Un posto dove orrore , disperazione e ipocresia ne hanno fatto da padrone.
quando in rete vidi le foto pensai," che figo un hautlet degli anni 40"!
Invece trovai un angoscia, un senso di smarrimento fuori dal comune.
queste foto sono il risultato di quei sentimenti che provai a scattare fotografie a consonno. un album, un reportage dedicato a Consonno e la sua triste storia con la collaborazione di Nena , un viaggio tra passato, presente, futuro.
L'antico borgo
Antico comune del Milanese, nel 1751 fu registrato come un villaggio di 142 abitanti, e nel 1786 entrò per un quinquennio a far parte della Provincia di Como,[1] per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1797 e nel 1798.
Portato definitivamente sotto Como nel 1801, alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 162 abitanti.[2] Nel 1809 il municipio fu soppresso su risultanza di un regio decreto di Napoleone che lo annesse per la prima volta a Olginate, ma il Comune di Consonno fu tuttavia ripristinato con il ritorno degli austriaci. Nel 1853 risultò essere popolato da 228 anime, salite a 267 nel 1871 e a 282 nel 1921.
Fu il regime fascista a decidere nel 1928 di sopprimere definitivamente il comune, unendolo nuovamente a Olginate seguendo il precedente modello napoleonico: seppur sorto probabilmente nel Medioevo, Consonno era rimasto un piccolo borgo agricolo di 200-300 abitanti fino agli anni quaranta. Dal dopoguerra in avanti cominciò a spopolarsi arrivando a contare 60 abitanti circa a fine anni cinquanta.
La "città dei balocchi"
L'8 gennaio 1962 l'industriale Mario Bagno comprò l'immobiliare Consonno Brianza, che possedeva tutte le abitazioni del borgo. Il paesino venne completamente demolito, eccetto la chiesa di San Maurizio, la canonica, una casa adiacente e il piccolissimo cimitero, e tutti gli abitanti furono costretti ad andarsene.
Al posto dell'antica Consonno fu costruito quello che doveva essere nelle intenzioni di Mario Bagno un grande centro commerciale e di divertimento, facile da raggiungere perché a poca distanza da Milano. Furono quindi costruiti edifici commerciali e di intrattenimento nelle più svariate forme architettoniche: una galleria commerciale arabeggiante con minareto, che nell'ultimo piano ospitava dei piccoli appartamenti per le vacanze, una pagoda cinese, un castello medievale come porta di ingresso, oltre a un albergo di lusso (l'Hotel Plaza). Venne anche spianata la collina di fronte al paese per migliorare la vista panoramica verso il Resegone.
Inoltre nei piani dell'imprenditore, intorno a Consonno sarebbero dovuti sorgere campi da pallacanestro, da calcio, da minigolf, un giardino zoologico e un circuito automobilistico. Ma tutto questo non avvenne.
L'oblio
Dopo l'attenzione iniziale, dettata soprattutto dalla novità del posto, la Consonno "città dei balocchi", principalmente a causa di una serie di frane che spazzò via la nuova strada che la collegava con il centro di Olginate, cadde nell'oblio e nell'abbandono ancor prima di essere completata.
Negli anni ottanta Mario Bagno tentò un rilancio di Consonno, il primo tassello del quale avrebbe dovuto essere la casa di riposo per anziani aperta da frate Alberto Bosisio riconvertendo l'Hotel Plaza, ma la cosa non riuscì mai a decollare e tale struttura fu chiusa nel giugno 2007. Dal 29 giugno al 1 luglio 2007 alcune centinaia di persone parteciparono al rave party Summer Alliance organizzato illegalmente proprio all'interno delle strutture di Consonno e le distrussero.
Il Dilettante
informazioni tratte da wikipedia