Dato che ho aperto io il 3D cerco di risponderti.
In effetti, forse, la definizione “minimalista” non è proprio quella esatta, ma sul momento non ne ho trovate altre migliori.
Non voglio certo rifarmi alla corrente artistica americana degli anni ’70 con questo nome.
Ho inteso – forse sbagliando – definire così un certo modo di fotografare, diciamo così “essenziale” (ecco, forse questa poteva essere la definizione) che non lascia spazio alla spettacolarità che generalmente si ricerca e per la quale il colore dà man forte. Difatti, a parte una, le mie immagini sono tutte in B/N. Questo tipo di fotografia vorrebbe, per lo meno nelle intenzioni, essere più che altro evocativa e consentire a chi osserva l’immagine di pensare traendo spunto dai pochi elementi presenti nell’immagine. D’altra parte la bella foto che ti è stata pubblicata su Digital Magazine ed altre che ho visto nel tuo portfolio mi sembra che siano coerenti con questa linea di pensiero.
Detto questo, voglio anche dire che le foto spettacolari non mi dispiacciono affatto. Per esempio mi piace molto fotografare i tramonti, soggetto abusatissimo e visto e rivisto migliaia di volte. Ma quando mi capita, non mi sottraggo al fascino e scatto. E mi piace.
Un caro saluto
Guido
P.S.: i tonti abitano ad un indirizzo diverso dal tuo…