Risultato della ricerca: logo
apifferi
Questo è un ritratto di mio padre del 1931. La foto di un ragazzo ventenne, appena arruolato, che si allontana, sicuramente per la prima volta, dal suo piccolo paese brianzolo e dalla famiglia. Un giovane che ancora non sa cosa gli riserveranno gli anni a venire. Infatti nel 1935, dovrà lasciare di nuovo gli affetti della famiglia. Richiamato e imbarcato sul piroscafo GANGE diretto in Eritrea per la campagna d'Africa Orientale. Ha attraversato tutte le tristi vicissitudini dell'epoca, fino quando l'8 settembre 1943, il suo reggimento Genio Pontieri a Piacenza fu sciolto e terminò la sua lunga e dura esperienza militare, con il ritorno definitivo a casa. (Questa foto è ancora conservata nella sua busta originale del negozio: "Premiato studio fotografico Aurelio Forti-Venezia via garibaldi, 1770. Il logo è pure impresso, come si vede, sulla foto) Oggi 23 aprile sarebbe stato il suo compleanno. P.S. forse il titolo poteva essere: La foto racconta?
DanieleBoffelli
Scattata con Nikon d810 e Nikon 14-24 2.8 Da quando vivo a Cuneo, ormai da due anni e mezzo, il Monviso è stato sempre un punto di riferimento nel territorio. Si vede chiaramente sia da Torino che da Cuneo e la sua forma iconica è cara a tutti i piemontesi. Avevo in mente già da parecchi mesi di realizzare una fotografia che avesse il Monviso come soggetto principale con l’intero arco della via Lattea che lo incoronasse. Ho cercato su molti siti e forum fotografici ma non ho trovato nessuna fotografia che avesse queste caratteristiche. Così usando PhotoPills (un'app per determinare la posizione di sole, luna, via lattea e tante altre cose) e Google Earth ho cercato qualche montagna nella direzione più adatta ad avere questo allineamento. E così mi sono imbattuto sul monte Losetta, a 3054mt. In seguito a maltempo o altri piani non sono riuscito a salire né a Luglio né ad Agosto. Potevo fare il mio unico tentativo a Settembre, e solo in un giorno specifico in cui avevo la giornata libera dal lavoro. Oltre quel giorno la luna sarebbe diventata troppo luminosa per poter fotografare bene le stelle. Nel periodo successivo di luna nuova (quindi luna totalmente in ombra) avrei avuto il centro galattico (quello più luminoso che vedete sulla destra dell’arco) troppo in basso, col rischio che fosse parzialmente coperto dall’inquinamento luminoso e forse addirittura sotto l’orizzonte. Siccome non c’ero mai stato prima ed ero un pò spaventato dal passare la notte da solo a 3000 metri in tenda ho chiesto a qualche amico, ma essendo in settimana è stato abbastanza difficile. La sera prima un amico conosciuto al CAI mi scrive: “Ma se stessimo su solo per le foto e poi scendiamo di notte con la frontale?”. Gli dico che va bene, tanto valeva provare! Scrivo anche ad un altro mio amico e pure lui decide di unirsi. Il nemico ora era uno solo, il meteo. Cielo sereno in tutta Italia, tranne che in Piemonte ovviamente. Mi affido a un’app scoperta di recente, Windy, che incrocia dati di parecchi siti meteo e da informazioni dettagliate di vari fenomeni meteo. Metto il filtro delle nubi basse e mi dice che nella zona del Monviso ci saranno nubi fino a 300 metri dal suolo. Ho pensato che sarebbe stato epico avere anche un mare di nubi sotto il Monviso ma avevo anche paura che l’app si sbagliasse e finissimo a 3000 metri immersi nelle nuvole. Leggendo che il sentiero era facile non mi faccio troppi problemi e in caso fosse andata a male saremmo tornati indietro. Partiamo abbastanza tardi, dopo che i miei amici erano smontati dai loro turni di lavoro. Andiamo su come degli animali e io distribuisco materiale fotografico a tutti per alleggerirmi un pò lo zaino. A metà strada circa la nebbia ci raggiunge dal basso e ci sommerge lasciandoci con poca luce e tanta umidità addosso. Arriviamo nei pressi del colle di Losetta e sbuchiamo dalla nebbia. Dietro di noi uno spettacolo indescrivibile, sopra di noi stambecchi che lottavano in bilico sopra una roccia esposta. Arrivati al colle vediamo finalmente il Monviso, rosso fuoco per il tramonto, sbucare da un mare di nubi bellissimo. E’ stata una scena che non dimenticherò mai, una delle cose più belle che abbia mai visto. Facciamo qualche foto ricordo e ripartiamo per la vetta. Arriva la notte e uno spicchio di luna illumina da dietro di noi il paesaggio, senza però intaccare troppo le stelle. Meglio di così non poteva essere. Dopo 4 ore in vetta a scattare, mangiare, bere e parlare scendiamo. Il risultato di tanti mesi passati a sognare una fotografia è qui. Spero che possa trasmettervi la magnificenza della situazione che io e miei amici abbiamo vissuto. PS: le intense luci sulla sinistra sono di Torino mentre sulla destra sono della Valle Varaita e del cuneese. PSS: una leggenda vuole che il logo della Paramount Pictures sia stato creato grazie a due operai cuneesi emigrati in America agli inizi del 900 e assunti proprio dalla Paramount.
emanuele_leone_1990
Nell\'emozionante scenario della costiera amalfitana, proprio di fronte alla spiaggia di Marina di Vietri, si ergono i Due Fratelli. Un nome che rimarca l\'estrema somiglianza tra le due rocce e la cui presenza nell\'incantevole mare vietrese, è legata a ben due leggende. La prima racconta di un interminabile assedio di navi saracene che mise a dura prova, tra carestia e peste, la città di Salerno. Non riuscendo a determinarsi un vincitore, i rispettivi re decisero di risolvere il tutto con un duello tra i loro cavalieri più valorosi: il conte salernitano Umfredo dei Landolfi e il principe saraceno Rajan. Fu così che ebbe inizio uno scontro interminabile e feroce che vide i due sfidanti spingersi ben oltre le mura cittadine, fino alla cittadina di Vietri sul Mare. Qui, sul far della sera, giunti allo stremo delle loro forze, si appoggiarono a due scogli, ultimo scenario del loro duello... ma proprio nel momento in cui furono inghiottiti dai flutti del mare, notarono che i loro stemmi erano identici. Un elemento che fece comprendere loro di essere fratelli e che indusse la popolazione locale, in loro ricordo, a battezzare i due scogli con il nome de I Due Fratelli. La seconda leggenda, la più sentita, narra invece di due giovani pastori che, giunti sulla spiaggia con le loro pecorelle, rimasero colpiti da una fanciulla che dormiva in mezzo al mare. A seguito di un improvviso temporale, però, i pastori si gettarono in acqua nel tentativo di sottrarre la ragazza dalle grinfie del mare, ignari che si trattasse della figlia del Dio del mare, Nettuno. Purtroppo, però, il loro tentativo fu vano e trovarono la morte insieme al gregge che li aveva seguiti. Colpito dal gesto coraggioso dei ragazzi, Nettuno trasformò così i pastori in due grandi scogli, per l\'appunto I Due Fratelli, attorniandoli con scogli più piccoli a ricordo delle pecore del loro gregge. Al di là delle leggende che ne accrescono ulteriormente il fascino, l’emozione del loro eterno palesarsi sulle acque vietresi le ha rese il simbolo della città, elemento così peculiare e distintivo da essere protagonista anche l’emblema che campeggia nel logo del comune di Vietri sul Mare.
Luke2101
Uno steccato in pietra e legno sulle prealpi piemontesi, sopra al logo d\'Orta
Ch.Photographer
A beautiful view from medioevals tower in Alzate Brianza - Italy
ettorecsv
Ultimo raggio di sole in un cielo rosa. Uniche elaborazioni raddrizzato mare ed eliminato logo dello smartphone ciao
deejayspampy
siamo diversi ma ti darò una mano come posso per farti tornare a spiccare il volo...
TechnologySolutionGraphics
"Battlefield 4" grafica realizzata per gli A.S.D. Black Knights, gruppo sportivo softair. Foto scattata con una Nikon D5100, in seguito post-prodotta con Lightroom altre regolazioni con Camera Raw, fotomontaggio realizzato con Photoshop. Questo è il nostro vero lavoro
fabio quoiani
2 oggetti fondamentali per sopavvivere.1 zippo e 1 paio di occhiali da sole.In un posto nature come l\'umbria,ci stavano.