Visuale della cappella di San Bruno, originata dalla trasformazione del vestibolo della testata sinistra della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
La trasformazione avvenne nell’anno giubilare 1700 per volontà del Priore Padre Mario Roccaforte e per opera dell’architetto Clemente Orlandi. L’intenzione del Priore era celebrare degnamente il fondatore dei Certosini, San Bruno, con una cappella più imponente di quella già esistente, denominata di S. Brunone, di patronato Aldobrandini, troppo piccola e modesta.
Su disegno del pittore Carlo Maratta (Camerino, Ancona 1625 – Roma 1713), autore anche del “Battesimo di Gesù” che ha trovato posto nel lato sinistro della tribuna della chiesa, la nuova Cappella di S. Bruno ebbe una sontuosa decorazione scenografica; essa abbraccia l’altare dipinto illusionisticamente con false colonne di serpentino che reggono una movimentata trabeazione dal frontone spezzato al cui centro si trova uno stemma dedicatorio che così recita:
"State
et videte
magnalia
Domini
exod. cap
XIIII".
Il tutto è contenuto in un finto coro con nicchie e statue che, insieme alle finte architetture delle pareti, furono dipinte da Domenico Balletti e dal Paradisi. Nel 1866 l’architetto Francesco Fontana tradusse in marmo la preesistente mensa eucaristica di legno, impreziosendola con marmo giallo antico, pavonazzetto, onice, alabastro, lapislazzuli, portoro, verde antico africano, rosso di Francia.
Sul policromo altare risalta una tela così chiara che sembra un affresco. Rappresenta l’ “Apparizione della Madonna a S. Bruno”. La Vergine col Divin Figlio sul braccio sinistro è piegata leggermente verso destra per porgere un libro chiuso al Fondatore dell’Ordine: “ La Regola”. L’imponente figura in piedi di S. Pietro, che rappresenta la Chiesa, domina sui personaggi di S.Bruno e i suoi compagni, inginocchiati. Per l’esecuzione del dipinto venne scelto il pittore e incisore romano Giovanni Odazzi (1663 - 1731).
Ti ringrazio molto Giovanni.
Un saluto, Roberto.