Complimenti ad Attilio per l'ottima spiegazione del VR, mi chiarito ulteriormente il suo utilizzo.. volevo aggiungere (l'ho letto da qualche parte) che è importante disattivare il VR quando si usa il treppiede (quindi senza pericolo di mosso), perchè lo stesso sistema del VR andando a ricercare la presenza del micromosso potrebbe provocare lui stesso quei piccoli movimenti che vorremmo evitare..
Spero possa essere utile...buone foto a tutti!
Spero possa essere utile...buone foto a tutti!
Ciao Attilio.
Complimenti per il modo esaustivo delle tue spiegazioni per niente sottintese.
Messaggio modificato da Gi@ngio il Feb 8 2011, 02:32 PM
Complimenti per il modo esaustivo delle tue spiegazioni per niente sottintese.
Messaggio modificato da Gi@ngio il Feb 8 2011, 02:32 PM
ottimo... fine settimana prossimo mi faccio un bes test di questi consigli
[url=http://www.clikon.it/index.php?module=image&method=view&key=id=533783]
Messaggio modificato da fefethepilot il Feb 13 2011, 09:10 PM
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Messaggio modificato da fefethepilot il Feb 13 2011, 09:10 PM
ciao a tutti volevo chiedere una cosa sui tempi si sicurezza:ovvero va rispettata la proporzione con la focale, se ho un 70-200 non potro' accorciare oltre 1-200 giusto?ma questa proporzione è fissa a 1-200? oppure se inquadro e metto l'obbiettivo a 100 non potro' accorciare oltre 1-100?
grazie e complimentissimi per la guida
Messaggio modificato da ronin_71 il May 16 2011, 10:53 AM
grazie e complimentissimi per la guida
Messaggio modificato da ronin_71 il May 16 2011, 10:53 AM
IL tempo di sicurezza è un valore aleatorio e sperimentale.
Non esiste una regola scientifica perchè dipende fortemente dalla capacità di un individuo ad avere la mano ferma.
Detto questo, la regola vorrebbe il tempo di sicurezza come il reciproco della focale.
Dal momento che questa regoletta è nata con il formato 35mm, andrebbe applicata alla "focale equivalente" (che brutto termine!) per cui se stai scattando con un 200mm ti tieni su 1/200 se invece usi lo zoom a 100, sarà sufficiente 1/100, ma tenendo conto che potresti avere una fotocamera DX i tempi diventano il reciproco della focale equivalente in una FX e quindi il 200mm andrebbe usato a 1/300 e il 100 a 1/150.Ma ripeto che sono tempi indicativi che non tengono conto delle qualità del fotografo, se ha bevuto troppi caffè, se sta in equilibrio precario, se è emozionato o eccitato dalla modella che ha davanti, se è appoggiato da qualche parte ecc ecc.
chiaro che con il CR inserito le vibrazioni del nostro polso sono ammortizzate e quindi il tempo usabile è comunque minore.
Non esiste una regola scientifica perchè dipende fortemente dalla capacità di un individuo ad avere la mano ferma.
Detto questo, la regola vorrebbe il tempo di sicurezza come il reciproco della focale.
Dal momento che questa regoletta è nata con il formato 35mm, andrebbe applicata alla "focale equivalente" (che brutto termine!) per cui se stai scattando con un 200mm ti tieni su 1/200 se invece usi lo zoom a 100, sarà sufficiente 1/100, ma tenendo conto che potresti avere una fotocamera DX i tempi diventano il reciproco della focale equivalente in una FX e quindi il 200mm andrebbe usato a 1/300 e il 100 a 1/150.Ma ripeto che sono tempi indicativi che non tengono conto delle qualità del fotografo, se ha bevuto troppi caffè, se sta in equilibrio precario, se è emozionato o eccitato dalla modella che ha davanti, se è appoggiato da qualche parte ecc ecc.
chiaro che con il CR inserito le vibrazioni del nostro polso sono ammortizzate e quindi il tempo usabile è comunque minore.
Fondamentali i contributi "ufficiali" di Attilio e Buzz, nemmeno i libretti di istruzione spiegano queste cose.Mi chiedo però: i VR sono tutti uguali in termini di efficacia? Io ho un 18-55 e un 70-200 II e, pur non avendo fatto test miei, ho l'impressione che quello del 18-55 i quattro stop non li garantisce proprio... O forse ho il Parkinson ?
E' impensabile che siano tutti uguali.
la tecnologia avanza e di sicuro i modelli più datati sono meno efficaci dei nuovi, così come i VRII dovrebbero essere migliori del VRI.
occorre provare e sperimentare sulle proprie ossa.
la tecnologia avanza e di sicuro i modelli più datati sono meno efficaci dei nuovi, così come i VRII dovrebbero essere migliori del VRI.
occorre provare e sperimentare sulle proprie ossa.
Ciao a tutti e complimenti ad Attilio PB per la sua dettagliatissima spiegazione che credo sarà d'aiuto a molte persone (me per primo).
Questo è il mio primo messaggio sul forum (oltre quello di presentazione ovviamente).
Vorrei solo un chiarimento. E' stato detto che il VR non sostituisce un trepiedi e che in tali circostanze va disabilitato. Se però mi trovassi a dover fare delle foto statiche notturne, a monumenti piuttosto che a persone, e non avessi con me il trepiedi, il VR mi aiuterebbe?
Riassumendo...col trepiedi è meglio, ma se il cavalletto non ce l'ho, il VR mi da una mano?
Grazie a tutti!
Questo è il mio primo messaggio sul forum (oltre quello di presentazione ovviamente).
Vorrei solo un chiarimento. E' stato detto che il VR non sostituisce un trepiedi e che in tali circostanze va disabilitato. Se però mi trovassi a dover fare delle foto statiche notturne, a monumenti piuttosto che a persone, e non avessi con me il trepiedi, il VR mi aiuterebbe?
Riassumendo...col trepiedi è meglio, ma se il cavalletto non ce l'ho, il VR mi da una mano?
Grazie a tutti!
Ciao a tutti e complimenti ad Attilio PB per la sua dettagliatissima spiegazione che credo sarà d'aiuto a molte persone (me per primo).
Questo è il mio primo messaggio sul forum (oltre quello di presentazione ovviamente).
Vorrei solo un chiarimento. E' stato detto che il VR non sostituisce un trepiedi e che in tali circostanze va disabilitato. Se però mi trovassi a dover fare delle foto statiche notturne, a monumenti piuttosto che a persone, e non avessi con me il trepiedi, il VR mi aiuterebbe?
Riassumendo...col trepiedi è meglio, ma se il cavalletto non ce l'ho, il VR mi da una mano?
Grazie a tutti!
Questo è il mio primo messaggio sul forum (oltre quello di presentazione ovviamente).
Vorrei solo un chiarimento. E' stato detto che il VR non sostituisce un trepiedi e che in tali circostanze va disabilitato. Se però mi trovassi a dover fare delle foto statiche notturne, a monumenti piuttosto che a persone, e non avessi con me il trepiedi, il VR mi aiuterebbe?
Riassumendo...col trepiedi è meglio, ma se il cavalletto non ce l'ho, il VR mi da una mano?
Grazie a tutti!
sì.
Riassumendo...col trepiedi è meglio, ma se il cavalletto non ce l'ho, il VR mi da una mano?
Entro certi limiti, si. Dipende dalla focale e dal tempo di esposizione. In maniera molto empirica (dipende dalle condizioni ambientali e dal proprio "manico") direi che generalmente fino a due-tre stop puoi starci tranquillo. Ad ogni modo, in questi casi è meglio avere il VR che non averlo
Bene, grazie mille! Stasera si esce a provare...
complimenti per l' accuratezza della spiegazione!
Ciao
fai bene ad avere dubbi, il sistema VR è ben piu' complesso di quanto comunemente si ritenga ed il suo uso corretto non è sempre immediatamente comprensibile.
L'utilizzo principale per cui viene comunemente impiegato è relativo all'allungamento dei "tempi di sicurezza". Quando scattiamo una fotografia, ammesso di ricercare la nitidezza del soggetto, dovremo preoccuparci di trovare un tempo di scatto sufficientemente rapido da congelare il movimento del nostro soggetto, tipicamente nel caso di un soggetto umano non impegnato in attività sportive tale tempo è individuabile in circa 1/60.
Per avere un soggetto nitido, pero', dovremo preoccuparci anche di evitare che i nostri movimenti e la nostra postura e tecnica di scatto facciano insorgere del micromosso, cioè che noi stessi, muovendo il complesso macchina/ottica, determiniamo un leggero effetto mosso che andrà a scapito della nitidezza. Questo fenomeno è tanto maggiore quanto maggiore è la lunghezza focale del nostro obiettivo, la maggiore lunghezza focale infatti amplifica la percezione di tali movimenti nello scatto. Per ovviare a cio' si usa parlare di "tempi di sicurezza": premesso che i tempi di sicurezza sono soggettivi e dipendono appunto dalla capacità del fotografo di mantenere una corretta postura e di adottare una corretta tecnica di scatto, oltre ad una serie di condizioni psicofisiche personali e variabili, solitamente si usa considerare come sicuro un tempo pari all'inverso della focale in uso, quindi se lavoriamo con un obiettivo da 200mm il tempo di sicurezza standard per evitare il micromosso soggettivo sarà di 1/200. Il sistema VR si preoccupa di abbreviare proprio questo tempo compensando i movimenti che noi imprimiamo alla macchina, quindi nel caso volessimo fotografare un soggetto umano con un 200mm ci ritroveremmo nella situazione che per congelare il movimento del soggetto ci basterebbe scattare ad 1/60, se non abbiamo il VR dovremo pero' scattare ad 1/200 per evitare il micromosso, disponendo del VR che appunto compensa il micromosso, potremo tornare a scattare ad 1/60. Attenzione, il VR ci consentirebbe di scattare anche con tempi piu' lunghi, come 1/30, tuttavia in questo caso sarebbe il nostro soggetto a muoversi ed il VR non potrebbe compensare il movimento del soggetto, quindi ci ritroveremmo con un soggetto nuovamente mosso.
Questo è l'uso standard del VR.
La seconda opzione, presente solo in alcuni obiettivi, è la funzione Active. La funzione Active si utilizza quando scattiamo da mezzi a motore accesi (non necessariamente in movimento). Le vibrazioni indotte da un motore acceso hanno una frequenza diversa da quella dei nostri movimenti e possono ugualmente indurre un micromosso, la funzione Active si preoccupa proprio di compensare anche questo tipo di vibrazioni, va bene per fotografare da una Jeep, un elicottero, una barca a motore, non si usa su una barca a vela, un aliante, una jeep con il motore spento.
Il VR si usa anche quando il complesso macchina/ottica è montato su un monopiede, viceversa non si utilizza quando stiamo lavorando su un treppiedi, in questo caso infatti non abbiamo (non dovremmo avere) vibrazioni da compensare.
Un utilizzo meno scontato del VR riguarda quelle situazioni in cui non abbiamo necessità di scattare con tempi lunghi, perché magari siamo in piena luce ed esposimetricamente non c'è necessità di allungare i tempi, ma abbiamo altri aspetti critici nello scatto. Prima di affrontare questo punto pero' dobbiamo capire un concetto di base: il sistema VR offre il grande vantaggio di stabilizzare l'immagine, che noi vediamo nel mirino, già nel suo passaggio dentro l'ottica, quindi con il VR acceso l'immagine arriverà dentro la fotocamera già stabilizzata, questo comporta che tutti i sistemi interni della fotocamera lavoreranno su un'immagine stabilizzata.
Questo aspetto è determinante quando pensiamo ad una situazione critica dal punto di vista della messa a fuoco, magari con un soggetto in movimento che la macchina dovrà seguire aggiustando il punto di messa a fuoco, avere un'immagine stabile ci consente di mettere il sistema AF in condizine di dover inseguire solo il movimento del soggetto e non anche il soggetto che si sposta a causa dei nostri movimenti, ottenendo una rapidità e precisione di messa a fuoco maggiori.
Discorso analogo possiamo farlo in una situazione esposimetricamente critica, se lavoriamo in "spot" su un soggetto piccolo e ad alto contrasto, i nostri micro movimenti, soprattutto con lunghi teleobiettivi, potrebbero facilmente farci perdere la posizione esatta di valutazione dell'esposizione al momento dello scatto, con il risultato di sbagliare esposizione, immagina di leggere l'esposizione sulla testa di un airone bianco in pieno sole che si staglia contro uno sfondo scuro, basta un movimento minimo per far cadere il punto di lettura spot sullo sfondo e far variare clamorosamente l'esposizione. In matrix, grazie alla valutazione che il sistema fa della scena, il problema è relativamente contenuto ma comunque presente, un movimento che contemporaneamente fa cadere il punto AF altrove ed include una zona marginale con una forte differenza di luminosità puo' far variare l'esposizione anche in matrix.
Infine, ma non ultimo, il VR stabilizza, come abbiamo detto, anche l'immagine che vediamo nel mirino, quindi ci consente una composizione dello scatto molto piu' accurata, includendo ed escludendo esattamente cio' che desideriamo ci sia e non ci sia nella nostra fotografia.
Circa l'uso operativo vero e proprio, invece, si tratta solo di prenderci minimamente la mano, non c'è nulla di difficile: con il VR acceso premi a metà corsa il pulsante di scatto, si accenderà l'esposimetro, il sistema AF metterà a fuoco ed il VR inizierà a cercare di stabilizzare l'immagine, dopo alcuni istanti vedrai nel mirino l'immagine che si è stabilizzata ed a quel punto potrai scattare, certo che il VR ti aiuterà in tutto quanto detto sopra.
Va utilizzato sempre? Certamente no, il VR implica un ritardo necessario nell'azione di scatto, ritardo dovuto appunto al tempo che impiega per normalizzare il movimento del gruppo ottico necessario alla stabilizzazione, ritardo che potrebbe farci perdere istanti preziosi.
Inoltre per sua natura il VR acceso introduce un lievissimo degrado qualitativo dell'immagine (va a pescare informazioni dalle parti piu' periferiche delle lenti del nostro obiettivo) che sebbene spesso trascurabile, in alcuni casi potrebbe non essere gradito.
Infine il VR lavora con la batteria della nostra macchina, a seconda dell'ottica che stiamo utilizzando il maggior consumo di energia puo' essere piu' o meno rilevante.
Concludo dicendo che il VR non sostituisce il treppiedi, nella maggior parte delle situazioni che richiedono l'uso di un treppiedi non si puo' prescindere da questo: architettura, still life, panorami, notturni, caccia fotografica, sono tutte situazioni in cui piu' del VR ci serve un robusto treppiedi se vogliamo portare a casa scatti corretti.
Se hai ulteriori dubbi chiedi pure
Ciao
Attilio
fai bene ad avere dubbi, il sistema VR è ben piu' complesso di quanto comunemente si ritenga ed il suo uso corretto non è sempre immediatamente comprensibile.
L'utilizzo principale per cui viene comunemente impiegato è relativo all'allungamento dei "tempi di sicurezza". Quando scattiamo una fotografia, ammesso di ricercare la nitidezza del soggetto, dovremo preoccuparci di trovare un tempo di scatto sufficientemente rapido da congelare il movimento del nostro soggetto, tipicamente nel caso di un soggetto umano non impegnato in attività sportive tale tempo è individuabile in circa 1/60.
Per avere un soggetto nitido, pero', dovremo preoccuparci anche di evitare che i nostri movimenti e la nostra postura e tecnica di scatto facciano insorgere del micromosso, cioè che noi stessi, muovendo il complesso macchina/ottica, determiniamo un leggero effetto mosso che andrà a scapito della nitidezza. Questo fenomeno è tanto maggiore quanto maggiore è la lunghezza focale del nostro obiettivo, la maggiore lunghezza focale infatti amplifica la percezione di tali movimenti nello scatto. Per ovviare a cio' si usa parlare di "tempi di sicurezza": premesso che i tempi di sicurezza sono soggettivi e dipendono appunto dalla capacità del fotografo di mantenere una corretta postura e di adottare una corretta tecnica di scatto, oltre ad una serie di condizioni psicofisiche personali e variabili, solitamente si usa considerare come sicuro un tempo pari all'inverso della focale in uso, quindi se lavoriamo con un obiettivo da 200mm il tempo di sicurezza standard per evitare il micromosso soggettivo sarà di 1/200. Il sistema VR si preoccupa di abbreviare proprio questo tempo compensando i movimenti che noi imprimiamo alla macchina, quindi nel caso volessimo fotografare un soggetto umano con un 200mm ci ritroveremmo nella situazione che per congelare il movimento del soggetto ci basterebbe scattare ad 1/60, se non abbiamo il VR dovremo pero' scattare ad 1/200 per evitare il micromosso, disponendo del VR che appunto compensa il micromosso, potremo tornare a scattare ad 1/60. Attenzione, il VR ci consentirebbe di scattare anche con tempi piu' lunghi, come 1/30, tuttavia in questo caso sarebbe il nostro soggetto a muoversi ed il VR non potrebbe compensare il movimento del soggetto, quindi ci ritroveremmo con un soggetto nuovamente mosso.
Questo è l'uso standard del VR.
La seconda opzione, presente solo in alcuni obiettivi, è la funzione Active. La funzione Active si utilizza quando scattiamo da mezzi a motore accesi (non necessariamente in movimento). Le vibrazioni indotte da un motore acceso hanno una frequenza diversa da quella dei nostri movimenti e possono ugualmente indurre un micromosso, la funzione Active si preoccupa proprio di compensare anche questo tipo di vibrazioni, va bene per fotografare da una Jeep, un elicottero, una barca a motore, non si usa su una barca a vela, un aliante, una jeep con il motore spento.
Il VR si usa anche quando il complesso macchina/ottica è montato su un monopiede, viceversa non si utilizza quando stiamo lavorando su un treppiedi, in questo caso infatti non abbiamo (non dovremmo avere) vibrazioni da compensare.
Un utilizzo meno scontato del VR riguarda quelle situazioni in cui non abbiamo necessità di scattare con tempi lunghi, perché magari siamo in piena luce ed esposimetricamente non c'è necessità di allungare i tempi, ma abbiamo altri aspetti critici nello scatto. Prima di affrontare questo punto pero' dobbiamo capire un concetto di base: il sistema VR offre il grande vantaggio di stabilizzare l'immagine, che noi vediamo nel mirino, già nel suo passaggio dentro l'ottica, quindi con il VR acceso l'immagine arriverà dentro la fotocamera già stabilizzata, questo comporta che tutti i sistemi interni della fotocamera lavoreranno su un'immagine stabilizzata.
Questo aspetto è determinante quando pensiamo ad una situazione critica dal punto di vista della messa a fuoco, magari con un soggetto in movimento che la macchina dovrà seguire aggiustando il punto di messa a fuoco, avere un'immagine stabile ci consente di mettere il sistema AF in condizine di dover inseguire solo il movimento del soggetto e non anche il soggetto che si sposta a causa dei nostri movimenti, ottenendo una rapidità e precisione di messa a fuoco maggiori.
Discorso analogo possiamo farlo in una situazione esposimetricamente critica, se lavoriamo in "spot" su un soggetto piccolo e ad alto contrasto, i nostri micro movimenti, soprattutto con lunghi teleobiettivi, potrebbero facilmente farci perdere la posizione esatta di valutazione dell'esposizione al momento dello scatto, con il risultato di sbagliare esposizione, immagina di leggere l'esposizione sulla testa di un airone bianco in pieno sole che si staglia contro uno sfondo scuro, basta un movimento minimo per far cadere il punto di lettura spot sullo sfondo e far variare clamorosamente l'esposizione. In matrix, grazie alla valutazione che il sistema fa della scena, il problema è relativamente contenuto ma comunque presente, un movimento che contemporaneamente fa cadere il punto AF altrove ed include una zona marginale con una forte differenza di luminosità puo' far variare l'esposizione anche in matrix.
Infine, ma non ultimo, il VR stabilizza, come abbiamo detto, anche l'immagine che vediamo nel mirino, quindi ci consente una composizione dello scatto molto piu' accurata, includendo ed escludendo esattamente cio' che desideriamo ci sia e non ci sia nella nostra fotografia.
Circa l'uso operativo vero e proprio, invece, si tratta solo di prenderci minimamente la mano, non c'è nulla di difficile: con il VR acceso premi a metà corsa il pulsante di scatto, si accenderà l'esposimetro, il sistema AF metterà a fuoco ed il VR inizierà a cercare di stabilizzare l'immagine, dopo alcuni istanti vedrai nel mirino l'immagine che si è stabilizzata ed a quel punto potrai scattare, certo che il VR ti aiuterà in tutto quanto detto sopra.
Va utilizzato sempre? Certamente no, il VR implica un ritardo necessario nell'azione di scatto, ritardo dovuto appunto al tempo che impiega per normalizzare il movimento del gruppo ottico necessario alla stabilizzazione, ritardo che potrebbe farci perdere istanti preziosi.
Inoltre per sua natura il VR acceso introduce un lievissimo degrado qualitativo dell'immagine (va a pescare informazioni dalle parti piu' periferiche delle lenti del nostro obiettivo) che sebbene spesso trascurabile, in alcuni casi potrebbe non essere gradito.
Infine il VR lavora con la batteria della nostra macchina, a seconda dell'ottica che stiamo utilizzando il maggior consumo di energia puo' essere piu' o meno rilevante.
Concludo dicendo che il VR non sostituisce il treppiedi, nella maggior parte delle situazioni che richiedono l'uso di un treppiedi non si puo' prescindere da questo: architettura, still life, panorami, notturni, caccia fotografica, sono tutte situazioni in cui piu' del VR ci serve un robusto treppiedi se vogliamo portare a casa scatti corretti.
Se hai ulteriori dubbi chiedi pure
Ciao
Attilio