Polonia. Ghetto di Varsavia. Seconda Guerra mondiale.
“Srulik, non c’è tempo. Voglio che ascolti bene e ricordi tutto quello che ti dirò. Devi sopravvivere, è un ordine! Trova qualcuno che ti insegni come comportarti tra i goyim, a farti il segno della croce e a pregare, così che potrai restare da qualche contadino fino alla fine della guerra. Vai sempre dai poveri, sono più disponibili. E non fare mai il bagno nel fiume con altri bambini”. “Questo lo so”. Dal tetto della camionetta il tedesco chiese qualcosa al compagno, il quale gli rispose da un punto molto vicino a loro. “Avanti!” disse suo padre, e riprese a parlare: “Se ti inseguono con i cani entra nell’acqua o nel fango, per far perdere le tracce. E soprattutto, Srulik” continuò affannosamente, “scordati il tuo nome, cancellalo dalla memoria [...] “Ma se anche ti dimentichi tutto, perfino me e la mamma, non ti dimenticare mai che sei ebreo”.
Corri ragazzo, corri -Uri Orlev
Grazie ric! mi emoziono sempre riguardando questa foto. come avrai potuto vedere dall'album "le luci di Varsavia" la città era tutta illuminata dal natale, tutti in festa e tutti allegri. Isolata in una parte del ghetto e in netto contrasto con l'atmosfera generale quel che resta della prigione di Pawiak (oggi trasformata in museo) e gli orrori che ha visto. Un nodo alla gola..
Grazie Mauro!
La mia intenzione con questo album era quella di far trasparire l'insieme di emozioni che ti suscita una città come Varsavia.
Spero di esserci riuscita
La mia intenzione con questo album era quella di far trasparire l'insieme di emozioni che ti suscita una città come Varsavia.
Spero di esserci riuscita
ciao
Mauro