L'Arco degli Argentari è una piccola porta che si trova a Roma, accanto al portico della chiesa di San Giorgio al Velabro. Ha la forma di porta architravata, quindi non ha, nonostante il nome (moderno), la struttura di un arco.
Il monumento fu eretto nel 204 nel punto in cui l'antica strada urbana del vicus Jugarium si immetteva nella piazza del Foro Boario, nella zona dell'attuale piazza della Bocca della Verità. È una dedica privata degli argentarii et negotiantes boari huius loci ("i banchieri e i commercianti boari di questo luogo") agli augusti Settimio Severo e Caracalla, al cesare Geta, a Giulia Domna, moglie di Settimio Severo, e a Fulvia Plautilla, moglie di Caracalla. Dalle iscrizioni furono in seguito abrasi i nomi di Plautilla (esiliata nel 205 e uccisa nel 211) e di Geta (ucciso nel 212), dei quali era stata decretata la damnatio memoriae. In un primo momento la dedica riguardò forse anche il prefetto del pretorio Gaio Fulvio Plauziano, caduto nel 205.
Il monumento è alto complessivamente 6,15 m e il passaggio ha una larghezza di 3,30 m. La porta è costituita da un architrave sostenuto da due spessi pilastri, con lesene decorate agli angoli, di cui quello orientale venne per metà inglobato nel VII secolo nella vicina chiesa di San Giorgio in Velabro. La struttura è rivestita di lastre di marmo bianco, tranne il basamento in travertino.