Zona Rossa

Un portfolio di Giacomo Buzio

24 agosto 2016, ore 3:36 "Amatrice non c'è più": le parole del sindaco - Sergio Pirozzi - pronunciate dopo una scossa lunga 142 interminabili secondi, non lasciano spazio a interpretazioni. Magnitudo 6.0: Lazio, Marche e Umbria ricoperte di macerie. Le scosse si percepiscono perfino a Roma, Napoli, Foggia, Bologna, Gorizia e Trento, tra le altre. La terra trema per la prima volta alle 3.36, un boato. Dopo meno di un'ora, alle 4:33, un'altra scossa di magnitudo 5.3 fa tremare Norcia, la cittadina di San Benedetto. Da lì a poche ore, i nostri occhi danno un nuovo volto alla devastazione tramite le immagini riprese dall'alto dai droni dei Vigili del Fuoco, e trasmesse a qualsiasi ora, su qualsiasi rete, all'interno di qualsiasi programma su cui fosse sintonizzato in quel momento il nostro televisore. L'accanimento mediatico alimenta la sua ingordigia con un costante, morboso aggiornamento sui tragici numeri di un evento che ha toccato tutti, da chi era lì vicino e ha vissuto tutto con tremenda empatia, fino a chi era comodamente sul divano sentendosi in qualche modo lontano e immune da tutto questo dolore. Ma il sisma non si ferma qui, andrà avanti per giorni, settimane. Mesi. 26 ottobre 2016, ore 19:11 magnitudo 5.4, Castelsantangelo sul Nera; ore 21:18 magnitudo 5.9, Ussita. 30 ottobre 2016, ore 7:40 magnitudo 6.5 - seipuntocinque! - nel comune di Norcia. Il 18 gennaio, nel freddo dell'inverno degli Appennini, altre 4 ore di scosse sismiche nel centro Italia, tutte di magnitudo superiore al 5.0. Dal 24 agosto si contano in tutto 303 persone senza vita, circa 41.000 sfollati, 388 feriti, 238 persone salvate da sotto i crolli. Li ascoltiamo alla TV, li leggiamo sui quotidiani, numeri di cui ne parliamo con gli amici, con i nostri parenti, a scuola o al lavoro. Sono tanti? Sì, certo. Ma tanti quanti? Riusciamo a capire cosa vuol dire 41.000 persone che hanno perso la propria abitazione? 10, 100 sono tanti. 1.000 sono tantissimi. 41.000 è l'intera città in cui sono nato, comprese le frazioni e i paesi sulla collina. Ma sono numeri, freddi. Non ci rendiamo veramente conto di cosa voglia dire. Numeri che siamo soliti associare a qualche guerra, in nazioni che sentiamo così lontane dall'Italia da commettere errori madornali dovessimo trascriverne il nome, numeri che ascoltiamo con un'asettica indifferenza mentre seguiamo il telegiornale a tavola, tra la scarpetta alla besciamella dei cannelloni e il rumore della moka che fa uscire il caffè sui fornelli facendoci concludere il pranzo con qualche imprecazione divina. Con la stessa freddezza, siamo convinti di lavarci la coscienza digitando un SMS al 45500 e donare due caffè ad Amatrice. "Ho fatto il mio dovere. Ci penserà qualcun altro poi." L'Italia, intanto, scopre la Zona Rossa. 3 ottobre 2021. Sono passati 5 anni da quei tragici avvenimenti, ma continuo a sentire in qualche modo la mia coscienza "sporca" per non aver fatto nulla. Non sono un filantropo, non sono un giornalista, non sono un politico, non sono un impresario edile. Sono un uomo come tanti altri, con una passione e una macchina fotografica. A 5 anni di distanza, decido di salire in macchina e dedicare le ferie a vedere con i miei occhi cosa sia realmente successo in quelle terre - nelle "terre mutate". Sono partito pronto al peggio. Ma capisco subito che non avrei mai potuto prepararmi in alcun modo a tutto ciò che avrei visto.

Categoria: Raccontare il Sociale con un reportage

1.9K     
646     
11     
60
Effettua il Login per commentare!