Molto spesso si parla del colore e della sua correzione nella fotografia digitale, vorrei segnalare - a quanti ancora non lo conoscessero - il sito italiano di un grande, forse una delle massime autorità viventi in questo campo: Dan Margulis.
Sono rimasto sempre affascinato dalle sue tecniche utilizzate in Photoshop e ho cercato in questi anni di studiare, tramite i suoi libri, molti suoi argomenti ma vi sono tantissime cose che devo ancora imparare.
Il sito italiano di Dan Margulis lo trovate QUI
Ve lo volevo segnalare, tra l’altro, anche perché sono messe a disposizione diverse azioni di Photoshop, belle e pronte da scaricare gratuitamente.
Sono azioni tutte molto utili, in particolare, per i paesaggisti consiglio “Margulis Sky Masks 082009” da utilizzare in presenza di parti di cielo; basta solo avviarla e l’azione fa tutto lei, riconosce automaticamente il cielo rendendolo più saturo attraverso l’utilizzo del canale b del LAB.
Ciao.
Sono rimasto sempre affascinato dalle sue tecniche utilizzate in Photoshop e ho cercato in questi anni di studiare, tramite i suoi libri, molti suoi argomenti ma vi sono tantissime cose che devo ancora imparare.
Il sito italiano di Dan Margulis lo trovate QUI
Ve lo volevo segnalare, tra l’altro, anche perché sono messe a disposizione diverse azioni di Photoshop, belle e pronte da scaricare gratuitamente.
Sono azioni tutte molto utili, in particolare, per i paesaggisti consiglio “Margulis Sky Masks 082009” da utilizzare in presenza di parti di cielo; basta solo avviarla e l’azione fa tutto lei, riconosce automaticamente il cielo rendendolo più saturo attraverso l’utilizzo del canale b del LAB.
Ciao.
Ges, sono stato negli anni un grandissimo estimatore di Dan Margulis e del metodo Lab.
Studiare a fondo il suo libro "Canyon Conundrum" è stata quasi una esperienza mistica (anche per la complessità).
Ma la "classic guide to color correction" per molti versi è ancora peggio...
Questa premessa solo per dire che conosco anch'io abbastanza bene la materia.
Ecco, trovo che il Lab sia ormai per molti aspetti... obsoleto.
L'enorme progresso dei Raw converter e di alcuni plugin specifici, ha reso a mio avviso i vantaggi del Lab abbastanza marginali, soprattutto a fronte delle problematiche e dei rischi.
Perché usare il Lab è molto rischioso, per la qualità dei files... è estremamente semplice creare dei fuori gamut irrisolvibili, data l'ampiezza intrinseca di quello spazio.
Per non parlare dei colori "immaginari" che si possono descrivere, ma non rappresentare, perché non esistono! es: L=0 A=50 B=0 è contemporaneamente un verde brillante e un nero assoluto!
Ecco... smanettare con il Lab senza sapere MOLTO bene cosa si sta facendo, rischia di produrre danni consistenti, che magari ci ritroviamo in stampa.
Ormai l'ho quasi del tutto abbandonato, salvo casi abbastanza rari.
Può essere molto utile per creare maschere particolari, o per correzioni cromatiche dove altri sistemi non funzionano bene (l'ho usato parecchio per le scansioni di diapositive, spesso sono riuscito a correggere i colori meglio e più in fretta che con qualsiasi altro sistema)
Attenzione, non lo sto affatto demonizzando (il Lab), ma vorrei solo mettere in guardia verso un uso poco accorto (non è naturalmente il tuo caso).
Per contro, il suo studio lo consiglierei a chiunque per quanto è formativo.
Trovo che non offra "ricette precotte", ma insegna un metodo, ti obbliga a ragionare e a capire le cose a fondo. E sono cose non facilissime...
Se aggiungiamo il fatto che non esiste bibliografia in italiano e bisogna necessariamente studiarlo in inglese (come tutti i testi di qualità su photoshop, del resto) di sicuro è una cosa non proprio alla portata di chiunque, perlomeno per l'impegno che richiede.
Ecco quindi il rischio di ritrovarsi ad usare azioni o tecniche apprese alla spicciolata ma senza averle realmente capite.
E qui casca l'asino, perché purtroppo vedo che ultimamente anche il buon Margulis mette a disposizione azioni precotte, che certamente funzionano molto bene (anche come marketing...) ma sono distanti anni luce dalla sua filosofia e da quanto ho apprezzato dei suoi libri negli anni.
Certo, vedere praticamente il funzionamenti di alcune tecniche con un semplice click, è una buona pubblicità per i suoi workshop, ma... va beh, forse la mia è una pippa senza senso.
Anyway, per ripagare chi ha avuto la pazienza di leggersi il mio pistolotto, metto un link anch'io:
http://www.dgrin.com/showthread.php?t=18203
E' un "gruppo di lettura" su un forum americano dove gli utenti hanno affrontato i vari capitoli del celebre libro di Margulis sul Lab.
Risale a qualche anno fa, ma è interessante, una specie di bignami
Messaggio modificato da maxiclimb il Apr 13 2011, 05:24 PM
Studiare a fondo il suo libro "Canyon Conundrum" è stata quasi una esperienza mistica (anche per la complessità).
Ma la "classic guide to color correction" per molti versi è ancora peggio...
Questa premessa solo per dire che conosco anch'io abbastanza bene la materia.
Ecco, trovo che il Lab sia ormai per molti aspetti... obsoleto.
L'enorme progresso dei Raw converter e di alcuni plugin specifici, ha reso a mio avviso i vantaggi del Lab abbastanza marginali, soprattutto a fronte delle problematiche e dei rischi.
Perché usare il Lab è molto rischioso, per la qualità dei files... è estremamente semplice creare dei fuori gamut irrisolvibili, data l'ampiezza intrinseca di quello spazio.
Per non parlare dei colori "immaginari" che si possono descrivere, ma non rappresentare, perché non esistono! es: L=0 A=50 B=0 è contemporaneamente un verde brillante e un nero assoluto!
Ecco... smanettare con il Lab senza sapere MOLTO bene cosa si sta facendo, rischia di produrre danni consistenti, che magari ci ritroviamo in stampa.
Ormai l'ho quasi del tutto abbandonato, salvo casi abbastanza rari.
Può essere molto utile per creare maschere particolari, o per correzioni cromatiche dove altri sistemi non funzionano bene (l'ho usato parecchio per le scansioni di diapositive, spesso sono riuscito a correggere i colori meglio e più in fretta che con qualsiasi altro sistema)
Attenzione, non lo sto affatto demonizzando (il Lab), ma vorrei solo mettere in guardia verso un uso poco accorto (non è naturalmente il tuo caso).
Per contro, il suo studio lo consiglierei a chiunque per quanto è formativo.
Trovo che non offra "ricette precotte", ma insegna un metodo, ti obbliga a ragionare e a capire le cose a fondo. E sono cose non facilissime...
Se aggiungiamo il fatto che non esiste bibliografia in italiano e bisogna necessariamente studiarlo in inglese (come tutti i testi di qualità su photoshop, del resto) di sicuro è una cosa non proprio alla portata di chiunque, perlomeno per l'impegno che richiede.
Ecco quindi il rischio di ritrovarsi ad usare azioni o tecniche apprese alla spicciolata ma senza averle realmente capite.
E qui casca l'asino, perché purtroppo vedo che ultimamente anche il buon Margulis mette a disposizione azioni precotte, che certamente funzionano molto bene (anche come marketing...) ma sono distanti anni luce dalla sua filosofia e da quanto ho apprezzato dei suoi libri negli anni.
Certo, vedere praticamente il funzionamenti di alcune tecniche con un semplice click, è una buona pubblicità per i suoi workshop, ma... va beh, forse la mia è una pippa senza senso.
Anyway, per ripagare chi ha avuto la pazienza di leggersi il mio pistolotto, metto un link anch'io:
http://www.dgrin.com/showthread.php?t=18203
E' un "gruppo di lettura" su un forum americano dove gli utenti hanno affrontato i vari capitoli del celebre libro di Margulis sul Lab.
Risale a qualche anno fa, ma è interessante, una specie di bignami
Messaggio modificato da maxiclimb il Apr 13 2011, 05:24 PM
Molto spesso si parla del colore e della sua correzione nella fotografia digitale, vorrei segnalare - a quanti ancora non lo conoscessero - il sito italiano di un grande, forse una delle massime autorità viventi in questo campo: Dan Margulis.
Sono rimasto sempre affascinato dalle sue tecniche utilizzate in Photoshop e ho cercato in questi anni di studiare, tramite i suoi libri, molti suoi argomenti ma vi sono tantissime cose che devo ancora imparare.
Il sito italiano di Dan Margulis lo trovate QUI
Ve lo volevo segnalare, tra l’altro, anche perché sono messe a disposizione diverse azioni di Photoshop, belle e pronte da scaricare gratuitamente.
Sono azioni tutte molto utili, in particolare, per i paesaggisti consiglio “Margulis Sky Masks 082009” da utilizzare in presenza di parti di cielo; basta solo avviarla e l’azione fa tutto lei, riconosce automaticamente il cielo rendendolo più saturo attraverso l’utilizzo del canale b del LAB.
Ciao.
Sono rimasto sempre affascinato dalle sue tecniche utilizzate in Photoshop e ho cercato in questi anni di studiare, tramite i suoi libri, molti suoi argomenti ma vi sono tantissime cose che devo ancora imparare.
Il sito italiano di Dan Margulis lo trovate QUI
Ve lo volevo segnalare, tra l’altro, anche perché sono messe a disposizione diverse azioni di Photoshop, belle e pronte da scaricare gratuitamente.
Sono azioni tutte molto utili, in particolare, per i paesaggisti consiglio “Margulis Sky Masks 082009” da utilizzare in presenza di parti di cielo; basta solo avviarla e l’azione fa tutto lei, riconosce automaticamente il cielo rendendolo più saturo attraverso l’utilizzo del canale b del LAB.
Ciao.
Innanzitutto grazie per la segnalazione!
Con la premessa che ciascuno ha il suo metodo di lavoro, personalmente rifuggo dall’uso di conversioni in LAB, per i rischi che ha già evidenziato Maxiclimb, le conversioni in Lab facilmente danneggiano il file immagine.
Sempre personalmente, non adopero azioni, e vedo molto negativamente farlo sullo sharpening, dato che la quantità ed il tipo di sharpening variano con il tipo d’immagine, con la dimensione e con altri parametri sempre dipendenti e diversi da immagine a immagine.
Io sono arrivato alla conclusione che ogni immagine, come fotoritocco, fa storia a sé ed un fotoamatore che ama la perfezione, trova il tempo necessario ad approfondire e risolvere le problematiche legate ad una singola, specifica immagine ed in questo ambito di solito non usa azioni, a parte pochissime, tipo il ridimensionamento, per cornici o simili, azioni comunque innocue alla qualità dell’immagine.
Il discorso è ben diverso se uno tira a far numero, ed allora risparmia tempo con le azioni, ma, di norma, è un tirar a far ciccia, a discapito della qualità.
Photoshop è un programma sterminato come estensione operativa e metodologica e lui, come altri, hanno messo a punto metodologie sotto tanti punti vista valide, ma non prive di effetti collaterali negativi: sta a colui che prende in esame quelle metodologie trovarne vantaggi, ma anche i lati negativi, i limiti ed i rischi che comportano.
Saluti cordiali.
Bene ma ... noi "comuni mortali" che facciamo?
A leggervi mi pare che la "materia" nasconda più insidie di un trattato sulla risoluzione delle equazioni differenziali.
Ciao,
Rinux
A leggervi mi pare che la "materia" nasconda più insidie di un trattato sulla risoluzione delle equazioni differenziali.
Ciao,
Rinux
Bene ma ... noi "comuni mortali" che facciamo?
A leggervi mi pare che la "materia" nasconda più insidie di un trattato sulla risoluzione delle equazioni differenziali.
Ciao,
Rinux
A leggervi mi pare che la "materia" nasconda più insidie di un trattato sulla risoluzione delle equazioni differenziali.
Ciao,
Rinux
Poco ci manca.
Comunque, nessuno "nasce imparato", e i cosiddetti "comuni mortali", ai quali mi fregio di appartenere, se hanno tempo/voglia/pazienza e lo ritengono interessante... non hanno che da studiare.
Basta andare su Amazon, ordinare una copia dei testi necessari (rigorosamente in inglese), e dedicarci un paio di orette al giorno tra lettura e prove pratiche.
Nel giro di un mesetto qualcosa ci si capisce!
Ges, sono stato negli anni un grandissimo estimatore di Dan Margulis e del metodo Lab.
Studiare a fondo il suo libro "Canyon Conundrum" è stata quasi una esperienza mistica (anche per la complessità).
Ma la "classic guide to color correction" per molti versi è ancora peggio...
Questa premessa solo per dire che conosco anch'io abbastanza bene la materia.
Ecco, trovo che il Lab sia ormai per molti aspetti... obsoleto.
L'enorme progresso dei Raw converter e di alcuni plugin specifici, ha reso a mio avviso i vantaggi del Lab abbastanza marginali, soprattutto a fronte delle problematiche e dei rischi.
Perché usare il Lab è molto rischioso, per la qualità dei files... è estremamente semplice creare dei fuori gamut irrisolvibili, data l'ampiezza intrinseca di quello spazio.
Per non parlare dei colori "immaginari" che si possono descrivere, ma non rappresentare, perché non esistono! es: L=0 A=50 B=0 è contemporaneamente un verde brillante e un nero assoluto!
Ecco... smanettare con il Lab senza sapere MOLTO bene cosa si sta facendo, rischia di produrre danni consistenti, che magari ci ritroviamo in stampa.
Ormai l'ho quasi del tutto abbandonato, salvo casi abbastanza rari.
Può essere molto utile per creare maschere particolari, o per correzioni cromatiche dove altri sistemi non funzionano bene (l'ho usato parecchio per le scansioni di diapositive, spesso sono riuscito a correggere i colori meglio e più in fretta che con qualsiasi altro sistema)
Attenzione, non lo sto affatto demonizzando (il Lab), ma vorrei solo mettere in guardia verso un uso poco accorto (non è naturalmente il tuo caso).
Per contro, il suo studio lo consiglierei a chiunque per quanto è formativo.
Trovo che non offra "ricette precotte", ma insegna un metodo, ti obbliga a ragionare e a capire le cose a fondo. E sono cose non facilissime...
Se aggiungiamo il fatto che non esiste bibliografia in italiano e bisogna necessariamente studiarlo in inglese (come tutti i testi di qualità su photoshop, del resto) di sicuro è una cosa non proprio alla portata di chiunque, perlomeno per l'impegno che richiede.
Ecco quindi il rischio di ritrovarsi ad usare azioni o tecniche apprese alla spicciolata ma senza averle realmente capite.
E qui casca l'asino, perché purtroppo vedo che ultimamente anche il buon Margulis mette a disposizione azioni precotte, che certamente funzionano molto bene (anche come marketing...) ma sono distanti anni luce dalla sua filosofia e da quanto ho apprezzato dei suoi libri negli anni.
Certo, vedere praticamente il funzionamenti di alcune tecniche con un semplice click, è una buona pubblicità per i suoi workshop, ma... va beh, forse la mia è una pippa senza senso.
Anyway, per ripagare chi ha avuto la pazienza di leggersi il mio pistolotto, metto un link anch'io:
http://www.dgrin.com/showthread.php?t=18203
E' un "gruppo di lettura" su un forum americano dove gli utenti hanno affrontato i vari capitoli del celebre libro di Margulis sul Lab.
Risale a qualche anno fa, ma è interessante, una specie di bignami
Studiare a fondo il suo libro "Canyon Conundrum" è stata quasi una esperienza mistica (anche per la complessità).
Ma la "classic guide to color correction" per molti versi è ancora peggio...
Questa premessa solo per dire che conosco anch'io abbastanza bene la materia.
Ecco, trovo che il Lab sia ormai per molti aspetti... obsoleto.
L'enorme progresso dei Raw converter e di alcuni plugin specifici, ha reso a mio avviso i vantaggi del Lab abbastanza marginali, soprattutto a fronte delle problematiche e dei rischi.
Perché usare il Lab è molto rischioso, per la qualità dei files... è estremamente semplice creare dei fuori gamut irrisolvibili, data l'ampiezza intrinseca di quello spazio.
Per non parlare dei colori "immaginari" che si possono descrivere, ma non rappresentare, perché non esistono! es: L=0 A=50 B=0 è contemporaneamente un verde brillante e un nero assoluto!
Ecco... smanettare con il Lab senza sapere MOLTO bene cosa si sta facendo, rischia di produrre danni consistenti, che magari ci ritroviamo in stampa.
Ormai l'ho quasi del tutto abbandonato, salvo casi abbastanza rari.
Può essere molto utile per creare maschere particolari, o per correzioni cromatiche dove altri sistemi non funzionano bene (l'ho usato parecchio per le scansioni di diapositive, spesso sono riuscito a correggere i colori meglio e più in fretta che con qualsiasi altro sistema)
Attenzione, non lo sto affatto demonizzando (il Lab), ma vorrei solo mettere in guardia verso un uso poco accorto (non è naturalmente il tuo caso).
Per contro, il suo studio lo consiglierei a chiunque per quanto è formativo.
Trovo che non offra "ricette precotte", ma insegna un metodo, ti obbliga a ragionare e a capire le cose a fondo. E sono cose non facilissime...
Se aggiungiamo il fatto che non esiste bibliografia in italiano e bisogna necessariamente studiarlo in inglese (come tutti i testi di qualità su photoshop, del resto) di sicuro è una cosa non proprio alla portata di chiunque, perlomeno per l'impegno che richiede.
Ecco quindi il rischio di ritrovarsi ad usare azioni o tecniche apprese alla spicciolata ma senza averle realmente capite.
E qui casca l'asino, perché purtroppo vedo che ultimamente anche il buon Margulis mette a disposizione azioni precotte, che certamente funzionano molto bene (anche come marketing...) ma sono distanti anni luce dalla sua filosofia e da quanto ho apprezzato dei suoi libri negli anni.
Certo, vedere praticamente il funzionamenti di alcune tecniche con un semplice click, è una buona pubblicità per i suoi workshop, ma... va beh, forse la mia è una pippa senza senso.
Anyway, per ripagare chi ha avuto la pazienza di leggersi il mio pistolotto, metto un link anch'io:
http://www.dgrin.com/showthread.php?t=18203
E' un "gruppo di lettura" su un forum americano dove gli utenti hanno affrontato i vari capitoli del celebre libro di Margulis sul Lab.
Risale a qualche anno fa, ma è interessante, una specie di bignami
Quando diversi anni fa (mi pare nel 2007) in un forum mi consigliarono di comprare "Photoshop LAB Color: The Canyon Conundrum and Other Adventures in the Most Powerful Colorspace" confesso che pensai “che me ne faccio di un libro che parla solo sul colore se io voglio imparare ad usare Photoshop?
Ma devo dire che mi ricredetti subito.
Adesso lo vedo lì nella mia folta bibblioteca di libri su Photoshop, pieno di appunti scritti a matita (non volevo rovinare il libro, ma non li cancellerò mai) e devo dire che leggendolo e sperimentando mi si aprì un mondo.
Certo ora il LAB è passato in secondo piano, intanto sono nati altri software, altre tecniche che fanno gestire il colore anche ai meno esperti, ma la tecnica rimane sempre valida.
Lo stesso Scott Kelby nel suo ultimo libri, pubblicato solo 5 mesi fa “Photoshop CS5 per la fotografia digitale” a pag. 282 riprende alcune tecniche per ravvivare i colori in Colore Lab.
Certo, sono d’accordo con te quando dici che gestire il colore con il Lab senza sapere esattamente quello cosa si sta facendo si rischia di produrre danni più che benefici.
Io stesso uso ormai poco queste tecniche ma qui intendevo segnalarlo in quanto, uno dei più grandi conoscitori della correzione del colore che ha fatto e fa ancora scuola e poi visto che si trovavano delle azioni (gratis) mi è sembrato utile suggerirle a chi è forse meno avvezzo ma con questi espedienti si può aiutare e perché no forse fare venire la voglia di approfondire e sperimentare.
Innanzitutto grazie per la segnalazione!
Con la premessa che ciascuno ha il suo metodo di lavoro, personalmente rifuggo dall’uso di conversioni in LAB, per i rischi che ha già evidenziato Maxiclimb, le conversioni in Lab facilmente danneggiano il file immagine.
Sempre personalmente, non adopero azioni, e vedo molto negativamente farlo sullo sharpening, dato che la quantità ed il tipo di sharpening variano con il tipo d’immagine, con la dimensione e con altri parametri sempre dipendenti e diversi da immagine a immagine.
Io sono arrivato alla conclusione che ogni immagine, come fotoritocco, fa storia a sé ed un fotoamatore che ama la perfezione, trova il tempo necessario ad approfondire e risolvere le problematiche legate ad una singola, specifica immagine ed in questo ambito di solito non usa azioni, a parte pochissime, tipo il ridimensionamento, per cornici o simili, azioni comunque innocue alla qualità dell’immagine.
Il discorso è ben diverso se uno tira a far numero, ed allora risparmia tempo con le azioni, ma, di norma, è un tirar a far ciccia, a discapito della qualità.
Photoshop è un programma sterminato come estensione operativa e metodologica e lui, come altri, hanno messo a punto metodologie sotto tanti punti vista valide, ma non prive di effetti collaterali negativi: sta a colui che prende in esame quelle metodologie trovarne vantaggi, ma anche i lati negativi, i limiti ed i rischi che comportano.
Saluti cordiali.
Con la premessa che ciascuno ha il suo metodo di lavoro, personalmente rifuggo dall’uso di conversioni in LAB, per i rischi che ha già evidenziato Maxiclimb, le conversioni in Lab facilmente danneggiano il file immagine.
Sempre personalmente, non adopero azioni, e vedo molto negativamente farlo sullo sharpening, dato che la quantità ed il tipo di sharpening variano con il tipo d’immagine, con la dimensione e con altri parametri sempre dipendenti e diversi da immagine a immagine.
Io sono arrivato alla conclusione che ogni immagine, come fotoritocco, fa storia a sé ed un fotoamatore che ama la perfezione, trova il tempo necessario ad approfondire e risolvere le problematiche legate ad una singola, specifica immagine ed in questo ambito di solito non usa azioni, a parte pochissime, tipo il ridimensionamento, per cornici o simili, azioni comunque innocue alla qualità dell’immagine.
Il discorso è ben diverso se uno tira a far numero, ed allora risparmia tempo con le azioni, ma, di norma, è un tirar a far ciccia, a discapito della qualità.
Photoshop è un programma sterminato come estensione operativa e metodologica e lui, come altri, hanno messo a punto metodologie sotto tanti punti vista valide, ma non prive di effetti collaterali negativi: sta a colui che prende in esame quelle metodologie trovarne vantaggi, ma anche i lati negativi, i limiti ed i rischi che comportano.
Saluti cordiali.
Le azioni certo non sono fatte per tutte le foto, io le adopero, quelle che mi sono fatte io per abbreviare il lavoro ed anche qualcuna fatta da altri che poi adatto alle esigenze.
Ho indicato sopra un'azione utile ai paesaggisti, certo non è la panacea per ogni paesaggio col cielo, ma se uno ce l'ha la prova nella sua foto può almeno vedere gli effetti e se non piace può eliminare il livello.
Quindi daccordissimo sul fatto che sta a chi usa Photoshop sperimentare e valutare gli effetti delle varie metodologie traendone i vantaggi se è del caso e verificandone i rischi.
Bene ma ... noi "comuni mortali" che facciamo?
A leggervi mi pare che la "materia" nasconda più insidie di un trattato sulla risoluzione delle equazioni differenziali.
Ciao,
Rinux
A leggervi mi pare che la "materia" nasconda più insidie di un trattato sulla risoluzione delle equazioni differenziali.
Ciao,
Rinux
Scusa Rinux, il sito che ho segnalato può essere utile a qualcuno per approfondire ad altri per rivedere alcune tecniche e ad altri ancora per scaricarsi le azioni (visto che sono gratuite) e provare.
Poi, come hai visto, ogni cosa è utile almeno per stimolare il confronto e con maxiclimb e dimapant, che sono esperti, ottimi conoscitori della materia, ne abbiamo approfittato per scambiarci qualche spunto di riflessione.
...a e poi visto che si trovavano delle azioni (gratis) mi è sembrato utile suggerirle a chi è forse meno avvezzo ma con questi espedienti si può aiutare e perché no forse fare venire la voglia di approfondire e sperimentare.
E hai fatto bene.
Non tanto per le azioni in sé, quanto perché potrebbero stimolare la curiosità di qualcuno ad approfondire questi ed altri temi.
Aborro i testi in inglese.
Mi è rimasta la nausea dai tempi dell'università.
...
Mi è rimasta la nausea dai tempi dell'università.
...
Peccato. Perchè ti tagli fuori dai testi migliori su importanti aspetti della fotografia digitale (es. color management, DAM, ecc.).
Ma ovviamente in Italia sembra agli editori che al lettore interessi praticamente solo ritoccare la pelle con Photoshop...
Massimo
Sic! Il mio ineluttabile destino, allora, è: rimanere Ciuccio a vita!
Ricordo qualche tempo fa le ore passate insieme a maxiclimb ed altri amici su skype a parlare di Margulis e le sue tecniche.
Il suo libro me lo sono letto anche io ma a step,provando e riprovando ad applicare le sue tecniche (devo dire con pessimi risultati visto la complessità dell'argomento) ma come voi anche a me leggendolo mi si e' aperto un mondo,ma sopratutto ho imparato ad usare abbastanza bene maschere e canali che poi sono il surrogato di photoshop,quando si impara ad usare come detto maschere e canali si puo' dire di avere fatto un bel passo avanti per la conscienza e la comprensione del programma.
ultimamente un amico del forum mi ha consigliato di acquistare i DVD della collana teacher-in-a-box.it/videocorsi/photoshop-correzione-del-colore-nelle-fotografie.
I corsi sono tenuti da niente popo' di meno che da Marco Olivotto allievo italiano del grande Margulis.
per chi non lo conoscesse ha collaborato alla realizzazzione di ALCE.
I 2 DVD sono strutturati benissimo e per chi come me ha letto il libro di Dan e' il normale completamento strutturale finalizzato alla comprensione dell'argomento correzzione colore.
Vi consiglio vivamente la visione.
Grazie ges per avere tirato in ballo l'argomento.
Messaggio modificato da Massimiliano Piatti il Apr 17 2011, 05:47 AM
Il suo libro me lo sono letto anche io ma a step,provando e riprovando ad applicare le sue tecniche (devo dire con pessimi risultati visto la complessità dell'argomento) ma come voi anche a me leggendolo mi si e' aperto un mondo,ma sopratutto ho imparato ad usare abbastanza bene maschere e canali che poi sono il surrogato di photoshop,quando si impara ad usare come detto maschere e canali si puo' dire di avere fatto un bel passo avanti per la conscienza e la comprensione del programma.
ultimamente un amico del forum mi ha consigliato di acquistare i DVD della collana teacher-in-a-box.it/videocorsi/photoshop-correzione-del-colore-nelle-fotografie.
I corsi sono tenuti da niente popo' di meno che da Marco Olivotto allievo italiano del grande Margulis.
per chi non lo conoscesse ha collaborato alla realizzazzione di ALCE.
I 2 DVD sono strutturati benissimo e per chi come me ha letto il libro di Dan e' il normale completamento strutturale finalizzato alla comprensione dell'argomento correzzione colore.
Vi consiglio vivamente la visione.
Grazie ges per avere tirato in ballo l'argomento.
Messaggio modificato da Massimiliano Piatti il Apr 17 2011, 05:47 AM
Io ammetto di aver sfogliato il libro, molto ben fatto, ma non me ne son entusiasmato. Fa parte di quei tanti libri che insegnano un metodo piu che un concetto, uno strumento piuttosto che una idea. Non a caso, diventa presto obsoleto non appena gli strumenti cambiano o ne nascon di nuovi.
E infatti, non si capisce proprio quali siano i vantaggi a lavorare in uno spazio colore piuttosto che in un altro, visto che son tutti convertibili e si puo passare sempre dall'uno all'altro.
Sicuramente e' validissimo per capire le potenzialita' di una buona gestione colore, pero, come tanti altri, mi sembra sovravvalutato.
Per i comuni mortali, mi ci metto anche io ovviamente... Io quello che so l-ho imparato leggendo, documentandomi e facendo prove e facendomi tante tante domande... Basta studiare.
E infatti, non si capisce proprio quali siano i vantaggi a lavorare in uno spazio colore piuttosto che in un altro, visto che son tutti convertibili e si puo passare sempre dall'uno all'altro.
Sicuramente e' validissimo per capire le potenzialita' di una buona gestione colore, pero, come tanti altri, mi sembra sovravvalutato.
Per i comuni mortali, mi ci metto anche io ovviamente... Io quello che so l-ho imparato leggendo, documentandomi e facendo prove e facendomi tante tante domande... Basta studiare.
[quote name='Lutz!' date='Apr 19 2011, 09:01 AM' post='2431248'
E infatti, non si capisce proprio quali siano i vantaggi a lavorare in uno spazio colore piuttosto che in un altro, visto che son tutti convertibili e si puo passare sempre dall'uno all'altro.
[/quote]
ciao a tutti
stavo cercando qualcosa sul LAB e mi salta fuori questo interessante thread.
sbagli però, a mio parere, a dire quello che hai scritto
Metodo L A B è completamente diverso dall' R G B
prova a modificare la luminosità in rgb senza agire sul colore.
oppure prova a ravvivare i rossi senza toccare la luminosità sempre in rgb
con LAB puoi in RGB sono solo casini
questo per quanto ne so io che di LAB conosco giusto cosa è come agisce e come lavorarci senza, si spera, far danni.
ciao
E infatti, non si capisce proprio quali siano i vantaggi a lavorare in uno spazio colore piuttosto che in un altro, visto che son tutti convertibili e si puo passare sempre dall'uno all'altro.
[/quote]
ciao a tutti
stavo cercando qualcosa sul LAB e mi salta fuori questo interessante thread.
sbagli però, a mio parere, a dire quello che hai scritto
Metodo L A B è completamente diverso dall' R G B
prova a modificare la luminosità in rgb senza agire sul colore.
oppure prova a ravvivare i rossi senza toccare la luminosità sempre in rgb
con LAB puoi in RGB sono solo casini
questo per quanto ne so io che di LAB conosco giusto cosa è come agisce e come lavorarci senza, si spera, far danni.
ciao
La rappresentazione dello spazio CIE o di altro spazio, la puoi fare in 1000 modi diversi, tutti equivalenti, al posto di XYZ puoi usare altri sistemi di cordinate, coordinate polari, etc etc... Oppure puoi prendere dei valori di riferimento, come i parametri RGB CMYK o altri sistemi per rappresentare sempre la stessa identica cosa, dei colori, in modo univo, sullo spazio dei colori visibili.
IL modus operandi e' del tutto indifferente in digitale, visto che i conti li fa la macchina e non li fa l'umano.
Se non ricordo male Photoshop al suo interno quando elabora usa il metodo lab.
Ciao ges, non trovo quest'azione:Margulis Sky Masks 082009, grazie mille.
Io ammetto di aver sfogliato il libro, molto ben fatto, ma non me ne son entusiasmato. Fa parte di quei tanti libri che insegnano un metodo piu che un concetto, uno strumento piuttosto che una idea. Non a caso, diventa presto obsoleto non appena gli strumenti cambiano o ne nascon di nuovi.
E infatti, non si capisce proprio quali siano i vantaggi a lavorare in uno spazio colore piuttosto che in un altro, visto che son tutti convertibili e si puo passare sempre dall'uno all'altro.
Sicuramente e' validissimo per capire le potenzialita' di una buona gestione colore, pero, come tanti altri, mi sembra sovravvalutato.
Per i comuni mortali, mi ci metto anche io ovviamente... Io quello che so l-ho imparato leggendo, documentandomi e facendo prove e facendomi tante tante domande... Basta studiare.
E infatti, non si capisce proprio quali siano i vantaggi a lavorare in uno spazio colore piuttosto che in un altro, visto che son tutti convertibili e si puo passare sempre dall'uno all'altro.
Sicuramente e' validissimo per capire le potenzialita' di una buona gestione colore, pero, come tanti altri, mi sembra sovravvalutato.
Per i comuni mortali, mi ci metto anche io ovviamente... Io quello che so l-ho imparato leggendo, documentandomi e facendo prove e facendomi tante tante domande... Basta studiare.
ciao Lutz, riprendo questo tuo vecchio post perché molte volte avrei voluto iniziare un percorso per imparare a capire come gestire il colore, cosa significa "fotografarlo con qualità" e come ottimizzarlo per il risultato che si ha in mente, ma quei pochi progressi che ho fatto mi hanno lasciato ancora molte incertezze in ambito operativo.
So cosa sia per esempio il Color Management in un programma di photoediting (es. photoshop), cosa implica l'uso di un profilo colore e di uno spazio colore (ma lo so in modo elementare) ed ho idea di cosa comporti usare le curve, le maschere, ma mi sento spesso come chi sa cos'è lo zucchero, la farina e le uova ma non è certo capace di fare una torta; e buona, fra l'altro
Ritornando al topic, mi chiedevo se ancor oggi avrebbe senso leggere il libro "Professional Photoshop - The classic guide to color correction - 5 edizione”, che il sito lo da pubblicato nel 2006. Nel 2006 le macchine fotografiche ed i RAW erano altri; non è che il libro deve essere "al passo coi tempi", cioè riflettere lo stato della tecnologia, e che quindi acquistandolo si rischia di fare come quando compri un libro che parla ancora delle pellicole?
Ho dei libri ancora da leggere, o rivedere meglio:
- The Digital Photography Workflow Handbook, From Import to Output, di Uwe Steinmueller e Juergen Gulbins
- The Adobe Photoshop Lightroom 4 Book for Digital Photographers, si Scott Kelby
- The Art of Raw Conversion, di Uwe Steinmueller e Juergen Gulbins
Ho letto "The Adobe Photoshop CS2 Book for Digital Photographers", ma alcune parti non le ho finite.
Vorrei imparare a cucinare le torte , magari pian pianino, ma vorrei intraprendere questo cammino. Penso che non abbia senso dotarsi di strumenti di elaborazione complessi, di leggere libri sulla fotografia o di svenarsi a cercare l'ottica migliore per le proprie tasche se poi non si è capaci di "sviluppare" un proprio scatto ...
Ti ringrazio cordialmente in anticipo per la pazienza, Seb