Biografia
Mi avvicinai alla fotografia quando avevo la tenera eta' di 30 anni (piu' o meno), pero', piu' che la fotografia mi affascino' la macchina fotografica che per me divento' l'oscuro oggetto del desiderio. Mi ci volle quasi uno stipendio per comperarmi la prima reflex, una Olimpus OM1 e un paio di ottiche. I problemi vennero dopo, perche’ capii a mie spese che per “fotografare” non ci voleva solo una macchina, ma ci voleva ben altro: la fantasia, l’immaginazione e la capacita’ di “vedere” quello che gli altri non vedono: quella luce particolare nelle cose che ci circondano e nella gente che si muove intorno a noi; quella luce magica che fa uscire il tutto dalla banalita’ e lo rende degno di una bella foto. Quanti rullini e diapositive ho bruciato per avere una foto decente! Ma e’ cosi’ che si impara: facendo tesoro dei propri errori! Poi nei primi anni del 2000..mi avvicinai alla fotografia digitale e mi si apri’ davanti un altro mondo, per me che ero abituato anche alla camera oscura, dove si doveva far tutto manualmente e con il sudore della fronte e perizia artigianale. Pero', che bella era la 'camera oscura'!!!. Li dentro si respirava l’odore di antichi mestieri, ormai persi, quando il fotografo, di giorno era un artista e faceva foto, ma di notte si trasformava in un bravo artigiano, e sviluppava, e stampava le Sue foto con le Sue mani. Si usciva da quella stanza buia, appena rischiarata da una misera lampada rossa, con gli occhi stanchi e le mani sporche di acidi, ma con le stampe in mano, e soprattutto con l'orgoglio di poter dire veramente: questo l'ho fatto io!!!!!! Con il digitale basta sedersi davanti ad un computer che immediatamente diventa una camera oscura digitale molto piu’ semplice da usare del vecchio ingranditore, ma con possibilita’ di fotoritocco illimitate, permettendo di fare tutto, o quasi , di quello che la nostra fantasia ci suggerisce. Attenzione pero’, come per tutti i farmaci, la fotografia digitale ha anche delle controindicazioni: si tende piu’ a “scattare” che a “fotografare”, cioe’ fare un sacco di foto o scattare a raffica (tanto non costano nulla e non si spreca pellicola) sperando che prima o poi la bella foto ci scappi, invece di concentrarci solo sull’inquadratura e sulla 'luce', poi scattare solo se si e’ sicuri di farlo, come si faceva con la pellicola, che aveva un costo per lo sviluppo e stampa, e soprattutto bisognava stare attenti a non fare errori, perche' il risultato dello scatto lo si vedeva sempre dopo parecchi giorni. Ecco perche’ dico sempre che il buon digitale lo fa (salvo eccezioni) chi viene da una poliennale esperienza di foto con la vecchia pellicola: rimane in testa l'idea che dentro la propria reflex digitale ci sia sempre il vecchio rullino da 36 pose invece che la scheda di memoria da un sacco di Giga..... Buone foto a tutti!!!!!
Francesco Martini