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Soggettività Artistica
Mi piace o Ci deve piacere??
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ConteMaxS
Messaggio: #51
Vorrei tanto farvi vedere l' opera d' arte che sto osservando dalla finestra del mio ufficio, è appena uscita dal Call Center del piano di sotto:

altezza: 1,75 mt;
capelli: neri;
occhi: verdi e vagamante orientaleggianti;
carnagione: scura e....curve mozzafiato;
nome dell' opera: Donna Mediterranea;
autori: Mammà e Papà suoi

E mo' voglio vedere chi dice: "a me, nun me piace!!!"

Messaggio modificato da ConteMaxS il Oct 7 2005, 09:52 AM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #52
QUOTE(ludofox @ Oct 7 2005, 09:28 AM)
L'esempio di nuvolarossa sul "Koln Concert" di Keith Jarret, calza perfettamente.
(jazz, ...che passione!).
*



E pensare che, proprio perche' amo il Jazz in modo smodato, Mr. Jarret non sono mai riuscito a capirlo. Per me jazz e' Coltrane, Parker, Mingus e Monk, Gillespie, Baker e Davis ..... ma Jarret....non riesco proprio a collocarlo li in mezzo. Neanche come intenti.
blink.gif

.oesse.
toad
Messaggio: #53
QUOTE(ConteMaxS @ Oct 7 2005, 10:51 AM)
E mo' voglio vedere chi dice: "a me, nun me piace!!!"


Lo diciamo tutti, se non ce la fai vedere, datti da fare, sei il Conte o no?

Un caro saluto

Guido
Fedro
Messaggio: #54
QUOTE(ConteMaxS @ Oct 7 2005, 10:51 AM)
E mo' voglio vedere chi dice: "a me, nun me piace!!!"
*


lo dico io....lo sai...a me piaci tu ph34r.gif
scusandomi chiudo l'OT
padrino
Messaggio: #55
QUOTE(oesse @ Oct 7 2005, 08:29 AM)
Io, Giuseppe, parto dal prosupposto che i limiti siano i miei. E che quindi sia io a non capire la "dimensione" dell'artista.
E, non per questo, metto in discussione le sua capacita'

.oesse.
*



Su questo sono daccordissimo con Te... Come dicevo ieri sera, già questa discussione mi ha regalato nuovi stimoli e nuova voglia di riosservare ciò che già ho osservato, che mi sia piaciuto o no... In fondo non è proprio dai nostri limiti che si ha la possibilità di crescere umanamente, culturalmente e, quindi, anche artisticamente??

Però, ogni tanto, capita anche che, nonostante si abbiano le basi culturali per giudicare un'opera, Uno la guarda, la riguarda e la riguarda ancora... La maggioranza dice che è un capolavoro... Però a Noi non piace proprio... Bè, lì non c'è niente da fare... La soggettività è un qualcosa di talmente forte che, a volte, neanche uno studio approfondito di una determinata opera, qualunque essa sia, può far cambiare idea...

Estetica, Arte, Soggetto, Emozioni... E' davvero una miscela tremenda!!! L'uomo è davvero una macchina che, se usata in maniera giusta (ed anche qui subentra la soggettività e il cosa è giusto per me e per gli altri), sa regalare cose impensabili!!!
toad
Messaggio: #56
QUOTE(oesse @ Oct 7 2005, 10:58 AM)
E pensare che, proprio perche' amo il Jazz in modo smodato, Mr. Jarret non sono mai riuscito a capirlo. Per me jazz e' Coltrane, Parker, Mingus e Monk, Gillespie, Baker e Davis ..... ma Jarret....non riesco proprio a collocarlo li in mezzo. Neanche come intenti.
blink.gif

.oesse.
*



Da un punto di vista estremamente "purista" devo darti ragione, con qualche riserva su Gillespie e sull'ultimo Davis. Coltrane era un altro mondo, più di Parker. "A Love Supreme" e "Ascension" probabilmente travalicano lo stesso concetto di jazz assumendo il ruolo di musica pura al di fuori di tutti gli schemi. Vanno ascoltati però in un certo stato d'animo... se no ph34r.gif

Un caro saluto

Guido

P.S.: mi stavo chiedendo se andiamo O.T. Non credo, il titolo è "Soggettività artistica" anche se posto in Tecniche fotografiche. SE sbaglio, fate sapere.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #57
e ballads di coltrane dove lo metti?

.oesse.
padrino
Messaggio: #58
Io, di Jazz, non ci capisco veramente un cavolo!!! unsure.gif
ConteMaxS
Messaggio: #59
QUOTE(padrino @ Oct 7 2005, 11:32 AM)
Io, di Jazz, non ci capisco veramente un cavolo!!!  unsure.gif
*



Solo di Jazz?
Sicuro?

Uè, uè, calmo calmo, sto scherzando, e che cos'è!!!
padrino
Messaggio: #60
Tranquillo, Conte... Non mi offendo mica... laugh.gif

Effettivamente non solo di Jazz... Intanto sto cercando di capirci qualcosa per quanto riguarda la fotografia... Poi, piano piano, passerò anche ad altre cose... rolleyes.gif
toad
Messaggio: #61
QUOTE(oesse @ Oct 7 2005, 11:26 AM)
e ballads di coltrane dove lo metti?

.oesse.
*



E' sistemato nella sezione "Favorites"!
filippo giorgi
Messaggio: #62
Cito:
"L'Arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che, poggiando su accorgimenti tecnici e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza, portano a creative forme di espressione estetica".


huh.gif huh.gif dry.gif huh.gif

Filippo.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #63
QUOTE(filippogiorgi @ Oct 7 2005, 12:35 PM)
Cito:
"L'Arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che, poggiando su accorgimenti tecnici e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza, portano a creative forme di espressione estetica".  huh.gif  huh.gif  dry.gif  huh.gif

Filippo.
*



Da dove l'hai presa?
Dal Dizionario?

Bhè, ...Mi sembra un tantino ...concentrata, succinta, com'è inevitabile nelle definizioni da dizionario.
Ma mi pare assolutamente in linea con quanto detto fin'ora, non credi?
filippo giorgi
Messaggio: #64
QUOTE
Da dove l'hai presa?


Trovata con Google sotto "definizione di Arte"

Mi è sembrata carina!!! wink.gif

Filippo.
_Nico_
Messaggio: #65
V'ho seguito silente... smile.gif

S'è parlato spesso d'arte, in questa discussione. In realtà, come qualcuno ha fatto notare, si sta parlando di gusto. Kant distingueva ancora il bello dal piacevole. Ma oggi il piacevole è promosso ipso facto al bello -e viceversa: ciò che non piace diviene brutto.

Credo che questa totale confusione tra bello e piacevole (ovvero ciò che piace) sia tipica di quest'epoca, così marcata da un individualismo... di massa. smile.gif

Affermando che la tal cosa è bella (ovvero che piace) o è brutta (ovvero che non piace), non si dice alcunché a proposito della cosa. Non ho alcuna informazione a proposito. So solo che è apprezzata o no dal mio interlocutore. In altre parole -e in realtà- ho informazioni esclusivamente sul mio interlocutore: so che la cosa gli piace o no. Un ennesimo modo, insomma, per affermare se stessi, utilizzando la cosa come sponda.

Faccio due esempî semplici. Passeggio con un amico, vede un vestito in una vetrina ed esclama: «bello questo vestito!». «Perché è bello?». «Perché mi piace!» (non è stato ripetuto a josa che «è bello ciò che piace»?). «Ho capito, ma perché ti piace?». «Perché mi piace e basta!». Fine del dialogo (in realtà un monologo teso ad affermare se stessi). Non so nulla del vestito, e nemmeno del perché piaccia all'amico. So solo che a lui piace. Posso insomma catalogare la sua reazione come «io sì!» (o, nel caso contrario «io no!»).

Passeggio invece con un sarto, che vede lo stesso vestito, ed esclama anche lui: «bello questo vestito!». «Perché è bello?». «Hai visto la stoffa? È d'un tessuto molto fine, morbido, il disegno è garbato. È tagliato molto bene, cucito con gran cura, ed esalta la figura, pur sembrando molto comodo a vestirsi». In questo caso ho sia informazioni sull'oggetto che sul personale gusto dell'amico sarto...

Siamo sempre e solo nell'ambito del gusto, ma in un caso c'è un rapporto cosciente tra il soggetto e l'oggetto, nell'altro no, o quanto meno un rapporto 'negato'.

Si è liberissimi di dire che i Rolling Stones ci piacciono o no, che Leonardo ci piace o no, ma converrebbe chiedersi il perché. Forse impareremmo qualcosa in più, oltre le nostre sensazioni «di pelle».
bluemonia
Banned
Messaggio: #66
prof! è sempre un piacere leggere le tue lezioni... smile.gif
un bell'esempio che sintetizza molto bene il concetto!

Al liceo ho imparato che se devo criticare un'opera d'arte o magari semplicemente una bozza, lo devo fare con cognizione di causa, devo sapere cosa mi piace o non mi piace e il motivo, altrimenti è meglio star zitti perchè forse si sta criticando qualcosa che non si conosce e non si riesce a comprendere.

ciau wink.gif
_Nico_
Messaggio: #67
Grazie Monia! smile.gif

Devo aggiungere qualcosina a proposito di 2001 Odissea nello spazio... S'è già detto che la risposta di Kubrick fosse tesa a tagliar corto, di fronte a un giornalista considerato importuno. Ma io ho letto sue dichiarazioni sul film, e andavano nella direzione opposta. Per esempio diceva chiaramente che il monolite fosse una sorta di concretizzazione dell'inconscio collettivo di Jung. Non approfondisco, ma certamente una simile dichiarazione esclude che ritenesse il film privo di significato...

Andiamo alle ultime scene, quando David Bowman (cioè Davide Arciere, che ci ricorda il Davide che combatte il Golia-Hal 9000), l'unico astronauta sopravissuto, arriva a Giove e dopo un'esperienza 'visionaria' (tutta in Agfa Contour*** wink.gif) diventa rapidamente vecchissimo finché non... rinasce: diventa un bimbo cosmico.

Il momento della rinascita è scandito dalle note solenni dell'Also spracht Zarathustra di Richard Strauss, composto in onore e dopo la lettura dell'omonimo testo di Nietzsche. Se andiamo ad aprire questo libro, leggiamo subito Le tre metamorfosi:

QUOTE
Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo...


Cammello? «lo spirito... come il cammello che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, così corre anche lui nel deserto...». Il cammello nel film è l'astronave, ipercarica, che corre, anzi vola nel deserto dello spazio (e infine anche priva d'ogni comunicazione con la terra)...

Leone? «ma dove il deserto è più solitario, avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone... con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria». E il drago -precisa Nietzsche- dice: «Tutti i valori sono già stati creati, e io sono -ogni valore creato». Ricordate cosa dice Hal 9000, il più perfetto computer del mondo? È lui il drago che l'astronauta deve combattere.

Fanciullo? «Ma ditemi fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo? Innocenza è il fanciullo e oblio, un è nuovo inizio, un gioco, una ruota ruotante da sola (ricordate la stazione rotante, che danza nello spazio al passo di valzer dell'altro Strauss?), un primo moto, un sacro dire di sì»
E il nostro David Bowman, unico astronauta superstite, diviene bimbo, anzi neonato sotto gl'iniziali, solenni colpi di tamburo dell'Also spracht Zarathustra di Richard Strauss...

Mica male, per non aver alcun significato. Aggiungerò solamente che Shining è la stessa identica storia, anzi lo stesso viatico iniziatico, ma trasferito dalla cornice 'fantascienza' alla cornice 'thrilling'. Forse, a guardar bene, Kubrick ha raccontato quasi sempre la stessa cosa, ma secondo generi diversi.


***Nota:
Avevo scritto Cibachrome, forse per un rigurgito da diapositivaro smile.gif
In realtà la pellicola dovrebbe essere l'Agfa Contour.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #68
Ciao Nico,

ti ho letto, pardon, divorato tutto di un fiato.
Mi è sembrato di stare in apnea, tanto mi ha rapito quello che hai scritto.
grazie.

sergio
davidebaroni
Messaggio: #69
QUOTE(_Nico_ @ Oct 7 2005, 05:16 PM)
V'ho seguito silente... smile.gif

S'è parlato spesso d'arte, in questa discussione. In realtà, come qualcuno ha fatto notare, si sta parlando di gusto.

Affermando che la tal cosa è bella (ovvero che piace) o è brutta (ovvero che non piace), non si dice alcunché a proposito della cosa. Non ho alcuna informazione a proposito. So solo che è apprezzata o no dal mio interlocutore. In altre parole -e in realtà- ho informazioni esclusivamente sul mio interlocutore: so che la cosa gli piace o no.

Faccio due esempî semplici. Passeggio con un amico, vede un vestito in una vetrina ed esclama: «bello questo vestito!». «Perché è bello?». «Perché mi piace!». «Ho capito, ma perché ti piace?». «Perché mi piace e basta!». Fine del dialogo.

Passeggio invece con un sarto, che vede lo stesso vestito, ed esclama anche lui: «bello questo vestito!». «Perché è bello?». «Hai visto la stoffa? È d'un tessuto molto fine, morbido, il disegno è garbato. È tagliato molto bene, cucito con gran cura, ed esalta la figura, pur sembrando molto comodo a vestirsi». In questo caso ho sia informazioni sull'oggetto che sul personale gusto dell'amico sarto...

Siamo sempre e solo nell'ambito del gusto, ma in un caso c'è un rapporto cosciente tra il soggetto e l'oggetto, nell'altro no, o quanto meno un rapporto 'negato'.

Si è liberissimi di dire che i Rolling Stones ci piacciono o no, che Leonardo ci piace o no, ma converrebbe chiedersi il perché. Forse impareremmo qualcosa in più, oltre le nostre sensazioni «di pelle».
*



Quoto!!! smile.gif

In effetti, se la valutazione non viene spiegata nei termini dei parametri usati per farla, non fornisce alcuna "informazione". E' un po' come andare al risporante e chiedere "cosa avete di buono?". La risposta giusta sarebbe "cosa le piace?"...

(Mi viene in mente una donna che conoscevo, e che aveva gusti "cinematografici" diametralmente opposti ai miei. Poteva capitare di sentirci al telefono, e dirci cose tipo "Dovresti andare a vedere il tal film, a me ha fatto schifo!" "Allora ci vado di sicuro, dove lo danno?", oppure "Non andare a vedere il tal altro film, a me è piaciuto un sacco"... biggrin.gif )

Il fatto è che, nel caso del vestito, diversi parametri sono "concreti": la qualità del tessuto, ad esempio. Altri sono "culturali": garbato, morbido... Sono pronto a scommettere che Galeazzo Visconti non avrebbe usato gli stessi parametri di valutazione!! biggrin.gif Ma almeno sappiamo che parametri sono stati usati, e che criteri portano a quella specifica valutazione.
Nel caso di una immagine, soprattutto fotografica (nella pittura abbiamo almeno la tecnica pittorica, la pennellata, la gestione del colore e della sfumatura, ed altro), i parametri tendono, a parer mio, ad essere molto più elusivi, astratti, "culturali". smile.gif

Infine c'è quella cosa poco definibile che, in un libro intitolato "Lo Zen e l'arte della Manutenzione della Motocicletta", viene chiamata "Qualità"... e che non è né razionale né irrazionale (e che secondo me è la più vicina alle basi neurologiche...). smile.gif



PS: Nico, hai scritto questo post su 2001 - Odissea nello Spazio mentre io scrivevo il mio... Porc... Mi tocca di rivalutare anche Also Spracht Zarathustra (il libro), che mi ha sempre fatto venire due... sai cosa... spropositati!!! biggrin.gif

grazie.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #70
QUOTE(_Nico_ @ Oct 7 2005, 05:16 PM)
V'ho seguito silente... smile.gif
..............
........
*


Also Spracht Nico

Ti aspettavo al varco.
Ecco cosa significa avere, oltre alle idee chiare, anche la capacità di esporle!

Due interventi ...definitivi!
Che però aprono la mente verso orizzonti sconfinati.

Inutile precisare che sono in assoluta sintonia con le tue parole.
Comprese quelle dedicate a "2001..."
Credo di aver visto quel film una ventina di volte. E una ventina di volte mi ha emozionato.
walter55
Messaggio: #71
Mamma mia! blink.gif
Questa discussione sta assumendo dimensioni cosmiche. guru.gif
E non posso esimermi dal farmi coinvolgere.

In molti hanno dato una definizione dell’arte, dell’artista, del genio.

Io credo che l’artista sia un evocatore indipendentemente dalla sua volontà che può concepire la sua opera esclusivamente come un piacere personale.
L’opera d’arte è quella che è in grado di toccare una corda del nostro cuore.
E uso il termine “cuore” nell’accezione ebraica, ovvero come sede di affettività e razionalità insieme. Questo vibrare del cuore crea una risonanza, che non sempre a a che fare con il piacere, anzi può provocare anche dolore, scoramento, preoccupazione. Come gioia, speranza, progettualità… e anche questi sentimenti non hanno a che vedere con il “piacere”.

Poi l'entità e la qualità della risonanza dipende dalla “cassa armonica” in cui vibra. E quindi la cultura, la comprensione del linguaggio, la contestualizzazione, ecc… qui ci stanno tutte (come molti del resto hanno sottolineato).
L’opera d’arte ha il potere di alimentare un rapporto che è innanzitutto personale, per poi diventare, in alcuni casi, collettivo.

In questo senso il concetto di “bello” va al di là della dimensione emotiva, ma si radica in una relazione, profonda, della persona con sè stessa, o della persona con gli altri. In altri termini il “bello” si scopre attraverso una relazione impegnativa.

“Mi piace… non mi piace…” sono espressioni legate il più delle volte a relazioni deboli, il più delle volte iniziali. Può capitare anche tra persona e persona. Ma che superficialità di rapporto in queste occasioni!

QUOTE
Siamo sempre e solo nell'ambito del gusto, ma in un caso c'è un rapporto cosciente tra il soggetto e l'oggetto, nell'altro no, o quanto meno un rapporto 'negato'.

Condivido in pieno quello che dice Nico.

Però sento di aggiungere ancora una considerazione.

Credo che non sia da sottovalutare la dimensione del “mistero” che il bello ha in sé. E una dimensione che ci impedisce di razionalizzare perfettamente i motivi della risonanza dell’animo che sperimentiamo. Spesso il linguaggio non è in grado di spiegare i sentimenti… anzi, ogni tentativo di spiegazioni non fa altro che sminuire il senso del mio sentire. E in questo senso comprendo e condivido la frequente incapacità di dare una spiegazione a ciò che mi suscita un opera d'arte.
Ogni opera d’arte è in sè misteriosa. E permettetemi… il termine “misterioso” va inteso proprio in senso biblico, ovvero non come un elemento in-conoscibile (accezione corrente del termine), ma come un elemento in continuo svelamento. Più mi rapporto con un opera d’arte più questo mistero, che sono io, si svela, e più sposta avanti il mio orizzonte.
Credo che sia così anche con le persone che amiamo. Evocano il “mistero” che è in noi, ma lo svelano costantemente. E forse (forse?) le più grandi opere d'arte sono le persone.

Chissà se mi ho spiegato… hmmm.gif
grazie.gif a tutti per l'opportunità di riflessione e per l'aiuto a capire.

Walter
toad
Messaggio: #72
QUOTE(ludofox @ Oct 7 2005, 06:29 PM)
[Inutile precisare che sono in assoluta sintonia con le tue parole.
Comprese quelle dedicate a "2001..."
Credo di aver visto quel film una ventina di volte. E una ventina di volte mi ha emozionato.
*



Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif

E' la seconda volta che quoto, ma il messaggio non compare. Problemi tecnici?

Riproverò domani in modo più esaustivo.

Un caro saluto

Guido
Rita PhotoAR
Messaggio: #73
Grazie di cuore Nico wink.gif
filippo giorgi
Messaggio: #74
La discussione ha assunto un valore enorme, oserei dire universale e proprio da questo spunto vorrei fare una proposta alla collettività;
perche da oggi non ci sforziamo, proprio con l'intenzione di "crescere", a commentare le nostre foto con maggior profondità e senso critico?
Proviamo a bandire i semplici aggettivi come "bello", "grande", ecc. a favore di un concetto più esplicativo, in modo tale da aiutare tutti a crearsi un senso estetico? rolleyes.gif
Ricordo un tipo che nel suo epitaffio scrisse" Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me."; a me piacerebbe poter dire Il senso estetico dentro di me, cioè saper motivare e descrivere ciò che apprezzo, ciò che mi piace e perchè!

grazie.gif

Filippo.
ConteMaxS
Messaggio: #75
QUOTE(filippogiorgi @ Oct 7 2005, 08:50 PM)
La discussione ha assunto un valore enorme, oserei dire universale e proprio da questo spunto vorrei fare una proposta alla collettività;
perche da oggi non ci sforziamo, proprio con l'intenzione di "crescere", a commentare le nostre foto con maggior profondità e senso critico?
Proviamo a bandire i semplici aggettivi come "bello", "grande", ecc. a favore di un concetto più esplicativo, in modo tale da aiutare tutti a crearsi un senso estetico? rolleyes.gif
Ricordo un tipo che nel suo epitaffio scrisse" Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me."; a me piacerebbe poter dire Il senso estetico dentro di me, cioè saper motivare e descrivere ciò che apprezzo, ciò che mi piace e perchè!

grazie.gif

Filippo.
*



Te la prendi se dico una cosa?
E' da un po' che in questa sede, alcuni utenti ci stanno provando.
 
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