Dalla chiesa medievale, rimangono il coro cosmatesco e le sue colonne, nonché il campanile di quattro piani. Quest’ultimo era originariamente più alto, ridotto all’inizio del XVII secolo, probabilmente a causa del rischio di collasso. L’interno, anch’esso ristrutturato nel XVIII secolo, è formato da tre navate con tre cappelle per lato. Tra le opere che ospita, nella la seconda cappella a destra, si trova l’affresco della Flagellazione attribuita ad Antonio Carracci (XVI secolo). Nella cappella di fronte, un crocifisso ligneo del XIV secolo è attribuito a Pietro Cavallini. Nella terza cappella a sinistra è conservata una Vergine con Bambino di Sebastiano Conca. Nell’abside, un frammento di un mosaico del XII secolo rappresenta la figura del Redentore, circondato da una vite a spirale che esce da una coppa. Sul lato destro, alla fine della navata, vi è la Cappella di Gesù Nazareno, una piccola cappella a se stante rispetto all'architettura che la circonda e dal forte impatto visivo: l’immagine del Nazzareno, che fu ripresa agli “Infedeli” a Meknes (Marocco) nel 1681, è di particolare devozione, per aver “mosso gli occhi” nel 1854, come attestato dal cardinale Vicario Costantino Patrizi (1798-1876), quello stesso anno; i mosaici della cappella sono di Eugenio Cisterna (1862-1933).