Abluzioni a Varanasi

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  12 anni fa
3.00 Punteggio più alto 15 Gennaio 2013
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Magica India. L'India è un'esperienza di vita, è un'esperienza che attiva tutti e cinque i sensi, dall'olfatto alla vista. E' una terra di paradossi, di contrasti, che pulsa e travolge che, o si ama al primo viaggio o si rifugge immediatamente ma che comunque è destinata a restare impressa nella storia personale di chiunque decida di visitarla. Buona visione. Diario di viaggio e riflessioni: Il nostro percorso nell’India settentrionale si svolge sotto il segno dell’acqua, l’elemento che meglio simboleggia la munificenza di Shiva il misericordioso, colui che discioglie le forme vitali per ricondurle nell’eterno fluire del tutto. Attraverseremo fertili pianure, visiteremo in sua compagnia i paesaggi montani sino ai confini del Tibet, in un’alternarsi di picchi e foreste, terrazze e valli simili a giardini là dove tre culture, Indù, Islamica e Buddista si confrontano e a volte si affrontano esercitando una profonda influenza reciproca. Percorreremo i ripidi sentieri dell’Uttar Pradhes, dell’ Himachal Pradesh, della Dhac. Vedremo immani ghiacciai sciogliersi in miriadi rivoli d’acqua. Visiteremo i parchi naturali dove ancora, come mille anni fa il timido cervo sfugge gli artigli della tigre. Tale è la varietà dell’occidente indiano che basta volgere di poco lo sguardo per avere l’impressione di avere d’innanzi un paese totalmente diverso da quello in cui pensavamo di trovarci tanto da farci dubitare di essere caduti in qualche tranello di Krishna il signore dei miraggi l’eterno adolescente, leggero e inafferrabile come il pensiero, capace di evocare visioni d’aria che hanno apparenza di realtà. In questo percorso ci inoltriamo nello splendore del Rajasthan dove i palazzi sono fatti di vento e le fortezze d’oro, spingendoci verso le magiche visione del deserto del Thar. Dissetiamoci ai pozzi del Gusc Bharat dove ancora ruggisce il leone alla ricerca dei luoghi in cui la tradizione vuole che l’azzurro Krishna, Avatar di Vishnu avesse il suo mitico regno. Jaipur fondata nel diciottesimo secolo dal principe Jai Sing secondo. Questa città è particolare per la sua planimetria e la sua pulizia insolita per una città indiana. Ciò è dovuto alle leggi emanate dal maharaja Man Sing che nel 1876, in occasione della visita di Edoardo Settimo d’Inghilterra, stabilì delle norme mollto severe affinché la città fosse sempre pulita ed efficiente. A Jaipur possiamo ammirare il coloratissimo Hava Mahal, il Palazzo dei Venti, costruito nel 1799 dal maharaja Praha Sing che lo dedicò a krishna e a Rada, la divina coppia di pastorelli a cui sono devoti tutt’oggi molti indiani. A Benares i cadaveri vengono bruciati vicino alla riva del fiume. L’anima lascia il corpo ed è libera. Non è un luogo comune designare il centro della Penisola Indiana come la terra dei mille segreti. Come definire altrimenti i santuari di Shiva e Vishnu a Ponda costruiti al riparo della malevola curiosità dei Cristiani di Goa. Che dire di Orca, la mitica città deserta avviluppata dalla giungla dell’ Andra Pradhes delle grotte dipinte di Ajanta nel Maharashtra sommerse dalla vegetazione e scoperte per caso. Dobbiamo ringraziare Ganesha il piccolo e affabile Dio dalla testa di elefante figlio prediletto di Shiva e Parvati, il grande narratore, padrone dei segreti del tempo, se gli ostacoli che celavano questi e altri tesori sono stati rimossi e a noi è stato concesso di ammirare i suoi fulgidi colori, il crogiolo dell’India dove le leggende divengono pareti istoriate e le antiche mura sono storie fattesi pietra. Il popolo Indiano crede che l’acqua del Gange derivi dai gorghi dell’aria, offerta dal Dio Shiva stesso. Essi affidano corpo e anima alla sua potenza. L’acqua divina purifica le anime dei morti e assolve i peccati dei vivi. Per loro essa è Dea, Madre e Vita. Nelle sue mani egli tiene la divinità. In India la popolazione è in continuo aumento e il fiume è sempre più affollato. “Genga la grande Madre sta andando in rovina, i segni sono evidenti, dappertutto emerge, bisogna fare qualcosa perché la Madre viva, Genga non deve morire, bisogna aiutarla”. Namasté

Dati EXIF
Dispositivo COACH
Data 26/12/1987 00:00:00
Diaframma f 0
Tempo di posa 1481089/16777216 sec
Sensibilità ISO 0
Image Info
Categoria Foto a tema libero


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Abluzioni a Varanasi