"... fra le donne partenopee fiorì l’usanza di adottare un’anima “pezzentella”, ossia senza parenti legali, scegliendone con cura la “capuzzèlla” (il teschio), spolverandola, mettendola al riparo in uno “scaravàttuolo” (una tombìna), coccolandola col “refrìsco” (un rito antico e complicato fatto di preghiere e attenzioni) e dandole un nome.La Pezzentella diventava parte della famiglia; visitata almeno una volta la settimana, a lei ci si confidava e si chiedevano grazie tramite bigliettini lasciati nella capuzzella.
Ad esempio, eccone uno che sperava in una vincita al Lotto: Anima bella venitemi in sogno e fatemi sapere come vi chiamate. Fatemi la grazia di farmi uscire la mia serie della cartella Nazionale. Anima bella fatemi questa grazia, a buon rendere…
Se però le grazie non arrivavano, l’adottante le teneva il muso iniziando a maneggiarla bruscamente, evitando di spolverarla, ignorandola ostentatamente sino ad arrivare, in casi estremi, a ripudiarla con ignominia, sostituendola con un’altra.
Nel 1969 questo genere di culto in odor di superstizione fu proibito dalla Chiesa, ma con scarsi risultati.
Pazzesco, bellissima descrizione, ottimo lavoro,
ciao Ale
prima di andare al "cimitero" ho studiato attingendo info su internet... ho voluto rendere partecipi anche gli amici Nikon club :)
grazie ale
ciao maria
Questa è particolarmente suggestiva e resa ancor più interessante dalla tua descrizione.
Brava
grazie mille :)
ciao maria
Questa è particolarmente suggestiva e resa ancor più interessante dalla tua descrizione.
Brava
Brava Maria.
Un saluto, Vinci
grazie vinci
ciao maria
Brava Maria.
Un saluto, Vinci
ciao Ale
prima di andare al "cimitero" ho studiato attingendo info su internet... ho voluto rendere partecipi anche gli amici Nikon club :)
grazie ale
ciao maria
ciao Ale
Ciao e grazie per le informazioni.
Salvatore
:) grazie salvatore
ciao maria
Ciao e grazie per le informazioni.
Salvatore
Non conoscevo queste usanze, molto particolari in effetti.
Ciao, Fabrizio.
grazie a te del passaggio
ciao maria
Non conoscevo queste usanze, molto particolari in effetti.
Ciao, Fabrizio.