Cari amici,
ho letto un simpaticissimo libro di Alberto Cavaliere dal titolo: "La chimica in versi" e mi son detto:
"Perchè non scrivere un testo di tecnica fotografica in versi?".
Detto fatto. Ho buttato giù qualche verso. Se non mi passa la voglia, continuerò a raccontare in rima la nostra comune passione.
Un saluto
Enrico
Il diaframma
A imitazion dell'iride
che dentro l'occhio brilla,
modificando il foro
che chiamasi pupilla
questo congegno apresi
e chiudesi a comando,
il flusso della luce
così modificando.
Si stanno vicinissimi,
qual monaci in preghiera,
dei numeri stranissimi
incisi sulla ghiera.
Del lor significato
il senso vi riporto:
fra la focale e il foro
esprimono il rapporto.
Per cui, più sono piccoli
più grande è l'apertura
e viceversa: è, in spiccioli,
la spiegazion sicura.
La profondità di campo
Quando il diaframma è chiuso
si percepisce a fuoco
da poco avanti al muso
fino a lontano loco.
Ma se lo tieni aperto
e un punto metti a fuoco,
allor vedrai, sii certo,
di qua e di là ben poco.
L'iperfocale
Se il fuoco è all'infinito
il nitido, è banale,
andrà da lontanissimo
fino all'iperfocale.
Se il fuoco su quest'ultima
a regolar sei pronto,
dalla metà di essa
si estende fino in fondo.
(continua)
ho letto un simpaticissimo libro di Alberto Cavaliere dal titolo: "La chimica in versi" e mi son detto:
"Perchè non scrivere un testo di tecnica fotografica in versi?".
Detto fatto. Ho buttato giù qualche verso. Se non mi passa la voglia, continuerò a raccontare in rima la nostra comune passione.
Un saluto
Enrico
Il diaframma
A imitazion dell'iride
che dentro l'occhio brilla,
modificando il foro
che chiamasi pupilla
questo congegno apresi
e chiudesi a comando,
il flusso della luce
così modificando.
Si stanno vicinissimi,
qual monaci in preghiera,
dei numeri stranissimi
incisi sulla ghiera.
Del lor significato
il senso vi riporto:
fra la focale e il foro
esprimono il rapporto.
Per cui, più sono piccoli
più grande è l'apertura
e viceversa: è, in spiccioli,
la spiegazion sicura.
La profondità di campo
Quando il diaframma è chiuso
si percepisce a fuoco
da poco avanti al muso
fino a lontano loco.
Ma se lo tieni aperto
e un punto metti a fuoco,
allor vedrai, sii certo,
di qua e di là ben poco.
L'iperfocale
Se il fuoco è all'infinito
il nitido, è banale,
andrà da lontanissimo
fino all'iperfocale.
Se il fuoco su quest'ultima
a regolar sei pronto,
dalla metà di essa
si estende fino in fondo.
(continua)
Cari amici,
ho letto un simpaticissimo libro di Alberto Cavaliere dal titolo: "La chimica in versi" e mi son detto:
"Perchè non scrivere un testo di tecnica fotografica in versi?".
Detto fatto. Ho buttato giù qualche verso. Se non mi passa la voglia, continuerò a raccontare in rima la nostra comune passione.
Un saluto
Enrico
Il diaframma
A imitazion dell'iride
che dentro l'occhio brilla,
modificando il foro
che chiamasi pupilla
questo congegno apresi
e chiudesi a comando,
il flusso della luce
così modificando.
Si stanno vicinissimi,
qual monaci in preghiera,
dei numeri stranissimi
incisi sulla ghiera.
Del lor significato
il senso vi riporto:
fra la focale e il foro
esprimono il rapporto.
Per cui, più sono piccoli
più grande è l'apertura
e viceversa: è, in spiccioli,
la spiegazion sicura.
La profondità di campo
Quando il diaframma è chiuso
si percepisce a fuoco
da poco avanti al muso
fino a lontano loco.
Ma se lo tieni aperto
e un punto metti a fuoco,
allor vedrai, sii certo,
di qua e di là ben poco.
L'iperfocale
Se il fuoco è all'infinito
il nitido, è banale,
andrà da lontanissimo
fino all'iperfocale.
Se il fuoco su quest'ultima
a regolar sei pronto,
dalla metà di essa
si estende fino in fondo.
(continua)
ho letto un simpaticissimo libro di Alberto Cavaliere dal titolo: "La chimica in versi" e mi son detto:
"Perchè non scrivere un testo di tecnica fotografica in versi?".
Detto fatto. Ho buttato giù qualche verso. Se non mi passa la voglia, continuerò a raccontare in rima la nostra comune passione.
Un saluto
Enrico
Il diaframma
A imitazion dell'iride
che dentro l'occhio brilla,
modificando il foro
che chiamasi pupilla
questo congegno apresi
e chiudesi a comando,
il flusso della luce
così modificando.
Si stanno vicinissimi,
qual monaci in preghiera,
dei numeri stranissimi
incisi sulla ghiera.
Del lor significato
il senso vi riporto:
fra la focale e il foro
esprimono il rapporto.
Per cui, più sono piccoli
più grande è l'apertura
e viceversa: è, in spiccioli,
la spiegazion sicura.
La profondità di campo
Quando il diaframma è chiuso
si percepisce a fuoco
da poco avanti al muso
fino a lontano loco.
Ma se lo tieni aperto
e un punto metti a fuoco,
allor vedrai, sii certo,
di qua e di là ben poco.
L'iperfocale
Se il fuoco è all'infinito
il nitido, è banale,
andrà da lontanissimo
fino all'iperfocale.
Se il fuoco su quest'ultima
a regolar sei pronto,
dalla metà di essa
si estende fino in fondo.
(continua)
Gustosissime, Enrico!!!...
Bravo. E vai avanti....
Umby
L’otturatore
Centrale dentro l’ottica,
se a tende sul sensore,
della luce il passaggio
lui blocca a tutte l’ore.
E solo quando scatta,
veloce o lentamente,
ai raggi del visibile
si apre riverente.
Così con il diaframma
lavora in stretta unione,
e al material sensibile
dà giusta esposizione.
S’è rapido congela
e blocca arditamente
la corsa delle auto
e i moti della gente.
S’è lento è un’altra cosa:
che l’acqua del torrente
fa morbida e fumosa
e il moto fluido rende.
Centrale dentro l’ottica,
se a tende sul sensore,
della luce il passaggio
lui blocca a tutte l’ore.
E solo quando scatta,
veloce o lentamente,
ai raggi del visibile
si apre riverente.
Così con il diaframma
lavora in stretta unione,
e al material sensibile
dà giusta esposizione.
S’è rapido congela
e blocca arditamente
la corsa delle auto
e i moti della gente.
S’è lento è un’altra cosa:
che l’acqua del torrente
fa morbida e fumosa
e il moto fluido rende.
La prospettiva fotografica
Se scatti col normale
la foto, se mi credi,
ti appare tale e quale
a quello che tu vedi.
S'è corta la focale
lo spazio allor si estende
e lo rende più arioso
in modo consistente.
Ma guai se ti avvicini
al volto che ritrai!
Che lo deformi alquanto
e puoi passar dei guai...
Una lunga focale
i piani invece schiaccia.
E questo non è male,
ammesso che ti piaccia.
Così una piazza rada
appare pien di gente.
Poi dicono, ma bada,
la foto che non mente...
Se scatti col normale
la foto, se mi credi,
ti appare tale e quale
a quello che tu vedi.
S'è corta la focale
lo spazio allor si estende
e lo rende più arioso
in modo consistente.
Ma guai se ti avvicini
al volto che ritrai!
Che lo deformi alquanto
e puoi passar dei guai...
Una lunga focale
i piani invece schiaccia.
E questo non è male,
ammesso che ti piaccia.
Così una piazza rada
appare pien di gente.
Poi dicono, ma bada,
la foto che non mente...
Enrico se non ci fossi bisognerebbe inventarti! Fantastiche!
Enrico se non ci fossi bisognerebbe inventarti! Fantastiche!
E invece ci sono, e mi tocca lavorare ;-)
Sono io il primo a divertirmi.
Eccone un'altra:
Lo sviluppo
Quando allo scatto giunge
La luce sul bromuro
La traccia dell’immagine
Ci lascia di sicuro.
Però, mistero strano,
non vedesi un bel niente.
Pertanto la chiamiamo
Immagine latente.
Il metol, l’idrochino
Con altri sali in gruppo,
In soluzione acquosa
Che chiamasi sviluppo,
D’alogenuro i granuli
Colpiti dalla luce
A lenta riduzione
Pian piano li conduce
Così grazie alla chimica
L’immagine latente
Diventa alfin visibile
Alla comune gente.
Ma lo sarìa per poco
E avrebbe un triste fato
Se noi non la fissassimo
Col sodio tiosolfato.
Enrico sei unico!!!
Ciao Alfredo.
Allora continuo
Il flash
Quando di luce ambiente
C'è poca oppur per niente,
ricorrere è normale
a quella artificiale.
Di tutte le sorgenti
È il lampeggiatore
A detta delle genti
Di gran lunga il migliore.
Di xeno gas fornito,
con luce intensa brilla,
se giunge dal circuito
l’elettrica scintilla.
Se consigliarti posso,
non tenerlo dappresso
all’ottica, che spesso
t’evita l’occhio rosso.
Diretto è troppo duro.
Sul soffitto, indiretto,
è meglio, t’assicuro:
più morbido è l’effetto.
Il numero guida
Del prodotto è il risultato
Fra distanza ed apertura.
S’esso è grande, è evidente,
che hai un flash molto potente.
Dividendolo pei metri
Fra la torcia e il soggetto
Otteniam, non farne un dramma,
l’apertura del diaframma.
Se la scienza di Pitagora
Non t’aggrada, bè, pazienza,
che di tanti automatismi
ci ha fornito oggi la scienza.
Allora continuo
Il flash
Quando di luce ambiente
C'è poca oppur per niente,
ricorrere è normale
a quella artificiale.
Di tutte le sorgenti
È il lampeggiatore
A detta delle genti
Di gran lunga il migliore.
Di xeno gas fornito,
con luce intensa brilla,
se giunge dal circuito
l’elettrica scintilla.
Se consigliarti posso,
non tenerlo dappresso
all’ottica, che spesso
t’evita l’occhio rosso.
Diretto è troppo duro.
Sul soffitto, indiretto,
è meglio, t’assicuro:
più morbido è l’effetto.
Il numero guida
Del prodotto è il risultato
Fra distanza ed apertura.
S’esso è grande, è evidente,
che hai un flash molto potente.
Dividendolo pei metri
Fra la torcia e il soggetto
Otteniam, non farne un dramma,
l’apertura del diaframma.
Se la scienza di Pitagora
Non t’aggrada, bè, pazienza,
che di tanti automatismi
ci ha fornito oggi la scienza.
Complimenti, sono bellissime.
Grazie davide.
La regola dei terzi
Sui forum e dentro i testi
Di ciò si parla a iosa,
con esiti funesti.
Ma questa è un’altra cosa.
Si pensa che le regole
Risolvano un po’ tutto:
basta seguirle e cogliere
dell’arte eccelsa il frutto.
È utile, lo ammetto.
Per carità, ne tratto.
Però la panacea
Dell’arte non è affatto.
Dividesi il rettangolo
Con due orizzontali
In strisce tre per largo.
Con due poi verticali,
in altre tre per lungo
il quadro si partisce.
Dove ogni linea interseca
Quella che presso corre
È quello un punto ottimo
Dove il soggetto porre.
La linea d’orizzonte
Non mettere a metà
Che sono in molti a dire
Ch’è male, non si fa.
È meglio se l’adagi
Sul terzo superiore
O, se dai spazio al cielo,
su quello ch’è inferiore.
La regola del sedici
Se hai perso l’esposimetro
Non devi disperarti
Perché qui c’è una regola
che viene ad aiutarti.
Imposta e lascia fiso
sul sedici il diaframma
Dei tempi poi la gamma,
Sul numero degli ISO.
Se il sole splende in cielo
E l’ illuminazione
Non ha di nubi il velo,
giust’ è l’esposizione.
La regola dei terzi
Sui forum e dentro i testi
Di ciò si parla a iosa,
con esiti funesti.
Ma questa è un’altra cosa.
Si pensa che le regole
Risolvano un po’ tutto:
basta seguirle e cogliere
dell’arte eccelsa il frutto.
È utile, lo ammetto.
Per carità, ne tratto.
Però la panacea
Dell’arte non è affatto.
Dividesi il rettangolo
Con due orizzontali
In strisce tre per largo.
Con due poi verticali,
in altre tre per lungo
il quadro si partisce.
Dove ogni linea interseca
Quella che presso corre
È quello un punto ottimo
Dove il soggetto porre.
La linea d’orizzonte
Non mettere a metà
Che sono in molti a dire
Ch’è male, non si fa.
È meglio se l’adagi
Sul terzo superiore
O, se dai spazio al cielo,
su quello ch’è inferiore.
La regola del sedici
Se hai perso l’esposimetro
Non devi disperarti
Perché qui c’è una regola
che viene ad aiutarti.
Imposta e lascia fiso
sul sedici il diaframma
Dei tempi poi la gamma,
Sul numero degli ISO.
Se il sole splende in cielo
E l’ illuminazione
Non ha di nubi il velo,
giust’ è l’esposizione.
un mito!
Allora proseguo
Il cavalletto
Scattare a mano libera
È comodo, si vede.
Sei più leggero ed agile
Che andare col treppiede.
Ma se la nitidezza
ricerchi a più non posso,
tienilo per compagno:
t’evita il micro mosso.
Se poi proprio t’ingombra,
t’impiccia il cavalletto,
un monopiede compra
e ne vedrai l’effetto.
L'angolazione.
Se ti metti a livello
Di ciò che tu ritrai,
ti poni nel suo mondo,
ed alla pari stai.
Se invece tu t’abbassi,
l’esalti, ti sovrasta,
e solo questo basta
perché importante fassi.
Se più in alto sei messo
Lo schiacci, lo sovrasti,
e questo par che basti
per farlo sembrar fesso.
Il polarizzatore
Fra tutti quanti gli altri,
che servon l’analogico
sol lui, mi pare logico,
va ben col digitale.
Smorza, se bene è messo,
del vetro ogni riflesso.
I cieli fa migliori
E satura i colori.
L’esposimetro
Un tempo con tabelle
E regoli complessi
Fotografi amatori
Bene non eran messi.
Si, la tecnologia
Ne ha fatte delle belle
Fra esterne fotocellule
E interni titielle.
Basta puntar per bene
L’attrezzo sul soggetto
E il tempo ed il diaframma
Da usare già t’è detto.
E’ facile, che bello.
Ma tu rimani sveglio:
devi usare il cervello
Per ottenere il meglio.
Lo schermo riflettente
Se la sorgente è dura
Rivela in piena luce
Di un lato la figura.
L'altro, lo si deduce,
tutto nell'ombra annega.
Se da quel lato poni
Lo schermo riflettente,
con risultati buoni,
rivelasi alla gente.
Così più bello appare,
onore a chi l'ha fatto,
e si farà apprezzare
da tutti un bel ritratto.
Il panning
Se scatti e resti immobile,
Il corridore appare
Pur esso fermo e statico
E il moto non compare.
Se invece lo accompagni
Ruotando con il busto
E con un tempo giusto
Senza fermarti scatti,
l'ottieni ancora a fuoco
ma il fondo, ch'è filato,
il moto, e non è poco,
ti ha bene raccontato.
Messaggio modificato da enrico il Dec 5 2010, 02:05 PM
Il cavalletto
Scattare a mano libera
È comodo, si vede.
Sei più leggero ed agile
Che andare col treppiede.
Ma se la nitidezza
ricerchi a più non posso,
tienilo per compagno:
t’evita il micro mosso.
Se poi proprio t’ingombra,
t’impiccia il cavalletto,
un monopiede compra
e ne vedrai l’effetto.
L'angolazione.
Se ti metti a livello
Di ciò che tu ritrai,
ti poni nel suo mondo,
ed alla pari stai.
Se invece tu t’abbassi,
l’esalti, ti sovrasta,
e solo questo basta
perché importante fassi.
Se più in alto sei messo
Lo schiacci, lo sovrasti,
e questo par che basti
per farlo sembrar fesso.
Il polarizzatore
Fra tutti quanti gli altri,
che servon l’analogico
sol lui, mi pare logico,
va ben col digitale.
Smorza, se bene è messo,
del vetro ogni riflesso.
I cieli fa migliori
E satura i colori.
L’esposimetro
Un tempo con tabelle
E regoli complessi
Fotografi amatori
Bene non eran messi.
Si, la tecnologia
Ne ha fatte delle belle
Fra esterne fotocellule
E interni titielle.
Basta puntar per bene
L’attrezzo sul soggetto
E il tempo ed il diaframma
Da usare già t’è detto.
E’ facile, che bello.
Ma tu rimani sveglio:
devi usare il cervello
Per ottenere il meglio.
Lo schermo riflettente
Se la sorgente è dura
Rivela in piena luce
Di un lato la figura.
L'altro, lo si deduce,
tutto nell'ombra annega.
Se da quel lato poni
Lo schermo riflettente,
con risultati buoni,
rivelasi alla gente.
Così più bello appare,
onore a chi l'ha fatto,
e si farà apprezzare
da tutti un bel ritratto.
Il panning
Se scatti e resti immobile,
Il corridore appare
Pur esso fermo e statico
E il moto non compare.
Se invece lo accompagni
Ruotando con il busto
E con un tempo giusto
Senza fermarti scatti,
l'ottieni ancora a fuoco
ma il fondo, ch'è filato,
il moto, e non è poco,
ti ha bene raccontato.
Messaggio modificato da enrico il Dec 5 2010, 02:05 PM
Ciao....
Fantastico Enrico !!!!!!!!!
Un salutone
P.S.
Continua che mi piacciono....
Fantastico Enrico !!!!!!!!!
Un salutone
P.S.
Continua che mi piacciono....
Grazie Alessandro,
vedo di continuare.
Enrico
vedo di continuare.
Enrico
Grossi Complimenti!!
come riassumere la fotografia in versi assolutamente FANTASTICO!!!
Continua così
come riassumere la fotografia in versi assolutamente FANTASTICO!!!
Continua così
Divina(mente) dantesco!
Ciao,
Rinux.
Ciao,
Rinux.
Avevo smesso, preso da altri impegni ed altri pensieri. Ma le vostre espressioni di apprezzamento mi obbligano a proseguire:
L’istogramma
Ma che grafico prezioso
ci regala il digitale.
Anche se non sei curioso,
osservarlo non è male.
Ogni pixel della foto
è ordinato, messo in fila.
Dal programma messo in moto,
l'un sull’altro allor s’impila.
A sinistra se più scuri,
sulla destra quelli chiari,
si dispongono sicuri
l’un sull’altro pari pari.
Il disegno sembra, appena,
di montagne una catena.
Se le vette sono in mezzo
ed ai lati van scendendo,
il tuo scatto non è grezzo.
Come toni è assai stupendo.
Se al contrario è tutto a destra
e a sinistra non c’è niente,
la tua foto è assai maldestra.
Sovraesposta l’hai, si sente.
Se a mancina ce n’è tanti
ed a dritta è inconsistente,
Dai, rifalla, non è niente.
Sottoesposta l’hai, diranti!
Nulla è perso, non è un dramma,
grazie appunto all’istogramma.
L’istogramma
Ma che grafico prezioso
ci regala il digitale.
Anche se non sei curioso,
osservarlo non è male.
Ogni pixel della foto
è ordinato, messo in fila.
Dal programma messo in moto,
l'un sull’altro allor s’impila.
A sinistra se più scuri,
sulla destra quelli chiari,
si dispongono sicuri
l’un sull’altro pari pari.
Il disegno sembra, appena,
di montagne una catena.
Se le vette sono in mezzo
ed ai lati van scendendo,
il tuo scatto non è grezzo.
Come toni è assai stupendo.
Se al contrario è tutto a destra
e a sinistra non c’è niente,
la tua foto è assai maldestra.
Sovraesposta l’hai, si sente.
Se a mancina ce n’è tanti
ed a dritta è inconsistente,
Dai, rifalla, non è niente.
Sottoesposta l’hai, diranti!
Nulla è perso, non è un dramma,
grazie appunto all’istogramma.
La prossima sarà sulla Gamma Dinamica/Tonale?
Ciao,
Rinux.
Ciao,
Rinux.
Il paraluce
Parassita è quella luce
che di lato entra, e il riflesso
sull’immagine assai spesso
a guastarla si conduce.
Ma un rimedio c’è sicuro
che s’avvita all’obiettivo
e, formando come un muro,
di quei raggi rende privo
il sensibil materiale
che di ciò molto s’avvale.
Or l’immagin vien perfetta
di contrasto e molto netta.
Per di più, se mi consente,
da tanti urti egli ripara
la preziosa frontal lente
il cui danno è cosa amara…
Parassita è quella luce
che di lato entra, e il riflesso
sull’immagine assai spesso
a guastarla si conduce.
Ma un rimedio c’è sicuro
che s’avvita all’obiettivo
e, formando come un muro,
di quei raggi rende privo
il sensibil materiale
che di ciò molto s’avvale.
Or l’immagin vien perfetta
di contrasto e molto netta.
Per di più, se mi consente,
da tanti urti egli ripara
la preziosa frontal lente
il cui danno è cosa amara…
Riesci sempre a far sorridere. Bravo Enrico!
La pellicola B/N
Or che avanza il digitale,
sempre men se ne produce
e, a mio avviso, questo è male
se a estinzione la conduce.
L’emozione che provai
Quando dalla tank levata
Lesto davo una sbirciata,
non potrò scordarla mai.
Comparivan per magia
I paesaggi ed i ritratti
Che m’empivan di poesia
Prima e dopo degli scatti.
L’ombra vi era trasparente
E la luce buia e nera
Come quella della sera
Quando il sole resta assente.
Questa è OK, ha buona gamma
Quant’è scura questa, mamma!
Questa è troppo trasparente,
non si scorge proprio niente.
Poi l’appendo ad asciugare
Con le pinze sotto e sopra,
mentre non mi so saziare
ed ammiro ancora l’opra.
Con lo scatto digitale
Già l’immagine è formata
Positiva, tale e quale
Alla scena che hai ammirata.
Saprà il giovane giulivo,
che a scattare si diverte,
cos’è mai un negativo
che ogni tono cambia e inverte?
Lunga striscia perforata
Che avanzavi con la leva,
non ti ho mai dimenticata
e il ricordo mi solleva.
Mi riporta agli anni lieti
Dolci e pieni di ricordi
Non esiste che ti scordi,
né che scordi i tuoi segreti.
Or che avanza il digitale,
sempre men se ne produce
e, a mio avviso, questo è male
se a estinzione la conduce.
L’emozione che provai
Quando dalla tank levata
Lesto davo una sbirciata,
non potrò scordarla mai.
Comparivan per magia
I paesaggi ed i ritratti
Che m’empivan di poesia
Prima e dopo degli scatti.
L’ombra vi era trasparente
E la luce buia e nera
Come quella della sera
Quando il sole resta assente.
Questa è OK, ha buona gamma
Quant’è scura questa, mamma!
Questa è troppo trasparente,
non si scorge proprio niente.
Poi l’appendo ad asciugare
Con le pinze sotto e sopra,
mentre non mi so saziare
ed ammiro ancora l’opra.
Con lo scatto digitale
Già l’immagine è formata
Positiva, tale e quale
Alla scena che hai ammirata.
Saprà il giovane giulivo,
che a scattare si diverte,
cos’è mai un negativo
che ogni tono cambia e inverte?
Lunga striscia perforata
Che avanzavi con la leva,
non ti ho mai dimenticata
e il ricordo mi solleva.
Mi riporta agli anni lieti
Dolci e pieni di ricordi
Non esiste che ti scordi,
né che scordi i tuoi segreti.
La pellicola B/N
Or che avanza il digitale,
sempre men se ne produce
e, a mio avviso, questo è male
se a estinzione la conduce.
L’emozione che provai
Quando dalla tank levata
Lesto davo una sbirciata,
non potrò scordarla mai.
Comparivan per magia
I paesaggi ed i ritratti
Che m’empivan di poesia
Prima e dopo degli scatti.
L’ombra vi era trasparente
E la luce buia e nera
Come quella della sera
Quando il sole resta assente.
Questa è OK, ha buona gamma
Quant’è scura questa, mamma!
Questa è troppo trasparente,
non si scorge proprio niente.
Poi l’appendo ad asciugare
Con le pinze sotto e sopra,
mentre non mi so saziare
ed ammiro ancora l’opra.
Con lo scatto digitale
Già l’immagine è formata
Positiva, tale e quale
Alla scena che hai ammirata.
Saprà il giovane giulivo,
che a scattare si diverte,
cos’è mai un negativo
che ogni tono cambia e inverte?
Lunga striscia perforata
Che avanzavi con la leva,
non ti ho mai dimenticata
e il ricordo mi solleva.
Mi riporta agli anni lieti
Dolci e pieni di ricordi
Non esiste che ti scordi,
né che scordi i tuoi segreti.
Or che avanza il digitale,
sempre men se ne produce
e, a mio avviso, questo è male
se a estinzione la conduce.
L’emozione che provai
Quando dalla tank levata
Lesto davo una sbirciata,
non potrò scordarla mai.
Comparivan per magia
I paesaggi ed i ritratti
Che m’empivan di poesia
Prima e dopo degli scatti.
L’ombra vi era trasparente
E la luce buia e nera
Come quella della sera
Quando il sole resta assente.
Questa è OK, ha buona gamma
Quant’è scura questa, mamma!
Questa è troppo trasparente,
non si scorge proprio niente.
Poi l’appendo ad asciugare
Con le pinze sotto e sopra,
mentre non mi so saziare
ed ammiro ancora l’opra.
Con lo scatto digitale
Già l’immagine è formata
Positiva, tale e quale
Alla scena che hai ammirata.
Saprà il giovane giulivo,
che a scattare si diverte,
cos’è mai un negativo
che ogni tono cambia e inverte?
Lunga striscia perforata
Che avanzavi con la leva,
non ti ho mai dimenticata
e il ricordo mi solleva.
Mi riporta agli anni lieti
Dolci e pieni di ricordi
Non esiste che ti scordi,
né che scordi i tuoi segreti.
Stupefacente!
Bravo di nuovo!
Grazie Alessandro.