Risultato della ricerca: società operaia
LadyGi
"Non portatevi via nulla se non le vostre fotografie, non lasciate nulla se non le vostre impronte, non ammazzate nulla se non il tempo" (motto della società di speleologia Baltimore Grotto)
angelofarina
Appena rientrato da questo viaggio che mi ha portato all'esplorazione del Cammino di Santiago.Una meta cosi' misteriosa e poco conosciuta fotograficamente,e da tempo che era troppa la mia curiosita'  riguardo il cammino.Tanta riflessione sacrificio e meditazione durante questo lungo percorso mistico,dai paesaggi fiabeschi..Ma anche delusione,perche'¨ forse il Cammino di Santiago non e' piu' lo stesso! Divenuto un itinerario percorso non piu' da soli Pellegrini in cerca di meditazione e fede,ma soprattutto da turisti in cerca di soli Selfie o di sfide personali,capaci di percorrerlo su Taxi,bus e bici.Pare proprio che attualmente sia diventato un viaggio di moda e un avvenimento di costume nella societa' e non piu' un percorso di Fede..Il Cammino non ha piu' quel fascino che si puo' percepire leggendo Libri o vedendo film! ma io preferisco ricordarlo cosi'..
salvyitaly
Per te che sei scoraggiato, per te che ti trovi nel disagio più assoluto, per te che hai perso la speranza, per te che sei stanco dell\'ingiustizia e dell\'indifferenza di una società che muore lentamente, per te che sei nel dolore, per te che sei nella malattia, per te che ti senti solo e abbandonato, per te.....VIVI!! Io sono la Via, la Verità e la Vita _ Gesù. --------------------------------------------------------------- ƒ/14.0 - 38.0 mm - 1/60 -White Balance - Manual - Exposure Mode - Manual
alfapegaso
Su e giù per la spiaggia, dalla mattina alla sera, sotto il peso di uno zaino stracolmo, trasportando un\'insollevabile borsone a mano... ”Chiamatemi pure vu cumprà, non mi offendo. Io lavoro onestamente” e mi lascia un biglietto da visita con il nome della sua società, partita Iva e doppio indirizzo.
valmic
Nelle zampe posteriori hanno una modifica chiamata corbícula (cestello) che permette loro di trasportare il polline e il propoli (resina della pianta). Essa è munita di una spazzola dove vengono raccolti i grani di polline: quando la spazzola è piena, il polline viene messo nel cestello per essere trasportato all\'alveare. (wikipedia)
andreamassetani
troppo spesso oggigiorno accade di disfarsi di oggetti vecchi e malandati, dovremmo invece tornare come ai vecchi tempi quando invece di buttar via ci si arrangiava ad aggiustare... La società il benessere e il consumo ha portato l'uomo a ciò, penso però sia arrivata l'ora di fare un passo indietro...
lucagrazianovalenti
un antico viale dei Pini sito nel territorio di Lentini. La strada ,ormai ignorata dalla moderna società, resta li abbandonata e spesso violentata da qualche essere umano che scarica in modo illecito materiale da costruzione e scarti di ogni genere. La bellezza forse è destinata a scomparire da queste terre.
leonardo_lb
...nome tratto dall'omonimo romanzo inglese,una rosa dalla grande corolla a forma di calice,colore albicocca,profumo intensamente fruttato.Rosa Inglese,ibridatore David Austin 1995.Ogni ibridatore ha dato un nome alla rosa da lui creta,in questo caso Austin si inspiro' al romanzo inglese di epoca vittoriana,dello scrittore Thomas Hardy. Jude the Obscure era un personaggio che venne rinnegato dalla societa' inglese dell'epoca,e l'autore lo considero' quasi come un fantasma,"l'oscuro ". Jude e' fiorita nel mio giardino,piccole soddisfazioni...
DanieleBoffelli
No. Non è per le foto né per i mi piace. Non è per l'approvazione e nemmeno per il puro egoismo di spuntare una voce sulle cose da fare. Forse queste cose mi hanno influenzato la prima volta che ho deciso di andare in Islanda ma appena sono salito in macchina e sono partito ho capito che in realtà mi ero sbagliato su tutto. Questo è un posto che ti fa sentire vivo. Davvero vivo. È un ritorno alle origini, al rapporto dell'uomo con la natura dalla quale, vivendo in una società civilizzata, ci siamo allontanati. Fenomeni atmosferici estremi e paesaggi da lacrime agli occhi si combinano in qualcosa che solo chi li ha visti può capire. Quando sei a un passo da un precipizio o da una cascata che riversa centinaia di metri cubi di acqua al secondo capisci che tante delle cose inutili di cui ci preoccupiamo nella nostra vita sono solo fini a se stesse. Che tutto continua a scorrere e ad esistere. Io voglio vedere. Eravamo in cerca dell'aurora boreale che all'inizio della serata era abbastanza lieve e statica. Cancelliamo la prenotazione dell'alloggio: “Questa notte dormiamo in macchina”. Cambiamo posto e andiamo lungo questo promontorio nella penisola di Snaefelness. C'è un arco di aurora e inizio a scattare vari scatti verticali in previsione di unirli in una panoramica. Non riesco a finire che questo arco esplode in mille forme diverse e danzanti. Urliamo, fortissimo. Non possiamo crederci. È tutto così irreale ma lo vediamo con i nostri occhi. Il freddo, il vento e la stanchezza ce li dimentichiamo.
vespana150
Le idee non si rifiutano, germinano nella società, poi pensatori e artisti le esprimono.
fabiofoni
Relegato in un angolo, semi coperto da rami questo carretto ormai in disuso mi ha fatto pensare ad una persona anziana, che dopo aver dato tutto quello che poteva alla società , ora viene abbandonato a se stesso, ormai considerato privo di qualsiasi utilità....ma noi non siamo carretti.....
...I vari treni nel nodo ferroviario stavano accoccolati uno a fianco dell'altro e si fecero lunghe,lunghissime chiaccherate prima che finalmente ci mettessimo in viaggio. (David Herbert Lawrence, Mare e Sardegna, 1921) Stazione di Mandas Le origini della stazione risalgono agli anni ottanta del XIX secolo, quando in Sardegna la Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna costruì le prime ferrovie della rete a scartamento ridotto dell'isola. Nel 1888 fu inaugurata dalle SFSS la ferrovia da Cagliari a Isili, e con essa la stazione di Mandas, sita lungo questa linea. Mandas (CA) - Sardegna - Buon viaggio
gianki49
La piattaforma della società della Canottieri.. vietato salire a pescare. (la scritta sui cartelli)
guido_str
Un\'ansa del Po presso l\'imbarcadero della società Canottieri di Casale.
alessandro.eusepi
Le fondamenta della chiesa abbandonata di Saint Etienne Le Vieux risale al X secolo, ma le prime notizie su di essa risalgono al 1067. L’edificio venne ricostruito in stile gotico dopo gli assedi britannici del 1346 e del 1417 durante la Guerra dei cent’anni (1339 – 1453), che vide appunto contrapposte le due grandi potenze di Francia e Inghilterra. In seguito venne sconsacrato nel 1793, durante la Rivoluzione francese, per poi “ridiventare” chiesa nel 1802. Tuttavia era ormai in rovina e nel 1844 venne chiuso, con l’eventualità che venisse demolito. A salvarlo fu la “Società degli Antiquari di Normandia”, che pensò di fare dell’edificio un proprio museo, ma ciò di fatto non avvenne mai, e la chiesa rimase abbandonata. Nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu colpita da una bomba tedesca e parzialmente distrutta. Visibile solo dall’esterno (arrampicandosi sul muretto) rimane una torre lanterna ottagonale risalente alla prima metà del XV secolo e accanto all’abside una statua equestre, ora senza testa, dell’Imperatore Costantino, datata inizio XIII secolo.
davide.balsemin
Zaanse Schans è una piccola comunità di 40 case situata a nord-est di Amsterdam, sulla banchina del fiume Zaan. Nel XVIII secolo questa regione era un'area industriale con oltre 700 mulini a vento. Molti di questi storici mulini ed alcune case sono ancora in ottimo stato e rappresentano una forte attrazione turistica. Zaanse Schans è uno dei punti di forza dell'European Route of Industrial Heritage (ERIH). Zaanse Schans è conosciuta per i suoi mulini. In questi ultimi secoli nella zona (chiamata Zaanstreek) ne esistevano più di 1000. I primi mulini furono costruiti nel 1321 a Jisp e nei secoli dopo diversi mulini furono costruiti nelle vicinanze, e venivano sfruttati per muovere l'acqua e macinare la farina nella zona denominata Zaanstreek. Negli anni a seguire furono costruiti altri mulini, che venivano usati sia per macinare la farina, ma anche frantoi per l'olio, per la carta, per il cacao, la mostarda, cemento e altre funzioni. Si erano diffusi così tanti mulini che ogni proprietario aveva costruito il proprio mulino per una specifica funzione. I mulini della zona furono anche usati per rompere e costruire le pietre che servirono per costruire gli attuali palazzi di Dam a Amsterdam. Nel 900 i mulini furono piano piano sostituiti con i motori a vapore, soprattutto alla fine dell'800 il numero dei mulini diminuì drasticamente fino al numero attuale (poche decine) e per questo nel 1925 l'Associazione "Vereninging De Zaansche Molen" decise di conservare i restanti mulini per il futuro, per mostrare alle nuove generazioni la storia dei mulini a vento della zona. Nel 1928 fu aperto anche il museo "Molenmuseum". La società possiede 12 mulini (con annesse attività) che sono meta sempre maggiore di turisti. Grazie ai 3600 membri della società, di cui gran parte volontari, e alcuni finanziamenti governativi, Zaanse Schans è ancora in grado di mostrare alle nuove generazioni, il modo di vivere del passato, la cultura e le tradizioni che si sono sviluppate ai piedi di questi piccoli giganti.
AntonioLimardi
La Badia(o Abbazia) di Dulzago, situata nel Comune di Bellinzago Novarese, fu fondata all'inizio del XII secolo da alcuni canonici come luogo di culto religioso. Verso la seconda metà del Quattrocento divenne Abate commendatario Leonardo Sforza che trasformò la comunità in un importante centro agricolo. Con il passare degli anni furono bonificati i terreni circostanti rendendoli produttivi. Verso il Settecento venne introdotto l'allevamento del bestiame ed in seguito costruiti nuovi edifici per accogliere i nuovi lavoratori. La comunità divenne autosufficiente disponendo di scuola, forno per cuocere il pane, ghiacciaia interrata, lattaio e mulino. Durante il periodo napoleonico il complesso divenne proprietà della famiglia Reyner. Nel 1845 fu ceduta ai Borromeo che dal 1879 cominciarono a rivendere la struttura in vari lotti. In seguito la proprietà venne ulteriormente suddivisa dalla Società Agricola Conturbia. Interessante il campanile e la Chiesa dedicata a San Giulio con i suoi ricchi affreschi. Il 31 gennaio,(solennizzata, ormai da molti anni, l'ultima domenica di gennaio)festa patronale, si celebra la tradizionale Fagiolata di San Giulio. Notizie della fagiolata si hanno sin dal 1628, quando l'allora Vescovo Volpi, la citò in una sua lettera. La ricetta precisa è segreta, ma per prepararla si usano fagioli, lardo, cotiche, patate, carote, verze e cipolle, messe a cuocere nei calderoni di rame. Nel corso degli anni il numero dei calderoni è aumentato, per far fronte alla sempre maggiore richiesta da parte dei partecipanti alla festa. Leggende raccontano che l'anno in cui non si svolse la fagiolata, nelle campagne attorno alla Badia comparvero i serpenti.