In un antico vicolo di Napoli che porta il suggestivo nome di Vico Belladonna, al numero 1, Ferdinando espone alle pareti delle foto di suoi parenti, racchiuse sotto un drappo rosso con la scritta: La vita della morte.
E’ un esposizione permanente di tutti i suoi cari defunti. Ad ogni nuova dipartita, Ferdinando aggiunge una fotografia. Ora a colori, ora no, ora gialla e vecchia, ora un ritaglio da una foto di una cerimonia.
Il nome di questa esposizione mi apre metaforicamente e non solo le porte di un mondo nel quale l’anima, la psicologia, la tradizione e la spiritualità si fondono in un tutt’uno. E’ sua la straordinaria capacità di rubare l’attimo fuggente, quel momento in cui spesso si decide se un evento sarà gioia o dolore, quell’attimo attraverso il quale spesso sembra di poter raccontare una intera vita, quel momento che ci introduce nelle parti più profonde di noi stessi affinché i ricordi ci regalino ancora sensazioni uniche e irripetibili, ma vive almeno nei cassetti della memoria. La vita che scorre, gli attimi, le sensazioni che attraversano la vita di ciascuno di noi sembrano essere colti nella loro interezza e bellezza tanto da diventare fotografia.

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E’ un esposizione permanente di tutti i suoi cari defunti. Ad ogni nuova dipartita, Ferdinando aggiunge una fotografia. Ora a colori, ora no, ora gialla e vecchia, ora un ritaglio da una foto di una cerimonia.
Il nome di questa esposizione mi apre metaforicamente e non solo le porte di un mondo nel quale l’anima, la psicologia, la tradizione e la spiritualità si fondono in un tutt’uno. E’ sua la straordinaria capacità di rubare l’attimo fuggente, quel momento in cui spesso si decide se un evento sarà gioia o dolore, quell’attimo attraverso il quale spesso sembra di poter raccontare una intera vita, quel momento che ci introduce nelle parti più profonde di noi stessi affinché i ricordi ci regalino ancora sensazioni uniche e irripetibili, ma vive almeno nei cassetti della memoria. La vita che scorre, gli attimi, le sensazioni che attraversano la vita di ciascuno di noi sembrano essere colti nella loro interezza e bellezza tanto da diventare fotografia.

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Le stanze di Ferdinando sono basse e messe una nell’ altra, con i soffitti spigolosi ed appuntiti. Gli vorrei chiedere cosa è per lui la morte, ma ne faccio a meno, e penso a come la definiamo nella quotidianità. Al fatto che dobbiamo ricorrere al certificato.
Ma perché mai dobbiamo passare attraverso un documento per un riconoscimento esistenziale sociale e culturale, senza il quale non si è?

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Ma perché mai dobbiamo passare attraverso un documento per un riconoscimento esistenziale sociale e culturale, senza il quale non si è?

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Ma tutto questo, che senso ha? Mi chiedo mentre osservo le pareti scrostate di questa casa che è fatta come una caverna. Dalla penombra, Ferdinando mi regala sorrisi che sono solo le pieghe delle rughe sul viso alla poca luce di qualche candela. E mentre continuo ad osservare ed essere osservato da tutti quei volti, mi chiedo cosa c’ entrano le carte bollate e le definizioni con quello che sto vedendo. Questi fenomeni fanno parte del fenomeno vita ma non sono vivi in sé. ... Allora dov'è il confine fra la vita e la non-vita? Non esiste un confine netto. ...

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C’è chi aspetta quel giorno da quando è nato. Quale giorno? Il giorno in cui morirà. Un lento ma inesorabile ticchettio che ti ricorda il conto alla rovescia. Un po’ come accade quando si compra un nuovo televisore: dal momento che lo si estrae dalla sua bella scatola e lo accendiamo, sappiamo che esso dopo un certo numero di ore di funzionamento, si spegnerà. Per sempre. Ferdinando lo aspetta da più di cinquanta anni, ma quando quel giorno arriverà, per lui non ci saranno né definzioni, ne carte bollate. Ferdinando è semplicemente inesistente. Lui non è mai stato dichiarato nato, non esiste il suo nome nei registri del comune, non è un cittadino, non è un elettore, non può riprodurre un’ entità simile a se stessa. Allora mi chiedo, ma Ferdinando è vivo?

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Forse Ferdinando è un moribondo, un essere sospeso tra la vita e la non vita.
“ I moribondi non piacciono a nessuno. Perché nessuno sa cosa è la morte. – Oltre il giardino”. Ecco perché Ferdinando non è solo, ma senza la compagnia dei vivi. Ma forse lui sa cosa è la morte, in questo luogo dove tutto sembra morto tranne la morte attaccata ai muri.

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“ I moribondi non piacciono a nessuno. Perché nessuno sa cosa è la morte. – Oltre il giardino”. Ecco perché Ferdinando non è solo, ma senza la compagnia dei vivi. Ma forse lui sa cosa è la morte, in questo luogo dove tutto sembra morto tranne la morte attaccata ai muri.

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La luce del sole fatica ad entrare, ma c’è una non luce forte che proviene dal profondo della caverna. Qualcosa che ti impedisce di guardare ma che ti attrae. Vorresti all’ inizio scappare, ma quelle facce sembra ti chiamino, e cominci a sentire delle voci. Un coro scuro, fatto di voci monotone, tutte che ripetono all’ infinito una sola parola, ripetuta tante volte da farla appiattire come una linea all’ orizzonte: il tuo nome.

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Per molto tempo ho pensato che l’attaccamento che ci fa pensare alla morte come evento negativo, fosse un attaccamento alla materia, al materiale. Compresi gli affetti. Ho scoperto poi che siamo molto più attaccatti a noi stessi, all’ idea di noi stessi. Bisogna quindi essere preparati a porre fine all’ attaccamento. Ma per porre fine, dobbiamo capire cos’è quest’ attaccamento. Perché siamo attaccati?

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Se proviamo a distaccarci, se ci sforziamo ad essere distaccati, otteniamo l’ effetto contrario. Ricordate? Quante volte, per una delusione d’amore provata, abbiamo promesso a noi stessi di non pensare più a quella persona? Eppure non ci riuscivamo, sofrzi inutili, nottate in bianco, serate passate ad ingannarci. Perché noi eravamo quella persona. Perché senza quell’ attaccamento, non ci sentiremmo noi stessi. Ci sentiremmo persi. Senza nostra moglie, senza nostro marito, senza la nostra casa, senza il nostro lavoro. Perchè noi siamo tutte queste cose. Ed uno senza famiglia, senza affetti, senza la propria casa, la propria vita, che cosa è?

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Morte: una parola che suscita sentimenti d’ansia, una parola che evoca fantasmi antichi. Ma non per Ferdinando, che la vive come ogni buon napoletano a cavallo tra dramma e ironia, tra tragico e comico.
Si muove sicuro di se in quel buio, isolato come sembra dalle cose e dal mondo. Eppure non si sente solo. Ferdinando mangia ogni giorno con un morto. Di solito è proibito mangiare con i morti, specie per la cultura meridionale e mediterranea. Si può mangiare con i morti solo il 2 novembre, giorno dei defunti. Quando si crede che questi ritornino nella realtà, e allora si prepara un pasto proprio per loro, una papparolla. Oggi anche il 2 novembre sembra sepolto sotto le macerie della propria frenetica esistenza. Viviamo infatti in una società in cui la morte è considerata un tabù e in cui il solo parlarne è considerato morboso.
Ferdinando non sembra averne paura. Lui conosce la morte, sembra che da sempre abbia vissuto con Lei.
Per noi che non abitiamo nelle caverne invece, la morte ed il morire sembrano dover essere rimosse. Dove morire sembra essere vergognoso, o dove morire deve fare notizia.

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Si muove sicuro di se in quel buio, isolato come sembra dalle cose e dal mondo. Eppure non si sente solo. Ferdinando mangia ogni giorno con un morto. Di solito è proibito mangiare con i morti, specie per la cultura meridionale e mediterranea. Si può mangiare con i morti solo il 2 novembre, giorno dei defunti. Quando si crede che questi ritornino nella realtà, e allora si prepara un pasto proprio per loro, una papparolla. Oggi anche il 2 novembre sembra sepolto sotto le macerie della propria frenetica esistenza. Viviamo infatti in una società in cui la morte è considerata un tabù e in cui il solo parlarne è considerato morboso.
Ferdinando non sembra averne paura. Lui conosce la morte, sembra che da sempre abbia vissuto con Lei.
Per noi che non abitiamo nelle caverne invece, la morte ed il morire sembrano dover essere rimosse. Dove morire sembra essere vergognoso, o dove morire deve fare notizia.

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Ma che faccia ha la morte? Mi chiedo nella mente questo, mentre osservo le illuminanti pareti. Ed allora, quasi sottovoce Ferdinando ed io discutiamo dell’immagine della morte e del morire.
Da giovane incontrai per caso un morto e mi misi ad osservarlo e commisi un errore. Perché mi guardi? Pensi di farmi impressione? Gli chiesi puntando un dito verso gli occhi. Me ne andai per la mia strada, dimenticando l’ accaduto. La sera rientrato a casa, cominciai a mangiare come al solito nell’ angolo, da solo. Mi accorsi dopo che non ero solo. E’ da quel giorno che non esco da questa grotta, costretto a banchettare con la morte. Non ho mai conosciuto uomo sano più vicino alla morte, pensai osservando le sue mani bruciate come quelle di chi le stringe ad un morto. Il morto è un'entità che è a contatto con l'aldilà, ma ci sono, nelle condizioni della vita umana, persone più vicine alla morte e persone più distanti. Gli adulti sono distanti dalla morte, a meno che questa non capiti in maniera violenta. I più vicini ai morti sono i bambini, perché, nati da poco, sono meno distanti dal nulla della morte dal quale sono venuti.

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Da giovane incontrai per caso un morto e mi misi ad osservarlo e commisi un errore. Perché mi guardi? Pensi di farmi impressione? Gli chiesi puntando un dito verso gli occhi. Me ne andai per la mia strada, dimenticando l’ accaduto. La sera rientrato a casa, cominciai a mangiare come al solito nell’ angolo, da solo. Mi accorsi dopo che non ero solo. E’ da quel giorno che non esco da questa grotta, costretto a banchettare con la morte. Non ho mai conosciuto uomo sano più vicino alla morte, pensai osservando le sue mani bruciate come quelle di chi le stringe ad un morto. Il morto è un'entità che è a contatto con l'aldilà, ma ci sono, nelle condizioni della vita umana, persone più vicine alla morte e persone più distanti. Gli adulti sono distanti dalla morte, a meno che questa non capiti in maniera violenta. I più vicini ai morti sono i bambini, perché, nati da poco, sono meno distanti dal nulla della morte dal quale sono venuti.

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Infatti si pensa che le anime nell'aldilà abbiano delle sofferenze. Dunque nel giorno della Festa dei Morti o si dava da mangiare ai defunti elargendo dolci ai bambini (gli equivalenti dei morti) oppure si provvedeva a dare da mangiare a un mendicante di strada, perché anche questo rappresentava una trasposizione dei morti.

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Nella nostra società, sembra proprio che il moderno atteggiamento di rimozione e fuga dalla morte, dai morenti e dalle manifestazioni del lutto sia una scelta obbligata. In questa società, in cui l’unico imperativo sembra essere quello della produzione ad ogni costo, l’uomo ha dovuto sviluppare in breve tempo - quasi fosse una funzione adattiva - le sue contromisure a livello psicologico, e sembra che tra queste, la rimozione dell’idea della morte sia la più riuscita.
Paradossalmente davanti alla paura di morire, oggi emerge la paura di vivere e, quando qualcuno compie l'estremo gesto, con sorpresa ci fermiamo magari a pensare "perché non farlo anche noi", cosa ci offre la vita - questa vita - di veramente importante? Spesso, evitiamo semplicemente di chiedercelo perché magari non sapremmo darci una risposta durevole e rassicurante: semplicemente perché non siamo in grado di definire il senso del nostro agire; ci muoviamo e basta.

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Paradossalmente davanti alla paura di morire, oggi emerge la paura di vivere e, quando qualcuno compie l'estremo gesto, con sorpresa ci fermiamo magari a pensare "perché non farlo anche noi", cosa ci offre la vita - questa vita - di veramente importante? Spesso, evitiamo semplicemente di chiedercelo perché magari non sapremmo darci una risposta durevole e rassicurante: semplicemente perché non siamo in grado di definire il senso del nostro agire; ci muoviamo e basta.

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Se solo potessimo sapere cosa c’è dopo la morte, mi dico mentre resto soffocato dalla mancanza di aria nella caverna. Ma è un asma interiore, qualcosa che ti toglie il respiro ma non ti uccide. Senti dentro di te che potresti restare lì e vivere anche senza respirare, come se ti estraniassi dalla vita terrena. In effetti si respira materia solida: non c’è pavimento e quella specie di terreno è diventata polvere. I credenti tutti sanno cosa c’è dopo la morte, ma perché non l’ abbiamo chiesto all’ unico che ha avuto la possibilità di fare il viaggio di andata e ritorno?
Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni". Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?".
Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Lo sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare".
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto".
(Giovanni 11,1-46)

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Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni". Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?".
Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Lo sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare".
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto".
(Giovanni 11,1-46)

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Osservo Ferdinando e tutto ciò che lo circonda. Quelle foto, quei volti, quelle voci che ora non sono più un unico coro ma singole e distinte voci. Decine, centinaia di voci, tutte udibili chiaramente, tutte pronte a raccontarti la loro storia e tutte insieme fanno la Storia. La vita come intervallo di tempo compreso fra la nascita e la morte, con centinaia di singoli eventi in qualche modo orientati alla morte. Eventi piccoli come granelli di sabbia ma che insieme formano le dune della storia, e grandi eventi della storia raccontati perché vissuti nelle piccole forme quotidiane della vita. E quando questi eventi si intrecciano con le delusioni, ci si rivolge al fascino discreto della morte.
Veniamo alla luce senza averne la responsabilità, ma abbiamo ci dicono la responsabilità della nostra vita. Il controllo della nostra vita, realizzandola quasi inconsapevolmente per assogettare a noi anche il controllo della morte.
E Ferdinando che controllo ha? L’invocazione della morte da parte di quest’ uomo debole che non ha saputo reinventarsi è il grido di vita più grandioso e rabbioso che abbia mai ascoltato. Il suo sguardo sembra già capace di affrontare con tutta la dignità possibile dell’ uomo, l’ ultimo atto.

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Veniamo alla luce senza averne la responsabilità, ma abbiamo ci dicono la responsabilità della nostra vita. Il controllo della nostra vita, realizzandola quasi inconsapevolmente per assogettare a noi anche il controllo della morte.
E Ferdinando che controllo ha? L’invocazione della morte da parte di quest’ uomo debole che non ha saputo reinventarsi è il grido di vita più grandioso e rabbioso che abbia mai ascoltato. Il suo sguardo sembra già capace di affrontare con tutta la dignità possibile dell’ uomo, l’ ultimo atto.

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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Cesare Pavese
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Poco piú di due ore dopo, che a me sono sembrate una vita, Ferdinando mi ha lasciato, non prima di invitarmi a riflettere sulla mia possibilità di concentrarmi sulle cose per cui vale la pena di vivere, di quelle idee che – sono parole sue – fanno il nuovo giorno, un giorno da vivere.

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Cesare Pavese
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Poco piú di due ore dopo, che a me sono sembrate una vita, Ferdinando mi ha lasciato, non prima di invitarmi a riflettere sulla mia possibilità di concentrarmi sulle cose per cui vale la pena di vivere, di quelle idee che – sono parole sue – fanno il nuovo giorno, un giorno da vivere.

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Le foto.
1- Antro della Sibilla Cumana - Parco Archeologico Baia
2- Fauno - Portone palazzo via S. Biagio dei Librai - Napoli
3- Ex Voto Chiesa Gesù Nuovo - Napoli
4- Deforme - Portone palazzo via S. Biagio dei Librai - Napoli
5- Vulcano Solfatara, Pozzuoli - Napoli
6- Vulcano Solfatara, Pozzuoli - Napoli
7- Vulcano Solfatara, Pozzuoli - Napoli
8- Decapitazione di San Gennaro - Chiesa di San Gennaro, Pozzuoli - Napoli
9- Particolare portone palazzo Via S. Biagio dei Librai - Napoli
10- Bambino che piange - bronzo in vendita presso robivecchi centro storico - Napoli
11- Ex Voto - in vendita presso robivecchi centro storico - Napoli
12- Particolare facciata chiesa Madonna del Purgatorio - Napoli
13- Tomba sconosciuta - cortile interno chiesa San Domenico Maggiore - Napoli
14 - Guardiano - Particolare Palazzo Principi di Sansevero - Napoli
15- Particolare di Angelo - cortile interno chiesa San Domenico Maggiore - Napoli
Saluti
Francesco T
1- Antro della Sibilla Cumana - Parco Archeologico Baia
2- Fauno - Portone palazzo via S. Biagio dei Librai - Napoli
3- Ex Voto Chiesa Gesù Nuovo - Napoli
4- Deforme - Portone palazzo via S. Biagio dei Librai - Napoli
5- Vulcano Solfatara, Pozzuoli - Napoli
6- Vulcano Solfatara, Pozzuoli - Napoli
7- Vulcano Solfatara, Pozzuoli - Napoli
8- Decapitazione di San Gennaro - Chiesa di San Gennaro, Pozzuoli - Napoli
9- Particolare portone palazzo Via S. Biagio dei Librai - Napoli
10- Bambino che piange - bronzo in vendita presso robivecchi centro storico - Napoli
11- Ex Voto - in vendita presso robivecchi centro storico - Napoli
12- Particolare facciata chiesa Madonna del Purgatorio - Napoli
13- Tomba sconosciuta - cortile interno chiesa San Domenico Maggiore - Napoli
14 - Guardiano - Particolare Palazzo Principi di Sansevero - Napoli
15- Particolare di Angelo - cortile interno chiesa San Domenico Maggiore - Napoli
Saluti
Francesco T
Gennaro
Tutti coloro che perdiamo qualcosa ci tolgono.
Resta ancora uno specchio sottile
che, come la luna in qualche torbida notte,
obbedirà al richiamo delle maree.
(1883 - Emily Elizabeth Dickinson)
Resta ancora uno specchio sottile
che, come la luna in qualche torbida notte,
obbedirà al richiamo delle maree.
(1883 - Emily Elizabeth Dickinson)
Ho visto pian piano nascere questo denso e spessissimo Life, post dopo post. Me lo sono poi riguardato più volte, cercando le parole più adatte per commentarlo, senza trovarle.
Mi affido quindi a quelle che per prime mi sono balenate nella mente.
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
(Sono una creatura) - G. Ungaretti
Grazie, Francesco.
Mi affido quindi a quelle che per prime mi sono balenate nella mente.
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
(Sono una creatura) - G. Ungaretti
Grazie, Francesco.
QUOTE(Francesco T @ May 31 2006, 09:11 PM)
Ma non per Ferdinando, che la vive come ogni buon napoletano a cavallo tra dramma e ironia, tra tragico e comico.
Avutato 'o vicariello, mine 'e vermicielle
Appena il funerale sarà uscito dal vicolo, butta già la pasta
(Ferdinando....forse)
Complimenti Francesco
.... non aggiungo parole che sarebbero inutili.
Solo un grazie.
Solo un grazie.
straordinario omaggio alla morte.
Grazie Francesco
Anche la morte deve poter essere detta, deve diventare figura. Rilke lo ha capito attraverso Cézanne.
"Come in un'antica danza macabra la morte ha afferrato da dietro la sua mano, dipingendo lei stessa l'ultimo tratto con un brivido di piacere; la sua ombra si era allungata già da tempo sulla tavolozza, ha avuto tempo di scegliersi nella cerchia aperta dei colori quello che più le piaceva; quando fosse arrivato sulla punta del pennello, l'avrebbe preso, avrebbe dipinto...ecco, era proprio lì; lo prese e fece il suo tratto, l'unico che essa sapeva".
Grazie Francesco
Anche la morte deve poter essere detta, deve diventare figura. Rilke lo ha capito attraverso Cézanne.
"Come in un'antica danza macabra la morte ha afferrato da dietro la sua mano, dipingendo lei stessa l'ultimo tratto con un brivido di piacere; la sua ombra si era allungata già da tempo sulla tavolozza, ha avuto tempo di scegliersi nella cerchia aperta dei colori quello che più le piaceva; quando fosse arrivato sulla punta del pennello, l'avrebbe preso, avrebbe dipinto...ecco, era proprio lì; lo prese e fece il suo tratto, l'unico che essa sapeva".
ogni altra parola sarebbe inutile.
Un Life grandioso. Pirandelliano.
Filosofico, triste, intelligente, arguto.
Mi resta una domanda in sospeso:
chi darà vita alla morte di Ferdinando ?
Anzi, senza vita documentale, potrà mai morire ?
L'eternità è dietro l'angolo..

Filosofico, triste, intelligente, arguto.
Mi resta una domanda in sospeso:
chi darà vita alla morte di Ferdinando ?
Anzi, senza vita documentale, potrà mai morire ?
L'eternità è dietro l'angolo..

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Grazie Francesco!!
Grazie Francesco!!