QUOTE(Led566 @ Mar 14 2006, 02:51 PM)
Enrico, grazie per le belle schede che ho letto con molto interesse.
Mi chiedo però se Bassetti sia salito su "quel" treno per fare "quella" foto.
Io ho l'impressione che, stiracchiando un po' gli stessi mezzi analitici che tu hai usato per la foto di Roiter, si potrebbe dimostrare tranquillamente che anche la foto di Bassetti ha carattere narrativo e viceversa.
Bassetti sarebbe d'accordo con la tua analisi ?
Ciao Led566,
nella lettura della foto seguo il metodo della lettura strutturale di Nazzareno Taddei perché, fra tutti quelli che ho conosciuto, mi sembra quello con le fondamenta più solide. Molti anni fa ho seguito un corso di più giorni tenuto da un allievo del Taddei, un certo Prof. Maccarini, persona davvero in gamba di cui ho purtroppo perso le tracce. Anche a lui ponemmo la domanda che hai posto. Il Taddei aveva fatto delle verifiche, leggendo delle foto e sottoponendone poi la lettura agli autori. Risultato: tutti gli autori si ritrovavano in quelle letture. Non so se conosci il metodo del Taddei. Mi stava venendo un mezzo pensiero di farne una specie di experience, ma non so proprio se sia il caso, visto che nel forum c'è tanta gente estremamente esperta di queste cose e non ho la presunzione di salire in cattedra.
Il metodo della lettura strutturale si basa su tre passaggi successivi:
1 - nell'esaminare il "cosa", cioè il soggetto che ha catturato l'attenzione e l'interesse del fotografo. Di esaminarlo come oggetto, cioè come ciò che era davanti alla macchina al momento dello scatto ma che ha una sua esistenza ed un suo significato, indipendentemente dall'occasionale presenza del fotografo.
2 Il secondo momento, il più importante, è quello di esaminare il "come", vale a dire tutte le scelte (tecniche ed espressive) che ha fatto il fotografo per costruirci su l'immagine fotografica. E questo è il punto fondamentale, la chiave per capire
3 - cosa vi ha visto il fotografo e cosa ci ha voluto dire ("il perchè").
Ho tenuto alcuni corsi di lettura anche ad insegnanti, ed una volta uno di questi mi disse che era un po' una presunzione pensare di poter entrare nella testa del fotografo. Ricordo che gli risposi che anche quando si legge ad esempio un brano della Divina Commedia, non è che si può essere proprio sicuri di aver centrato il pensiero di Dante, considerata anche la mole di studiosi che hanno cercato di interpretrarlo, specie in alcuni passi. Eppure a leggere i testi scritti siamo stati educati ed abituati fin dalla prima elementare, mentre non è proprio così per i testi visivi, in particolar modo per quelli fotografici.
Leggere una fotografia riuscendo a capire ciò che l'autore ha voluto dirci, non è cosa facile. La difficoltà può a volte essere colpa del lettore che non è particolarmente bravo nella lettura, o può essere dell'autore che potrebbe non essere particolarmente bravo nella scrittura (fotografica).
Durante questi corsi, mi sono reso conto che per la maggior parte della gente, la fotografia è ancora vista come uno strumento meccanico di riproduzione della realtà e non come un linguaggio, un mezzo di comunicazione di idee e di sensazioni, di emozioni.
Grazie per aver risposto. Oltre ad aver posto dei quesiti interessanti, hai permesso a questo tread di proseguire. Una discussione si ferma quando non ci sono più interventi.
Buona serata
Enrico