Risultato della ricerca: beato
FaustoMeini
Io, che quassù sono solitario, beato tra la solitudine, sono amico del vento. Molti si sono soffermati sotto di me: chi per godersi l\'ombra fresca dei miei rami, chi per rubare l\'attimo fuggente di un bacio...
Luca.Palombi
A seguito dell\'uscita mattutina dei giorni scorsi, \"aspettando l\'alba\", vi propongo un altro scatto.
fabiofoni
Ecco quello che mi è venuto in mente trovandomi a girare per questi posti e una tra tutte....beato chi abita in questi posti!
maxiben
Un giorno particolarmente uggioso...ad un certo punto è iniziato a piovere in modo violento e questo leopardo che fino a poco prima dormiva beato è stato costretto a scendere dall'albero per ripararsi nella vegetazione.
Rob75
Beato e sorridente...mi soffermo nel caos urbano...in direzione San Pietro
Foto_Folloni
La tradizione vuole che l'Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita. Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d'Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo. Dopo un primo periodo storico, durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 guidarono l'Eremo i frati del convento milanese di Sant'Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani fino al 1770. Da sottolineare è il miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi "ballerini" precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. Questi sassi "traballanti" sembrano dare il nome all'eremo che, per esteso, è Santa Caterina del Sasso Ballaro, anche se è più probabile che l'etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate. Dal 1970 l'Eremo è proprietà della Provincia di Varese. Dal 1986 al 1996 è stato retto da una comunità domenicana, sino al 2018 dagli oblati benedettini; dalla primavera 2019 la gestione religiosa dell'Eremo è affidata alla Fraternità Francescana di Betania. Fonte (www.santacaterinadelsasso.com)
Ilaria_fe_
\"Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un’alba o un tramonto.\"
RobcapFI
Santuario di Montesenario (Firenze). La grotta (e fonte) di san Filippo Benizi, con un tempietto che ricopre la fonte, costruito nel 1629, recante nel cornicione la significativa ed elegante scritta: \"SITI NE PEREANT FRATRES / B. PHIL. FONTEM APERIT MCCLIV / SITU NE PEREAT FONS / F. HENR. ANT. G. OP.IT MDCXXIX\" (\"Affinché i frati non morissero di sete, il beato Filippo scoprì la fonte nel 1254; affinché la fonte non si perdesse per l\'incuria, il generale fra Enrico Antonio la coprì nel 1629\");
fabiofoni
Beato chi ci crede, noi no non ci crediamo......per quest'anno provate a passare quel giorno senza di noi!!! Ancora auguri, doppi a chi non mangerà  agnello.....
generale1976
Crick (questo il suo nome) che dorme beato dopo un lauto pasto
Foto_Folloni
La tradizione vuole che l'Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita. Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d'Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo. Dopo un primo periodo storico, durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 guidarono l'Eremo i frati del convento milanese di Sant'Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani fino al 1770. Da sottolineare è il miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi "ballerini" precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. Questi sassi "traballanti" sembrano dare il nome all'eremo che, per esteso, è Santa Caterina del Sasso Ballaro, anche se è più probabile che l'etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate.