Molti anni fa, mi pare in un testo di fisiologia umana, ho letto un quesito, all’apparenza stravagante:
“Se scomparisse improvvisamente ogni forma di vita sulla terra, continuerebbero ad esserci i colori?”.
La risposta è no.
Perché? Perché il colore non è una realtà fisica, ma una sensazione che si produce nel nostro cervello in risposta alla stimolazione della retina da parte di alcune frequenze elettromagnetiche (la luce).
Il colore è quindi una sensazione soggettiva, interna, che si produce in risposta ad uno stimolo oggettivo, esterno.
Perché dico questo? Perché ci aiuta a capire che anche il bilanciamento del bianco non è e non può essere un qualcosa di completamente oggettivo, riferendosi alla fine e comunque ad una sensazione visiva.
Non può esistere quindi un “bianco” assoluto, valido per tutti e per tutte le circostanze. Ammesso anche che tale bianco esistesse, trovata una superficie assolutamente neutra (50%, 18%, 90% che sia) e fattone accuratamente il bilanciamento, siamo giunti al traguardo? Non credo proprio. Non vogliamo considerare tutti i passaggi susseguenti che portano all’immagine finale (taratura dello schermo del PC, driver della stampante, qualità degli inchiostri, colore del supporto finale)?
Io non comprerò mai supporti tipo lastonite o altri (ho il cartoncino 18% della kodak che mi venne dato dalla redazione di Tutti Fotografi molti anni fa che mi aveva commissionato un articolo sul sistema zonale e che quindi mi serviva per la misura dell’esposizione).
Consiglio invece, a chi non l’abbia, l’acquisto di Nikon Capture e lo scatto in Nef. Con tali strumenti, il problema del bilanciamento del bianco semplicemente non esiste più. E credo che chi abbia tanto a cuore la perfezione di una immagine, non scatterà certo in jpg.
E poi, lo dico prima di tutto a me stesso che pure sono un patito della tecnica, stiamo attenti a non perderci nella tecnologia, dimenticando che in fondo, per ottenere immagini belle e significative, le strade da percorrere sono altre.
Una buona domenica
Enrico