Da un po' di tempo mi sono convinto che si può parlare di arte solo se si tratta di un linguaggio universale: è bello ciò che è bello, non ciò che piace.
C'è un equivoco nato dal fatto che ci sono alcune opere che sono imposte come 'belle'. Ci sono alcune opere che non sono criticabili, perché se le critichi, sei uno stupido ignorante.
Questo implica che il bello deve essere capito, studiato e appreso, e che un bambino privo di istruzione non possa sapere cosa è bello. Non lo può sapere neanche chi non ha studiato, chi non è stato istruito, chi non è abbastanza intelligente. La cosa più grave è che ci sono alcune persone che sono più qualificate di altre per giudicare il bello, che decidono cosa è bello.
La reazione a questa dittatura culturale è il rifiuto dei canoni ufficiali di bellezza, che porta a nuove forme espressive, create da persone che hanno avuto il coraggio di dire 'questo non mi piace'. Il problema, però, è che questo rifiuto è una ribellione cieca che prescinde da ciò che si rifiuta, si rifiuta il vecchio in toto e basta. Questo rifiuto totale, porta a nuovi canoni ufficiali, che verranno di nuovo imposti, appunto perché il vecchio è per stupidi ignoranti che non capiscono il nuovo.
In un futuro più o meno lontano, ci sarà una nuova rivoluzione che imporrà nuovi canoni, e così via.
Qui, penso di avere un pensiero originale:
se il bello non venisse imposto, insegnato, codificato, ma fosse considerato un linguaggio universale, appunto, si darebbe a tutti il diritto di criticare, senza preconcetti, solo in base al proprio istinto.
Questo, direte, porterebbe all'anarchia, a dire ' è bello ciò che piace', ma invece, per me, sarebbe la chiave per scoprire ciò che è davvero bello. Bisogna dare a tutti il diritto alla critica, senza stare lì, con il sorrisino saccente dell'esperto, pronti a bollare la critica come stupida. Certo, se qualcuno non 'guarda davvero', lo si può considerare meno qualificato di chi motiva la propria critica con un discorso articolato, ma mai imporre dei canoni, ma essere pronti sempre a nuove chiavi di lettura. Questo ci porterebbe ad una incertezza eterna, perché in qualsiasi momento, potrebbe arrivare qualcuno a cui non piace niente e non potendo imporre dei canoni, non ci sarebbe il termine di paragone universale.
Se questo dovesse succedere, allora mi dovrei rassegnare a dire che il bello non esiste.
Ed è proprio questo il bello del mio punto di vista: ho fede nel fatto che non possa esistere un essere umano a cui non possa piacere niente e che in tutto ciò che piace ci sia un piccolo frammento del bello universale. Ciò che piace non è personale, ma un piccolo tassello del immenso puzzle del bello.
L'artista, per esserlo, deve essere umile.
Per essere umili, bisogna essere coraggiosi: bisogna avere il coraggio di presentarsi con il proprio lavoro davanti a tutti ed esporsi agli attacchi di tutti, senza lo scudo dell'opinione autoritaria, della citazione colta, dell'approvazione dell'accademia, dell'adesione al canone.
Ecce opera. E poi ascoltare. E captare i segni che ti dicano che hai toccato la corda giusta, che fa risuonare gli animi all'unisono.
Questo è quello in cui credo fermamente. Non è una scienza, non ha citazioni autorevoli e forse non è neanche originale, ma è la luce che cerco con la mia macchina fotografica.
C'è un equivoco nato dal fatto che ci sono alcune opere che sono imposte come 'belle'. Ci sono alcune opere che non sono criticabili, perché se le critichi, sei uno stupido ignorante.
Questo implica che il bello deve essere capito, studiato e appreso, e che un bambino privo di istruzione non possa sapere cosa è bello. Non lo può sapere neanche chi non ha studiato, chi non è stato istruito, chi non è abbastanza intelligente. La cosa più grave è che ci sono alcune persone che sono più qualificate di altre per giudicare il bello, che decidono cosa è bello.
La reazione a questa dittatura culturale è il rifiuto dei canoni ufficiali di bellezza, che porta a nuove forme espressive, create da persone che hanno avuto il coraggio di dire 'questo non mi piace'. Il problema, però, è che questo rifiuto è una ribellione cieca che prescinde da ciò che si rifiuta, si rifiuta il vecchio in toto e basta. Questo rifiuto totale, porta a nuovi canoni ufficiali, che verranno di nuovo imposti, appunto perché il vecchio è per stupidi ignoranti che non capiscono il nuovo.
In un futuro più o meno lontano, ci sarà una nuova rivoluzione che imporrà nuovi canoni, e così via.
Qui, penso di avere un pensiero originale:
se il bello non venisse imposto, insegnato, codificato, ma fosse considerato un linguaggio universale, appunto, si darebbe a tutti il diritto di criticare, senza preconcetti, solo in base al proprio istinto.
Questo, direte, porterebbe all'anarchia, a dire ' è bello ciò che piace', ma invece, per me, sarebbe la chiave per scoprire ciò che è davvero bello. Bisogna dare a tutti il diritto alla critica, senza stare lì, con il sorrisino saccente dell'esperto, pronti a bollare la critica come stupida. Certo, se qualcuno non 'guarda davvero', lo si può considerare meno qualificato di chi motiva la propria critica con un discorso articolato, ma mai imporre dei canoni, ma essere pronti sempre a nuove chiavi di lettura. Questo ci porterebbe ad una incertezza eterna, perché in qualsiasi momento, potrebbe arrivare qualcuno a cui non piace niente e non potendo imporre dei canoni, non ci sarebbe il termine di paragone universale.
Se questo dovesse succedere, allora mi dovrei rassegnare a dire che il bello non esiste.
Ed è proprio questo il bello del mio punto di vista: ho fede nel fatto che non possa esistere un essere umano a cui non possa piacere niente e che in tutto ciò che piace ci sia un piccolo frammento del bello universale. Ciò che piace non è personale, ma un piccolo tassello del immenso puzzle del bello.
L'artista, per esserlo, deve essere umile.
Per essere umili, bisogna essere coraggiosi: bisogna avere il coraggio di presentarsi con il proprio lavoro davanti a tutti ed esporsi agli attacchi di tutti, senza lo scudo dell'opinione autoritaria, della citazione colta, dell'approvazione dell'accademia, dell'adesione al canone.
Ecce opera. E poi ascoltare. E captare i segni che ti dicano che hai toccato la corda giusta, che fa risuonare gli animi all'unisono.
Questo è quello in cui credo fermamente. Non è una scienza, non ha citazioni autorevoli e forse non è neanche originale, ma è la luce che cerco con la mia macchina fotografica.
Apprezzo la tua dissertazione, ma io sono di altro parere, almeno nella premessa, ma forse alla fine la conclusione è la stessa.
Personalmente non mi importa quale canone comune sia in voga per ora. Giudico l'arte con il mio personale metro e non mi lascio influenzare da sedicenti critici, opinionisti o benpensanti.
Se devi lavorarci (guadagnare), o conviverci (lavoro subordinato) allora il discorso si fa più complesso e ci si deve conformare: Ragioni con la testa dei "potenti" o di coloro che sono considerati "guru" dell'arte e così non sbagli, ma se vuoi ragionare con la tua testa,devi lasciare spazio all'opinione personale che alla fine è l'unica che conta.
Del resto l'arte devi essere tu ad apprezzarla per considerarla tale. Se tu piace, bene, se non ti piace o lo dici o non lo dici, non ti piace lo stesso!
Personalmente non mi importa quale canone comune sia in voga per ora. Giudico l'arte con il mio personale metro e non mi lascio influenzare da sedicenti critici, opinionisti o benpensanti.
Se devi lavorarci (guadagnare), o conviverci (lavoro subordinato) allora il discorso si fa più complesso e ci si deve conformare: Ragioni con la testa dei "potenti" o di coloro che sono considerati "guru" dell'arte e così non sbagli, ma se vuoi ragionare con la tua testa,devi lasciare spazio all'opinione personale che alla fine è l'unica che conta.
Del resto l'arte devi essere tu ad apprezzarla per considerarla tale. Se tu piace, bene, se non ti piace o lo dici o non lo dici, non ti piace lo stesso!
Credo proprio che ci siano alcuni canoni che sono imposti. Il problema non è la valutazione finanziaria, che secondo me, se non ci fosse la speculazione, sarebbe l'unico metro valido. Se qualcuno è preparato a pagare per qualcosa, non nella speranza che aumenti di valore, ma perché considera l'opera degna di un sacrificio per poterla avere, so che ho fatto qualcosa di buono. Ma non funziona così. L'arte è acquistata quasi solo a scopo speculativo o per cercare l'approvazione degli altri: è questo che non mi piace, questa mancanza di onestà intellettuale, la mancanza di avere il coraggio di usare il proprio metro, senza farsi intimidire dai rappresentanti della cultura ufficiale. Non dico che i critici non valgono niente, dico solo che tutti devono avere il coraggio ed il diritto di dire la propria, senza avere la paura di essere giudicati ignoranti, perché credo che l'arte non sia razionale e non si possa insegnare, ma sia una finestra aperta sulle nostre anime. La scuola e lo studio sono importanti, specialmente per l'artista, perché offre una scorciatoia per padroneggiare il linguaggio che è stato elaborato dai grandi del passato, ma non è essenziale e soprattutto, non fa l'artista, ma offre gli strumenti migliori per diventarlo. Nel campo della fotografia commerciale, la speculazione è inesistente ed è, forse, l'unico ambiente dove guadagni solo se vali.
Da un po' di tempo mi sono convinto che si può parlare di arte solo se si tratta di un linguaggio universale: è bello ciò che è bello, non ciò che piace.
C'è stato un periodo di tempo (per altro lunghissimo) che a mio avviso fu un periodo molto buio dell'arte e dell'architettura dove era bello quello che era bello e basta, i greci avevano dei rigorosi canoni per dire se un architettura (che è arte) era bella o brutta, c'erano anche dei calcoli, queste ASSURDE teorie sono andate avanti per secoli in tantissime arti poi finalmente l'uomo è rinsanito e si è riscritto il concetto stesso di arte e di bellezza. Oggi FINALMENTE è bello ciò che piace e questa è una cosa che si applica a tutto, pensiamo a quando l'amore gay era visto malissimo, oggi non è più visto così male perché molta gente ha capito che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace e chi crede ancora che non sia così nel nostro mondo si chiama bigotto o ignorante (la differenza è sottilissima tra le due cose, del resto non puoi essere bigotto senza essere ignorante). Il mondo si è aperto a nuovi concetti di bellezza, ma del resto è sempre stato così solo che prima si negava anche di fronte all'evidenza, quando in europa si costruivano architetture gotiche in italia si pensava che fossero "orrende" o meglio secondo me gli piacevano ma non erano abbastanza bravi per farle anche loro e come la volpe dice che l'uva è acerba solo perché non ci arriva loro dicevano che il gotico non andava bene perché non sarebbero riusciti a realizzarlo (e in effetti la storia mi da ragione, in italia abbiamo 1 solo esempio di gotico vero, il duomo di milano e non è MAI stato ultimato) ma vale per qualsiasi cosa a volte ti piace una ragazza che non è poi così bella però chissà perché ti piace quella e non un altra che è 8 volte più bella, è questione di gusti.
C'è un equivoco nato dal fatto che ci sono alcune opere che sono imposte come 'belle'. Ci sono alcune opere che non sono criticabili, perché se le critichi, sei uno stupido ignorante.
Non è così, non devi dire che non ti piacciono, devi dire che ti lasciano indifferente, è un modo per dire che per te sono spazzatura senza passare per ignorante. Per esempio io tra la monnalisa e questo:
preferisco di gran lunga il secondo perché la monnalisa mi lascia totalmente indifferente mentre il secondo appena l'ho visto ho pensato "lo voglio nel mio salotto"
Questo implica che il bello deve essere capito, studiato e appreso, e che un bambino privo di istruzione non possa sapere cosa è bello. Non lo può sapere neanche chi non ha studiato, chi non è stato istruito, chi non è abbastanza intelligente. La cosa più grave è che ci sono alcune persone che sono più qualificate di altre per giudicare il bello, che decidono cosa è bello.
Devi capirlo ma non studiarlo, se per apprezzare un opera devi studiare allora vuol dire che lo apprezzi in maniera ragionata e l'arte non ha nulla a che fare con la ragione, l'arte è ad un livello superiore rispetto la ragione, l'arte è emozione è una sensazione, è come se tu facessi l'amore con una donna e apprezzassi l'orgasmo solo dopo che te lo hanno spiegato in maniera scientifica. Mi hai fatto immaginare un dialogo assurdo dove lei dice "ti è piaciuto" e lui risponde "scusa ma non sono molto istruito io queste cose non le capisco"" ... ecco uguale per l'arte se te la devono spiegare che senso ha? A volte non serve nulla per apprezzare l'arte, altre volte serve un minimo di "didascalia" che dica l'anno di realizzazione (fa la differenza) e magari qualche informazione sul contesto culturale dell'epoca o informazioni sull'artista, perché se si conoscono queste informazioni si apprezza meglio un opera, mi viene in mente un quadro di much (se si scrive così) dove c'è un viso di un uomo in primo piano in basso a sinistra nell'ombra e nel resto del quadro ci sono un uomo e una donna che si baciano, il quadro è bello ma se sai che il tizio in basso è il marito della donna e il tizio che la bacia è l'autore del quadro e se sai che i due erano amici apprezzi meglio l'opera anche se munch non è semplicissimo da apprezzare.
La reazione a questa dittatura culturale è il rifiuto dei canoni ufficiali di bellezza, che porta a nuove forme espressive, create da persone che hanno avuto il coraggio di dire 'questo non mi piace'. Il problema, però, è che questo rifiuto è una ribellione cieca che prescinde da ciò che si rifiuta, si rifiuta il vecchio in toto e basta. Questo rifiuto totale, porta a nuovi canoni ufficiali, che verranno di nuovo imposti, appunto perché il vecchio è per stupidi ignoranti che non capiscono il nuovo.
In un futuro più o meno lontano, ci sarà una nuova rivoluzione che imporrà nuovi canoni, e così via.
Qui, penso di avere un pensiero originale:
se il bello non venisse imposto, insegnato, codificato, ma fosse considerato un linguaggio universale, appunto, si darebbe a tutti il diritto di criticare, senza preconcetti, solo in base al proprio istinto.
Questo, direte, porterebbe all'anarchia, a dire ' è bello ciò che piace', ma invece, per me, sarebbe la chiave per scoprire ciò che è davvero bello. Bisogna dare a tutti il diritto alla critica, senza stare lì, con il sorrisino saccente dell'esperto, pronti a bollare la critica come stupida.
se il bello non venisse imposto, insegnato, codificato, ma fosse considerato un linguaggio universale, appunto, si darebbe a tutti il diritto di criticare, senza preconcetti, solo in base al proprio istinto.
Questo, direte, porterebbe all'anarchia, a dire ' è bello ciò che piace', ma invece, per me, sarebbe la chiave per scoprire ciò che è davvero bello. Bisogna dare a tutti il diritto alla critica, senza stare lì, con il sorrisino saccente dell'esperto, pronti a bollare la critica come stupida.
Ma è già così, ognuno è libero di dire la sua e infatti questo qualcuno può essere a suo volta criticato da altri che potrebbero dargli dello stolto ma fa parte della libertà di espressione, tu sei libero di dire che caravaggio ti fa vomitare e un altro è libero di dirti che secondo lui tu non capisci nulla di arte, ma chi dei due ha ragione? Tutti e due l'importante è non dire "fa schifo" o "non capisci niente di arte" ma dire "secondo me fa schifo" o "secondo me non capisci niente di arte", la differenza è tanta perché un parere personale è sempre giusto e un parere che ha la pretesa di essere universale è sempre sbagliato.
Aggiungo una cosa
Io dico sempre che l'arte è come le canzoni dei pink floyd (la loro musica è arte), se non le riesci ad apprezzare ti lasciano totalmente indifferente ma se le apprezzi (davvero) capisci che chi non le ama non ha la più pallida idea di cosa si stia perdendo e sebbene sai che anche chi non le apprezza vive comunque bene ti dispiace per loro perché senza nemmeno accorgersene si stanno perdendo qualcosa di magnifico!
Io sono pazzo, a volte creo arte solo per me, questa è un "opera" che ho fatto nel 2007, a me piace tantissimo, si chiama "dinamismo statico"
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un altra volta ho preso un foglio bianco e nel centro ho fatto una linea verticale seguita da un cerchio, l'ho guardato e mi sono detto "sono un genio, quest'opera mi rappresenta alla perfezione" poi ho pensato... non la capirà mai nessuno... peggio per loro!
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un altra volta ho preso un foglio bianco e nel centro ho fatto una linea verticale seguita da un cerchio, l'ho guardato e mi sono detto "sono un genio, quest'opera mi rappresenta alla perfezione" poi ho pensato... non la capirà mai nessuno... peggio per loro!
------- Oggi FINALMENTE è bello ciò che piace e questa è una cosa che si applica a tutto, pensiamo a quando l'amore gay era visto malissimo, oggi non è più visto così male perché molta gente ha capito che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace e chi crede ancora che non sia così nel nostro mondo si chiama bigotto o ignorante (la differenza è sottilissima tra le due cose, del resto non puoi essere bigotto senza essere ignorante).
Quindi se una cosa a me non piace posso benissimo dire che non è bella.
Quindi se una cosa a me non piace posso benissimo dire che non è bella.
Se non ti piace dovresti dire che secondo te non è bella però se vuoi dire "non è bella" puoi farlo liberamente, probabilmente qualcuno ti darà dello stolto ma tu puoi dire un po' quello che ti pare.
Artisticamente parlando mi pare che nei "secoli bui" ci siamo da poco entrati, altro che usciti
F.
Messaggio modificato da federico777 il Apr 14 2014, 05:08 PM
F.
Messaggio modificato da federico777 il Apr 14 2014, 05:08 PM
Artisticamente parlando mi pare che nei "secoli bui" ci siamo da poco entrati, altro che usciti
F.
F.
Perché? Una volta non si faceva altro che disegnare santi e potenti, poi è arrivato qualcuno che ha iniziato a disegnare qualcos'altro... era anche l'ora!
''Non pensare di fare arte, solamente falla. Lascia che siano gli a altri a decidere se è bella o brutta, se piace o meno. Mentre loro decidono, tu continua a fare arte'' (Andy Warhol)
Messaggio modificato da riccardobucchino.com il Apr 14 2014, 09:14 PM
Perché? Una volta non si faceva altro che disegnare santi e potenti, poi è arrivato qualcuno che ha iniziato a disegnare qualcos'altro... era anche l'ora!
''Non pensare di fare arte, solamente falla. Lascia che siano gli a altri a decidere se è bella o brutta, se piace o meno. Mentre loro decidono, tu continua a fare arte'' (Andy Warhol)
''Non pensare di fare arte, solamente falla. Lascia che siano gli a altri a decidere se è bella o brutta, se piace o meno. Mentre loro decidono, tu continua a fare arte'' (Andy Warhol)
E' arrivato qualcuno a scarabocchiare qualcos'altro, vorrai dire...
F.
Il senso del mio sfogo è:
esiste l'arte? Per me sì.
L'arte è stata definita? No.
Il fatto che noi non riusciamo a definirla, non vuol dire che non esiste.
La frase "è bello ciò che piace", non la accetto, perché rende il bello relativo.
Per me il bello deve essere assoluto.
Sono d'accordo con Warhol, sono gli altri a dover decidere se qualcosa è bello, se è arte.
Non basta chiudersi in una stanza e produrre opere che nessuno vedrà: l'arte è condivisione, è la ricerca della nostra coscienza collettiva.
Questo appartenere ad un'entità comune a tutti, però, non ci appiattisce, al contrario, siamo noi a rendere l'arte di una complessità infinita.
Con il mio intervento, volevo far quadrare il cerchio. Quando ho scritto che ognuno di noi ha dentro di se un frammento della bellezza assoluta, e che ognuno di noi è in grado di vedere il bello, è uno sforzo per conciliare l'assoluto con il soggettivo, per rendere l'opinione personale parte di un immenso mosaico.
@ riccardobucchino:
sono contento che tu ti senta libero di criticare qualsiasi opera con garbatezza e senza aggressività. Per me dovrebbe essere così per tutti.
Ma troppe volte mi è capitato di vedere persone osservare perplesse delle opere ed alla domanda " Che ne pensi? ", rispondere " Bello! " e poi " Perché pensi che sia bello? " rispondere una serie di banalità e cliche perché in realtà non hanno il coraggio di dire che non gli piace, proprio per paura di essere ritenuti ignoranti. Non tutti sono così, ma in tanti lo sono. Bisognerebbe guardare ogni opera con gli occhi del bambino, ma non è facile.
esiste l'arte? Per me sì.
L'arte è stata definita? No.
Il fatto che noi non riusciamo a definirla, non vuol dire che non esiste.
La frase "è bello ciò che piace", non la accetto, perché rende il bello relativo.
Per me il bello deve essere assoluto.
Sono d'accordo con Warhol, sono gli altri a dover decidere se qualcosa è bello, se è arte.
Non basta chiudersi in una stanza e produrre opere che nessuno vedrà: l'arte è condivisione, è la ricerca della nostra coscienza collettiva.
Questo appartenere ad un'entità comune a tutti, però, non ci appiattisce, al contrario, siamo noi a rendere l'arte di una complessità infinita.
Con il mio intervento, volevo far quadrare il cerchio. Quando ho scritto che ognuno di noi ha dentro di se un frammento della bellezza assoluta, e che ognuno di noi è in grado di vedere il bello, è uno sforzo per conciliare l'assoluto con il soggettivo, per rendere l'opinione personale parte di un immenso mosaico.
@ riccardobucchino:
sono contento che tu ti senta libero di criticare qualsiasi opera con garbatezza e senza aggressività. Per me dovrebbe essere così per tutti.
Ma troppe volte mi è capitato di vedere persone osservare perplesse delle opere ed alla domanda " Che ne pensi? ", rispondere " Bello! " e poi " Perché pensi che sia bello? " rispondere una serie di banalità e cliche perché in realtà non hanno il coraggio di dire che non gli piace, proprio per paura di essere ritenuti ignoranti. Non tutti sono così, ma in tanti lo sono. Bisognerebbe guardare ogni opera con gli occhi del bambino, ma non è facile.
@ riccardobucchino:
sono contento che tu ti senta libero di criticare qualsiasi opera con garbatezza e senza aggressività. Per me dovrebbe essere così per tutti.
Ma troppe volte mi è capitato di vedere persone osservare perplesse delle opere ed alla domanda " Che ne pensi? ", rispondere " Bello! " e poi " Perché pensi che sia bello? " rispondere una serie di banalità e cliche perché in realtà non hanno il coraggio di dire che non gli piace, proprio per paura di essere ritenuti ignoranti. Non tutti sono così, ma in tanti lo sono. Bisognerebbe guardare ogni opera con gli occhi del bambino, ma non è facile.
Io ho detto "non mi piace" tante volte anche di fronte ad opere importanti, perché dovrei dire che mi piace se non è vero? sono contento che tu ti senta libero di criticare qualsiasi opera con garbatezza e senza aggressività. Per me dovrebbe essere così per tutti.
Ma troppe volte mi è capitato di vedere persone osservare perplesse delle opere ed alla domanda " Che ne pensi? ", rispondere " Bello! " e poi " Perché pensi che sia bello? " rispondere una serie di banalità e cliche perché in realtà non hanno il coraggio di dire che non gli piace, proprio per paura di essere ritenuti ignoranti. Non tutti sono così, ma in tanti lo sono. Bisognerebbe guardare ogni opera con gli occhi del bambino, ma non è facile.
Io detesto quelli che cercano spiegazioni senza senso e fanno descrizioni come quella che segue:
Premessa: questa è una stupidata che ho scritto dopo aver visto il disegno fatto da un bambino e pubblicato da una mia amica su facebook.
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Involuzione pittorica e tecnologia applicata sono la solida base su cui fonda l'arte del Godio. Tratti netti di un nero profondo su bianco purissimo caratterizzano quest'opera figurativa la cui semplicità espressiva contrasta con la grande complessità emotiva dell'autore. Un albero con mele, classico simbolo del peccato originale in questa opera assume un significato di trasgressione enfatizzata dal maiale con lunga coda che occupa la zona centrale della tela e che simboleggia un uomo dotato, in basso l'eva moderna, l'eva dei giorni nostri: una prostituta. L'uso dei testi in un opera pittorica è una vera e propria avanguardia ma l'autore fa molto di più, usa la figura retorica dell'onomatopea per far miagolare l'uomo-bestia che in preda all'eccitazione riesce ad esprimersi solo a versi, la prostituta prontamente e un po' stizzita risponde "che vuoi?". Il Godio usa il computer per disegnare in modo da portare l'arte in un universo virtuale privo di materia fisica, luogo perfetto dove animare e interpretare la sua adulta visione che contrasta fortemente con la grafica squisitamente, volutamente, infantile.
E' arrivato qualcuno a scarabocchiare qualcos'altro, vorrai dire...
F.
F.
E' chiaro che tu non apprezzi l'arte contemporanea e rientri nella categoria delle persone che "non sanno cosa si stanno perdendo ma vivono bene comunque" insomma sei tra quelli a cui mi riferivo con questa frase:
Io dico sempre che l'arte è come le canzoni dei pink floyd (la loro musica è arte), se non le riesci ad apprezzare ti lasciano totalmente indifferente ma se le apprezzi (davvero) capisci che chi non le ama non ha la più pallida idea di cosa si stia perdendo e sebbene sai che anche chi non le apprezza vive comunque bene ti dispiace per loro perché senza nemmeno accorgersene si stanno perdendo qualcosa di magnifico!
Messaggio modificato da riccardobucchino.com il Apr 20 2014, 04:13 PM
E' chiaro che tu non apprezzi l'arte contemporanea e rientri nella categoria delle persone che "non sanno cosa si stanno perdendo ma vivono bene comunque" insomma sei tra quelli a cui mi riferivo con questa frase:
Potrei fare dei paragoni forse poco eleganti a proposito del concetto di "non sapere cosa ci si sta perdendo", ma transeat... siamo a Pasqua, del resto
F.
Vi riporto, meglio magari un allegato (se lo trovo), un bellissimo articolo di metà anni '80 in cui si prendono pensieri di Heidegger e Van Lier sull'arte.
Heidegger ha in mente la scultura; Van Lier prende in considerazione la fotografia.
Si cerca di far luce sulla nozione di capolavoro e di arte.
Articolo bellissimo!
Poi magari metto qualche rimando ad alcuni lavori fotografici di qualche artista che si ricollegano a quanto detto dai due filosofi.
Heidegger ha in mente la scultura; Van Lier prende in considerazione la fotografia.
Si cerca di far luce sulla nozione di capolavoro e di arte.
Articolo bellissimo!
Poi magari metto qualche rimando ad alcuni lavori fotografici di qualche artista che si ricollegano a quanto detto dai due filosofi.
Filosofi..... ognuno che ha fiato può dire la sua, e non ci trovo differenze tra quanto dice un valente filosofo e quanto invece può dire l'uomo della strada.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
Filosofi..... ognuno che ha fiato può dire la sua, e non ci trovo differenze tra quanto dice un valente filosofo e quanto invece può dire l'uomo della strada.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
Intervento e pensiero parecchio superficiale...senza neanche aver letto che questi due filosofi hanno scritto.
Mi sembra logica sensata quella che prevede la lettura, un minimo di riflessione critica e poi la decisione se trovarsi o meno in accordo; disaccordo; una via di mezzo...
Critichi anche la citazione..."« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. » (Aristotele).
Non credo che tu non segua, nella tua vita, alcuna filosofia...
Filosofi..... ognuno che ha fiato può dire la sua, e non ci trovo differenze tra quanto dice un valente filosofo e quanto invece può dire l'uomo della strada.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
Effettivamente... cosa abbiamo da imparare da quelli che sono venuti prima di noi? Meglio ricominciare tutto daccapo. Il punto è: quale accapo?
Si ricominica dai graffiti? Dal rinascimento? Dalle avanguardie? Solo parole vuote, chi le ha inventate...? Ognuno di noi ha diritto al proprio accapo, motivo per cui si può inferire che il bello universale non esiste, esiste solo quello particolare e soggettivo e chi se ne frega degli altri.
La parla arte non l'abbiamo inventata noi, perché dunque la usiamo?
Filosofi..... ognuno che ha fiato può dire la sua, e non ci trovo differenze tra quanto dice un valente filosofo e quanto invece può dire l'uomo della strada.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
La differenza sta nello sfoggio di citazioni di altri che ne hanno fatto precedente sfoggio.
Intervento e pensiero parecchio superficiale...senza neanche aver letto che questi due filosofi hanno scritto.
Mi sembra logica sensata quella che prevede la lettura, un minimo di riflessione critica e poi la decisione se trovarsi o meno in accordo; disaccordo; una via di mezzo...
Per Wiener l'uomo della strada è l'americano medio (superficiale, non acculturato, massificato...non so a chi tu ti riferisca).
Indipendentemente da questo mi chiedo se tu vivi d'istinti o producendo pensieri (in questo principalmente ci differenziamo dagli animali).
Critichi anche la citazione..."« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. » (Aristotele).
Non credo che tu non segua, nella tua vita, alcuna filosofia...
Io sono pazzo, a volte creo arte solo per me, questa è un "opera" che ho fatto nel 2007, a me piace tantissimo, si chiama "dinamismo statico"
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un altra volta ho preso un foglio bianco e nel centro ho fatto una linea verticale seguita da un cerchio, l'ho guardato e mi sono detto "sono un genio, quest'opera mi rappresenta alla perfezione" poi ho pensato... non la capirà mai nessuno... peggio per loro!
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un altra volta ho preso un foglio bianco e nel centro ho fatto una linea verticale seguita da un cerchio, l'ho guardato e mi sono detto "sono un genio, quest'opera mi rappresenta alla perfezione" poi ho pensato... non la capirà mai nessuno... peggio per loro!
Guarda un pò di lavori di Fischli e Weiss!
http://1.bp.blogspot.com/-AQfVtUlfhLE/Ty-P...1600/1594_2.jpg
http://www.sammlung-goetz.de/img/8aaeb09ec...6afb9cb9493.jpg
http://ilikethisart.net/wp-content/uploads...73e-600x408.jpg
http://www.artitude.eu/immagini/news/Fisch...02111543100.jpg
Quindi se una cosa a me non piace posso benissimo dire che non è bella.
Allora accetti che se una cosa piace, per quella persona sarà bella!
Bisogna stare attenti con questo relativismo spicciolo.
Nel momento in cui allora anche il bene e il male diventano relativi rischiamo di legittimare atti di crudeltà e soprusi.
Intervento e pensiero parecchio superficiale...senza neanche aver letto che questi due filosofi hanno scritto.
Mi sembra logica sensata quella che prevede la lettura, un minimo di riflessione critica e poi la decisione se trovarsi o meno in accordo; disaccordo; una via di mezzo...
Per Wiener l'uomo della strada è l'americano medio (superficiale, non acculturato, massificato...non so a chi tu ti riferisca).
Indipendentemente da questo mi chiedo se tu vivi d'istinti o producendo pensieri (in questo principalmente ci differenziamo dagli animali).
Critichi anche la citazione..."« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. » (Aristotele).
Non credo che tu non segua, nella tua vita, alcuna filosofia...
Mi sembra logica sensata quella che prevede la lettura, un minimo di riflessione critica e poi la decisione se trovarsi o meno in accordo; disaccordo; una via di mezzo...
Per Wiener l'uomo della strada è l'americano medio (superficiale, non acculturato, massificato...non so a chi tu ti riferisca).
Indipendentemente da questo mi chiedo se tu vivi d'istinti o producendo pensieri (in questo principalmente ci differenziamo dagli animali).
Critichi anche la citazione..."« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. » (Aristotele).
Non credo che tu non segua, nella tua vita, alcuna filosofia...
Io mi riferisco all'uomo che incontri per strada, anche superficiale, o poco colto, ma è lui il giudice di quello che vede e che sente, e che poi opera le sue scelte.
Non ho certo bisogno che questa definizione me la dia Wiener o chiunque altro.
Questa è la dimostrazione che ognuno esprime un pensiero, solo che se ha "l'etichetta" di filosofo o opinionista o personaggio importante, allora gli si da un senso, altrimenti diventa un pensiero superficiale, solo perchè non viene citato dai "grandi".
E qui ritorniamo al concetto di arte.
Se non lo dica un critico non lo è?
e se un critico dice che la M d'artista è arte, lo diventa?
e se invece ad esprimere la propria opinione è "l'uomo della strada" della sua opinione non ce ne facciamo nulla?
io ritengo che superficialità sia delegare il proprio pensiero a quello dei "grandi".
io non ho detto di non trovarmi d'accordo con questo o con quello. O prima o poi qualcuno che la pensa come te lo trovi nel mondo! E magari, per i gradi numeri, questo qualcuno è un "grande" o importante, per cui tutto ciò non fa altro che rafforzare il mio discorso.
in conclusione per me arte è soggettivo.
i bene e il male lasciamoli a chi di dovere. Anche quelli sono soggettivi e la dimostrazione è che quello che un tempo era bene adesso è male.
Se ci fosse una oggettività assoluta questo non sarebbe possibile.
giudice di quello che vede e che sente, e che poi opera le sue scelte.
Tu hai criticato a priori il pensiero di un filosofo senza aver letto ciò che ha da dire. Quindi non hai visto; sentito...su che base operi la tua scelta?
Questa è la dimostrazione che ognuno esprime un pensiero, solo che se ha "l'etichetta" di filosofo o opinionista o personaggio importante, allora gli si da un senso, altrimenti diventa un pensiero superficiale, solo perchè non viene citato dai "grandi".
Anche questo mi sembra un intervento a caso (fai di tutta un'erba un fascio).
Tu forse ragioni così o supponi che tutti (a parte te?) ragionino così.
Io personalmente non faccio così. Ho diversi amici che si interessano di arte; cinema; fotografia; cultura in genere e con loro mi confronto. Siamo tutti dei nessuno...ma tengo in considerazione le riflessioni delle persone che ritengo meritevoli (non sono famose; non sono filosofi...hanno cultura; interesse; apertura mentale per il confronto; la lettura e la critica di qualunque pensiero, anche quello dei filosofi. Però il confronto è il minimo.
E qui ritorniamo al concetto di arte.
Se non lo dica un critico non lo è?
e se un critico dice che la M d'artista è arte, lo diventa?
e se invece ad esprimere la propria opinione è "l'uomo della strada" della sua opinione non ce ne facciamo nulla?
Se non lo dica un critico non lo è?
e se un critico dice che la M d'artista è arte, lo diventa?
e se invece ad esprimere la propria opinione è "l'uomo della strada" della sua opinione non ce ne facciamo nulla?
come detto prima ci si confronta.
Uno butta li degli stimoli e su quelli si può riflettere.
Tu sembri molto chiuso da questo punti di vista.
Ragioni secondo un pregiudizio...che il critico sia un ciarlatano.
Immagino tu abbia dimestichezza con questa realtà...per poterla criticare così.
Spesso si fa confusione tra critica e analisi (ma qualunque critica necessità di analisi). Un saggio cerca di leggere un'opera (essendo questa un linguaggio e avendo le sue regole) e trarne riflessioni. Ognuno libero poi di stabilire se quello che l'artista vuol dire è per noi interessante.
La critica che hai in mente tu secondo me è un pò distorta.
io ritengo che superficialità sia delegare il proprio pensiero a quello dei "grandi".
No...con questi ci si confronta. Io non delego un bel niente!
Nessuno ha la scienza infusa...i grandi sono tali perché hanno dedicato la loro vita a certe riflessioni e opere e in qualche modo hanno avuto dei riconoscimenti...nel bene e nel male.
Io ribadisco una tua certa superficialità.
Se avrai voglia di leggere l'articolo di cui parlavo e su questo confrontarci allora ben venga...altrimenti non penso ci sia interesse nel discutere con una persona che con pregiudizio critica in maniera negativo l'attività di filosofi dei quali non si conosce il pensiero.
Nessuna offesa nei tuoi confronti.
Se una persona preferisce questa chiusura non sarò io a insistere oltre.
Una curiosità...sei religioso; segui qualche movimento politico con particolare interesse...?
Segui qualche filosofia di vita: religiosa; politica; civile...?
Tu hai criticato a priori il pensiero di un filosofo senza aver letto ciò che ha da dire. Quindi non hai visto; sentito...su che base operi la tua scelta?
Anche questo mi sembra un intervento a caso (fai di tutta un'erba un fascio).
Tu forse ragioni così o supponi che tutti (a parte te?) ragionino così.
Io personalmente non faccio così. Ho diversi amici che si interessano di arte; cinema; fotografia; cultura in genere e con loro mi confronto. Siamo tutti dei nessuno...ma tengo in considerazione le riflessioni delle persone che ritengo meritevoli (non sono famose; non sono filosofi...hanno cultura; interesse; apertura mentale per il confronto; la lettura e la critica di qualunque pensiero, anche quello dei filosofi. Però il confronto è il minimo.
come detto prima ci si confronta.
Uno butta li degli stimoli e su quelli si può riflettere.
Tu sembri molto chiuso da questo punti di vista.
Ragioni secondo un pregiudizio...che il critico sia un ciarlatano.
Immagino tu abbia dimestichezza con questa realtà...per poterla criticare così.
Spesso si fa confusione tra critica e analisi (ma qualunque critica necessità di analisi). Un saggio cerca di leggere un'opera (essendo questa un linguaggio e avendo le sue regole) e trarne riflessioni. Ognuno libero poi di stabilire se quello che l'artista vuol dire è per noi interessante.
La critica che hai in mente tu secondo me è un pò distorta.
No...con questi ci si confronta. Io non delego un bel niente!
Nessuno ha la scienza infusa...i grandi sono tali perché hanno dedicato la loro vita a certe riflessioni e opere e in qualche modo hanno avuto dei riconoscimenti...nel bene e nel male.
Io ribadisco una tua certa superficialità.
Se avrai voglia di leggere l'articolo di cui parlavo e su questo confrontarci allora ben venga...altrimenti non penso ci sia interesse nel discutere con una persona che con pregiudizio critica in maniera negativo l'attività di filosofi dei quali non si conosce il pensiero.
Nessuna offesa nei tuoi confronti.
Se una persona preferisce questa chiusura non sarò io a insistere oltre.
Una curiosità...sei religioso; segui qualche movimento politico con particolare interesse...?
Segui qualche filosofia di vita: religiosa; politica; civile...?
Anche questo mi sembra un intervento a caso (fai di tutta un'erba un fascio).
Tu forse ragioni così o supponi che tutti (a parte te?) ragionino così.
Io personalmente non faccio così. Ho diversi amici che si interessano di arte; cinema; fotografia; cultura in genere e con loro mi confronto. Siamo tutti dei nessuno...ma tengo in considerazione le riflessioni delle persone che ritengo meritevoli (non sono famose; non sono filosofi...hanno cultura; interesse; apertura mentale per il confronto; la lettura e la critica di qualunque pensiero, anche quello dei filosofi. Però il confronto è il minimo.
come detto prima ci si confronta.
Uno butta li degli stimoli e su quelli si può riflettere.
Tu sembri molto chiuso da questo punti di vista.
Ragioni secondo un pregiudizio...che il critico sia un ciarlatano.
Immagino tu abbia dimestichezza con questa realtà...per poterla criticare così.
Spesso si fa confusione tra critica e analisi (ma qualunque critica necessità di analisi). Un saggio cerca di leggere un'opera (essendo questa un linguaggio e avendo le sue regole) e trarne riflessioni. Ognuno libero poi di stabilire se quello che l'artista vuol dire è per noi interessante.
La critica che hai in mente tu secondo me è un pò distorta.
No...con questi ci si confronta. Io non delego un bel niente!
Nessuno ha la scienza infusa...i grandi sono tali perché hanno dedicato la loro vita a certe riflessioni e opere e in qualche modo hanno avuto dei riconoscimenti...nel bene e nel male.
Io ribadisco una tua certa superficialità.
Se avrai voglia di leggere l'articolo di cui parlavo e su questo confrontarci allora ben venga...altrimenti non penso ci sia interesse nel discutere con una persona che con pregiudizio critica in maniera negativo l'attività di filosofi dei quali non si conosce il pensiero.
Nessuna offesa nei tuoi confronti.
Se una persona preferisce questa chiusura non sarò io a insistere oltre.
Una curiosità...sei religioso; segui qualche movimento politico con particolare interesse...?
Segui qualche filosofia di vita: religiosa; politica; civile...?
continuiamo a non capirci.
io non ho criticato il pensiero di un filosofo. Non lo conosco quindi come faccio a criticarlo?
io ho criticato il fatto che ci si basi sui pensieri degli altri, che siano filosofi o meno, considerandolo più importanti di quelli di persone che invece non hanno studiato il pensiero altrui (e qui si va al loop), mentre io baso il mio pensiero sul .... mio pensiero. Ascolto anche quello degli altri, ma non ne faccio base per il mio giudizio. Ergo sono privo di pregiudizi, per lo meno di quelli altrui, o quelli "infusi".
Da questo mio modo di agire, che sarà la mia filosofia, il mio credo, la mia religione, la mia politica, il mio vivere, traggo le MIE conclusioni, e in merito all'arte la giudico esclusivamente dal fatto che mi susciti emozioni o riflessioni. Quello che mi lascia indifferente non lo considero arte.
Potrà essere artigianato, potrà essere semplice manufatto, ma non arte.
e qui finisce la mia personale riflessione.
tutto il resto è fuffa
PS il critico è un ciarlatano perchè ciarla. Vedo moltissimi critici che non sapendo fare di loro... criticano gli altri. Non mi sono mai fidato di costoro. Sin dai tempi de liceo.
Dante ha scritto 3 cantiche lunghe quanto la quaresima, ma su di esse ci hanno marciato centinaia di critici letterari dicendo tutto e il contrario di tutto. Chi di loro ha ragione? io sarò il centounesimo, che non scrive un libro di critica, ma legge e si firma una idea personale senza farsi influenzare dal giudizio degli altri.
senza offesa nei loro confronti.
continuiamo a non capirci.
io non ho criticato il pensiero di un filosofo. Non lo conosco quindi come faccio a criticarlo?
io ho criticato il fatto che ci si basi sui pensieri degli altri, che siano filosofi o meno, considerandolo più importanti di quelli di persone che invece non hanno studiato il pensiero altrui (e qui si va al loop), mentre io baso il mio pensiero sul .... mio pensiero. Ascolto anche quello degli altri, ma non ne faccio base per il mio giudizio. Ergo sono privo di pregiudizi, per lo meno di quelli altrui, o quelli "infusi".
Da questo mio modo di agire, che sarà la mia filosofia, il mio credo, la mia religione, la mia politica, il mio vivere, traggo le MIE conclusioni, e in merito all'arte la giudico esclusivamente dal fatto che mi susciti emozioni o riflessioni. Quello che mi lascia indifferente non lo considero arte.
Potrà essere artigianato, potrà essere semplice manufatto, ma non arte.
e qui finisce la mia personale riflessione.
tutto il resto è fuffa
PS il critico è un ciarlatano perchè ciarla. Vedo moltissimi critici che non sapendo fare di loro... criticano gli altri. Non mi sono mai fidato di costoro. Sin dai tempi de liceo.
Dante ha scritto 3 cantiche lunghe quanto la quaresima, ma su di esse ci hanno marciato centinaia di critici letterari dicendo tutto e il contrario di tutto. Chi di loro ha ragione? io sarò il centounesimo, che non scrive un libro di critica, ma legge e si firma una idea personale senza farsi influenzare dal giudizio degli altri.
senza offesa nei loro confronti.
io non ho criticato il pensiero di un filosofo. Non lo conosco quindi come faccio a criticarlo?
io ho criticato il fatto che ci si basi sui pensieri degli altri, che siano filosofi o meno, considerandolo più importanti di quelli di persone che invece non hanno studiato il pensiero altrui (e qui si va al loop), mentre io baso il mio pensiero sul .... mio pensiero. Ascolto anche quello degli altri, ma non ne faccio base per il mio giudizio. Ergo sono privo di pregiudizi, per lo meno di quelli altrui, o quelli "infusi".
Da questo mio modo di agire, che sarà la mia filosofia, il mio credo, la mia religione, la mia politica, il mio vivere, traggo le MIE conclusioni, e in merito all'arte la giudico esclusivamente dal fatto che mi susciti emozioni o riflessioni. Quello che mi lascia indifferente non lo considero arte.
Potrà essere artigianato, potrà essere semplice manufatto, ma non arte.
e qui finisce la mia personale riflessione.
tutto il resto è fuffa
PS il critico è un ciarlatano perchè ciarla. Vedo moltissimi critici che non sapendo fare di loro... criticano gli altri. Non mi sono mai fidato di costoro. Sin dai tempi de liceo.
Dante ha scritto 3 cantiche lunghe quanto la quaresima, ma su di esse ci hanno marciato centinaia di critici letterari dicendo tutto e il contrario di tutto. Chi di loro ha ragione? io sarò il centounesimo, che non scrive un libro di critica, ma legge e si firma una idea personale senza farsi influenzare dal giudizio degli altri.
senza offesa nei loro confronti.
Non so come la pensi, ma fare arte è come fare filosofia...utilizzando un linguaggio diverso dalla parola.
Il cinema usa anche le immagini e i suoni.
Tanti registi filmano per trasmettere un proprio pensiero sul mondo; sulla vita...
Truffaut disse che un buon film deve saper dire qualcosa di interessante sulla vita e sul cinema.
Allora...un film possiamo vederlo e fermarci ai significati espliciti: la trama
Può essere un bel intrattenimento, ma ci perdiamo tanta roba.
Tanta roba che il regista vuole comunicarci. Vuole comunicare un pensiero; una riflessione...questa è filosofia!
L'arte è anche comunicazione.
A questo punto mi chiedo come fruisci l'arte; un film; un progetto fotografico; un'opera teatrale.
Cerchi di capire cosa vuole dirti l'autore?
Quando leggi un romanzo ti fermi alla sola trama?
Kubrick (per citarne uno tra i grandissimi), non sarebbe Kubrick se fosse stato solamente un abile mestierante o un ottimo creatore di storie da filmare...ce ne sono anche di più bravi da questo punto di vista (oggi nad esempio un Nolan).
Il filosofo esprime un pensiero come fa un regista.
Ma forse l'arte ti scivola addosso o tu gli scivoli addosso senza cercare di addentrarti.
C'è da perdere molto...
Mi dispiace ma da i tuoi interventi mi convinco sempre più della tua superficialità (che ci può stare, dato che non è un male non interessarsi a certe cose), ma esponi pensieri che trapelano supponenza e pregiudizio.
Di critici schierati ce ne sono tanti e soprattutto in Italia, nei '70, la critica si divideva molto fra destra e sinistra e questo influenzava le analisi dei film.
Ma col postmoderno si è incominciato a parlare di crisi: crisi della visione neo-positivista.
Tutto diventa analizzabile sotto diversi punti di vista.
Certo questo può portare a derive inaspettate ma un'analisi che riteniamo sbagliata può aiutare a sviluppare un punto di vista e un'approccio alternativo.
Non so tu ma io non mi ritengo un genio e non ho una cultura così vasta da poter affrontare interpretazioni che hanno bisogno di agganci con una moltitudine di conoscenze.
Leggo molto e da quello che leggo traggo le mie conclusioni.
Che non vuol dire, come tu affermi, pensare secondo il pensiero di qualcun'altro.
Ma forse tu hai una mente superiore o non ti interessa cercare di approfondire certi argomenti.