Una strage come quella del D-day andrebbe ricordata ogni santo giorno a tutti quei maiali che in Italia e nel mondo non pensano altro che ad arricchirsi ed a prevalere sul prossimo.
Grazie per questo viaggio emozionante.
Grazie per questo viaggio emozionante.
complimenti. foto straordinarie e parole che "toccano".
Renato
Renato
Complimenti sono da premio!!
.....non ho parole,senza fiato....grazie Marco
Un capolavoro
Le parole accompagnano le immagini.
Le immagini completano le parole.
Dovrebbero pubblicarlo e distribuirlo nelle scuole, è il senso, la sintesi di cosa sia una guerra.
Le parole accompagnano le immagini.
Le immagini completano le parole.
Dovrebbero pubblicarlo e distribuirlo nelle scuole, è il senso, la sintesi di cosa sia una guerra.
Bellissimo reportage che mi ha fatto ritornare in luoghi che mi danno sempre forti emozioni.
Il cimitero americano alle spalle di Omaha è impressionante, lascia senza fiato e senza parole...solo il silenzio può ricordare.
Un unico appunto storico: il comandante in capo non era Rommel ma Von Rundstedt e secondo molti storici questo fatto è stato determinante per l'esito del'operazione.
Ciao e grazie per le immagini
Guido
Il cimitero americano alle spalle di Omaha è impressionante, lascia senza fiato e senza parole...solo il silenzio può ricordare.
Un unico appunto storico: il comandante in capo non era Rommel ma Von Rundstedt e secondo molti storici questo fatto è stato determinante per l'esito del'operazione.
Ciao e grazie per le immagini
Guido
senza parole ... reportage e commenti si intrecciano e compensano l'un con l'altro ... un lavoro eccelso
questo life e' davvero potente!
un ricordo struggente di vite perse!
un paio di anni fa andai anche io a vedere quei luoghi!
l'impressione che ne ebbi fu che una specie di tristezza sia sempre presente li'.
non solo nei cimiteri, o nei musei che raccontano di quella strage...
e' proprio ovunque!
forse il clima, forse anche la suggestione della storia..
ma sono luoghi che appaiono silenziosi e tormentati.
il cimitero ripreso qui e' forse il posto piu' "sereno"
perche' tutto e' in ordine, pulito, composto,
paradossalmente un ordine ritrovato dopo un caos tremendo e orribile!
ma ogni tanto parte un inno musicale diffuso da un campanile,
sembrano campane che suonano il silenzio...
e non ce l'ho fatta a fotografare...
complimenti Marco!
mi hai riportato li'!!!
Bianca
Dovrebbero andare <tutti> a vedere con i loro occhi quelle spiagge. Onore ai francesi che hanno fatto di quei luoghi una specie di museo vivente.
per me da italiano fu emozionante certamente, ma provai anche un po' di vergogna. Io visitai le spiagge della Normandia nel 1998. Le celebrazioni dei 50 anni erano state fatte pochi anni prima ed ancora c'erano affissi, in tutti i locali pubblici, i manifestini di benvenuto. Il benvenuto era rivolto ai liberatori, e ciascuna nazione era rappresentata dalla sua bandiera. Ovviamente la bandiera italiana non c'era. E' una ovvietà storica.Forse però non tutti sanno che tra il personale di servizio, sbarcato nelle ondate successive, c'erano eccome degli italiani. Non emigrati, no no. Militari italiani caduti prigionieri degli americani sul fronte nord africano. Ad alcuni di questi venne chiesto se proseguire la prigionia fino a termine ostilità o se passare dall'altra parte. Alcuni fecero questa scelta. Non parlo per sentito dire. Nel 1994 ebbi modo di incontrare uno di questi uomini. Mi raccontò di come tornò in Italia, proprio a seguito delle truppe americane. Fu uno di quelli che tornò a casa attraverso le spiagge normanne.
un saluto
Valerio
Messaggio modificato da vbpress il Apr 20 2012, 10:45 AM
per me da italiano fu emozionante certamente, ma provai anche un po' di vergogna. Io visitai le spiagge della Normandia nel 1998. Le celebrazioni dei 50 anni erano state fatte pochi anni prima ed ancora c'erano affissi, in tutti i locali pubblici, i manifestini di benvenuto. Il benvenuto era rivolto ai liberatori, e ciascuna nazione era rappresentata dalla sua bandiera. Ovviamente la bandiera italiana non c'era. E' una ovvietà storica.Forse però non tutti sanno che tra il personale di servizio, sbarcato nelle ondate successive, c'erano eccome degli italiani. Non emigrati, no no. Militari italiani caduti prigionieri degli americani sul fronte nord africano. Ad alcuni di questi venne chiesto se proseguire la prigionia fino a termine ostilità o se passare dall'altra parte. Alcuni fecero questa scelta. Non parlo per sentito dire. Nel 1994 ebbi modo di incontrare uno di questi uomini. Mi raccontò di come tornò in Italia, proprio a seguito delle truppe americane. Fu uno di quelli che tornò a casa attraverso le spiagge normanne.
un saluto
Valerio
Messaggio modificato da vbpress il Apr 20 2012, 10:45 AM
Fantastico,toccante,immenso,doloroso......!!!!
Ciao Marco,
mi aggiungo; complimenti per il reportage e la narrazione.
Un grazie sentito .....
William
mi aggiungo; complimenti per il reportage e la narrazione.
Un grazie sentito .....
William