E' morto l'altra notte a Napoli, a 67 anni, Franco Esse, fra i più noti fotoreporter napoletani.
Vi copio un breve ricordo di Mario Riccio, che etra l' altro tocca molti dei punti che in questo Forum si discutono passionalmente.
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Cominciò prestissimo, con i calzoni corti, alla Publifoto, quando non c'erano ancora le agenzie fotografiche, a mettere il naso nelle redazioni, riuse dall' estero riuscendo a piazzare le immagini provenienti dall' Italia e dall' estero. Sempre disponibile con tutti, ma quel giorno di primavera di 50 anni fa non digerì l'ordine impartito dal titolare della Publifoto: accompagnare quel fotografo straniero per un reportage nel cuore della Napoli greco - romana. Gli stessi luoghi dove Franco era nato e viveva.
Solo qualche anno dopo scoprì chi era quel "paparazzo" francese con il quale senza conoscere la lingua alla fine socializzò. E così per anni si è potuto vantare di aver portato la borsa e fatto da "cicerone" al grande Henry Cartier Bresson.
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Franchetiello ha immortalato i maggiori avvenimenti accaduti a Napoli e in Campania. E' stato fra i primi, o addirittura il primo, ad utilizzare il teleobiettivo. Fotoreporter istintuale, non aveva molto studiato, ma nonostante ciò riusciva a dare ai suoi scatti uno spessore unico. Irripetibile. Insomma è stato un vero e proprio operatore culturale.
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Quattro anni fa , i primi sintomi di un male incurabile. Qualsiasi altra persona si sarebbe arresa. Franco, invece, andava fiero di aver sconfitto in pochi giorni, il male che lo affliggeva. Subito dopo, a preoocuparlo fu soprattutto l' avvento della fotografia digitale. Lui che aveva cominciato quando si usavano ancora le lastre emulsionate re spingeva riluttante la nuova tecnologia . E ancora rimase fedele alla sua vecchia Nikon a pellicola. Ma nessuno dei suoi colleghi più giovani è mai riuscito a fargli bucare uno scatto. Anzi. I più giovani, con le tecnologie più avanzate a disposizione, hanno sempre scattato centinaia di foto per tentare di cavarne una pubblicabile. Franco, invece, è stato sempre il fotografo dallo scatto sicuro, deciso, rapace. E puntualmente è stata quasi sempre una sua foto che ha fatto il giro del mondo. Poi, qualche mese fa, ha deciso di misurarsi anche lui con quella "maledetta" fotocamera ultramoderna. inutile dire che in pochi giorni è divenuto padrone assoluto del mezzo, meravigliando, ancora una volta tutti i colleghi.
L' ultima battaglia lo ha visto purtroppo sconfitto. E tutti noi, giornalisti e fotografi, ora possiamo considerarci davvero orfani del suo esempio, della sua modestia, della sua abilità e della sua mai ostentata disponibilità."
Joseph Koudelka "Solo i fotografi napoletani sanno fare la cronaca".
Oltre che come ricordo, c'è abbastanza delle "nostre" discussioni, non trovate?
Qualche foto di Franco Esse
Vi copio un breve ricordo di Mario Riccio, che etra l' altro tocca molti dei punti che in questo Forum si discutono passionalmente.
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Cominciò prestissimo, con i calzoni corti, alla Publifoto, quando non c'erano ancora le agenzie fotografiche, a mettere il naso nelle redazioni, riuse dall' estero riuscendo a piazzare le immagini provenienti dall' Italia e dall' estero. Sempre disponibile con tutti, ma quel giorno di primavera di 50 anni fa non digerì l'ordine impartito dal titolare della Publifoto: accompagnare quel fotografo straniero per un reportage nel cuore della Napoli greco - romana. Gli stessi luoghi dove Franco era nato e viveva.
Solo qualche anno dopo scoprì chi era quel "paparazzo" francese con il quale senza conoscere la lingua alla fine socializzò. E così per anni si è potuto vantare di aver portato la borsa e fatto da "cicerone" al grande Henry Cartier Bresson.
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Franchetiello ha immortalato i maggiori avvenimenti accaduti a Napoli e in Campania. E' stato fra i primi, o addirittura il primo, ad utilizzare il teleobiettivo. Fotoreporter istintuale, non aveva molto studiato, ma nonostante ciò riusciva a dare ai suoi scatti uno spessore unico. Irripetibile. Insomma è stato un vero e proprio operatore culturale.
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Quattro anni fa , i primi sintomi di un male incurabile. Qualsiasi altra persona si sarebbe arresa. Franco, invece, andava fiero di aver sconfitto in pochi giorni, il male che lo affliggeva. Subito dopo, a preoocuparlo fu soprattutto l' avvento della fotografia digitale. Lui che aveva cominciato quando si usavano ancora le lastre emulsionate re spingeva riluttante la nuova tecnologia . E ancora rimase fedele alla sua vecchia Nikon a pellicola. Ma nessuno dei suoi colleghi più giovani è mai riuscito a fargli bucare uno scatto. Anzi. I più giovani, con le tecnologie più avanzate a disposizione, hanno sempre scattato centinaia di foto per tentare di cavarne una pubblicabile. Franco, invece, è stato sempre il fotografo dallo scatto sicuro, deciso, rapace. E puntualmente è stata quasi sempre una sua foto che ha fatto il giro del mondo. Poi, qualche mese fa, ha deciso di misurarsi anche lui con quella "maledetta" fotocamera ultramoderna. inutile dire che in pochi giorni è divenuto padrone assoluto del mezzo, meravigliando, ancora una volta tutti i colleghi.
L' ultima battaglia lo ha visto purtroppo sconfitto. E tutti noi, giornalisti e fotografi, ora possiamo considerarci davvero orfani del suo esempio, della sua modestia, della sua abilità e della sua mai ostentata disponibilità."
Joseph Koudelka "Solo i fotografi napoletani sanno fare la cronaca".
Oltre che come ricordo, c'è abbastanza delle "nostre" discussioni, non trovate?
Qualche foto di Franco Esse
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Marco
Marco
Sono un campano e sono dispiaciuto, ma comunque se ne parliamo vuol dire che la sua opera è rimasta tra noi e tra noi rimarrà.
