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L'uso Di Photoshop
Il limite tra "Fotografia" e "Fotomanipolazione"
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giorgio.g
Messaggio: #1
Salve a tutti.
E' la prima volta che apro una discussione di questo genere ma vorrei provare a parlare anche con voi di una cosa che in questi giorni mi capita spesso di leggere su un altro sito (deviantart.com, per chi lo conosce).

Ultimamente in molti journal di fotografi piuttosto affermati su quel sito(e non solo) si parla spesso delle "nuove regole di utilizzo di Photoshop in fotografia" fissate dall'agenzia Reuters.
Non so se ne avete sentito parlare anche voi o meno, comunque per chi non ne fosse a conoscenza ecco un piccolissimo riassunto di quanto dicono:

To Recap:

ALLOWED:

• Cropping
• Adjustment of Levels to histogram limits
• Minor colour correction
• Sharpening at 300%, 0.3, 0
• Careful use of lasso tool
• Subtle use of burn tool
• Adjustment of highlights and shadows
• Eye dropper to check/set gray

NOT ALLOWED:

• Additions or deletions to image
• Cloning & Healing tool (except dust)
• Airbrush, brush, paint
• Selective area sharpening
• Excessive lightening/darkening
• Excessive colour tone change
• Auto levels
• Blurring
• Eraser tool
• Quick Mask
• In-camera sharpening
• In-camera saturation styles


l'articolo completo lo si trova [qui]

In poche parole quelli di Reuters definiscono cosa è possibile fare e cosa non fare, attraverso Photoshop(o simili), per poter definire ancora il proprio lavoro una Fotografia o a questo punto una Fotomanipolazione.
Va detto in primo luogo che queste regole secondo Reuters si devono riferire al foto-giornalismo e non alla fotografia "artistica".

Comunque sia, leggendo vari interventi su deviantArt, molti tra i fotografi più apprezzati del sito in parte sposano queste regole. Perché in parte?
Perché(e qui mi rifaccio all'intervento di un, per me bravissimo, fotografo israeliano del sito) queste regole possono essere un pochino "allargate" per quanto riguarda la fotografia "artistica" ma sostanzialmente come "principi di base queste regole sono giuste".
Egli poi aggiunge:
My philosophy is simple, the same “manipulation” that was once accepted as a part of photography, the one you did in the “Dark room” is still a part of photography. The second you start doing things that were once excessive, they still are. Play with levels, convert to B&W or sepia, sharpen it up, change contrast and tone, but that’s it.
If you start mixing a few photos together, change selective parts in the picture, clone out people or change the “weather” you are turning the photograph into something that shouldn’t be called a photograph.

[per chi non è ferratissimo in inglese egli dice particamente che le stesse "manipolazioni", che un tempo erano accettate come parte della fotografia, che si facevano nella "camera oscura" restano fattibili anche tramite Photoshop (quindi intervento sui livelli, conversioni B&W e seppia, cambiare contrasto e tonalità e cose di questo genere) ma superando questo limite si passa da "Fotografia" a "Fotomanipolazione"]

Su questo credo di poter trovare molte persone d'accordo con ciò che egli dice(me compreso, per quanto sia entrato da poco in questo mondo).
Però a me interesserebbe molto sapere come la pensate voi sulle regole dettate da Reuters.
In particolare mi piacerebbe conoscere il punto di vista di qualche fotogiornalista (credo di poterne trovare alcuni in questo forum...in fondo non frequento da molto, ma da quel che mi è parso di capire ce n'è più di "qualcuno") che, penso, si sentano coinvolti in prima persona in questa discussione.

Beh, direi che per ora ho detto abbastanza.
Non mi viene in mente nient'altro da aggiungere quindi lascerei a voi la parola.

Un saluto,
Giorgio

PS: Non sono un assiduo frequentatore del bar e quindi non so se una discussione del genere è già stata trattata o meno. Ho eseguito una ricerca veloce e non ho trovato nulla a riguardo ma nel caso esistesse già chiedo scusa a tutti e prego i moderatori di chiudere subito questo mio topic.

PPS: Spero anche che le mie citazioni al sito DeviantART.com non vadano contro il regolamento, in caso contrario mi adopererò subito a modificare il messaggio.
davidegraphicart
Messaggio: #2
Non mi esprimo in merito alla cosa, ma ci tengo a precisare e ricordare che la post-produzione è una cosa...il fotoritocco...un'altra.
Tirate poi voi le somme!
Saluti, Davide.
Massimiliano_S
Messaggio: #3
Premetto che non sono un professionista ma solo un fotoamatore e quindi l'opinione che leggerete è strettamente personale e riguarda il mio approccio alla fotografia.
Penso che dare delle regole su dove spingersi e dove fermarsi sia necessario nell'attività di un fotoreporter in quanto se il mio obiettivo è raccontare la realtà nuda e cruda, a questa devo attenermi. Il discorso però, a questo punto, potrebbe anche spingersi ad un estremo e comprendere le regole creative e le focali da utilizzare perchè sappiamo tutti che, scegliendo opportunamente inquadratura e giocando sulle focali, il significato di ciò che mostriamo ed il suo impatto può essere notevolmente diverso. Il fulcro di tutto secondo me è che la fotografia rappresenterà sempre il punto di vista particolare del fotografo. Se dieci di noi si mettono a fotografare lo stesso soggetto, verranno fuori 10 fotografie differenti con 10 messaggi diversi. L'intento di "uniformare" almeno il trattamento della foto in post produzione potrebbe essere semplicemente un richiamo all'etica di chi fa giornalismo utilizzando le immagini. Diverso è il caso delle persone che, come me, considerano la fotografia un'arte e si vogliono sentire liberi di utilizzare la creatività sia in fase di scatto sia in post produzione. Personalmente cerco di ottenere il massimo in ripresa ma avvolte, riguardando le immagini mi dico "e se facessi questo per enfatizzare quest'altro messaggio che quando ho inquadrato non ho colto?" evvai di modifiche. La fotografia artistica deve essere libera da regole secondo me perchè quello che conta, come in un quadro o in un dipinto, è l'emozione che l'immagine da a chi la guarda, emozione nata prima di tutto nella testa dell'artista che l'ha concepita e veicolata agli altri attraverso un'immagine.

Riassumendo il mio punto di vista quindi:
1)Si ad un'etica professionale per i fotoreporter che descrivono la realtà per immagini
2)Piena libertà alla fotografia artistica
giorgio.g
Messaggio: #4
So bene che la Post-Produzione è diversa dal fotoritocco però bisogna anche dire che questo limite è diventato molto più sottile da quando il digitale è alla portata di, più o meno, tutti.(o almeno a me pare così).

E comunque Reuters mi sembra molto "restrittiva" nel definire gli interventi che è possibile fare in post-produzione, no? (chiedo a voi anche questo in quanto non sono un grande esperto di PS) [tenendo sempre conto che Reuters si riferisce a fotogiornalisti]

Messaggio modificato da giorgio.g il Apr 13 2007, 02:03 PM
giorgio.g
Messaggio: #5
QUOTE(Massimiliano_S @ Apr 13 2007, 02:58 PM) *

Riassumendo il mio punto di vista quindi:
1)Si ad un'etica professionale per i fotoreporter che descrivono la realtà per immagini
2)Piena libertà alla fotografia artistica


Non sono perfettamente d'accordo.(e parlo anche io da fotoamatore)
Secondo me esiste un limite" anche per chi scatta fotografie artistiche.
Ritengo che finché si tratta di enfatizzare un elemento, piuttosto che un altro, lavorando sui livelli, i toni, il contrasto, etc. ci possa stare (quasi)tutto. Senza arrivare a livelli esagerati.
Quando si tratta invece di "cancellare" un elemento perché reca disturbo allora il mio punto di vista cambia.
Io non ho mai stampato in camera oscura e la mia esperienza su pellicola è quasi zero però dubito esistessero meccanismi che permettevano di cancellare qualcosa dalla fotografia.(nel caso, smentitemi pure)
In questo caso sono dell'idea che un intervento così "pesante" fatto in PS valichi il limite che esiste tra Fotografia e Fotomaniplazione.
Finchè si tratta di Crop OK, ma quando si va oltre, per me, significa andare troppo oltre. (perdonatemi la ripetizione)

Il fotografo che citavo prima parlava di "Etica" anche durante la Post-Produzione e secondo me ha ragione. Ritengo che un limite non scritto debba comunque esistere altrimenti si rischia di snaturare quello che è realmente la fotografia.

Messaggio modificato da giorgio.g il Apr 13 2007, 02:20 PM
Massimo.Novi
Messaggio: #6
QUOTE(giorgio.g @ Apr 13 2007, 03:01 PM) *

So bene che la Post-Produzione è diversa dal fotoritocco però bisogna anche dire che questo limite è diventato molto più sottile da quando il digitale è alla portata di, più o meno, tutti.(o almeno a me pare così).

E comunque Reuters mi sembra molto "restrittiva" nel definire gli interventi che è possibile fare in post-produzione, no? (chiedo a voi anche questo in quanto non sono un grande esperto di PS) [tenendo sempre conto che Reuters si riferisce a fotogiornalisti]


Ciao

Il problema per Reuters è nato da una manipolazione di una serie di scatti eseguita da un fotografo in zona "calda" allo scopo di enfatizzare il risultato di un attacco militare.

L'enfatizzazione è stata fatta "malamente" con PS è ovviamente la cosa ha creato non pochi problemi anche per il risvolto "politico" che si poteva dedurre dalle immagini modificate.

Fatto stà che Reuters ha ridefinito il codice deontologico per le immagini giornalistiche da pubblicare. Lo ha fatto allo scopo di chiarire che la manipolazione "drammatica" di un'immagine può avere un risvolto interpretativo non prevedibile e comunque crea una realtà inesistente.

Ovviamente in ambito di reportage politico e di guerra la cosa è molto più grave delle immagini ritoccate per un calendario o una foto di "gossip".

Spesso di richiede la fornitura (o la disponibilità a fornire) l'originale in RAW, se esiste, proprio allo scopo di salvaguardarsi da immagini "falsate".

Saluti


reefaddict
Messaggio: #7
C'è una lunga discussione in "TEMI" e invito tutti a leggerla, se si vuole:
http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=54462

Io sono un po' radicale, ma tutto questo mi puzza terribilmente di ipocrisia: in pratica Reuters detta regole in un campo, il fotogiornalismo, dove è purtroppo ben noto che si arriva a chiedere al boia di mettersi in posa prima di sparare al condannato a morte, o si riposizionano i cadaveri sulla scena prima di scattare. Questo è lecito, il timbro clone no?

Nella fotografia cosiddetta artistica le regole non ci sono. Punto e basta. E se negli anni ci ricordiamo qualcuno è proprio perché le regole le ha infrante. Farebbe sorridere oggi il sentir prescrivere l'uso dell'endecasillabo in poesia, no?. Che poesia sarebbe?

Massimo.Novi
Messaggio: #8
QUOTE(reefaddict @ Apr 13 2007, 04:07 PM) *

....Io sono un po' radicale, ma tutto questo mi puzza terribilmente di ipocrisia: in pratica Reuters detta regole in un campo, il fotogiornalismo, dove è purtroppo ben noto che si arriva a chiedere al boia di mettersi in posa prima di sparare al condannato a morte, o si riposizionano i cadaveri sulla scena prima di scattare. Questo è lecito, il timbro clone no?
....


Ciao

La differenza esiste tra la realtà manipolata e l'immagine manipolata.

Manipolare la realtà è un falso (tipo il miliziano morente di Capa) come lo è il ritocco del timbro clone.

Il problema è il perchè della manipolazione e la sua facilità.

La manipolazione della realtà per ottenere l'immagine "d'effetto" c'è sempre stata e ci sarà sempre. Il punto è che il digitale ha facilitato a tal punto la manipolazione che per le agenzie è aumentata la paura di pubblicare dei falsi clamorosi e non riuscire nemmeno visivamente a distinguerli.

I russi hanno ritoccato per anni negativi su foto "politiche" facendo apparire e sparire la nomenklatura di turno. Gli americani hanno messo in posa i marines e ne è uscito il simbolo della vittoria di Ivo Jima. Lo stesso per le foto russe di Berlino nel '45.

A differenza della pittura, la fotografia ha un imprinting di "autenticità" dato a priori e per questo è molto facile temere di pubblicare falsi senza volerlo.

Ora con il digitale è fin troppo facile includere od escludere soggetti in un'inquadratura. Le agenzie "scottate" cercano di correre ai ripari. Tutto qui.

Diciamo che le regole indicate servono solo come avvertimento: "se scopro che la tua fotografia l'hai ritoccata al computer per cambiarne il significato non te la pubblico per cui fai attenzione".

Un'ultima cosa: mettere in posa i soggetti durante lo scatto crea un'immagine "costruita" ma comunque "reale" ed il fotografo decide e si assume la responsabilità di averlo fatto. Il ritocco digitale può essere eseguito da chiunque e anche a distanza di tempo e per opportunismo del momento storico o politico e quindi è più pericoloso per le agenzie.

Saluti
Maicolaro
Messaggio: #9
QUOTE(giorgio.g @ Apr 13 2007, 03:19 PM) *

Io non ho mai stampato in camera oscura e la mia esperienza su pellicola è quasi zero però dubito esistessero meccanismi che permettevano di cancellare qualcosa dalla fotografia.(nel caso, smentitemi pure)

Era possibile eccome, esistono casi famosissimi come questo:

Un personaggio divenuto scomodo al regime sovietico,il commissario Nikolai Yezhov ex capo dei servizi segreti sovietici, fu fatto svanire non solo fisicamente ma da tutti i documenti ufficiali, foto comprese.

Il problema è quindi antico come la fotografia stessa.
E a mio parere è essenzialmente etico.
Trovo giustissimo che Reuters, che per istituzione racconta la realtà, si preoccupi che ciò che pubblica sia aderente alla realtà stessa. Diverso il caso di chi invece interpreta la fotgrafia come espressione artistica, i casi sono moltissimi pensiamo ad esempio a Warhol che ha usato la fotografia come base per creare qualcosa di completamente diverso.
La cosa importante è che non ci sia confusione tra le due finalità

giorgio.g
Messaggio: #10
QUOTE(Maicolaro @ Apr 13 2007, 04:51 PM) *

Diverso il caso di chi invece interpreta la fotgrafia come espressione artistica, i casi sono moltissimi pensiamo ad esempio a Warhol che ha usato la fotografia come base per creare qualcosa di completamente diverso.
La cosa importante è che non ci sia confusione tra le due finalità


Nessuno vieta di partire da una fotografia per creare qualcosa di artistico. Credo che nessuno si sogni di dire che Warhol era un fotografo anche se in alcuni casi è partito da una fotografia.
Tutti hanno il diritto di creare quel che vogliono da una fotografia.

Io volevo sapere, anche secondo voi, fino a quanto uno può spingersi a "ritoccare" una fotografia prima che questa travalichi la "Fotografia" stessa e diventi qualcos'altro (fotomanipolazione, quadro, e qualsiasi altra cosa).

Vorrei prendere ad esempio una bellissima elaborazione proposta da bibbuccio in "Elaborazioni grafiche": [questa]
(spero non me ne voglia che ho preso ad esempio una sua foto).
Sul sito che ho citato nel mio primo messaggio mi sono imbattutto in una foto del genere che l'autore dello scatto/manipolazione ritiene essere una "Fotografia". Io, personalmente, la trovo una bellissima "Fotomanipolazione".
Se già due persone hanno due pareri completamente diversi su questa cosa, figuriamoci cosa potrebbe venir fuori se provassimo a sentire 100 persone.

Quello che mi chiedo io ora è proprio questo.
E' giusto/dovrebbe esistere un "limite", come proposto da Reuters per il fotogiornalismo, anche nelle foto "artistiche"?
Sei si, secondo voi, qual'è?

PS: Chiedo scusa per la cavolata detta che in stampa chimica non era possibile cancellare "qualcosa" ma da perfetto ignorante in materia ero all'oscuro di questa possibilità


Messaggio modificato da giorgio.g il Apr 13 2007, 05:05 PM
Maicolaro
Messaggio: #11
QUOTE(giorgio.g @ Apr 13 2007, 06:03 PM) *

Credo che nessuno si sogni di dire che Warhol era un fotografo anche se in alcuni casi è partito da una fotografia.

Io volevo sapere, anche secondo voi, fino a quanto uno può spingersi a "ritoccare" una fotografia prima che questa travalichi la "Fotografia" stessa e diventi qualcos'altro (fotomanipolazione, quadro, e qualsiasi altra cosa).

L'esempio di warhol l'ho fatto per dire che a volte proprio chi non ha nulla a che fare con la fotografia la utilizza per esprimere arte. Allo stesso tempo nessuno può negare che la famosa Marlin, o Mao siano foto.

Relativamente al tuo quesito penso che potremmo discuterne all'infinito, ognuno avrà la propria idea.
La mia, per quello che conta, è molto simile a quella della reuters.
Krafen73
Messaggio: #12
1)Warhol era anche un fotografo.
2)Io quando scatto mi propongo di creare un'immagine. La postproduco senza il problema di pormi dei limiti, fino a quando ottengo il risultato voluto. Cioe L'IMMAGINE voluta. L'ho creata catturando la luce, cioè ho disegnato con la luce. Quindi resta fotografia. Se ci dovessero dei limiti allora che siano limiti veri, cioè o non si può toccare NULLA o si può fare TUTTO
davidebaroni
Messaggio: #13
Hmmm, sembra che questo tema si ripresenti ciclicamente... ed è un problema essenzialmente filosofico, e cioé di definire in modo "assoluto" cosa è "fotografia" e cosa non lo é.

Personalmente, sono d'accordo sulla definizione di limiti per il fotogiornalismo. MA sono limiti etici... non tanto fotografici. Poiché il giornalismo si definisce come una divulgazione di notizie, qualsiasi livello di "falsità" in queste notizie stravolge il "messaggio". Ma, come è già stato fatto notare, è impossibile impedire al fotografo di rappresentare la realtà come la vede lui al momento dello scatto, e già questo darà alla foto un "orientamento" particolare e soggettivo. smile.gif

Diverso il discorso per la fotografia "artistica", qualsiasi cosa questo voglia dire. E per chiarire meglio il mio pensiero, riprendo qui (più o meno) un intervento da me fatto sullo stesso tema in un altro forum.

Questa:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

E' ancora una fotografia? o é fotomanipolazione? wink.gif

La base, e anche l'altezza se è per quello, è argentica. E' una foto in b/n scattata in condizioni studiate per ottenere questo risultato finale. Dal negativo bn (Agfapan 25) è stato ottenuto prima un positivo fotomeccanico, poi un negativo fotomeccanico, poi è stata passata in Agfacontour, poi ancora in agfacontour con tarature diverse del filtro giallo e dell'esposizione, poi entrambe le pose contour sono state unite in un ulteriore passaggio lith, e alla fine stampate.

Le stesse, identiche cose si possono fare in fotobottega, più rapidamente, più facilmente, e con un maggiore controllo del risultato. smile.gif

E' una foto "artistica"? Non lo so, e non mi interessa: non mi pongo nemmeno il problema. E' il risultato che volevo ottenere, e tanto mi basta.

A parte le questioni filosofiche, non vedo dove stia il problema. O almeno, PER ME il problema non esiste... io NON sono un filosofo né un artista, ho una tendenza alla pigrizia, e quindi uso fotoschioppo con soddisfazione, come usavo altri mezzi in CO, fino ad ottenere il risultato che mi sono prefisso. biggrin.gif

Le questioni filosofiche, ripeto, non mi interessano. Mi sento limitato dalle filosofie. Se altri non si sentono così, buon per loro. Ma per favore, lasciamo (tutti noi) agli altri la libertà di esprimersi come gli pare.

Con tutto questo, personalmente, evito di cancellare pezzi di foto o di aggiungere cose che non ci sono. Ma questo riguarda la MIA "etica fotografica personale". biggrin.gif

Davide
PAS
Messaggio: #14
QUOTE(twinsouls @ Apr 13 2007, 11:47 PM) *

Hmmm, sembra che questo tema si ripresenti ciclicamente... ed è un problema essenzialmente filosofico, e cioé di definire in modo "assoluto" cosa è "fotografia" e cosa non lo é.



Il nocciolo è proprio questo. Pollice.gif
Azzardando un parallelo con la pittura:
Pensate ad un pittore rinascimentale trasportato idealmente ai primi del novecento e messo di fronte ad opere del movimento cubista. wink.gif

Ritengo che la regola fondamentale nella creazione di un’immagine sia la piena consapevolezza dell’autore del suo progetto espressivo.

Tutto il resto, come afferma Davide può essere solo oggetto di speculazione filosofica.

xavier65
Messaggio: #15
QUOTE(PAS @ Apr 14 2007, 03:23 PM) *

Il nocciolo è proprio questo. Pollice.gif
Azzardando un parallelo con la pittura:
Pensate ad un pittore rinascimentale trasportato idealmente ai primi del novecento e messo di fronte ad opere del movimento cubista. wink.gif

Ritengo che la regola fondamentale nella creazione di un’immagine sia la piena consapevolezza dell’autore del suo progetto espressivo.

Tutto il resto, come afferma Davide può essere solo oggetto di speculazione filosofica.


Sono pienamente d'accordo sulla libertà di espressione in quella che definiamo fotografia artistica, e in questi giorni credo che ne abbiamo parlato anche qui

http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=47465&st=100

tutto il resto è giustamente filosofia anche se c'è da dire che la Reuters non è la prima che pone dei limiti alle immagini. In realtà qualunque agenzia fotogiornalistica quando inizi a collaborare con loro ti spiega che in realtà ci sono dei limiti precisi su ciò che si può o non si può fare e ti illustra come spesso è necessario fornire, se richiesto, il raw originale o il negativo.
Ritengo che l'etica professionale giornalistica sia cosa ben diversa dalla creatività.
Io posso scattare 100 scatti in Iraq durante un attacco kamikaze e fra questi poi in un secondo momento postprodurne uno stravolgendolo al fine di inserirlo in una mostra o in un libro perchè voglio ottenere un effetto particolare. Gli altri 99 scatti li ho inviati alla mia agenzia documentando un attacco kamikaze ed è assolutamente giusto che quelli non siano stravolti.
Nella sezione life vi è un bellissimo reportage da Dacau di Cratty e Fedro dove vi sono delle immagini bellissime ma alterate per suscitare un effetto (cosa in cui riescono in maniera splendida). Quelle stesse immagini sicuramente non hanno la stessa valenza, a mio parere, in ambito strettamente giornalistico.
 
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