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Perche I Professionisti Contro I Fotoamatori?!?
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Deevid.
Messaggio: #126
Non è che uno si alza la mattina un giorno e diventa professionista, per diventare professionista devi iniziare con dei lavoretti quindi è vero che c'è la crisi e c'è già poco lavoro ma se professionisti se la prendono per un po di concorrenza allora non sono dei veri professionisti perchè se sei veramente bravo ti distinguerai dalla massa wink.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #127
QUOTE(Deevid. @ May 16 2013, 10:16 PM) *
Non è che uno si alza la mattina un giorno e diventa professionista, per diventare professionista devi iniziare con dei lavoretti quindi è vero che c'è la crisi e c'è già poco lavoro ma se professionisti se la prendono per un po di concorrenza allora non sono dei veri professionisti perchè se sei veramente bravo ti distinguerai dalla massa wink.gif


QUESTI dite che ce l'hanno la partita IVA? messicano.gif

Graziano biggrin.gif
buzz
Staff
Messaggio: #128
QUOTE(GuidoGR @ May 16 2013, 09:43 PM) *
Buzz, di solito condivido le tue opinioni, ma ora no, la rivoluzione?
Ma guardiamo la storia, cosa ha ottenuto il normale cittadino dalle rivoluzioni? Ha ottenuto forse di più che nei paesi dove si è sviluppata una democrazia? Forse che il popolo cubano sta meglio del popolo USA? I cinesi hanno incominciato a migliorare il loro tenore di vita solo quando si sono aperti ad una economia di stampo occidentale (anzi il vero capitalismo ora è proprio quello cinese!), in Messico ci sono tantissimi poveri e pochi ricchissimi (il più ricco del mondo nel 2012 mi pare che sia proprio un messicano), siamo sicuri che la rivoluzione d'ottobre in Russia abbia portato più benessere che non un eventuale lenta dissoluzione dello zarismo con un eventuale avvento di una sorta di monarchia parlamentare sul modello inglese od olandese?
Le rivoluzioni hanno sempre solo portato, lutti, ruberie e distruzioni. Dio ce ne scampi e liberi.

Quello che andrebbe fatto è smettere di pensare ciascuno al proprio orticello ed invece darsi da fare magari cominciando proprio dalle piccole cose di ogni giorno...


Ehi, vedi che parlavo per paradosso, e poi mica ho mai auspicato una rivoluzione come quella sovietica, cinese o cubana!!!!
anzi non la auspico per nulla, ma se ci ridurremo a non poter fare più 3 pasti al giorno, vedrai che qualcosa succederà davvero!
Danilo 73
Messaggio: #129
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 06:28 PM) *
Ovvio che le statistiche dicano quello, ma i poveri italiani spesso e volentieri sono quelli che si dimenticano di pagare le tasse sul reddito.
Io sto dicendo che la crisi non si risolve difendendo il fortino. Che non ha senso, nel 2013, di parlare di protezionismo.

Quali sono i mercati che non sono liberi secondo te? Puoi essere più preciso?

Sia chiaro io non sono per il protezionismo, il mercato libero non esiste e mi spiego meglio. Se io piccolo imprenditore o singolo commerciante ho dei problemi economici CHIUDO, se invece c'è l'hanno le banche o la fiat, solo per fare qualche esempio, interviene lo stato. Io imprenditore faccio evasione fiscale e riesco ad essere più competitivo con i prezzi e faccio chiudere il mio concorrente, con il gioco e delle 3 carte faccio sparire il mio denaro all'estero, poi lo faccio rientrare scudato pagando di fatto l'1,5% di TASSE!. Parlando di economia internazionale ci dovrebbe essere una normativa che impone ad ogni paese nel mondo che per esportare i propri prodotti si debbano rispettare delle norme minime di salvaguardia della dignità dell'essere umano, no per esempio schiavizzare i poveri cinesi. Non è libero mercato con regole uguali per tutti, ma ANARCHIA e ricchezza concentrata in pochissime mani. A te fa comodo cosi a me e alla maggior parte NO.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #130
QUOTE(buzz @ May 17 2013, 03:05 AM) *
ma se ci ridurremo a non poter fare più 3 pasti al giorno, vedrai che qualcosa succederà davvero!


A Roma hanno detto che se finisce il pane, ci son sempre le brioches... dry.gif

Graziano biggrin.gif
buzz
Staff
Messaggio: #131
QUOTE(Grazmel @ May 17 2013, 09:22 AM) *
A Roma hanno detto che se finisce il pane, ci son sempre le brioches... dry.gif

Graziano biggrin.gif


Sbagliato!
ci sono i tramezzini di trastevere biggrin.gif
logan7
Messaggio: #132
QUOTE(GuidoGR @ May 16 2013, 07:03 PM) *
Va bene, allora visto che sono anacronistico, dimmi cosa dovrò dire ai miei dipendenti il giorno che magari ( per ora vado avanti nonostante la crisi perché mi sento in dovere di continuare per loro, io da parte mia potrei anche vendere tutto ed andarmene a vivere senza problemi altrove) dovrò chiudere, illustrami che cosa dovremmo fare noi italiani, noi industriali e produttori per vincere la battaglia, dal momento che i nostri costi di produzione sono molto più cari di quasi tutti gli altri paesi (la corrente elettrica costa il doppio di quella che pagano i francesi ad esempio)!
E' facile dire che si deve fare altro, ma cosa? Offrire prodotti diversi? Pensi che con i costi che abbiamo potremmo essere comunque competitivi?
Pensi davvero che un albergo in Sicilia o nel resto d'Italia possa avere gli stessi costi di gestione che ha quello in Egitto?
Offerta diversa? Sì, ci sono i templi di Agrigento, ma a chi interessa solo sole e mare e vuole spender poco?
E' ovvio che il taglio drastico non si può fare, ma non possiamo comunque mantenere una macchina esageratamente costosa per paura di creare disoccupazione! I miei operai possono da un giorno all'altro diventare dei disoccupati ma lo statale no? E perché ti chiedo a nome proprio dei miei collaboratori che si fanno il mazzo da mane a sera e pagano con il loro sudore lo stipendio di quelli che magari timbrano e poi vanno a farsi caxxi loro?
Ora esco, magari continuiamo domani, ciao


Non ne faccio ovviamente un discorso personale, non ti conosco e non ho idea del modo in cui gestisci la tua azienda, però quando leggo certe cose mi vengono i brividi: ma ancora non è chiaro che il modello di impresa a cui ti ispiri è obsoleto, superato, insostenibile? Perdona la brutalità, ma se hai chiaro il fatto che i tuoi costi di produzione sono più alti di quelli che sostengono gli imprenditori in altri paesi, non puoi competere facendo leva solo sul prezzo? E secondo te la mossa intelligente da fare non è quella di differenziarsi, di offrire un prodotto diverso, innovativo, con un valore aggiunto più alto, piuttosto che continuare a cercare di competere, senza armi, sulla quantità e sui prezzi? Quella battaglia è persa!

La Sicilia è in competizione con l'Egitto, c'è poco da fare: il target di clienti NON deve essere lo stesso, altrimenti non c'è storia. Se si basa tutto sulla convenienza, non si ottiene nulla. E' una guerra tra poveri e la vincerà sempre chi è più povero.

Sul discorso dei licenziamenti: se metti per strada il 50% dei dipendenti statali che fine pensi possano fare i tuoi dipendenti? Quel 50% di dipendenti statali spendono, acquistano, mettono in circolo il denaro che permette anche a te di portare a casa uno stipendio. Quando pensi che tagliare le spese sia una buona cosa, cerca di riflettere sul fatto che così facendo ridurrai in modo drastico la capacità di spesa degli italiani, con l'ovvia conseguenza di scatenare un effetto domino che travolgerà tutta l'economia.
logan7
Messaggio: #133
QUOTE(MrPaulson79 @ May 16 2013, 07:14 PM) *
Tu come caspita vivi scusa ... che lavoro fai per sentirti così al sicuro ...
Se tutti gli italiani (ma a quelli come te non si può togliere la cittadinanza quindi diciamo tantissimi italiani) decidessero di comprare solo scarpe e vestiti fatti in italia, mangiare solo cibo italiano, andare in ferie in italia, compare un'auto fatta in Italia e via dicendo vedresti come si risolleverebbe l'economia!!
E così farebbero i francesi e i tedeschi e gli spagnoli ... nell'arco di 10 anni avresti salvato l'economia della vecchia europa, spento i sogni di gloria cinesi (che con i tuoi soldi si stanno comprando l'Africa se non te ne sei accorto) stabilizzato economie impazzite come quelle indiane e del sud-america.
Ma a quanto pare è meglio credere di potersi adattare a qualsiasi cambiamento ...


Quanta retorica nelle tue parole.

Il protezionismo è la soluzione, secondo te? In un mondo che è diventato via via sempre più libero, in cui le distanze sono diminuite, in cui è possibile quotidianamente confrontarsi con realtà internazionali, tu vorresti tornare al protezionismo?

E pensi che in questo modo riusciresti a salvare qualcosa? Ma di che parli? L'Italia non è autosufficiente, né dal punto di vista energetico né da quello dell'approvvigionamento delle materie prime. Se non impariamo a ragionare di economia a livello mondiale, limitandoci al nostro orticello, faremo una brutta fine. Bisogna essere consapevoli dei propri limiti e dei propri punti di forza, e sfruttare questi per mantenere od ottenere un vantaggio competitivo sugli imprenditori degli altri paesi. Siamo tutti in competizione e, come ha già scritto qualcun altro, i paesi poveri hanno il diritto di cercare di colmare il gap con i paesi ricchi. Non capirlo è sintomatico di un atteggiamento superficiale ed inconcludente.

Il cambiamento è in atto, chi non si adatterà è destinato a finire fuori dal mondo del lavoro.
logan7
Messaggio: #134
QUOTE(Grazmel @ May 16 2013, 07:21 PM) *
Il problema è che una bella fetta di italiani coi soldi, alla prima occasione vogliono chiudere qua e aprire in est Europa o Asia, dove hanno una marea di lavoratori senza diritti pronti per essere sfruttati....
E tutti gli italiani senza soldi che perdono lavoro, di soldi per comprare made in Italy a certi prezzi che si vedono in giro non ne hanno, quindi sono costretti a ripiegare sulle cinesate...

E sul comprare macchine italiane...finchè c'è il signor Marchionne che di idee decenti non ne ha... messicano.gif

Graziano


Esatto, ma questo non vale per qualsiasi tipo di produzione. Ad esempio: il valore aggiunto su una maglietta di cotone che in Bangladesh producono ad una frazione del costo che dovrebbe sopportare un imprenditore italiano è nel marchio, nel disegno, nel colore, nei dettagli che lo stilista decide di usare. Se vogliamo essere competitivi con chi materialmente fabbrica la maglietta di cotone, siamo destinati in partenza al fallimento. La competizione deve spostarsi sul piano della creatività, della capacità di far nascere un fenomeno di moda, di dettare le regole su aspetti che (per ora!) sono alla nostra portata.

E attenzione anche a dire che acquistare prodotti cinesi sia un ripiego: se volete posso fare un elenco di oggetti che per il solo fatto di essere importati e rimarchiati da aziende italiane costano al dettaglio (in un negozio fisico) il doppio dello stesso oggetto acquistato dal produttore cinese (sul web). E' questo modo di fare impresa che è destinato a fallire, inesorabilmente.
logan7
Messaggio: #135
QUOTE(buzz @ May 16 2013, 07:27 PM) *
Ragazzi, non avete capito?
Bisogna cambiare mentalità: chi non si adegua ai tempi, ovvero non ne ha la possibilità, può sempre emigrare, diventare un delinquente o optare per il suicidio.
Il mondo non lo fermi.

A meno che, non fai una rivoluzione, e i tempi sono quasi maturi.


E' inutile che emigri se prima non cambi il tuo modo di ragionare.

Certi meccanismi sono mondiali, non italiani. Andare all'estero e pensare di poter insistere nel voler applicare concetti superati non serve a niente. Non è che all'estero le cose vadano in modo diverso di quello che accade in Italia.

E bisogna sempre ricordarsi che la cosa più importante che si può vendere, in ogni campo, è la propria competenza e le proprie conoscenze. Il punto fondamentale è che si deve sempre di più investire sulla propria formazione, sulla cultura, sullo studio. Solo in questo modo si acquisirà un vantaggio (per ora!) sui concorrenti.

La rivoluzione è in atto, ma non è quella che immagini: per giunta quella che immagini sarebbe inutile, disastrosa e ti farebbe diventare per sempre subordinato, sia economicamente che politicamente, rispetto a chi nel frattempo ha migliorato i suoi processi produttivi. Alla fine della tua rivoluzione ti troveresti comunque a dover fare i conti con il resto del mondo, in una nazione che non è autosufficiente né dal punto di vista dell'approvvigionamento delle fonti di energia né da quello delle materie prime. Ma di cosa stiamo parlando?

QUOTE(MrPaulson79 @ May 16 2013, 07:34 PM) *
Chi non si adegua ai tempi?
Se Cristoforo Colombo, Abramo Lincoln, Martin Luther King, Wiston Churchill, Albert Einstein e potrei continuare per ore si fossero adeguati ai tempi ora non staremmo vivendo questa mondo.
Probabilmente non siamo ancora pronti a cambiare, ma presto arriverà il momento ... o un asteroide e in questo caso potremmo contare solo su Bruce Willis e il suo manipolo di trivellatori di pozzi petroliferi ahahahah (sinceramente per stasera mi sono depresso abbastanza messicano.gif )


Stai dicendo esattamente l'opposto: le persone che hai citato si sono adeguate ai tempi! Hanno colto l'occasione, hanno capito che era momento giusto per fare qualcosa di diverso e l'hanno fatto. Non hanno difeso ad oltranza lo status quo, non si sono lamentate perché le cose non funzionavano, il mondo era crudele, i cinesi fanno concorrenza sleale, dobbiamo comprare tutti prodotti italiani. No. Hanno posato lo sguardo altrove, sono andati oltre.
MrPaulson79
Messaggio: #136
QUOTE(logan7 @ May 17 2013, 11:22 AM) *
Sul discorso dei licenziamenti: se metti per strada il 50% dei dipendenti statali che fine pensi possano fare i tuoi dipendenti? Quel 50% di dipendenti statali spendono, acquistano, mettono in circolo il denaro che permette anche a te di portare a casa uno stipendio. Quando pensi che tagliare le spese sia una buona cosa, cerca di riflettere sul fatto che così facendo ridurrai in modo drastico la capacità di spesa degli italiani, con l'ovvia conseguenza di scatenare un effetto domino che travolgerà tutta l'economia.


La tua visione pseudo-Keynesiana ci ha portato ai disastrosi risultati attuali.
Il sistema pubblico è parassitario in un sistema economico dato che brucia molta più ricchezza di quanta ne produce.
Indispensabili ad un corretto funzionamento del paese, in realtà, sono solo la Pubblica Sicurezza (le forze dell'ordine, esercito, servizi segreti non possono essere privatizzati per ovvie ragioni di funzionamento democratico) e il sistema scolastico (ma anche qui occorrerebbe una risistemazione pressochè totale ... mi dici perchè diavolo gli insegnanti devono fare solo 18 ore di effettivo insegnamento e per di più per meno di 8 mesi l'anno, ma essere pagati per 14????).
Tutto il resto dovrebbe essere eliminato (Prefetture, Province, Comuni con meno di 10.000 abitanti), razionalizzato (Stato centrale, regioni, comuni con più di 10.000 abitanti) o privatizzato (sistema sanitario nazionale anche se con un minimo di garanzie concesse a tutti e sistema pensionistico).
Nel 2010 (cioè prima della disperazione attuale) la spesa pubblica nazionale ha toccato i 672 miliardi di Euro che francamente è ormai insostenibile.

Vuoi che un'azienda italiana combatta alla pari con quelle dei paesi extra EU? Bene abbassa le tasse sulla produzione interna (a livello Europeo ovviamente) e metti i dazi su tutto quello che è extra UE e vedrai come ritorni competitivo e florido.
logan7
Messaggio: #137
QUOTE(GuidoGR @ May 16 2013, 09:59 PM) *
Sta pur tranquillo che la fetta degli italiani con i soldi non si preoccupa di dove o cosa chiudere od aprire...se li spostano e se li godono dove fa più comodo...
Le grandi ditte essendo libero il commercio vanno dove è più conveniente, è una legge di mercato, solo una dittatura che nazionalizzi le imprese può evitarlo, ma dove è stato fatto mi pare che le cose non siano andate meglio, anzi!
Alcune piccole aziende hanno delocalizzato solo perché qui avrebbero dovuto chiudere, ed era l'unica alternativa possibile: è ovvio che in un caso o nell'altro c'è chi ha perso il lavoro.
E' altrettanto ovvio che se non si hanno i soldi non sicompera il made in Italy, ma non sempre...un maglificio di Casale Monferrato vende al pubblico maglie di cashmere 100% made in Italy a meno di quanto in negozio si compera una felpa cinese marcata Nike, che solo per il marchio viene venduta ad un prezzo folle considerato l'articolo...
L'unico modo per invertire la tendenza è che la gente capisca che acquistando prodotti italiani, od anche europei (dal momento che gli europei apprezzano ed acquistano i nostri prodotti) si paga lo stipendio ad un Italiano che a sua volta spenderà lo stipendio vicino a casa sua in un circolo virtuoso.
Sulle auto ti posso anche dar ragione, anche se alcuni modelli del gruppo Fiat non sono poi così male, se solo fossero costruiti un po' meglio!


No, no, no, no e ancora no. Ma come, prima fai l'esempio giusto e poi cadi anche tu nel protezionismo? Se la felpa marcata Nike si vende ad un prezzo che supera di molte volte il suo costo, questo non ti insegna niente? Se la gente è disposta a spendere per un marchio, per il design, per il packaging, tu vuoi impedirglielo? Ma che senso ha? In Italia funziona il settore del lusso, proprio perché propone oggetti esclusivi: ma l'esclusività non sta solo nei materiali usati, ma soprattutto nel modo in cui i materiali vengono usati. Il gusto, lo stile, il disegno, sono la parte più importante di questi prodotti.

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 11:55 AM) *
La tua visione pseudo-Keynesiana ci ha portato ai disastrosi risultati attuali.
Il sistema pubblico è parassitario in un sistema economico dato che brucia molta più ricchezza di quanta ne produce.
Indispensabili ad un corretto funzionamento del paese, in realtà, sono solo la Pubblica Sicurezza (le forze dell'ordine, esercito, servizi segreti non possono essere privatizzati per ovvie ragioni di funzionamento democratico) e il sistema scolastico (ma anche qui occorrerebbe una risistemazione pressochè totale ... mi dici perchè diavolo gli insegnanti devono fare solo 18 ore di effettivo insegnamento e per di più per meno di 8 mesi l'anno, ma essere pagati per 14????).
Tutto il resto dovrebbe essere eliminato (Prefetture, Province, Comuni con meno di 10.000 abitanti), razionalizzato (Stato centrale, regioni, comuni con più di 10.000 abitanti) o privatizzato (sistema sanitario nazionale anche se con un minimo di garanzie concesse a tutti e sistema pensionistico).
Nel 2010 (cioè prima della disperazione attuale) la spesa pubblica nazionale ha toccato i 672 miliardi di Euro che francamente è ormai insostenibile.

Vuoi che un'azienda italiana combatta alla pari con quelle dei paesi extra EU? Bene abbassa le tasse sulla produzione interna (a livello Europeo ovviamente) e metti i dazi su tutto quello che è extra UE e vedrai come ritorni competitivo e florido.


E secondo te quei 672 miliardi di euro dove sono finiti? Non hanno dato lavoro, reddito e quant'altro al Paese?

Tu veramente pensi che ridimensionare quella cifra significa stare meglio? Non ti è chiaro che quelle che per lo Stato sono spese per migliaia di aziende sono incassi?

Dazi? Stai scherzando, spero. Secondo te l'Italia è in grado di imporre dazi? Ma hai idea di come siamo messi, a livello di fonti di energia e di materie prime? Ma di che stai parlando?

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 11:55 AM) *
[...]Vuoi che un'azienda italiana combatta alla pari con quelle dei paesi extra EU? Bene abbassa le tasse sulla produzione interna (a livello Europeo ovviamente) e metti i dazi su tutto quello che è extra UE e vedrai come ritorni competitivo e florido.


Questa è la fine che sono destinati a fare i meccanismi di protezione! Altro che dazi.
rickyjungle
Messaggio: #138
QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 11:55 AM) *
Vuoi che un'azienda italiana combatta alla pari con quelle dei paesi extra EU? Bene abbassa le tasse sulla produzione interna (a livello Europeo ovviamente) e metti i dazi su tutto quello che è extra UE e vedrai come ritorni competitivo e florido.


Questo sarebbe fattibile solo se TUTTA L'EUROPA applicasse la stessa legge e dazi se no la merce extra UE arriva in polonia senza dazio e poi dalla polonia arriva in italia senza dazio... Per fare un esempio concreto: la francia (se non erro) si lamentava perché i coreani vendono bene e tanto le loro auto in europa e quindi chiedeva che l'europa mettesse dazi ai coreani... com'è finita? con le pernacchie, perché i coreani le auto che vendono in europa le producono in europa (slovacchia per esempio)

Ed è lo stesso motivo per il quale le varie case automobilistiche europee e americane aprono fabbriche a gogo in cina. Esportare in cina è da folli perché le auto vengono tassate del 100% (punti più punto meno) allora se tu apri una fabbrica li non paghi quel dazio...(escludiamo le supercar, perché nessuna porsche o ferrari verrà mai costruita li e le vendono lo stesso anche se costano il doppio)

Più fattibile cercare all'interno della UE il bilanciamento dei costi del lavoro e delle leggi in generale in modo da uniformare il più possibile le varie nazioni
logan7
Messaggio: #139
QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 12:07 PM) *
[...]Più fattibile cercare all'interno della UE il bilanciamento dei costi del lavoro e delle leggi in generale in modo da uniformare il più possibile le varie nazioni


Esatto: per questo potrebbe essere interessante capire se la proposta di Hollande avrà un seguito.

Ma gli Europei sono pronti per questa rivoluzione?
logan7
Messaggio: #140
QUOTE(Danilo 73 @ May 17 2013, 09:21 AM) *
Sia chiaro io non sono per il protezionismo, il mercato libero non esiste e mi spiego meglio. Se io piccolo imprenditore o singolo commerciante ho dei problemi economici CHIUDO, se invece c'è l'hanno le banche o la fiat, solo per fare qualche esempio, interviene lo stato. Io imprenditore faccio evasione fiscale e riesco ad essere più competitivo con i prezzi e faccio chiudere il mio concorrente, con il gioco e delle 3 carte faccio sparire il mio denaro all'estero, poi lo faccio rientrare scudato pagando di fatto l'1,5% di TASSE!. Parlando di economia internazionale ci dovrebbe essere una normativa che impone ad ogni paese nel mondo che per esportare i propri prodotti si debbano rispettare delle norme minime di salvaguardia della dignità dell'essere umano, no per esempio schiavizzare i poveri cinesi. Non è libero mercato con regole uguali per tutti, ma ANARCHIA e ricchezza concentrata in pochissime mani. A te fa comodo cosi a me e alla maggior parte NO.


Stai mischiando cose che non hanno alcuna attinenza tra loro. Il cinese non si sente affatto schiavizzato come pensi tu: negli ultimi anni la Cina ha rivoluzionato la sua economia interna, e tantissimi cinesi hanno un tenore di vita che prima si sognavano. Ovviamente la competizione è altissima, per cui per loro è normale sostenere ritmi lavorativi che a noi fanno paura. Ma è il solito difetto di voler giudicare gli altri con il nostro metro di giudizio.

A me non fa comodo niente, prendo atto di come vanno le cose e mi comporto di conseguenza. Vorrei capire, poi, qual è questa maggioranza a cui questo stato di cose non fa comodo, ma temo che la mia curiosità rimarrà inevasa.
GuidoGR
Messaggio: #141
QUOTE(logan7 @ May 17 2013, 11:22 AM) *
... il modello di impresa a cui ti ispiri è obsoleto, superato, insostenibile? Ti dirò che se solo pagassi la corrente elettrica come i Francesi e non avessi i balzelli italici ma quelli tedeschi, saremmo già molto più competitivi, inoltre lavoriamo per clienti che esportano in gran parte nei paesi esteri, per cui alla fine non andiamo malissimo, il problema è che è venuto a mancare il mercato medio-alto in Italia. I nostri prodotti finiscono nelle collezioni dei più bei nomi della moda, ma non si vive solo di eccellenza, purtroppo ci vogliono anche i numeri. Pensi forse che la Fiat potrebbe vivere solo con la Ferrari? Perdona la brutalità, ma se hai chiaro il fatto che i tuoi costi di produzione sono più alti di quelli che sostengono gli imprenditori in altri paesi, non puoi competere facendo leva solo sul prezzo? E secondo te la mossa intelligente da fare non è quella di differenziarsi, di offrire un prodotto diverso, innovativo, con un valore aggiunto più alto, piuttosto che continuare a cercare di competere, senza armi, sulla quantità e sui prezzi? Quella battaglia è persa! Infatti noi siamo già al top nella produzione, ma non credere che sia possibile inventarsi prodotti diversi in settori industrialmente maturi, la moda propone prodotti nuovi, ma essi sono immediatamente copiati e prodotti in quei paesi dove può anche succedere che 2000 operai muoiano schiacciati dal crollo della fabbrica dove lavoravano per pochi euro al mese...qui da noi se non altro ci vuole almeno il terremoto!

La Sicilia è in competizione con l'Egitto, c'è poco da fare: il target di clienti NON deve essere lo stesso, altrimenti non c'è storia. Se si basa tutto sulla convenienza, non si ottiene nulla. E' una guerra tra poveri e la vincerà sempre chi è più povero.
E' verissimo, ma è sempre lo stesso discorso, ci vogliono i numeri, oppure dovremmo ridurre la popolazione ad un quindicesimo di quella che è, così potremmo solo seguire le eccellenze e ci sarebbe lavoro per tutti...

Sul discorso dei licenziamenti: se metti per strada il 50% dei dipendenti statali che fine pensi possano fare i tuoi dipendenti? Quel 50% di dipendenti statali spendono, acquistano, mettono in circolo il denaro che permette anche a te di portare a casa uno stipendio. Quando pensi che tagliare le spese sia una buona cosa, cerca di riflettere sul fatto che così facendo ridurrai in modo drastico la capacità di spesa degli italiani, con l'ovvia conseguenza di scatenare un effetto domino che travolgerà tutta l'economia.
Ribadisco che un taglio ci dovrà essere, perché il privato dovrebbe reinventarsi un lavoro e seguire come dici le nuove tendenze per vivere mentre molti (non tutti sia ben inteso) statali si crogiolano nel loro posto fisso, sempre uguale o quasi da decenni? Per carità non dico di utilizzare la scure, ma di rivedere l'effettiva necessità di avere così tanto personale, in modo graduale e possibilmente indolore (certo che i greci invece hanno avuto la mano pesante).
Perché dobbiamo in una sola regione avere più forestali del Canada, mentre magari abbiamo la Polizia sotto organico, oppure perché in alcuni uffici si va avanti con il doppio del personale necessario (vedi scandali ed assenteismo in molte pubbliche amministrazioni) mentre altrove mancano i professori di sostegno. O perché l'INPS è un calderone con migliaia di dipendenti ed in Germania gestiscono le stesse cose con forse un decimo di personale? Ho testimonianza da più voci di esuberi di personale nascosto ed anzi favorito dagli stessi dirigenti; un fatto: una ragazza che conosco vinse il posto come trimestrale in un ente, il primo giorno le fu assegnato un tot di pratiche, due ore dopo consegnò il tutto (veniva dal settore privato e lavorava di conseguenza), al che il dirigente la prese da parte e le disse che quello era il lavoro della giornata e che quindi avrebbe dovuto adeguarsi perché se si fosse venuto a sapere qualcuno avrebbe sicuramente provveduto a far diminuire l'organico...

Il problema reale è che questa crisi è stata improvvisa ed ha provocato cambiamenti così rapidi che nessuno ha avuto il tempo per adeguarsi in modo indolore, la rivoluzione industriale ha cambiato il modo di vivere ma l'ha fatto in un arco di tempo abbastanza lungo da poter consentire un graduale passaggio dal mondo agricolo a quello industriale. La crisi nel tessile in Italia, fino a qualche anno fa, pur con la riduzione degli occupati ad un terzo o forse ad un quarto di coloro che erano prima occupati nel medesimo settore, non ha avuto effetti eclatanti, perché è avvenuta nell'arco di una ventina d'anni. Ora invece chi è rimasto si trova a fare i conti con cambiamenti così rapidi che impongono scelte drastiche ed il mercato non riesce purtroppo a riassorbire la manodopera persa, aggiungiamo inultre che la crisi ha toccato tutti i settori e vediamo che la situazione sta diventando molto difficile...


Messaggio modificato da GuidoGR il May 17 2013, 11:37 AM
buzz
Staff
Messaggio: #142
QUOTE(logan7 @ May 17 2013, 11:48 AM) *
E' inutile che emigri se prima non cambi il tuo modo di ragionare.

Certi meccanismi sono mondiali, non italiani. Andare all'estero e pensare di poter insistere nel voler applicare concetti superati non serve a niente. Non è che all'estero le cose vadano in modo diverso di quello che accade in Italia.
---------



Spero di non portare il discorso sul personale, ma non ho ancora capito come vivi, ovvero quale sia il tuo moderno e aggiornato ai tempi sistema di reddito.
Da quello che leggo, e da come difendi lo "statu quo" posso solo pensare che a te sta benissimo come stanno le cose adesso, quindi non soffri la crisi, che più che economica è finanziaria, e la differenza è enorme.
La crisi economica la puoi fronteggiare con adeguamenti, quella finanziaria no.

I meccanismi forse sono uguali, ma il trattamento e le opportunità non lo sono.
In Francia la corrente elettrica costa molto meno, si pagano meno tasse, e i servizi pubblici sonno efficienti. Lo stesso in Germania, in Svezia e altri paesi.
Da noi è vero che puoi scaricare parte delle spese mediche, ma fa rabbia doversi rivolgere al privato per avere una TAC quando in ospedale ti spetta di diritto, perchè l'hai già pagata, ma in quel caso ti fanno aspettare il tempo che la malattia diventi incurabile, così se muori, risparmiano le spese della cura.
Non vado oltre altrimenti devo censurarmi da solo.
MrPaulson79
Messaggio: #143
Logan7 ...
1) Se hai studiato economia dimmi in che facoltà perchè deve essere chiusa ...
2) Se non hai studiato economia forse dovresti farlo perchè le tue soluzioni sono quelle che ha applicato la nostra classe imprenditoriale e politica composta da dementi che guardano solo al facile profitto nel breve periodo senza preoccuparsi delle conseguenze nel lungo.

Ti faccio un esempio - semplice così riesci a capire anche tu - di adeguamento "ai tempi" secondo la tua definizione:
Io, Tizio, ho una piccola fabbrichina di scarpe; fino a 5-6 anni fa ho sempre prodotto le mie scarpe che vendevo poi ai negozianti della zona o agli ambulanti che facevano il mercato; davo lavoro ad una ventina di persone, pagavo le tasse (più o meno tutte) e appartenevo alla classe medio-borghese (casetta singola, 2 macchine, 2 ragazzi all'università).
E il mio concorrente Caio faceva uguale.
Nel nostro paesello io e Caio davamo lavoro a 50 persone.
Poi i tempi cambiano, cade il muro di Berlino e il blocco sovietico diventa un bacino di manovalanza (scarsa) a bassissimo costo. Caio (che è uno che si sa adeguare al mercato a differenza mia!!!) decide di chiudere la sua fabbrichina nel nostro paesello e di aprire in Romania dove lo stesso paio di scarpe invece di 10 Euro gli costa 5. Con questa manovra (intelligente a livello di mercato) lascia 20 lavoratori senza stipendio, persone che non solo non pagano più le tasse, ma che devono essere aiutate dallo stato (cioè da me che ho ancora la fabbrica qui e pago le tasse) con Cassa Integrazione, Mobilità, Case popolari, Sanità a costo zero etc etc etc.
Fortunatamente per me, Caio è ingordo e continua a vendere le sue scarpe a 30 Euro lo stesso prezzo che pratico io quindi io tutto sommato contiuo a fare la mia vita. Senonchè i nostri politici e alti dirigenti statali (che devono aver studiato dove hai studiato tu credo) si accorgono che non solo mancano le 50 monete che prima pagava l'azienda di Caio come contributi per i suoi dipendenti ma ne sono stati spesi altri 50 in più per aiutarli visto che erano privi di stipendio.
A questo punto una persona normale cosa farebbe ... imporrebbe un Dazio a Caio in modo che i soldi che sono stati perduti a causa della sua iniziativa economica ricadano sullo stesso. Metto un dazio sui prodotti di Caio in modo da "punire" la sua iniziativa e contemporaneamente scoraggiare che altri lo seguano. Bene Caio, produrre in Italia un paio di scarpe costa 10 Euro, tu le produci in Romania al costo di 5, bene se le vuoi vendere in Italia ogni volta che vieni di qua con il tuo camion mi versi 5 Euro di Dazio per paio di scarpe. Così facendo magari Caio non sarebbe tornato ma almeno Sempronio, che produce anche lui scarpe nel paese vicino non se ne sarebbe andato.
Invece la Repubblica (delle Banane) cosa fa? Per recuperare quei 100 persi con la dipartita di Caio aumenta le tasse a me cosicchè a Caio le scarpe continuano a costare 5 mentre a me 15. Caio continua a vendere a 30, io tiro la cinghia e continuo a vendere a 30 e campo un altro pochino. Sempronio però non ci sta (e giustamente) quindi chiude anche lui la sua fabbrichina di scarpe e si trasferisce in Slovenia dove le scarpe gli costano addirittura 4,50 lasciando nel contempo a casa altre 25 persone. A questo punto dico io, lo Stato se ne accorgerà, metterà questi benedetti Dazi e invece no mi aumenta ancora le tasse cosicchè ora a me le scarpe che a Caio costano 5 e a Sempronio 4,5 io le pago 20.
Fortunatamente (per me) loro non calano il prezzo di vendita cosicchè io, pur non guadagnando più nulla (prima vendevo al 300% in più ora solo al 50%) continuo a tenere aperto e a dar da lavorare ai miei dipendenti.
Senonchè nel 2000 succede il tracollo. Jao Ming che produce in China le mie stesse scarpe decide di venirle a vendere in Italia solo che a Jao le stesse scarpe che a me costano 20, a Caio 5 e a Sempronio 4,5 a lui costano 1 ... Jao Ming che è stato istruito in China a colonizzare il resto del mondo (composto da mentecatti a quanto pare), non ha interesse a vendere a 30 come facevano Caio e Sempronio; per lui vendere a 10 vuol dire aver già decuplicato il prezzo di vendita ... quindi succede che Caio e Sempronio si adattano a 10 (riducendo drasticamente il guadagno ma continuando a lavorare ... in Romania e Slovenia non in Italia) mentre io che spendo 20 solo a produrre sono costretto a chiudere e a licenziare i miei 20 dipendenti.
A questo punto cosa succede:
Le scarpe che fino a 20 anni fa costavano 30 ora costano 10 però ho perso 80 posti di lavoro che non solo non pagano più le tasse, ma devono pure essere aiutati economicamente pesando ogni giorno di più su altri settori produttivi del paese che lentamente stanno facendo la fine che ha fatto il settore calzaturiero.
logan7
Messaggio: #144
QUOTE(buzz @ May 17 2013, 12:44 PM) *
Spero di non portare il discorso sul personale, ma non ho ancora capito come vivi, ovvero quale sia il tuo moderno e aggiornato ai tempi sistema di reddito.
Da quello che leggo, e da come difendi lo "statu quo" posso solo pensare che a te sta benissimo come stanno le cose adesso, quindi non soffri la crisi, che più che economica è finanziaria, e la differenza è enorme.
La crisi economica la puoi fronteggiare con adeguamenti, quella finanziaria no.

I meccanismi forse sono uguali, ma il trattamento e le opportunità non lo sono.
In Francia la corrente elettrica costa molto meno, si pagano meno tasse, e i servizi pubblici sonno efficienti. Lo stesso in Germania, in Svezia e altri paesi.
Da noi è vero che puoi scaricare parte delle spese mediche, ma fa rabbia doversi rivolgere al privato per avere una TAC quando in ospedale ti spetta di diritto, perchè l'hai già pagata, ma in quel caso ti fanno aspettare il tempo che la malattia diventi incurabile, così se muori, risparmiano le spese della cura.
Non vado oltre altrimenti devo censurarmi da solo.


Io difendo lo status quo? Ma li leggi i miei interventi? Avrò scritto mille volte che sono contro lo status quo!

Per quanto riguarda il costo dell'energia elettrica: sai perché in Francia costa di meno? Sai che dipendiamo dalle importazioni di energia (in forma di fonti o di prodotto finito) per più del 76% delle nostre necessità?

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 01:04 PM) *
Logan7 ...[...]


Bravo, hai illustrato perfettamente come funziona l'economia mondiale.

Ora, immaginando che tu abbia una bella laurea incorniciata ed esposta sul muro dietro alla tua scrivania di rovere ed inserti in pelle, puoi dirci in che modo si cambia l'economia mondiale? Pendo dalle tue labbra.

Messaggio modificato da logan7 il May 17 2013, 12:13 PM
logan7
Messaggio: #145
QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 01:04 PM) *
[...]A questo punto una persona normale cosa farebbe ... imporrebbe un Dazio a Caio in modo che i soldi che sono stati perduti a causa della sua iniziativa economica ricadano sullo stesso. Metto un dazio sui prodotti di Caio in modo da "punire" la sua iniziativa e contemporaneamente scoraggiare che altri lo seguano. [...]


Ancora con questi dazi! Invece di parlare a sproposito, prova a leggere gli studi fatti su casi concreti, come questo, relativo all'ingresso dell'industria cinese nel settore del fotovoltaico. L'introduzione di dazi non farebbe altro che contrarre la domanda, senza avere nessun effetto positivo sull'occupazione o sul volume d'affari complessivo.
rickyjungle
Messaggio: #146
QUOTE(logan7 @ May 17 2013, 01:12 PM) *
Io difendo lo status quo? Ma li leggi i miei interventi? Avrò scritto mille volte che sono contro lo status quo!

Per quanto riguarda il costo dell'energia elettrica: sai perché in Francia costa di meno? Sai che dipendiamo dalle importazioni di energia (in forma di fonti o di prodotto finito) per più del 76% delle nostre necessità?
Bravo, hai illustrato perfettamente come funziona l'economia mondiale.

Ora, immaginando che tu abbia una bella laurea incorniciata ed esposta sul muro dietro alla tua scrivania di rovere ed inserti in pelle, puoi dirci in che modo si cambia l'economia mondiale? Pendo dalle tue labbra.



Scusami logan però sarebbe anche utile alla discussione sapere in che posizione sei (lavorativa, piuttosto che universitaria... nessuno pretende i dettagli sia chiaro) per sostenere meglio le tue argomentazioni...

Per inciso io faccio il grafico e sono un dipendente, nella media direi, come situazione....

Quello che leggo da te lo leggo o lo sento ripetere ai vari economisti/politici e comagnia... ovvero "succede questo si reagisce così" quello che spesso si dimentica è che essendo 60 milioni e più in italia... 300 milioni in europa e 7 miliardi nel mondo non sempre la soluzione è così facile... anche perché se no staremmo tutti bene non credi?

Alle volte la sola volontà personale non basta, se poi ti vai a scontrare con le istituzioni (burocrazia, mancanza di normative adeguate), piuttosto che con il mercato (stiamo attaccati all'esempio della sicilia: se anche il ragazzo di prima facesse tutto per bene e poi per motivi non dipendneti dalla tua volonta, ti mancano i treni gli aerei le strade che fanno arrivare il cliente da te, ma invece queste esistono per andare in egitto, tutta la tua buona volontà e lungimiranza imprenditoriale svanisce)

La corrente che noi qui paghiamo di più è dovuta principalmente alla mancanza del nucleare, che ha fatto si che le nazioni confinanti con noi abbiamo le centrali dietro i nostri cuscini e noi invece gli compriamo la corrente perché costa meno che produrla...

Esempio personale: a torino ci sono 2/3 centrali termoelettriche + 1 termovalorizzatore appena finito, bene la corrente viene fatta col gas che brucia e dall'immondizia, peccato che costi di più il gas di quello che poi recuperano con la corrente venduta e quindi una è spenta, l'altra lavora in perdita e il termovalorizzatore farà la stessa fine... aggiungiamo che con la crisi, fabbriche e famiglie consumano meno (le prime chiudono, le seconde risparmiano) e c'è meno richiesta e abbiamo una sovrabbondante capacità di elettricità...

A sto punto come la risolvi la situazione? hai più corrente di quella che serve (quindi il mercato dice che devi abbassare il prezzo se l'offerta è più alta della richiesta) eppure non lo puoi fare perché per produrla spendi più di quello che ricavi, quindi già così gravi sullo stato (che è quello che paga e che prende i soldi da noi).

Ecco che torniamo al discorso principale, se io faccio tutto bene ma mi scontro con delle realtà che oggettivamente non sono superabili? sono destinato a soccombere?
logan7
Messaggio: #147
QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 01:35 PM) *
Scusami logan però sarebbe anche utile alla discussione sapere in che posizione sei (lavorativa, piuttosto che universitaria... nessuno pretende i dettagli sia chiaro) per sostenere meglio le tue argomentazioni...


Non capisco la richiesta: non mi sembra che per intervenire nel thread siano richieste competenze od esperienze specifiche, nessuno ha mostrato titoli o attestati di alcun tipo. Non li ho chiesti io e non capisco perché qualcuno dovrebbe chiederli a me. Come pure è ridicolo parlare di mie argomentazioni: fatevi un giro su internet, andate a leggere cosa pensano all'estero di noi, ampliate i vostri orizzonti! Quello che scrivo non lo penso solo io. Ridurre il tutto all'equazione "le cose vanno male" = "governo ladro" è veramente infantile. Dare sempre la colpa a qualcun altro (le tasse, chi non compra il "made in Italy", il tempo, ecc.) equivale a contemplarsi l'ombelico. La crisi non è solo in Italia, ma in Italia ci sono elementi strutturali che la rendono più evidente: in un contesto mondiale orientato alla globalizzazione, la struttura economica italiana ha un peso forte di aziende piccole e medie, ossia imprese che hanno minori capacità di muoversi su un piano internazionale. Inoltre pesano molto, rispetto ad altri paesi avanzati, settori con un livello tecnologico piuttosto basso, che soffrono quindi maggiormente della concorrenza dei paesi emergenti. Continuare a far finta che questo non sia vero è controproducente. Un altro problema è legato alla crisi finanziaria degli ultimi anni, che ha pure toccato gli altri paesi europei, ma non tutti nella stessa misura. L’Italia ha pagato il fatto di portarsi appresso da lungo tempo un pesante indebitamento, che supera il reddito nazionale. L’arrivo della crisi finanziaria ha aggravato questo problema, dal momento che i mercati scontano i differenti livelli di indebitamento, pur in presenza di una politica monetaria unica. E' su questo che bisogna lavorare, ognuno per la sua parte.

QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 01:35 PM) *
Per inciso io faccio il grafico e sono un dipendente, nella media direi, come situazione....

Quello che leggo da te lo leggo o lo sento ripetere ai vari economisti/politici e comagnia... ovvero "succede questo si reagisce così" quello che spesso si dimentica è che essendo 60 milioni e più in italia... 300 milioni in europa e 7 miliardi nel mondo non sempre la soluzione è così facile... anche perché se no staremmo tutti bene non credi?


No. Non possiamo stare tutti bene, perché la popolazione mondiale, rispetto alla produzione di beni e servizi, è varie volte più grande. Nessuno ha mai parlato di soluzioni facili, tanto meno io. Anzi, a dirla tutta nessuno ha mai parlato di soluzioni.

QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 01:35 PM) *
Alle volte la sola volontà personale non basta, se poi ti vai a scontrare con le istituzioni (burocrazia, mancanza di normative adeguate), piuttosto che con il mercato (stiamo attaccati all'esempio della sicilia: se anche il ragazzo di prima facesse tutto per bene e poi per motivi non dipendneti dalla tua volonta, ti mancano i treni gli aerei le strade che fanno arrivare il cliente da te, ma invece queste esistono per andare in egitto, tutta la tua buona volontà e lungimiranza imprenditoriale svanisce)


Quindi in Sicilia non ci sono strutture turistiche.

QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 01:35 PM) *
La corrente che noi qui paghiamo di più è dovuta principalmente alla mancanza del nucleare, che ha fatto si che le nazioni confinanti con noi abbiamo le centrali dietro i nostri cuscini e noi invece gli compriamo la corrente perché costa meno che produrla...


No, no, no, no, no, no e ancora no. Ma con cosa pensi che si debbano alimentare le centrali nucleari? Ti risulta che in Italia ci siano giacimenti sfruttabili di uranio? Siamo costretti ad importare più del 76% dei combustibili che usiamo per far funzionare le centrali termoelettriche, più un altro 13% di energia elettrica. I nostri costi sono dovuti allo stato della rete, alla manutenzione, al fatto che il fabbisogno interno è molto più basso della capacità massima della rete. Il 30% degli impianti viene tenuto spento perché l'energia elettrica che produrrebbe non è richiesta. Ma spento non significa non manutenuto.

QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 01:35 PM) *
Esempio personale: a torino ci sono 2/3 centrali termoelettriche + 1 termovalorizzatore appena finito, bene la corrente viene fatta col gas che brucia e dall'immondizia, peccato che costi di più il gas di quello che poi recuperano con la corrente venduta e quindi una è spenta, l'altra lavora in perdita e il termovalorizzatore farà la stessa fine... aggiungiamo che con la crisi, fabbriche e famiglie consumano meno (le prime chiudono, le seconde risparmiano) e c'è meno richiesta e abbiamo una sovrabbondante capacità di elettricità...


Basta andare sul sito di Terna per vedere come stanno le cose. I dati sono di pubblico dominio.

QUOTE(rickyjungle @ May 17 2013, 01:35 PM) *
A sto punto come la risolvi la situazione? hai più corrente di quella che serve (quindi il mercato dice che devi abbassare il prezzo se l'offerta è più alta della richiesta) eppure non lo puoi fare perché per produrla spendi più di quello che ricavi, quindi già così gravi sullo stato (che è quello che paga e che prende i soldi da noi).

Ecco che torniamo al discorso principale, se io faccio tutto bene ma mi scontro con delle realtà che oggettivamente non sono superabili? sono destinato a soccombere?


No, sei chiamato ad evolvere.

Però, visto che hai una soluzione diversa, mi spieghi qual è?
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #148
Perché (i fotografi cattivi) pensano che il fotoamatore se diventa bravo e piu bravo di loro fà concorrenza.

I fotografi "buoni" invece aiutano e danno una mano agli amatori e appassionati, così come ai colleghi, perché la propria professionalità e il proprio "fotografare" non saranno di certo scalfiti-sminuiti-compromessi-etcetc da questo.

Dicasi invidia e coscienza "sporca" (un bravo fotografo capisce che il lavoro chiesto al fotoamatore non gli sarebbe mai stato chiesto, vuoi per mancanza di soldi o vuoi per mancanza di soldi. E capisce che, come in ogni altro lavoro, deve reinventarsi e "aggiornare")

B
MrPaulson79
Messaggio: #149
QUOTE(logan7 @ May 17 2013, 01:33 PM) *
Ancora con questi dazi! Invece di parlare a sproposito, prova a leggere gli studi fatti su casi concreti, come questo, relativo all'ingresso dell'industria cinese nel settore del fotovoltaico. L'introduzione di dazi non farebbe altro che contrarre la domanda, senza avere nessun effetto positivo sull'occupazione o sul volume d'affari complessivo.


Visto che citi pubblicazioni presumo tu abbia una cultura universitaria di qualche tipo anche se non vuoi dirci quale.
Non ho letto tutto, ma mi pare di capire che nel settore fotovoltaico (e quindi solo in questo) l'ingresso di competitor cinesi abbia portato quasi solo vantaggi e posso anche crederci ... però quanto si dice in questa ricerca vale solo per il fotovoltaico (o al limite per altri settori hi.tech dove però noi, come sistema Italia, non siamo mai stati competitivi) perchè sul manifatturiero dove noi abbiamo sempre fatto la parte del leone (il famoso Made in Italy) i principi li elencati sono smentiti dalla disgregazione del tessuto economico che stiamo vedendo ogni giorno!!
Potremmo al limite valutare l'impatto che potrebbero avere eventuali dazi su altri settori dell'economia ma non possiamo più escluderli per partito preso in nome di un liberalismo economico che ci sta uccidendo. Noi abbiamo e avremmo sempre bisogno di materie prime, ma mai di lavorati o semilavorati che possiamo tranquillamente produrre direttamente. In sostanza se non fai incaxxare Russi e Arabi puoi tranquillamente (per usare un tecnicismo macro-enomico ahahah) sbattertene di chi punta solo sulla manodopera perchè quella c'è anche da noi ... solo che se aspetti un altro po' quando i Cinesi si saranno comprati l'Africa dovrai farti il lifting per avere anche tu gli occhi a mandorla.

Tra l'altro la Prognos fa parte del Gruppo von Holtzbrinck ... che l'equivalente crucco del gruppo Murdock con in più però un fiero passato nazista dry.gif ... sinceramente di queste ricerche "indipendenti" tendo a fidarmi sempre molto poco, anche se nel caso di specie mi paiono cose sensate quelle scritte ... quanto meno quelle che capisco ...

Ah per la cronaca non sono un economista, ma un avvocato ... i testi di economia li leggo per passione (insana passione direti voi e probabilmente avete ragione messicano.gif )
logan7
Messaggio: #150
QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 02:09 PM) *
[...]nel settore fotovoltaico (e quindi solo in questo)


Ovviamente quanto hai messo tra parentesi è una tua valutazione personale, non un dato di fatto.

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 02:09 PM) *
l'ingresso di competitor cinesi abbia portato quasi solo vantaggi e posso anche crederci ... però quanto si dice in questa ricerca vale solo per il fotovoltaico (o al limite per altri settori hi.tech dove però noi, come sistema Italia, non siamo mai stati competitivi) perchè sul manifatturiero dove noi abbiamo sempre fatto la parte del leone (il famoso Made in Italy) i principi li elencati sono smentiti dalla disgregazione del tessuto economico che stiamo vedendo ogni giorno!!


Ma le hai capite le cause della disgregazione del tessuto economico italiano?

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 02:09 PM) *
Potremmo al limite valutare l'impatto che potrebbero avere eventuali dazi su altri settori dell'economia ma non possiamo più escluderli per partito preso in nome di un liberalismo economico che ci sta uccidendo. Noi abbiamo e avremmo sempre bisogno di materie prime, ma mai di lavorati o semilavorati che possiamo tranquillamente produrre direttamente. In sostanza se non fai incaxxare Russi e Arabi puoi tranquillamente (per usare un tecnicismo macro-enomico ahahah) sbattertene di chi punta solo sulla manodopera perchè quella c'è anche da noi ... solo che se aspetti un altro po' quando i Cinesi si saranno comprati l'Africa dovrai farti il lifting per avere anche tu gli occhi a mandorla.


Arabi? Importiamo gas dall'Algeria più che da ogni altro paese estero.

Comunque questa visione lineare dell'economia mi fa un po' tenerezza. Pensare seriamente che in una realtà economica complessa come quella attuale sia possibile introdurre dazi senza scontarne le conseguenze è una utopia che per fortuna nessun economista o politico tenterà mai di mettere in pratica.

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 02:09 PM) *
Tra l'altro la Prognos fa parte del Gruppo von Holtzbrinck ... che l'equivalente crucco del gruppo Murdock con in più però un fiero passato nazista dry.gif ... sinceramente di queste ricerche "indipendenti" tendo a fidarmi sempre molto poco, anche se nel caso di specie mi paiono cose sensate quelle scritte ... quanto meno quelle che capisco ...


E quindi?

QUOTE(MrPaulson79 @ May 17 2013, 02:09 PM) *
Ah per la cronaca non sono un economista, ma un avvocato ... i testi di economia li leggo per passione (insana passione direti voi e probabilmente avete ragione messicano.gif )


Ah, questo spiega il tuo atteggiamento. Fai parte di un Ordine che tenta disperatamente di difendere i suoi diritti contro ogni proposta di riforma ed innovazione. Come succederà sempre più spesso, tutte le barriere che l'Ordine sta cercando di erigere hanno lo stesso effetto dei castelli di sabbia nei confronti del mare: vengono abbattuti con disarmante semplicità. Basta vedere cosa sta accadendo con i laureati che piuttosto che cercare di superare l'esame di abilitazione in Italia (esame notoriamente poco trasparente) preferiscono farlo in Spagna per poi chiedere il riconoscimento dell'abilitazione nel nostro Paese... non è che l'Ordine l'abbia presa molto bene, ma è stato costretto, suo malgrado, a rimuovere gli impedimenti con cui aveva cercato di frenare il fenomeno.
 
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