioni come: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
Max010
Soncino CR Nei pressi della stupenda Rocca sforzesca, nella cornice dell’ex Filanda a Soncino, il Museo della Seta, offre in visione ai visitatori, antichi strumenti per la produzione della seta, dall'approvvigionamento delle uova dei bachi fino alla trattura della seta. Il museo nasce da una collezione privata del suo Curatore, Enzo Corbani, iniziata oltre vent'anni fa e continuata ancor oggi. Recentemente il museo ha conosciuto un ampliamento,con l'apertura di una stanza dedicata alle ditte bacologiche o seme-bachi, cioè le aziende produttrici di uova: si tratta di una delle rarissime sale a ciò dedicate in tutta Italia. Vi troverete, altresì, filmati d'epoca sulla bachicoltura e manifesti in
stefanomaraschio
L'ironia è molto ricorrente nella fotografia di strada. A volte i manifesti pubblicitari si fondono con le persone. Quanti di voi non hanno apprezzato col proprio amico una bella ragazza che passava davanti?
PrincipiS
"Lo Stromboli è un vulcano a “condotto aperto” dove il magma è sempre presente a livelli superficiali. L’attività più usuale del vulcano, talmente tipica da meritare il nome di “stromboliana” nella letteratura internazionale, consiste in una continua emissione di gas e in frequenti esplosioni che lanciano nell’atmosfera getti di gas caldi, brandelli di lava incandescente e blocchi solidi strappati dalle pareti del condotto. Questo genere di attività persiste, sostanzialmente immutata, da almeno 2000 anni, e questo ha fatto sì che, fin dall’antichità, Stromboli fosse conosciuto come il “faro del Mediterraneo” per il bagliore delle sue esplosioni, visibile da grande distanza. Le esplosioni avvengono da varie bocche situate all’interno dell’area craterica sommitale, la cui morfologia cambia frequentemente per collassi, migrazioni delle bocche eruttive ed esplosioni più violente che lasciano grandi voragini. La velocità di uscita dei getti varia da 20 a 120 metri al secondo, l’altezza da 100 a 200 metri, e la frequenza media è di 3-7 esplosioni ogni ora." Fonte INGV
Andrea Pace
Garbatella #1 Il 18 febbraio 1920 inizia la costruzione del quartiere Garbatella. Il Re, Vittorio Emanuele II, posa la prima pietra in Piazza Benedetto Brin. L’idea era, all’epoca, di dare casa ai lavoratori che sarebbero stati impiegati nel futuro porto di Roma. Interno alla città, accessibile dal mare attraverso un canale parallelo al Tevere, opera pubblica che non vide mai la luce. Garbatella rimase comunque un quartiere a vocazione operaia, edificato secondo il modello della “città giardino”. L’idea di Città Giardino ha origine in Inghilterra durante la metà del XIX secolo. In quel periodo cresce l’industria e aumenta la popolazione dei centri urbani che si espandono in maniera caotica e spesso degradata. Ebenezer Howard, che sviluppò il concetto di “città giardino”, voleva salvare la città e fermare l’abbandono della campagna. La progettazione di questo nuovo tipo di città doveva quindi tener conto di tutti gli aspetti della vita umana, rispettando le esigenze primarie dell’individuo. Si pensò quindi a nuclei abitativi formati da residenze unifamiliari, immerse nel verde, collegate tra loro, con servizi, negozi, teatri, chiese, zone produttive e zone amministrative, in modo tale da rendere questi centri completamente autosufficienti. A Roma furono avviati diversi progetti di questo genere, Tufello e Monte Sacro, San Saba e Garbatella, solo quest’ultimo fu completato. Il quartiere, nel suo nucleo storico si presenta composto da palazzine basse che affacciano su cortili interni, ogni gruppo di case fa parte di un ‘lotto’, i lotti sono numerati. Una realtà unica nella città di Roma. Intorno un continuo mutamento. A mutare velocemente è, infatti, il contesto che circonda questo piccola realtà, trascinando tutto con la sua forza sociale. Garbatella fu edificata praticamente fuori Roma, oggi la continua espansione della città la ingloba, nella percezione collettiva è ormai un quartiere centrale, servito dalla metropolitana. Oltre ai lotti nel quartiere storico sono presenti due condomini chiamati ‘Alberghi Rossi’, usati per le operazioni di sfollamento nel ventennio fascista, ma anche come strutture di confino politico. Il ceto operaio che ha abitato Garbatella fino a pochi anni fa viene sostituito dalla classi medie e alte, che adesso possono acquistare le case dei lotti, vendute dall’Ente case popolari. Anche la vicinanza dell’università, ‘Roma Tre’, del palazzo della Regione Lazio, del centro commerciale dedicato al cibo, ‘Eataly’, favorisce questo processo. In futuro la costruzione di un gigantesco centro commerciale generalista, con all’interno quello che resta dell’originale progetto della Città dei Ragazzi, non farà che accelerare il mutamento in atto. Nello scoprire Garbatella è quasi obbligatorio misurasi con lo stereotipo della ‘comunità felice’. Un’idea mutuata direttamente da quella di ‘città giardino’. I cortili dei lotti sembrano essere degli spazi ideali di gioco per bambini e di incontro per adulti, ma spesso non è così e le stesse forme di anomia ed individualismo presenti in altre parti della città non vengono superate, le originali forme urbanistiche del quartiere non sembrano attivare autonomamente processi spontanei di socializzazione. Ma a differenza di altri spazi urbani è forte la presenza di corpi intermedi della società, oltre alle classiche istituzioni, ne cito alcuni a titolo di esempio: una delle più grandi sezioni, per numero di iscritti, dell’ex PCI, oggi sezione di Sinistra Ecologia e Libertà; il CSOA ‘La Strada’ presente da oltre 18 anni con le sue attività nel quartiere, ma anche nella città; tantissime associazioni dedicate alla musica, allo sport, agli anziani del quartiere; la memoria storica del circolo anarchico e archivio storico ‘Carlo Cafiero’, ‘Casetta Rossa’ uno spazio animato da un collettivo di attivisti e attiviste. Non è un elenco esaustivo e non vuole esserlo. Il conflitto sociale è presente nelle sue innumerevoli forme. Proprio davanti al Palazzo della Regione Lazio, mega costruzione simbolo tangibile del potere [e dei lussi] della politica, alcune case sono occupate a scopo abitativo; una comunità di persone che rivendica il diritto all’abitare con un percorso difficile e fieramente ostinato. L’immagine di Piero Bruno, giovane abitante del quartiere, vittima della violenza dello stato, campeggia su una delle sue vie principali. Ma ancora i tantissimi manifesti che si incontrano nelle vie e richiamano l’attenzione su iniziative politiche e di dibattito se non manifestazioni e cortei, sono la testimonianza della grande passione politica che incendia questa parte di Roma. E’ giusto interrogarsi sui processi della storia, come chiave di interpretazione del presente. Ma ancora più importante è interrogarsi sul futuro. Cosa è oggi Garbatella e cosa offre di originale e unico? Cosa è necessario proteggere dall’incessante ed inarrestabile processo di mutamento del contesto sociale, economico e funzionale urbano? Qui sicuramente entrano in gioco gli interessi diversi dei diversi ruoli sociali che ognuno è chiamato ad intepretare, o sceglie di interpretare, e sembrano oggi combattere, a Garbatella, importati persistenze contro l’imperante imposto bisogno di individualismo, presentato come strumento di estrema sopravvivenza, quando forse proprio nel tempo della ‘crisi’ la parola solidarietà e lotta sarebbero le più appropriate.
NikFede68
È solo un film in bianco e nero visto alla TV e verso l'interno qualche nuvola dal cielo che si butta giù; sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via, punti invisibili rincorsi dai cani, stanche parabole di vecchi gabbiani. E io che rimango qui solo a cercare un caffè. Il mare d'inverno è un concetto che il pensiero non considera, è poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera, alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità, macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d'estate non cade. E io che non riesco nemmeno a parlare con me ... Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone - 1983
CARBOTTI
i fiori di giugno baciati dal sole, non piu' strappati dalle loro radici, ma raccolti in un atto d'amore di uno scatto fotografico, perche' un fotografo deve capire che una fotografia è un atto d'amore che noi compiamo per conservare per sempre un ricordo di un istante che unico e irripetibile, e che fugge via per sempre.
GiuseppeLascala
Manifesti per celebrare i cento anni dalla nascita dell\'Editore Giulio Einaudi
Andrea Pace
Garbatella #1 Il 18 febbraio 1920 inizia la costruzione del quartiere Garbatella. Il Re, Vittorio Emanuele II, posa la prima pietra in Piazza Benedetto Brin. L’idea era, all’epoca, di dare casa ai lavoratori che sarebbero stati impiegati nel futuro porto di Roma. Interno alla città, accessibile dal mare attraverso un canale parallelo al Tevere, opera pubblica che non vide mai la luce. Garbatella rimase comunque un quartiere a vocazione operaia, edificato secondo il modello della “città giardino”. L’idea di Città Giardino ha origine in Inghilterra durante la metà del XIX secolo. In quel periodo cresce l’industria e aumenta la popolazione dei centri urbani che si espandono in maniera caotica e spesso degradata. Ebenezer Howard, che sviluppò il concetto di “città giardino”, voleva salvare la città e fermare l’abbandono della campagna. La progettazione di questo nuovo tipo di città doveva quindi tener conto di tutti gli aspetti della vita umana, rispettando le esigenze primarie dell’individuo. Si pensò quindi a nuclei abitativi formati da residenze unifamiliari, immerse nel verde, collegate tra loro, con servizi, negozi, teatri, chiese, zone produttive e zone amministrative, in modo tale da rendere questi centri completamente autosufficienti. A Roma furono avviati diversi progetti di questo genere, Tufello e Monte Sacro, San Saba e Garbatella, solo quest’ultimo fu completato. Il quartiere, nel suo nucleo storico si presenta composto da palazzine basse che affacciano su cortili interni, ogni gruppo di case fa parte di un ‘lotto’, i lotti sono numerati. Una realtà unica nella città di Roma. Intorno un continuo mutamento. A mutare velocemente è, infatti, il contesto che circonda questo piccola realtà, trascinando tutto con la sua forza sociale. Garbatella fu edificata praticamente fuori Roma, oggi la continua espansione della città la ingloba, nella percezione collettiva è ormai un quartiere centrale, servito dalla metropolitana. Oltre ai lotti nel quartiere storico sono presenti due condomini chiamati ‘Alberghi Rossi’, usati per le operazioni di sfollamento nel ventennio fascista, ma anche come strutture di confino politico. Il ceto operaio che ha abitato Garbatella fino a pochi anni fa viene sostituito dalla classi medie e alte, che adesso possono acquistare le case dei lotti, vendute dall’Ente case popolari. Anche la vicinanza dell’università, ‘Roma Tre’, del palazzo della Regione Lazio, del centro commerciale dedicato al cibo, ‘Eataly’, favorisce questo processo. In futuro la costruzione di un gigantesco centro commerciale generalista, con all’interno quello che resta dell’originale progetto della Città dei Ragazzi, non farà che accelerare il mutamento in atto. Nello scoprire Garbatella è quasi obbligatorio misurasi con lo stereotipo della ‘comunità felice’. Un’idea mutuata direttamente da quella di ‘città giardino’. I cortili dei lotti sembrano essere degli spazi ideali di gioco per bambini e di incontro per adulti, ma spesso non è così e le stesse forme di anomia ed individualismo presenti in altre parti della città non vengono superate, le originali forme urbanistiche del quartiere non sembrano attivare autonomamente processi spontanei di socializzazione. Ma a differenza di altri spazi urbani è forte la presenza di corpi intermedi della società, oltre alle classiche istituzioni, ne cito alcuni a titolo di esempio: una delle più grandi sezioni, per numero di iscritti, dell’ex PCI, oggi sezione di Sinistra Ecologia e Libertà; il CSOA ‘La Strada’ presente da oltre 18 anni con le sue attività nel quartiere, ma anche nella città; tantissime associazioni dedicate alla musica, allo sport, agli anziani del quartiere; la memoria storica del circolo anarchico e archivio storico ‘Carlo Cafiero’, ‘Casetta Rossa’ uno spazio animato da un collettivo di attivisti e attiviste. Non è un elenco esaustivo e non vuole esserlo. Il conflitto sociale è presente nelle sue innumerevoli forme. Proprio davanti al Palazzo della Regione Lazio, mega costruzione simbolo tangibile del potere [e dei lussi] della politica, alcune case sono occupate a scopo abitativo; una comunità di persone che rivendica il diritto all’abitare con un percorso difficile e fieramente ostinato. L’immagine di Piero Bruno, giovane abitante del quartiere, vittima della violenza dello stato, campeggia su una delle sue vie principali. Ma ancora i tantissimi manifesti che si incontrano nelle vie e richiamano l’attenzione su iniziative politiche e di dibattito se non manifestazioni e cortei, sono la testimonianza della grande passione politica che incendia questa parte di Roma. E’ giusto interrogarsi sui processi della storia, come chiave di interpretazione del presente. Ma ancora più importante è interrogarsi sul futuro. Cosa è oggi Garbatella e cosa offre di originale e unico? Cosa è necessario proteggere dall’incessante ed inarrestabile processo di mutamento del contesto sociale, economico e funzionale urbano? Qui sicuramente entrano in gioco gli interessi diversi dei diversi ruoli sociali che ognuno è chiamato ad intepretare, o sceglie di interpretare, e sembrano oggi combattere, a Garbatella, importati persistenze contro l’imperante imposto bisogno di individualismo, presentato come strumento di estrema sopravvivenza, quando forse proprio nel tempo della ‘crisi’ la parola solidarietà e lotta sarebbero le più appropriate.
Sir_Lancillotto
Cosa c\'entri Gianni Rodari con Tavira rimane un mistero. Tuttavia, sulle mura in un vicolo della città, abbiamo trovato una serie di piccoli manifesti che riproducevano una delle sue favole: \"Il pulcino marziano\", \"O frangiñho cosmico\" per l\'appunto. Questo è il primo dei tanti manifestini
Marialucia96
Ira
Quando pensiamo alla parola ira subito pensiamo alla sua definizione stessa cioè: Impeto rabbioso e incontrollato. Io invece ho voluto ritrarre, in questa ragazza, un volto pieno di ira ma controllato da se stessa e che la sua ira si manifesti in modo diverso; come dall\'abbigliamento o la sua posizione costretta tra le mura.
aurelionegroni
....Il mare d'inverno è un concetto che il pensiero non considera E' poco moderno, è qualcosa che nessuno mai desidera Alberghi chiusi manifesti già sbiaditi di pubblicità Macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d'estate non cade E io che non riesco nemmeno a parlare con me ....Passerà il freddo e la spiaggia lentamente si colorerà La radio e i giornali e una musica banale si diffonderà Nuove avventure discoteche illuminate piene di bugie Ma verso sera, uno strano concerto e un ombrellone che rimane aperto Mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già.... Enrico Ruggeri
Andrea Pace
Garbatella #1 Il 18 febbraio 1920 inizia la costruzione del quartiere Garbatella. Il Re, Vittorio Emanuele II, posa la prima pietra in Piazza Benedetto Brin. L’idea era, all’epoca, di dare casa ai lavoratori che sarebbero stati impiegati nel futuro porto di Roma. Interno alla città, accessibile dal mare attraverso un canale parallelo al Tevere, opera pubblica che non vide mai la luce. Garbatella rimase comunque un quartiere a vocazione operaia, edificato secondo il modello della “città giardino”. L’idea di Città Giardino ha origine in Inghilterra durante la metà del XIX secolo. In quel periodo cresce l’industria e aumenta la popolazione dei centri urbani che si espandono in maniera caotica e spesso degradata. Ebenezer Howard, che sviluppò il concetto di “città giardino”, voleva salvare la città e fermare l’abbandono della campagna. La progettazione di questo nuovo tipo di città doveva quindi tener conto di tutti gli aspetti della vita umana, rispettando le esigenze primarie dell’individuo. Si pensò quindi a nuclei abitativi formati da residenze unifamiliari, immerse nel verde, collegate tra loro, con servizi, negozi, teatri, chiese, zone produttive e zone amministrative, in modo tale da rendere questi centri completamente autosufficienti. A Roma furono avviati diversi progetti di questo genere, Tufello e Monte Sacro, San Saba e Garbatella, solo quest’ultimo fu completato. Il quartiere, nel suo nucleo storico si presenta composto da palazzine basse che affacciano su cortili interni, ogni gruppo di case fa parte di un ‘lotto’, i lotti sono numerati. Una realtà unica nella città di Roma. Intorno un continuo mutamento. A mutare velocemente è, infatti, il contesto che circonda questo piccola realtà, trascinando tutto con la sua forza sociale. Garbatella fu edificata praticamente fuori Roma, oggi la continua espansione della città la ingloba, nella percezione collettiva è ormai un quartiere centrale, servito dalla metropolitana. Oltre ai lotti nel quartiere storico sono presenti due condomini chiamati ‘Alberghi Rossi’, usati per le operazioni di sfollamento nel ventennio fascista, ma anche come strutture di confino politico. Il ceto operaio che ha abitato Garbatella fino a pochi anni fa viene sostituito dalla classi medie e alte, che adesso possono acquistare le case dei lotti, vendute dall’Ente case popolari. Anche la vicinanza dell’università, ‘Roma Tre’, del palazzo della Regione Lazio, del centro commerciale dedicato al cibo, ‘Eataly’, favorisce questo processo. In futuro la costruzione di un gigantesco centro commerciale generalista, con all’interno quello che resta dell’originale progetto della Città dei Ragazzi, non farà che accelerare il mutamento in atto. Nello scoprire Garbatella è quasi obbligatorio misurasi con lo stereotipo della ‘comunità felice’. Un’idea mutuata direttamente da quella di ‘città giardino’. I cortili dei lotti sembrano essere degli spazi ideali di gioco per bambini e di incontro per adulti, ma spesso non è così e le stesse forme di anomia ed individualismo presenti in altre parti della città non vengono superate, le originali forme urbanistiche del quartiere non sembrano attivare autonomamente processi spontanei di socializzazione. Ma a differenza di altri spazi urbani è forte la presenza di corpi intermedi della società, oltre alle classiche istituzioni, ne cito alcuni a titolo di esempio: una delle più grandi sezioni, per numero di iscritti, dell’ex PCI, oggi sezione di Sinistra Ecologia e Libertà; il CSOA ‘La Strada’ presente da oltre 18 anni con le sue attività nel quartiere, ma anche nella città; tantissime associazioni dedicate alla musica, allo sport, agli anziani del quartiere; la memoria storica del circolo anarchico e archivio storico ‘Carlo Cafiero’, ‘Casetta Rossa’ uno spazio animato da un collettivo di attivisti e attiviste. Non è un elenco esaustivo e non vuole esserlo. Il conflitto sociale è presente nelle sue innumerevoli forme. Proprio davanti al Palazzo della Regione Lazio, mega costruzione simbolo tangibile del potere [e dei lussi] della politica, alcune case sono occupate a scopo abitativo; una comunità di persone che rivendica il diritto all’abitare con un percorso difficile e fieramente ostinato. L’immagine di Piero Bruno, giovane abitante del quartiere, vittima della violenza dello stato, campeggia su una delle sue vie principali. Ma ancora i tantissimi manifesti che si incontrano nelle vie e richiamano l’attenzione su iniziative politiche e di dibattito se non manifestazioni e cortei, sono la testimonianza della grande passione politica che incendia questa parte di Roma. E’ giusto interrogarsi sui processi della storia, come chiave di interpretazione del presente. Ma ancora più importante è interrogarsi sul futuro. Cosa è oggi Garbatella e cosa offre di originale e unico? Cosa è necessario proteggere dall’incessante ed inarrestabile processo di mutamento del contesto sociale, economico e funzionale urbano? Qui sicuramente entrano in gioco gli interessi diversi dei diversi ruoli sociali che ognuno è chiamato ad intepretare, o sceglie di interpretare, e sembrano oggi combattere, a Garbatella, importati persistenze contro l’imperante imposto bisogno di individualismo, presentato come strumento di estrema sopravvivenza, quando forse proprio nel tempo della ‘crisi’ la parola solidarietà e lotta sarebbero le più appropriate.