Vabbè ragazzi, adesso non esagerate... anche perché buonissima parte del merito va a questa terra e alla sua gente: fare buone foto in Ladak è veramente facile!
Dicevamo della valle di Nubra...
Dopo una notte a Leh per riprendersi un po' dai "camping" in altura ripartiamo alla volta del Kardungla, il passo carrozzabile più alto del mondo (5.606 m.) che mette in comunicazione la capitale appunto con la valle del fiume Nubra.
Dopo alcuni tornanti, se siete attenti potete vedere la kardungla frog, una strana pietra che è stata dipinta a mò di rana...
(foto "documentaria" a cui si è gentilmente prestata un'amica...)
La strada con cui si sale al passo è veramente particolare ed è frequentata dai famosi camionisti ladaki di cui abbiamo già parlato...
I camion in questione sono tutti Tata (il gigante indiano che ha appena stretto un joint venture con Fiat), ma la personalizzazione operata dagli autisti sul proprio mezzzo, trasforma ogni veicolo in un'opera d'arte unica...
Quando poi si incolonnano lo spettacolo si moltiplica...
Comunque, verso il passo vero e proprio la strada si fa estremamente strapiombante!
E una volta arrivati al passo da un lato si possono guardare le prime propaggini del Karakorum (i mitici 8.000!) quasi da pari a pari...
...e dall'altro gli infaticabili operai addetti alla manutenzione delle strade (un lavoro durissimo, fatto spesso ancora a mani nude da donne e ragazzi).
Nei prossimi giorni, scesi a valle faremo conoscenza con la tipica casa ladaka...
Saluti a tutti.
Dicevamo della valle di Nubra...
Dopo una notte a Leh per riprendersi un po' dai "camping" in altura ripartiamo alla volta del Kardungla, il passo carrozzabile più alto del mondo (5.606 m.) che mette in comunicazione la capitale appunto con la valle del fiume Nubra.
Dopo alcuni tornanti, se siete attenti potete vedere la kardungla frog, una strana pietra che è stata dipinta a mò di rana...
(foto "documentaria" a cui si è gentilmente prestata un'amica...)
La strada con cui si sale al passo è veramente particolare ed è frequentata dai famosi camionisti ladaki di cui abbiamo già parlato...
I camion in questione sono tutti Tata (il gigante indiano che ha appena stretto un joint venture con Fiat), ma la personalizzazione operata dagli autisti sul proprio mezzzo, trasforma ogni veicolo in un'opera d'arte unica...
Quando poi si incolonnano lo spettacolo si moltiplica...
Comunque, verso il passo vero e proprio la strada si fa estremamente strapiombante!
E una volta arrivati al passo da un lato si possono guardare le prime propaggini del Karakorum (i mitici 8.000!) quasi da pari a pari...
...e dall'altro gli infaticabili operai addetti alla manutenzione delle strade (un lavoro durissimo, fatto spesso ancora a mani nude da donne e ragazzi).
Nei prossimi giorni, scesi a valle faremo conoscenza con la tipica casa ladaka...
Saluti a tutti.
Dicevamo della casa ladaka...
A seconda della zona in cui si trovano o sono addossate le une alle altre (dove la terra coltivabile è poca la si risparmia il più possibile) o sono più isolate e addirittura circondate da aie, giardini, pioppi o salici.
La forma è generalmente regolare e simmetrica, rastremata verso l'alto e intonacata a calce
In ogni caso il materiale di costruzione è povero: argilla o pietra mista ad argilla.
Molta attenzione però è posta ad alcuni elementi decorativi, quali gli stipiti delle finestre che sono sempre molto vivaci e conferiscono eleganza all'abitazione. Molto spesso il piano terminale è caratterizzato da un loggiato con una terrazza esposta a meridione. Il tetto del loggiato è costruito con graticci di pioppo e uno strato di argilla che lo rende impermeabile, mentre la terrazza viene utilizzata come un'aia sopraelevata dove far essiccare leguni e frutta come riserve per l'inverno.
Tuttavia la caratteristica più notevole delle case ladake è l'orlo del tetto che è delimitato da un cornicione sporgente costituito da ordinate fasce di rami di ginepro dipinti di un rosso cupo...
Nei cortili delle case più tradizionali si trova ancora il tarcho, un palo a cui è appesa la bandiera da preghiera che simboleggia il principio buddista dell'illuminazione...
L'interno è molto affascinante sia per i giochi di luce che vi si trovano...
....che per le scene di vita famigliare che sono assolutamente comuni, ma a noi sembrano fuori dal tempo....
Nei prossimi giorni ancora alcune immagini della valle di Nubra...
Ciao a tutti
A seconda della zona in cui si trovano o sono addossate le une alle altre (dove la terra coltivabile è poca la si risparmia il più possibile) o sono più isolate e addirittura circondate da aie, giardini, pioppi o salici.
La forma è generalmente regolare e simmetrica, rastremata verso l'alto e intonacata a calce
In ogni caso il materiale di costruzione è povero: argilla o pietra mista ad argilla.
Molta attenzione però è posta ad alcuni elementi decorativi, quali gli stipiti delle finestre che sono sempre molto vivaci e conferiscono eleganza all'abitazione. Molto spesso il piano terminale è caratterizzato da un loggiato con una terrazza esposta a meridione. Il tetto del loggiato è costruito con graticci di pioppo e uno strato di argilla che lo rende impermeabile, mentre la terrazza viene utilizzata come un'aia sopraelevata dove far essiccare leguni e frutta come riserve per l'inverno.
Tuttavia la caratteristica più notevole delle case ladake è l'orlo del tetto che è delimitato da un cornicione sporgente costituito da ordinate fasce di rami di ginepro dipinti di un rosso cupo...
Nei cortili delle case più tradizionali si trova ancora il tarcho, un palo a cui è appesa la bandiera da preghiera che simboleggia il principio buddista dell'illuminazione...
L'interno è molto affascinante sia per i giochi di luce che vi si trovano...
....che per le scene di vita famigliare che sono assolutamente comuni, ma a noi sembrano fuori dal tempo....
Nei prossimi giorni ancora alcune immagini della valle di Nubra...
Ciao a tutti
In effetti non sono molto solerte, ma gli impegni si accavallano...
Giusto 4 foto per non perdere l'abitudine
Donne che lavano i panni al fiume, come si faceva in alcune vallate delle nostre montagne fino a non moltissimo tempo fa
Padre e figlia in abiti (semi) tradizionali. L'abbigliamento quotidiano e di lavoro in questa valle è un pastiche di abiti tradizionali e "occidentali"
Madre e figlio (delizioso secondo me il contrasto tra il broncio del pargolo - un fatto quasi unico da queste parti - e il sorriso orgoglioso della madre). Sono su una gettata in cemento, forse di una casa in costruzione. Persino i rametti subito dietro sembrano i famigerati tondini, che fanno tanto Grecia o Paesi Arabi: potenza della suggestione. Anche a Nubra stanno arrivando le tecniche edili moderne. Un bene, un male? Difficile dirlo: la comodità (il "progresso") è sicuramente una bella cosa, ma quali sono i prezzi? Peraltro da quelle parti anche solo il fattore climatico è molto duro e trovare soluzioni per migliorare la qualità di vita non è una cosa disprezzabile in sè, anzi... Il discorso sarebbe molto lungo e complesse e le convinzioni sicuramente diversissime.
E infine un gruppetto di giovani monaci-studenti: serenità e felicità. Anche nella valle di Nubra ci sono molti monasteri...
Come dicevo, una toccata e fuga.
Arrivederci ai prossimi giorni e ciao a tutti
Giusto 4 foto per non perdere l'abitudine
Donne che lavano i panni al fiume, come si faceva in alcune vallate delle nostre montagne fino a non moltissimo tempo fa
Padre e figlia in abiti (semi) tradizionali. L'abbigliamento quotidiano e di lavoro in questa valle è un pastiche di abiti tradizionali e "occidentali"
Madre e figlio (delizioso secondo me il contrasto tra il broncio del pargolo - un fatto quasi unico da queste parti - e il sorriso orgoglioso della madre). Sono su una gettata in cemento, forse di una casa in costruzione. Persino i rametti subito dietro sembrano i famigerati tondini, che fanno tanto Grecia o Paesi Arabi: potenza della suggestione. Anche a Nubra stanno arrivando le tecniche edili moderne. Un bene, un male? Difficile dirlo: la comodità (il "progresso") è sicuramente una bella cosa, ma quali sono i prezzi? Peraltro da quelle parti anche solo il fattore climatico è molto duro e trovare soluzioni per migliorare la qualità di vita non è una cosa disprezzabile in sè, anzi... Il discorso sarebbe molto lungo e complesse e le convinzioni sicuramente diversissime.
E infine un gruppetto di giovani monaci-studenti: serenità e felicità. Anche nella valle di Nubra ci sono molti monasteri...
Come dicevo, una toccata e fuga.
Arrivederci ai prossimi giorni e ciao a tutti
Bellissimo reportage!!
mi hai fatto venire la pelle d'oca...
le immagini sono favolose (specialmente i paesaggi) ed il racconto rende perfettamente l'idea delle sensazioni che hai provato trasmettendole a chi guarda...
grazie per questo regalo...
continua ancora se hai tempo...
ciao, Carlo
mi hai fatto venire la pelle d'oca...
le immagini sono favolose (specialmente i paesaggi) ed il racconto rende perfettamente l'idea delle sensazioni che hai provato trasmettendole a chi guarda...
grazie per questo regalo...
continua ancora se hai tempo...
ciao, Carlo
Ancora grazie a tutti.
Visto il "successo" dell'iniziativa, vorrei premettere che la mia indecisione a postare le foto in questo sito era legata alla qualità delle foto medesime, che non è certamente all'altezza dei veri capolavori che si vedono da queste parti
E per quanto ancora le volevi tenere lì a far "polvere" ???
E poi scherzi, trovo che anche tra queste tue immagini ci siano dei piccoli capolavori.
Belle per i colori, originali nelle inquadrature... BELLE BELLE BELLE !
Un racconto fantastico per la qualità delle immagini e le parole che le accompagnano.
Grazie mille per aver condiviso con il tuo spendido viaggio!
Grazie mille per aver condiviso con il tuo spendido viaggio!
a tutti. Come ho detto un po' di tempo fa, a cose finite ringrazierò tutti nominativamente: mi avete incoraggiato tantissimo...
Anche oggi solo pochi scatti, giusto per dare l'idea d'insieme della valle di Nubra, ma prima ho ripescato uno scatto documentario fatto a Leh (la capitale, vi ricordate?) che mi è venuto in mente postando la foto di madre e figlio sul cemento...
da questa foto si vede bene come le moderne tecniche di costruzione (il cemento armato), vengano comunque gestite con "metodologie" molto locali!
Un paio di paesaggi della valle di Nubra (o meglio del Nubra, che è un affluente dello Shyok, il fiume che attraversa tutta la valle)...
Come vedete la regione è molto arida e il fiume che la attraversa è più che altro una enorme striscia di fango in movimento, che però diventa particolarmente stretta e veloce in alcune gole.
In alcuni punti, tra le montagne e le anse del fiume, all'improvviso compaiono vere e proprie oasi d'alta quota...
...macchie di un verde intenso tra paesaggi lunari...
Proprio in queste oasi spesso si concentrano le abitazioni della valle, a ridosso delle poche aree coltivabili.
I monasteri invece tendono a collocarsi in posizioni più defilate, ma ne parleremo prossimamente...
Ciao a tutti
Anche oggi solo pochi scatti, giusto per dare l'idea d'insieme della valle di Nubra, ma prima ho ripescato uno scatto documentario fatto a Leh (la capitale, vi ricordate?) che mi è venuto in mente postando la foto di madre e figlio sul cemento...
da questa foto si vede bene come le moderne tecniche di costruzione (il cemento armato), vengano comunque gestite con "metodologie" molto locali!
Un paio di paesaggi della valle di Nubra (o meglio del Nubra, che è un affluente dello Shyok, il fiume che attraversa tutta la valle)...
Come vedete la regione è molto arida e il fiume che la attraversa è più che altro una enorme striscia di fango in movimento, che però diventa particolarmente stretta e veloce in alcune gole.
In alcuni punti, tra le montagne e le anse del fiume, all'improvviso compaiono vere e proprie oasi d'alta quota...
...macchie di un verde intenso tra paesaggi lunari...
Proprio in queste oasi spesso si concentrano le abitazioni della valle, a ridosso delle poche aree coltivabili.
I monasteri invece tendono a collocarsi in posizioni più defilate, ma ne parleremo prossimamente...
Ciao a tutti
Non ci sono molte parole: SBALORDITIVE
Perdona la banalità della domanda che di certo poco si addice al "tenore" delle foto che hai postato ma qualcuno la deve pur fare che corpo e ottiche hai utilizzato?
Complimenti e perdonami ancora
Francesco
Perdona la banalità della domanda che di certo poco si addice al "tenore" delle foto che hai postato ma qualcuno la deve pur fare che corpo e ottiche hai utilizzato?
Complimenti e perdonami ancora
Francesco
E oltre a quanto chiesto da Francesco, potresti magari anche raccontare, Paolo, come hai risolto il problema della ricarica delle batterie e aneddoti analoghi sugli aspetti tecnici della parte fotografica del bel viaggio (mentre ti prepari per il prossimo di questa estate, eheheh!)... :-)
soffro maledettamente guardando questi scatti, l'invidia mi assale e mi distrugge
e vabbè continua significa che devo soffrire
e vabbè continua significa che devo soffrire
Grazie a tutti! per quanto riguarda la strumentazione fotografica, se non vi dispiace vi chiederei di aspettare ancora un po': vorrei "svelarla" alla fine. In realtà non manca molto perché il viaggio è quasi finito...
Oggi sono proprio nelle curve e quindi vi posto una sola foto, che mette in collegamento monasteri e vita quotidiana, generazioni più giovani e un po' più attempate: una foto di famiglia abbastanza particolare... che solo il Ladak e la valle di Nubra possono regalare
Saluti a tutti e ai prossimi giorni.
Oggi sono proprio nelle curve e quindi vi posto una sola foto, che mette in collegamento monasteri e vita quotidiana, generazioni più giovani e un po' più attempate: una foto di famiglia abbastanza particolare... che solo il Ladak e la valle di Nubra possono regalare
Saluti a tutti e ai prossimi giorni.
un reportage semplicemente splendido, con che coraggio ti definisci un dilettante.
foto e parole si sposano in un connubbio entusiasmante, raccontando in modo semplice ed efficace la vita di questa gente.
rimango anch'io in attesa di vedere il seguito
foto e parole si sposano in un connubbio entusiasmante, raccontando in modo semplice ed efficace la vita di questa gente.
rimango anch'io in attesa di vedere il seguito
Non esageriamo, con i complimenti. Sono assolutamente un dilettante
Comunque oggi ho un po' più di fiato e ne approfitto....
Il monaco ragazzino della foto precedente in un momento di pausa all'interno del monastero
In realtà i piccoli monaci hanno pochissimi momenti di vita non strettamente comunitaria.
Gli impegni sono moltissimi tra lezioni di vario genere,
funzioni
e - ovviamente - i pasti. Qui una colazione imbandita tra gli affreschi...
In uno dei monateri della zona abbiamo anche avuto occasione di visitare la camera che viene sempre tenuta a disposizione del Dalai Lama quando passa in visita
E, naturalmente - per unire il sacro al profano - anche nella valle di Nubra i primi timidi tentativi di "coinvolgimento commerciale" del turista
La maggior parte dei monasteri in questa valle è molto vivace e afflollata, ma uno in particolare, proprio a i confini con la Cina è occupato da un unico monaco...
ma custodisce alcune vere chicche artistiche. Che vedremo nei prossimi giorni...
Ah, dimenticavo... Quel cilindro che vedete in primo piano è la stufa che da sola scalda (si fa per dire) l'intera sala del tempio: vi ricordo che in inverno si va tranquillamente a meno 30!
Ciao a tutti
Comunque oggi ho un po' più di fiato e ne approfitto....
Il monaco ragazzino della foto precedente in un momento di pausa all'interno del monastero
In realtà i piccoli monaci hanno pochissimi momenti di vita non strettamente comunitaria.
Gli impegni sono moltissimi tra lezioni di vario genere,
funzioni
e - ovviamente - i pasti. Qui una colazione imbandita tra gli affreschi...
In uno dei monateri della zona abbiamo anche avuto occasione di visitare la camera che viene sempre tenuta a disposizione del Dalai Lama quando passa in visita
E, naturalmente - per unire il sacro al profano - anche nella valle di Nubra i primi timidi tentativi di "coinvolgimento commerciale" del turista
La maggior parte dei monasteri in questa valle è molto vivace e afflollata, ma uno in particolare, proprio a i confini con la Cina è occupato da un unico monaco...
ma custodisce alcune vere chicche artistiche. Che vedremo nei prossimi giorni...
Ah, dimenticavo... Quel cilindro che vedete in primo piano è la stufa che da sola scalda (si fa per dire) l'intera sala del tempio: vi ricordo che in inverno si va tranquillamente a meno 30!
Ciao a tutti
Ciao!
Mi metto in coda a tutti solo per rafforzare quanto ti hanno detto: fantastiche foto e soggetti. Uno splendido reportage.
Mi hai fatto "assaporare" una serie di "passaggi" al tuo fianco veramente entusiasmanti.
Sarà anche che mi piace molto viaggiare ma non posso che rinnovarti i miei complimenti.
Grazie
Mi metto in coda a tutti solo per rafforzare quanto ti hanno detto: fantastiche foto e soggetti. Uno splendido reportage.
Mi hai fatto "assaporare" una serie di "passaggi" al tuo fianco veramente entusiasmanti.
Sarà anche che mi piace molto viaggiare ma non posso che rinnovarti i miei complimenti.
Grazie
Rieccoci qui...
Come dicevo, con alcune chicche artistiche che si trovano in questo sperduto monastero
Innanzitutto dei particolarissimi e antichi affreschi praticamente monocromatici: questo rappresenta una dei vari "protettori"
E poi, ancor più antiche raffigurazioni della vita del Buddha storico: Siddhartha Gautama che fu chiamato successivamente semplicemente Buddha, l'illuminato o il risvegliato.
Tra l'altro è da notare che l'errata trascrizione "Siddharta" al posto della corretta "Siddhartha" è diffusa unicamente in Italia, in seguito a un errore (in seguito mai corretto) nella prima edizione del romanzo di Hermann Hesse.
Siddhartha Gautama proveniva da una famiglia ricca e nobile della tribù degli Śākya, da cui anche l'appellativo di Śākyamuni, si sposò all'età di 16 anni e a 22 anni lasciò il palazzo nel quale viveva, abbandonando con esso tutti i lussi e le comodità di cui fino ad allora aveva goduto, per raggiungere il completo risveglio, e da qui in poi avrà origine il buddismo.
Prima di raggiungere l'Illuminazione o Risveglio (in sanscrito Bodhi) e intraprendere la predicazione della Dottrina (Dharma), Gautama intraprese per sei anni (così tramandano le fonti) varie forme anche estreme di ascesi (definite tapas, forme arcaiche di meditazione e yoga). Questo periodo della sua vita segnò un punto molto importante per il suo insegnamento: il Buddha visse tutte le esperienze umane possibili: l'ascesi, il potere, la fame, la mortificazione del corpo, la povertà, la solitudine, e - appunto - il matrimonio e l'amore.
In questo affresco una scena d'amore, nella quale per noi occidentali è facile riconoscere le reminescenze dalla bella Kamala del romanzo di Hesse, l'affascinante e colta prostituta da cui il principe Siddhartha ebbe un figlio prima di raggiungere l'illuminazione.
Si tratta di una rappresentazione molto particolare, soprattutto in una cultura come quella indiana che nel corso dei millenni è passata dalla celebrazione e rappresentazione dell'amore fisico come una delle vie alla sacralità a una visione estremamante sessuofobica (nei film di Bollywood non solo è completamente bandito il nudo anche solo evocato, ma è assolutamente impossbile che una coppia semplicemente si baci: la trasmissione della tensione erotica è completamente affidata alle scene danzate).
Anche le statue offrono spunti molto interessanti.
Innanzitutto una statua del Budda praticamente unica nel suo genere, almeno rispetto ai tratti somatici che somo molto spigolosi e severi
ed estremamente diversi dalla iconogrofafia corrente che prevede tratti arrotondati e dolci
Per non parlare delle statue dei protettori del villaggio che vengono conservate con il viso costantemente coperto in una apposita cappella a loro dedicata. Si tratta di entità tendenzialmente benefiche, ma non completamente "docili" per così dire: il loro potere è molto grande e potrebbe diventare pericoloso se il loro sguardo non fosse "contenuto" e liberato solo in determinate occasioni e feste
E' anche interessante notare come spesso nei luoghi sacri compaiano fotografie dei lama dei vari monasteri. Spesso assolvono a una pura funzione iconografica, ma nel caso delle foto che vedete in basso insieme ai protettori si tratta di monaci tibetani imprigionati dagli occupanti cinesi: quella del Tibet cinese, dei suoi profughi, dei suoi prigionieri è una delle grandi tragedie ancora aperte e spesso dimenticata...
Per finire questa carrellata, un paio di immancabili finestre: dall'interno
e dall'esterno
Non sono vere e proprie espressioni artistiche, ma secondo me sono (letteralmente e metaforicamente) una delle migliori rappresentazioni dell'apertura, dell'accessibilità di questa cultura anche verso chi vi si avvicina come semplice turista, ma ancor meglio come viaggiatore curioso e disponibile...
Per oggi basta così
Nei prossimi giorni il ritorno a Leh, e prima dei saluti, una sorpresina finale...
Ciao e ancora grazie tutti!
Come dicevo, con alcune chicche artistiche che si trovano in questo sperduto monastero
Innanzitutto dei particolarissimi e antichi affreschi praticamente monocromatici: questo rappresenta una dei vari "protettori"
E poi, ancor più antiche raffigurazioni della vita del Buddha storico: Siddhartha Gautama che fu chiamato successivamente semplicemente Buddha, l'illuminato o il risvegliato.
Tra l'altro è da notare che l'errata trascrizione "Siddharta" al posto della corretta "Siddhartha" è diffusa unicamente in Italia, in seguito a un errore (in seguito mai corretto) nella prima edizione del romanzo di Hermann Hesse.
Siddhartha Gautama proveniva da una famiglia ricca e nobile della tribù degli Śākya, da cui anche l'appellativo di Śākyamuni, si sposò all'età di 16 anni e a 22 anni lasciò il palazzo nel quale viveva, abbandonando con esso tutti i lussi e le comodità di cui fino ad allora aveva goduto, per raggiungere il completo risveglio, e da qui in poi avrà origine il buddismo.
Prima di raggiungere l'Illuminazione o Risveglio (in sanscrito Bodhi) e intraprendere la predicazione della Dottrina (Dharma), Gautama intraprese per sei anni (così tramandano le fonti) varie forme anche estreme di ascesi (definite tapas, forme arcaiche di meditazione e yoga). Questo periodo della sua vita segnò un punto molto importante per il suo insegnamento: il Buddha visse tutte le esperienze umane possibili: l'ascesi, il potere, la fame, la mortificazione del corpo, la povertà, la solitudine, e - appunto - il matrimonio e l'amore.
In questo affresco una scena d'amore, nella quale per noi occidentali è facile riconoscere le reminescenze dalla bella Kamala del romanzo di Hesse, l'affascinante e colta prostituta da cui il principe Siddhartha ebbe un figlio prima di raggiungere l'illuminazione.
Si tratta di una rappresentazione molto particolare, soprattutto in una cultura come quella indiana che nel corso dei millenni è passata dalla celebrazione e rappresentazione dell'amore fisico come una delle vie alla sacralità a una visione estremamante sessuofobica (nei film di Bollywood non solo è completamente bandito il nudo anche solo evocato, ma è assolutamente impossbile che una coppia semplicemente si baci: la trasmissione della tensione erotica è completamente affidata alle scene danzate).
Anche le statue offrono spunti molto interessanti.
Innanzitutto una statua del Budda praticamente unica nel suo genere, almeno rispetto ai tratti somatici che somo molto spigolosi e severi
ed estremamente diversi dalla iconogrofafia corrente che prevede tratti arrotondati e dolci
Per non parlare delle statue dei protettori del villaggio che vengono conservate con il viso costantemente coperto in una apposita cappella a loro dedicata. Si tratta di entità tendenzialmente benefiche, ma non completamente "docili" per così dire: il loro potere è molto grande e potrebbe diventare pericoloso se il loro sguardo non fosse "contenuto" e liberato solo in determinate occasioni e feste
E' anche interessante notare come spesso nei luoghi sacri compaiano fotografie dei lama dei vari monasteri. Spesso assolvono a una pura funzione iconografica, ma nel caso delle foto che vedete in basso insieme ai protettori si tratta di monaci tibetani imprigionati dagli occupanti cinesi: quella del Tibet cinese, dei suoi profughi, dei suoi prigionieri è una delle grandi tragedie ancora aperte e spesso dimenticata...
Per finire questa carrellata, un paio di immancabili finestre: dall'interno
e dall'esterno
Non sono vere e proprie espressioni artistiche, ma secondo me sono (letteralmente e metaforicamente) una delle migliori rappresentazioni dell'apertura, dell'accessibilità di questa cultura anche verso chi vi si avvicina come semplice turista, ma ancor meglio come viaggiatore curioso e disponibile...
Per oggi basta così
Nei prossimi giorni il ritorno a Leh, e prima dei saluti, una sorpresina finale...
Ciao e ancora grazie tutti!
ho appena finito di ammirare una ad una le tue immagini e ...complimenti!
Ho comprato un libro sul Ladak nel 1986 affascinato dai volti delle persone e dai paesaggi. Rivedo quelle espressioni e quei colori nelle tue foto e sono ancora una volta affascinato. Ti ringrazio per le sensazioni che sei riuscito a trasmettermi.
Ciao.
Ho comprato un libro sul Ladak nel 1986 affascinato dai volti delle persone e dai paesaggi. Rivedo quelle espressioni e quei colori nelle tue foto e sono ancora una volta affascinato. Ti ringrazio per le sensazioni che sei riuscito a trasmettermi.
Ciao.
Complimenti per le magnifiche foto, sono ormai tanti giorni che seguo appassionato il tuo reportage secondo me ottimo.
Comunque volevo chiederti un consiglio, considerato che domenica 5 agosto parto per il Ladak, circa l'abbigliamento da portare.
Ti sarei grato se tu mi aiutassi.
Grazie francesco.
Comunque volevo chiederti un consiglio, considerato che domenica 5 agosto parto per il Ladak, circa l'abbigliamento da portare.
Ti sarei grato se tu mi aiutassi.
Grazie francesco.
...
Comunque volevo chiederti un consiglio, considerato che domenica 5 agosto parto per il Ladak, circa l'abbigliamento da portare.
...
Grazie francesco.
Innanzitutto complimenti (e invidia )
Poi, per quanto riguarda l'abbigliamento, dipende molto da che tipo di sistemazione adotterai e dalle regioni che visiterai. Se fai camping o trekking (sopratutto nella sona dei laghi) devi assolutamente portare anche il tipico abbigliamento da alta montagna (vari strati "a cipolla" dalla maglietta al pile, alla giacca a vento, oltre ovviamente a un buon sacco a pelo da sottozero). Se invece dormi sempre in alberghetti e non ti sposti molto dalla valle dell'Indo o da quella di Nubra (tenendo però presente che devi comunque attraversare un passo a oltre 5.500 metri), allora va bene un abbigliamento più leggero. Infatti sarai pur dempre in un vero e proprio deserto, che - per quanto d'alta quota - gode praticamente ininterrottamente di giornate soleggiate. Il Ladak è una valle molto"chiusa" e di fatto non raggiunta dai monsoni. Di giorno starai praticamente sempre in maglietta, con temperature del tutto simili a quella della nostra estate, forse un po' più fresche, ma non molto. Non ti dimenticare quindi anche cappello e creme protettive: il sole tra i 3.500 e i 4.500 metri è una brutta bestia... La sera (ma sopratutto al mattino presto) la temperatura cala un po', ma niente di drammatico.
Se ti servono altre informazioni chiedi pure e... buon viaggio!
Ciao
Innanzitutto GRAZIE.
Il tour che farò prevede un giorno a Delhi, 2 giorni a Srinagar, poi Srinagar-Leh in autopulman (con notte in campo tendato presso Saspol) via Kargil-Lamayuru-Uleytopko, quindi sette giorni a Leh con gite in Jeep ed al passo.
Ho previsto abbigliamento che va da leggerissimo per Delhi fino a pile e giacca a vento tecnica con scarponcini da trekking, nonchè un sacco a pelo.
Ovviamente lo zaino con l'attrezzatura fotografica: Nikon D2x con 12-24, 17-55, 20, 105 micro VR e 70-200 VR + un sb800 + Epson P5000.
Sono solo ancora indeciso se portare o meno il 70-200 per il peso ed ingombro.
Cosa ne pensi visto che tu hai già fatto questa esperienza?
Poi se ritieni di darmi qualche suggerimento io ne sarei felicissimo: quando si parte per un paese sconosciuto i dubbi sono tanti.
Saluti e grazie, francesco.
Il tour che farò prevede un giorno a Delhi, 2 giorni a Srinagar, poi Srinagar-Leh in autopulman (con notte in campo tendato presso Saspol) via Kargil-Lamayuru-Uleytopko, quindi sette giorni a Leh con gite in Jeep ed al passo.
Ho previsto abbigliamento che va da leggerissimo per Delhi fino a pile e giacca a vento tecnica con scarponcini da trekking, nonchè un sacco a pelo.
Ovviamente lo zaino con l'attrezzatura fotografica: Nikon D2x con 12-24, 17-55, 20, 105 micro VR e 70-200 VR + un sb800 + Epson P5000.
Sono solo ancora indeciso se portare o meno il 70-200 per il peso ed ingombro.
Cosa ne pensi visto che tu hai già fatto questa esperienza?
Poi se ritieni di darmi qualche suggerimento io ne sarei felicissimo: quando si parte per un paese sconosciuto i dubbi sono tanti.
Saluti e grazie, francesco.
Ed eccoci arrivati alla fine (e meno male direte voi! )
Prima di riprendere la strada per Leh abbiamo ancora fatto un incontro con una signora che nei pressi di un tempio pregava con il suo "khorlo" un cilindro da preghiera portatile (il corrispettivo dei choskhor fissi di cui avevamo parlato all'inizio) che il fedele porta con sé mentre recita il rosario dei 108 grani.
Ancora un panorama della valle di Nubra con un segnale stradale...
...che un tipico abitante del luogo sembra voler ignorare...
...e dopo un bel po' di tornanti finalmente un po' di movida nella piazza principale (!) di Leh all'ora dell'aperitivo (te alla menta arabo!)
(In primo piano Sara, la mia consorte con cui condividiamo varie passioni tra cui i viaggi)
In chiusura un omaggio a chi ha trasformato un viaggio in un esperienza indimenticabile: la nostra guida Anu. Un concentrato di competenza, disponibilità, e docezza veramente grandiosi!
E davvero infine la sorpresina: primo non tutte le foto che avete visto sono opera mia, ma una parte è appunto di Sara che oltre ai viaggi condivide anche la passione della fotografia (e se no come mi sopporterebbe? ) e, secondo - riguardo all'atrezzatura - mia moglie utilizza una Minolta Dimage A200 e io una D70 con il 18/70 del Kit e il 70/300 g che il pusher mi ha regalato (nel senso reale del termine) al momento dell'acquisto e con il quale ho fatto parecchi dei ritratti che avete visto in queste pagine.
Eccoci con gli "strumenti"
SARA
PAOLO (così mi presento anch'io)
Come vi ho ripetutamente detto nei post precedenti sono (siamo) davvero dilettanti assoluti, ma con una buona dose di passione e di voglia di imparare. In ogni caso per noi la cosa più importante è che una foto racconti qualcosa: se lo racconta bene, con una buona tecnica è mooooolto meglio e cerchiamo di impegnarci in questo senso, ma comunque le emozioni, i pensieri in immagini vengono prima (e comunque spesso - purtroppo - non vengono proprio!).
Un saluto a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui, sperando di essere riuscito a condividere con tutti voi una parte di questo splendido paese e dellasua gente meravigliosa. Se avete curiosità o altre questioni in merito chiedete pure: se sarò in grado vi risponderò molto volentieri!
Ed ora, come promesso, nei post successivi un ringraziamento personale a tutti quelli che hanno voluto lasciare qui un loro GRADITISSIMO commento.
CIAO!!!!!!!!
Prima di riprendere la strada per Leh abbiamo ancora fatto un incontro con una signora che nei pressi di un tempio pregava con il suo "khorlo" un cilindro da preghiera portatile (il corrispettivo dei choskhor fissi di cui avevamo parlato all'inizio) che il fedele porta con sé mentre recita il rosario dei 108 grani.
Ancora un panorama della valle di Nubra con un segnale stradale...
...che un tipico abitante del luogo sembra voler ignorare...
...e dopo un bel po' di tornanti finalmente un po' di movida nella piazza principale (!) di Leh all'ora dell'aperitivo (te alla menta arabo!)
(In primo piano Sara, la mia consorte con cui condividiamo varie passioni tra cui i viaggi)
In chiusura un omaggio a chi ha trasformato un viaggio in un esperienza indimenticabile: la nostra guida Anu. Un concentrato di competenza, disponibilità, e docezza veramente grandiosi!
E davvero infine la sorpresina: primo non tutte le foto che avete visto sono opera mia, ma una parte è appunto di Sara che oltre ai viaggi condivide anche la passione della fotografia (e se no come mi sopporterebbe? ) e, secondo - riguardo all'atrezzatura - mia moglie utilizza una Minolta Dimage A200 e io una D70 con il 18/70 del Kit e il 70/300 g che il pusher mi ha regalato (nel senso reale del termine) al momento dell'acquisto e con il quale ho fatto parecchi dei ritratti che avete visto in queste pagine.
Eccoci con gli "strumenti"
SARA
PAOLO (così mi presento anch'io)
Come vi ho ripetutamente detto nei post precedenti sono (siamo) davvero dilettanti assoluti, ma con una buona dose di passione e di voglia di imparare. In ogni caso per noi la cosa più importante è che una foto racconti qualcosa: se lo racconta bene, con una buona tecnica è mooooolto meglio e cerchiamo di impegnarci in questo senso, ma comunque le emozioni, i pensieri in immagini vengono prima (e comunque spesso - purtroppo - non vengono proprio!).
Un saluto a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui, sperando di essere riuscito a condividere con tutti voi una parte di questo splendido paese e dellasua gente meravigliosa. Se avete curiosità o altre questioni in merito chiedete pure: se sarò in grado vi risponderò molto volentieri!
Ed ora, come promesso, nei post successivi un ringraziamento personale a tutti quelli che hanno voluto lasciare qui un loro GRADITISSIMO commento.
CIAO!!!!!!!!
- riguardo all'atrezzatura - mia moglie utilizza una Minolta Dimage A200 e io una D70 con il 18/70 del Kit e il 70/300 g
ma con una buona dose di passione e di voglia di imparare. In ogni caso per noi la cosa più importante è che una foto racconti qualcosa: se lo racconta bene, con una buona tecnica è mooooolto meglio e cerchiamo di impegnarci in questo senso, ma comunque le emozioni, i pensieri in immagini vengono prima (e comunque spesso - purtroppo - non vengono proprio!).
Non ci crederai ma stavo per dire che le foto le hai fatte con una coolpix... e allora sarebbe stata l'apoteosi!
A dimostrazione del fatto che quello che più conta non si può comprare.
Complimenti ancora e ciao.
Ovviamente lo zaino con l'attrezzatura fotografica: Nikon D2x con 12-24, 17-55, 20, 105 micro VR e 70-200 VR + un sb800 + Epson P5000.
Sono solo ancora indeciso se portare o meno il 70-200 per il peso ed ingombro.
Cosa ne pensi visto che tu hai già fatto questa esperienza?
Poi se ritieni di darmi qualche suggerimento io ne sarei felicissimo: quando si parte per un paese sconosciuto i dubbi sono tanti.
Saluti e grazie, francesco.
Ciao!
Abbiamo scritto in contemporanea, e quindi avrai visto che la nostra atrezzatura fotografica è miserrima (sigh, sigh!), tuttavia un paio di consigli voglio darteli lo stesso.
Porta quello che hai: non ti mancherà l'occasione di usarlo. So che il peso è notevole, ma come rinunciare a un grandangolo luminoso all'interno dei templi o al mitico 70/200 per dei ritratti con uno sfocato degno di questo nome: io non ci rinuncerei per niente al mondo. Anzi se avessi un buon cavalletto ti suggerirei di portare anche quello. Va bene il flash, me se sei proprio un patito di questa tecnica: io ti sugerisco comunque di sfruttare al massimo le luci e le ombre naturali - sono incredibili!
Portati molta "memoria" scatterai molto.
Porta anche pile di scorta e prese universali (2 anni fa reperire la corrente non era facilissimo: anche in città è razionata, tutto si spegne alle 10 di sera e la corrente, quando c'è è fornita da generatori diesel)
Ma soprattutto interagisci con le persone (tutte le persone: monaci, donne, bambini, nomadi...) sarà un'esperienza sia umana che fotografica veramente intensa. Se puoi svegliati presto: le luci sono fantastiche.
Riguardo all'abbigliamento direi che sei più che a posto. Tieni solo presente che a Delhi teoricamente sei in periodo monsonico (teoricamente perchè in questi ultimi anni sembra che agosto a Delhi sia piuttosto asciutto) e potrebbe valere la pena di portarsi un microombrellino, magari per scattare qualche foto col monsone, se hai la fortuna di incrociarlo...).
Un ultima notazione sul mal di montagna: è molto soggettivo e c'è chi sta già male a 3.500 metri (altitudine minima del Ladak) e chi non patisce neanche a 6.000 A me è andata bene, Sara ha un po' patito all'arrivo e poi nella regione dei laghi. Comunque non ti preoccupare troppo: in genere - per chi patisce - il primo giorno, sopratutto dopo qualche ora, il mal di testa tende ad imperversare, ma è un fenomeno transitorio che cessa rapidamente con l'acclimatamento: non ti spaventare e goditi posti e foto.
Ultimissima notazione: secondo me è indispensabile la guida di Marco Vasta "Ladak", edizioni La bottega del caffè letterario - Roma. E' una miniera di informazioni che ti consentiranno di godere appieno di tutte le possibili meraviglie che incontrerai!
Buon viaggio e... aspetto le foto!
Ciao
Belle, forse una postprod un po' più curata, ma a me piaciono molto.
ciao
Carlo
Grazie di essere stato il primo a passare di qui... un incoraggiamento importante
Bellissime!!!
Continua, postane altre!
Marcello
Grazie e mille
Complimenti per le fotografie e per i luoghi visitati.. davvero invidiabile
Grazie! In effetti i luoghi (e la gente) sono fantastici
Ti faccio i miei complimenti, molto belle e suggestive, bello anche il B&W
Grazie! Il bianco e nero è stato il risultato finale di una serie di esperimenti in PP che non mi convincevano mai del tutto, poi ho pensato di fare una cosa che - anche se un po' finta -, nel caso di specie mi sembrava funzionale a descrivere la realtà. Sono contento che sia piaciuto.
Meglio tardi che mai...davvero un bel reportage, speriamo continui!!
Complimenti
Franco
come vedi per continuare, è continuato...
Bellissimo ed interessante diario di viaggio. per chi , come me ,non ci è mai stato.... un vero regalo. Le immagini dell'ultima serie sono davvero molto molto belle.
Contnua.... siamo qui ad aspettare.
Bravo!
Grazie e mille! Il senso di queste foto era proprio quello di condividere con chi volesse, un'esperienza di viaggio veramente intensa....
Anche io aspetto con piacere il seguito..!
Mirko
Ed è arrivato... spero che sia stato all'altezza delle aspettative. Grazie
Grazie! Proprio bello da seguire. Vai avanti, Paolo! :-)
A te non ti ringrazio! sei un amico e quindi di parte....
Attendo con pazienza altre tue testimonianze di questa terra meravigliosa.
Hai perfettamente ragione: una terra meravigliosa!
Belle immagini e bel racconto, grazie per avermi mostrato efficacemente alcuni aspetti di questo paese che spero di visitare presto.
Grazie! Vacci, sarà un viaggio emozionante
Complimenti per il tuo reportage! Le foto sono ben composte, con bei colori. I paesaggi sono stati ripresi spesso con una luce eccezionale (vedi quella delle montagne infuocate con la collina al centro in silhouette). I ritratti pure mi sembrano ben riusciti perché hai interagito benissimo con la gente del luogo, che ti ha ricambiato con spendidi sorrisi. Il racconto per immagini poi è molto interessante!Continua così...non capisco perché non le abbia postate prima.
La luce non è un merito... a parte quello di andarsela a cercare . Invece il tuo riferimento alla voglia di confrontarsi con le persone mi fa molto piacere: i neffett iè quello che mi sarebbe piaciut otrasparisse di più! Ho aspettato per il tempo, che è sempre poco e perchè non ero del tutto convinto
Bravo, veramente bravo. Un gran bel reportage con il giusto mix tra visioni d'assieme, persone, vita quotidiana, dettagli. Davvero coinvolgente.
Grazie! spero che il seguito sia stato all'altezza: in realtà è stato fatto davvero all'impronto e step by step, senza un progetto (e si vede!), ma non ero sicuro nemmeno che dopo le prime foto ci fosse un qualche interesse, e così il tutto è un po' disomogeneo... pazienza.
Bravo,foto molto belle,colori,luce,anche gli interni hai saputo renderli molto bene anche se io avrei preferito,su alcune, un'inquadratura piu' stretta in modo da far rendere di piu certi particolari.....ma e' un parere personale ne'... il racconto poi mi porta letteralmente a viaggiare con te.....molto piacevole e interessantissimo
continua pure,aspettiamo (gwaszx.....diamine ma come ti chiami..... )
ciao a presto
Grazie dell'attenzione e dei suggerimenti. In effetti in Ladak ci sono talmente tanti particolari che uno si perderebbe giorni e giorni in ogni situazione. Mi fa piacere che ti sia sentito coinvolto...
Non avevo ancora avuto il tempo di gustarmi le tue foto. L'ho fatto oggi e devo proprio farti i miei più sinceri complimenti e invitarti a continuare! In mezzo a tante belle e interessanti foto ci sono delle autentiche Perle!
So che il livello delle foto postate è disomogeneo, ma non ho voluto selezionare troppo perché mi piaceva anche documentare. Perle comunque mi sembra veramente esagerato...
Bravo... molto belle le immagini e molto piacevole il tuo racconto
Ivan
Namaste
Namaste a te, e come di cono in Ladak per salutarsi: "Gule gule"
Bel reportage, alcune foto in cui hai giocato con luci e ombre mi gustano molto.
Complimenti
Saluti
In effetti da quelle parti luci e ombre sono una vera tentazione, per un fotografo!
Sono incantato. Qualche foto potrebbe anche essere perfezionata, ma il testo che le documenta le rende facilmente comprensibili. Insomma, l'insieme è degno di un reportage per le migliori riviste di viaggi.
(con tutte le precisazioni già postate precedentemente, rispetto all'improvvisazione )
Un piacevole e mirato racconto, adornato da alcune interessanti immagini reportagisitche di un luogo che ancor ora ricordo con grande gioia ed interesse.
Osservo tra alcuni Tuoi scatti in cui hai saputo gestire l’ effetto di movimento delle Persone senza però cadere nel fastidioso “mosso”, in alcune istantanee sei invece caduto in una lieve ma erronea lettura esposimetrica evidenziando troppo le ombre a discapito dei vivaci colori e delle luci sempre essenziali in quel contesto.
Piacevoli anche alcune tra le riprese paesaggistiche, anche se il racconto in questo caso lo fanno le Persone con le loro gesta..con la loro semplicità ed innocenza, attraverso il loro sorriso…. sempre presente, attraverso una spiritualità lontana dalle nostre visioni d’insieme ma molto più vicina di quanto crediamo al vero progresso religioso dell’ individuo.
Per un istante ho rivissuto questi bellissimi luoghi cui…mi auguro rimangano inviolati nella loro autoctonia ancora per tanto tempo!
Un saluto
a te avevo già risposto "in diretta", non posso dire altro.
Complimenti
Di nuovo complimenti anche per questa serie!
Mirko
Di nuovo grazie
Bellissime!!! Continua a postare!
Marcello
(ho continuato... )
Non essere modesto, nel tuo reportage ci sono scatti eccellenti!
Sinceramente...spero che il reportage non sia finito!
Grazie per aver condiviso questi scatti che ben rappresentano questi magnifici luoghi.
Anna
Non sono modesto... c'ho proprio dei dubbi!! Grazie per la tua attenzione: da "montagnina" quale sei, mi fa molto piacere. E sono sicuro che il Ladak ti piacerebbe moltissimo
Complimenti vivissimi, ottimo reportage.
grazie e mille
I miei più sinceri complimenti per le foto...
Luca
grazie e mille anche a te
Ho visto oggi le tue foto per la prima volta e sono rimasto molto colpito.
Devo dirti che sia l'impostazione del racconto sia gli scatti danno un'impressione di professionalità.
Aspetto le successive con molta curiosità.
P.S: tra le più belle secondo me ci sono quelle dei manoscritti che restituiscono un'atmosfera incredibile.
, anche se come ho detto prima, la professionalità è un'altra cosa... In effetti i manoscritti sono molto di fascino, soprattutto per me che adoro i libri...
Aspettiamo con curiosità....
...e la curiosità fu premiata
Sono incantato!!!
Attendo con ansia il seguito!
Marcello
Fantastiche!
Mi complimento in particolare per la tua abilità sia nei paesaggi che nei ritratti che negli altri campi della fotografia.
Di solito ognuno di noi é più bravo in un settore.
DEVI continuare a postare! siamo in attesa!
maurizio
complimenti graditissimi, anche se come ho detto quas itutt oè dovuto al paese e alla sua gente
Un grabdissimo reportage. Più vado avanti a leggerlo e più me ne rendo conto. Le riprese, per i colori saturi per le inquadrature scelte sono sempre piacevoli, mai stancanti. Certe foto, poi, hanno un non so che di onirico. Raramente ho visto su questo Forum opere di questo livello.
Grandissimo lavoro!
Foto molto belle e interessanti... aspetto con ansia la prossima puntata...
Grazie!
Antonio
Come diavolo ho fatto a perdermi questa meraviglia fino ad adesso????
Le foto sono (per la stragrande maggioranza) splendide... Ma il TESTO non è da meno, e "cresce" man mano che il viaggio continua.
Ed è il CONNUBIO fra foto e testo a fare la meraviglia di questo lavoro: equilibrato, avvincente, coinvolgente, interessante.
Continua così... io mi sono iscritto alla discussione, così, per essere sicuro di non perdermi più nemmeno una puntata!
Davide
Veramenbte GRAZIE. Uno dei miei dubbi era proprio il taglio da dare a questo "reportage" (si fa per dire) in un forum completamente fotografico: per me le parole - in questi contesti di viaggio - sono fondamentali, ma ero un po' preoccupato del livello di "approfondimento" e del registro da tenere. Spero di averci azzeccato almeno un po'
premetto sono un principiante alla prime armi...... Sono rimasto incollato davanti allo schermo e mi sono scorso tutte le tue immagini, meravigliose Non sono mai stato in questi posti ma posso dirti che almeno a me sei riuscito a rendere benissimo l'idea, hai interagito con la popolazione locale e ci hai riportato dei ritratti eccezionali, sei riuscito a spiegarci e ad appassionarci alla loro cultura , religione e vita comune e monastica, su alcuni paesaggi giuro mi sono venuti i bordoni ( in senso positivo) per come hai reso i colori di quei posti meravigliosi.... Ancora complimenti...
Saluti
Andrea
Bene! Tra principianti ci si intende Ti assicuro che con un po' di buona disposizione (parlo di testa, di curiosità...) e - soprattutto - nei posti giusti fare dei buoni lavori è più facile di quello che sembra
Bellissimo reportage!!
mi hai fatto venire la pelle d'oca...
le immagini sono favolose (specialmente i paesaggi) ed il racconto rende perfettamente l'idea delle sensazioni che hai provato trasmettendole a chi guarda...
grazie per questo regalo...
continua ancora se hai tempo...
ciao, Carlo
per i complimenti
E per quanto ancora le volevi tenere lì a far "polvere" ???
E poi scherzi, trovo che anche tra queste tue immagini ci siano dei piccoli capolavori.
Belle per i colori, originali nelle inquadrature... BELLE BELLE BELLE !
Il tempo è un bel problema, purtroppo. per i "capolavori": se c isono sono proprio piccolissimi!
Un racconto fantastico per la qualità delle immagini e le parole che le accompagnano.
Grazie mille per aver condiviso con il tuo spendido viaggio!
grazie a te per averlo voluto condividere!
Non ci sono molte parole: SBALORDITIVE
Perdona la banalità della domanda che di certo poco si addice al "tenore" delle foto che hai postato ma qualcuno la deve pur fare che corpo e ottiche hai utilizzato?
Complimenti e perdonami ancora
Francesco
Sbalorditive mi sembra francamente esagerato, se non nel senso che ritraggono "situazioni" - quelle si - sbalorditive. L'atrezzatura è importante, e con la mia piuttosto essenziale mi sono perso alcune opportunità legate ad esempio alla mancanza obiettivi luminosi che mi avrebbero fatto molto comodo. Ma ad esempio, in alcuni casi, ho provato a compensare gestendo il mosso, per come ero capace...
comunque per i complimenti
E oltre a quanto chiesto da Francesco, potresti magari anche raccontare, Paolo, come hai risolto il problema della ricarica delle batterie e aneddoti analoghi sugli aspetti tecnici della parte fotografica del bel viaggio (mentre ti prepari per il prossimo di questa estate, eheheh!)... :-)
Come hai visto, ho già risposto a questa domanda. Un po' di più mi preoccupa quest'estate la Tanzania tutta in tenda... Utilizzerò caricabatterie da accendisigari e incrociamo le dita... C'è di buono che la D70 non è molto "esosa"
soffro maledettamente guardando questi scatti, l'invidia mi assale e mi distrugge
e vabbè continua significa che devo soffrire
Dai che la sofferenza è finita...
un reportage semplicemente splendido, con che coraggio ti definisci un dilettante.
foto e parole si sposano in un connubbio entusiasmante, raccontando in modo semplice ed efficace la vita di questa gente.
rimango anch'io in attesa di vedere il seguito
, ma ribadisco. Dilettante sono e deilettante resto!
Ciao!
Mi metto in coda a tutti solo per rafforzare quanto ti hanno detto: fantastiche foto e soggetti. Uno splendido reportage.
Mi hai fatto "assaporare" una serie di "passaggi" al tuo fianco veramente entusiasmanti.
Sarà anche che mi piace molto viaggiare ma non posso che rinnovarti i miei complimenti.
Grazie
e se ti piace viaggiare, non ti perdere questo paese fantastico!
ho appena fini
Ovviamente lo zaino con l'attrezzatura fotografica: Nikon D2x con 12-24, 17-55, 20, 105 micro VR e 70-200 VR + un sb800 + Epson P5000.
Sono solo ancora indeciso se portare o meno il 70-200 per il peso ed ingombro.
Lasciando ai piu' esperti cosa o meno portare mi sentirei di suggerirti di aggiungere una stampante portatile. Regalare qualche foto quando si effettuano questi viaggi e' tra i doni piu' graditi da tutti. Ricordo l'anno scorso nello Zanskar l'emozione da parte di alcuni anziani vedere per la prima volta in vita loro una propria immagine.
Juleè