Album
Autunno
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01 12 2016
Staglieno, cimitero monumentale di Genova
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12 11 2016
Langhe
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26 10 2016
Modella Ludovica Pristeri
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16 01 2016
Modelle Nisha e Veronica
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14 01 2016
Le Confraternite: una grande tradizione che viene da lontano
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01 01 2016
Le Confraternite (dal latino cum fratres, ovvero “con i fratelli”), gruppi di persone riunite sotto forma religiosa in associazioni laiche a finalità spirituale e caritativa, erano una realtà che, già presente nei primi secoli del cristianesimo, aveva assunto forme più precise nel periodo carolingio e nel corso del X secolo. Ciascuna Confraternita, sulla base della propria consistenza, disponeva per le proprie attività religiose di un altare o di una cappella propria e talvolta addirittura di una chiesa; i confratelli si riunivano in un luogo prescelto sotto la guida del “Priore” della Confraternita stessa e di un ecclesiastico. Sovente i confratelli preparavano e inscenavano, a favore della devozione popolare, “sacre rappresentazioni” e spesso cantavano laudi sacre in lingua volgareIn generale le Confraternite si dedicavano a promuovere diverse forme di culto (cerimonie religiose, preghiere, cura e ornamento di luoghi sacri, processioni, ecc.), ad assistere i confratelli malati, a organizzare i funerali, non solamente per i confratelli ma anche per gli estranei di povera condizione, a far visita ai detenuti, a offrire conforto ai condannati a morte, a raccogliere elemosine per esigenze straordinarie della comunità, a provvedere di dote ai fini matrimoniali le ragazze rimaste orfane in condizione di indigenza. Col passare del tempo, i disciplinanti diventano più moderati nei comportamenti e nel vestire, e le Confraternite cominciano ad essere intitolate ai Santi legati alle città con cui si intrattenevano rapporti economici. Infatti spesso i confratelli appartenevano ad una stessa classe sociale o svolgevano lo stesso mestiere: per questo le Confraternite cominciano ad assumere il ruolo di “Arti” che forniscono un appoggio sociale. Tra il 1480 e il 1582 a Genova esistevano ben 134 Confraternite. La tradizione delle processioni devozionali - sia legate a feste liturgiche che di tipo propiziatorio (richiesta di una grazia) o penitenziale o di ringraziamento per l’aiuto divino ricevuto – ha origine nei primi secoli del Cristianesimo A seguito delle disposizioni conciliari si diffusero le grandi casse processionali, sovente realizzate da importanti artisti come A.M. Maragliano scultore di fama e autore, con la sua “bottega”, anche di splendide figure del Presepe genovese dell’età barocca. Sulla casse processionali, una o più statue, spesso a grandezza naturale, raccontano scene della Passione o eventi miracolosi riferiti al Santo patrono della Confraternita e al quale è intitolato l’Oratorio (la “Casaccia”) che ne è la sede. Nel corso dell’estate, con cadenza settimanale a partire dalla Festa dell’Assunta (15 agosto), si succedono domenica dopo domenica fino a metà settembre i tradizionali pellegrinaggi delle Confraternite del Ponente al santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta. I confratelli salgono a piedi al santuario portando a forza di braccia, anche per la famosa “Scala santa”, i loro grandiosi e pesanti Crocifissi barocchi e le artistiche casse processionali. Il 29 agosto, le Confraternite si recano in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora della Guardia per la famosa festa dedicata alla Madonna protettrice della città di Genova. Nel corso dell’estate, con cadenza settimanale a partire dalla Festa dell’Assunta (15 agosto), si succedono domenica dopo domenica fino a metà settembre i tradizionali pellegrinaggi delle Confraternite del Ponente al santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta. I confratelli salgono a piedi al santuario portando a forza di braccia, anche per la famosa “Scala santa”, i loro grandiosi e pesanti Crocifissi barocchi e le artistiche casse processionali. Il 29 agosto, le Confraternite si recano in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora della Guardia per la famosa festa dedicata alla Madonna protettrice della città di Genova. I Cristi, cioè i grandi crocifissi che vengono portati in processione, con i canti dorati che ornano le estremità delle braccia, pesano almeno oltre un quintale l’uno; e ve ne sono alcuni che pesano 120 e anche 160 kg. I Cristi più preziosi, del XV secolo, restano comunque negli Oratori. Degli oltre 500 Cristi di proprietà delle Confraternite genovesi, molti sono opera dei Rungoldier, una dinastia di scultori trentini specializzata in materia; ricordiamo poi quelli realizzati da A. M. Maragliano; e il celebre Cristo nero che venne scolpito dal Bissoni, nel 1610, in legno di giuggiolo. Gli “Scoppi di mazzette” dei canti - specie di corone di fiori e campanelle in lamierino argentato, se non in filigrana d’oro o d’argento - sono posti alle estremità dei bracci della croce. Al Cristo vengono poi applicati la Sfera con i raggi sul capo e il Fiocco in tessuto dorato legato sul fianco. Le Casse processionali si portano a braccia o a spalla. Il Capocassa segna il tempo col martello: un colpo è il segnale di fermata, due colpi quello del cambio (che può essere “al volo” da un portatore all’altro, oppure da fermi, appoggiando la cassa per terra). All’Acquasanta, quando i portatori arrivano in cima alla Scala Santa, è tradizione salutarli con scoppi di mortaretti. Per salutare la chiesa o i fedeli, tradizionalmente i portatori sollevano la cassa in aria una o due volte. I Portoei sono i portatori che reggono la Croce senza mai toccarla con le mani. Gli Stramuoei sono i confratelli incaricati di passare la Croce da un portatore all’altro per dare il cambio; gli Stramuoei afferrano il mantinente (un manico orizzontale posto a lato della Croce) e lo sollevano di colpo per inserirlo nel cuppin di un altro portatore. I Confratelli indossano cappe, il colore delle quali contraddistingue la Confraternita di appartenenza. Lunghe fino a terra e ormai senza l’apertura sul dorso che permetteva di esporlo alle flagellazioni, di stoffa e non più di tela di sacco, le cappe vengono strette ai fianchi dal cingolo. I portatori dei Cristi hanno anche cinghie e fasce protettive, e il cinturone di cuoio col crocco per reggere l’asta della croce; sul davanti del crocco c’è il cuppin (un supporto a forma di coppa) dove va inserito il pessin, cioè il piede dell’asta verticale della croce. A coprire le spalle, sopra la cappa, i Confratelli portano il tabarro, una mantellina in velluto ricamato sulla quale spiccano i ruoli ricoperti nella Confraternita. Sul capo portano il cappuccio, detto Boffa, che un tempo copriva anche il volto con due buchi in corrispondenza degli occhi.