Le fotografie nautiche Mi piace

Mille e un modo di fotografare le barche

Ingaggio tra barche d'epoca

Le immagini aeree delle regate sono complicate dal fatto che le pale dell'elicottero "rubano" vento ed energia alle vele, quindi bisogna fare attenzione se non si vuole essere "abbattuti" dalle maledizioni degli skipper. Per questa ragione, come in questo caso, bisogna sempre tener conto anche della distanza e quindi della focale da utilizzare.

La prua del CCYD

Quando scattai questa immagine utilizzando un obiettivo fish eye, molti mi diedero del pazzo. La barca a vela é storicamente dominio dei super teleobiettivi, figuriamoci se un grandangolo così esasperato poteva combinare qualcosa di buono. Nel mio bagaglio professionale fotografico ho sempre seguito una regola: provare sempre, provare comunque, fottersene degli standard, delle convenzioni e delle tecniche collaudate. Qualche volta, come in questo caso, penso di non sbagliare.

Barca notturna all'Arsenale di venezia

Questa foto é il frutto di una fortunata serie di coincidenze. Il proprietario del cantiere era in ottimi rapporti con la Guardia di Finanza di Venezia che utilizzava il Bacino dell'Arsenale per il rimessaggio delle proprie barche. Così siamo potuti entrare con la barca dentro all'Arsenale di Venezia (altrimenti vietatissimo), l'abbiamo ormeggiata di fianco ad uno "squero" illuminato da un faro e la luna ci ha regalato una meravigliosa ed indimenticabile falce.

Prada rientra nell'Arsenale di Venezia

Anche in occasione della prova di America's Cup a Venezia i fotografi sono potuti entrare dentro all'Arsenale. Naturalmente sono stata scattate milioni di immagini, in regata e non. Ma io credo di aver intravisto la magia dell’evento miracoloso, unico ed irripetibile, solo quando sono saltato dalla banchina dell’Arsenale implorando un taxista veneziano di farmi salire a bordo della sua barca. Il figlio di generazioni di barcaioli lagunari ha timonato con tranquilla e paciosa sapienza, conducendomi nel mezzo del canale proprio in prua a Luna Rossa che rientrava dalla regata del Lido. Ed è stato capace, pur davanti alla chiassosa atmosfera del pubblico assiepato sulla banchina, di allineare la prua della sua barca con il liquido riflesso bianco/rosso della vela e la solenne, antica quinta degli squeri. Molti anni della vita li ho trascorsi dall’altra parte dell’obiettivo. Anche quando non fotografo i miei occhi non riescono a fare a meno di pensare a tutto il tempo che mi è passato accanto, a quello che mi circonda ora e a quello che mi attende, come un lungo, ininterrotto piano sequenza. Ma quello che ho visto dentro all’obiettivo in quell’attimo micro millesimale dello scatto dell’otturatore non lo dimenticherò tanto facilmente.

Austin Parker nella luce del sole

Le fotografie nautiche più difficili sono quelle scattate volando di fronte alla barca a tre quarti di prua. In questi casi l’elicottero deve perdere portanza per volare al traverso e girato di 80/90 gradi rispetto all’allineamento abituale, mantenendo rotta, velocità e altezza: se poi c’è il vento in coda, le difficoltà aumentano, il mezzo tende a vibrare e a non riuscire più a mantenere la posizione. Sono quelli i momenti in cui si distingue il pilota normale dal fuoriclasse. Il pilota in grado di effettuare quelle manovre con la dovuta dolcezza, l’assoluta precisione e la necessaria freddezza.

Dalla testa d'albero

A volte occorre vincere i propri timori e lasciarsi guidare solo dall'istinto. Io che sono essenzialmente un uomo acquatico, sto bene unicamente a livello del mare, meglio ancora se sotto il livello del mare. Volare su un elicottero o come in questo caso essere issato come un salame attaccato al "banzigo" sulla testa d'albero di una barca a vela, non sono certo esperienze che, soprattutto le prime volte, ho affrontato a cuor leggero. Eppure, piano piano, spinto dalla voglia e dal desiderio di scattare immagini originali, ci ho fatto l'abitudine. Ora anche l'aria, non solo l'acqua, fa parte del mio patrimonio emozionale.

Quando assieme allo spinnaker, volano anche i sogni

Non ci sono regole scritte perché la creatività non ha limiti ma nello stesso tempo riesce ad essere contenuta tutta in un soffio d’ali su una nuvola trasparente o in un guizzo di luce nel cavo di un’onda spinta dal libeccio: la testa lavora, gli occhi scrutano e inquadrano la geometria dell’immagine imprigionandola in uno schema che solo dopo lo scatto svelerà la sua forza o la sua banalità.

Barca a vela in controluce

Ora le linee di fuga e il parallasse della barca sono perfetti: per un po’ si sentono solo i cadenzati click-clack dell’otturatore amplificati dalla vicinanza del microfono direzionale, riverberati come una sorta di eco surreale nelle cuffie dell’elicottero e nell’altoparlante della barca che si adagia come una femmina contro il sole pochi metri sotto ai pattini. “Portati parallelo alla barca prima basso e poi sali sopra quasi zenitale” Un codice di comunicazione, un linguaggio che solo pochi addetti ai lavori possono comprendere, intanto l’otturatore continua a scattare e il lavoro, immagine dopo immagine, acquista forma e completezza.

L'attimo e il colpo d'occhio

Dalle mie parti c'é un detto: "nella vita occorrono occhio, fortuna e memoria". In dialetto l'espressione é più colorita "occ, bus dal cul e memoria" ma credo renda bene le qualità che mi sono servite per scattare questa foto. Una foto riuscita (anche se mai totalmente) é quella che tutti capiscono, ma anche quella che scuote l'anima con una valenza di sensazioni forti o sublimi, trasportandola su una sintonia emozionale completamente differente da quella degli altri. Vorrei che ogni mia immagine importante lasciasse un graffio nel cuore che non fosse mai lo stesso, che le emozioni provate dalle persone guardando le mie fotografie non siano mai uguali.

La barca in controluce

A volte le immagini nautiche migliori sono quelle scattate per caso, magari mentre si sta aspettando di decollare con l'elicottero, oppure perché gli interni non sono ancora arredati. Questa foto é stata scattata dentro al porto commerciale di Viareggio, con operai, gru, immondizie e scartoffie gettate ovunque. Stavo aspettando sulla banchina che arrivassero alcuni decori per gli interni, con la macchina al collo e la testa nelle nuvole. E' stato un attimo, ho intravisto questo gioco di luce sulla fiancata della barca e ho scattato tagliando via tutto quello che non serviva. L'essenzialità ha fatto il resto.

La fotografia nautica dall'elicottero

Il merito di un'immagine nautica scattata dall'elicottero va diviso al 50% tra la prontezza del fotografo e, soprattutto, l'abilità del pilota. L’elicottero é una meravigliosa macchina volante, ma con il limite di muoversi e compiere le manovre più inverosimili sfidando molte logiche aeronautiche e infrangendo almeno due o tre leggi fisiche. Il suo modo stesso di volare rappresenta una prova di forza tra il rotore principale che tenderebbe a far girare la cabina dalla parte opposta e il rotore di coda che ne controbilancia la spinta mantenendo il mezzo in linea. Ogni volta che l’elicottero gira su sé stesso oppure vola lateralmente o all’indietro mantenendo quota, velocità e distanza dal target per permettere al fotografo di lavorare meglio, una o più componenti essenziali dell’aerodinamica del mezzo vengono spinte, con istintiva e ragionata consapevolezza, al limite della perdita di portanza.

AB 140 a Cannes

Una imbarcazione deve sempre essere fotografata in ogni prospettiva ma solo un piccolo elicottero riesce ad avere la manovrabilità e soprattutto le dimensioni per poter volare a pochi metri di distanza come in questo caso. L'elicottero é un Robinson 22, con due soli posti, uno per il pilota e l'altro per il fotografo. Guardate bene questa immagine: per poter permettere al fotografo di fare questo scatto, il pilota sta volando all'indietro, senza far vibrare il mezzo, mantenendo quota, velocità e distanza.
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mistraviz 13 anni fa
Ciao Antonio e complimenti per il tuo "bel" Reportage.
Ho dato una scorsa, e anche prima di aprirlo sapevo che al 99,999% era tuo.
Si vede che sei pure uno scrittore, complimenti! Adesso ti faccio un appunto....perchè una delle immagini non la metti anche come sfondo?
Ne guadagnerebbe sicuramente il lavoro nel suo insieme.
Ti rinnovo i miei compliementi e ti saluto, gli appunti sulle varie foto te li metto singolarmente sulla galleria.
Ciao Milena