Lei e la più piccola, ma anche la più talentuosa. Si muove con precisione, con fare deciso, dando l'impressione di non lasciare mai nulla al caso. Tutto è sotto controllo. Ma ad un certo punto un sibilo frusciante turba la tensione. E la raffica della mia fotocamera. Il suo sguardo mi trafigge. E' come se avessi rotto un ancestrale equilibrio tra la sua mente ed il suo corpo. E allora una lieve incertezza si palesa durante quel passo mentre gli occhi si posano su di me. Mi sento come un eretico davanti alla sacralità della tradizione. E spengo la fotocamera. Rimango impietrito. In silenzio, anche nel mio animo.