Oltre le regole che presiedono la percezione, bisogna tenere conto dei codici culturali, e dei presupposti che fissiamo. Per esempio in questa discussione il presupposto è che mettere il soggetto a lato -dopo aver diviso il formato in tre- invece che al centro, sia LA regola, e dunque che porlo al centro sia un'infrazione. Dopo alcuni interventi incluso il mio, il presupposto è che il soggetto a lato ovvero al centro siano DELLE regole. Ma solo su questo presupposto stiamo valutando. Per esempio si sta valutando questa foto come se rientrasse nella regola «soggetto centrale»:
Mi sembra che stiamo accettando implicitamente che il soggetto sia la bambina nuda, e certamente attrae la nostra attenzione proprio perché nuda, ma la questione è un po' più complessa. Intanto la prospettiva della strada, cui non badiamo, ma c'è e guida all'
insieme dei soggetti, è decentrata. In secondo luogo dal primo bimbo ai soldati il nostro occhio percepisce una sorta di guida prospettica racchiusa dalle diagonali che uniscono le teste e i piedi dei soggetti. Se proprio vogliamo applicare uno schema compositivo, questa immagine rientra nel sistema a fasce (più o meno) parallele, sia pure interpretato in maniera dinamica -e in parte a causa dello svolgersi dell'evento.
Il modello più banale (e obbligatorio) del sistema a fasce parallele è quello della foto di gruppo, con gli accosciati, quelli in piedi, e quelli sul gradino o un qualche rialzo. Un esempio di sistema a fasce è lo
Sposalizio di Raffaello, ma ne potremmo trovare a iosa. Un altro esempio potrebbe essere il
Quarto stato di Pellizza da Volpedo, e la forte, marcata centralità del gruppo in primo piano ci dice quanto poco centrale sia l'impostazione della celebre foto del Vietnam.
Insomma, accettando implicitamente il presupposto decentrato/centrale siamo portati a 'leggere' secondo questo schema, e rischiamo di trascurare altre possibilità... Per esempio, sempre parlando di presupposti, consideriamo la «regola dei terzi» come alternativa alla collocazione centrale del soggetto. Nel passato accadeva d'usare l'una e l'altra. La
Resurrezione di Piero della Francesca è un valido esempio. Tutti diremmo che l'opera è costruita seguendo un'assialità centrale, eppure è un'opera costruita con la regola dei terzi:
Cristo è inscritto nella fascia verticale centrale, e poggia la gamba proprio sull'asse dei 2/3. Il sepolcro occupa esattamente la prima fascia inferiore orizzontale. La seconda fascia orizzontale delimita le spalle del Cristo, e include il suo torso (la sua parte 'centrale'), mentre la terza fascia enuclea solo la testa, e il vessillo. L'insieme s'inscrive entro un triangolo costruito sulla tripartizione dello spazio, entro cui si dispongono le braccia di Cristo. Nel caso di quest'opera, oltre il «potere del centro» che presiede la nostra percezione, si aggiunge un 'codice culturale' condiviso (uso volutamente il termine introdotto da Davide/Twin): la
centralità del Cristo.
Bisognerebbe aggiungere che Piero, pur rispettando ed esaltando questo codice culturale tramite un altro codice culturale dell'epoca, cioè la geometria come legge universale e pertanto manifestazione di Dio, introduce 'novità': gli occhi profondamente cerchiati del Cristo ci dicono che la resurrezione, cioè superare la morte, non è una passeggiata, e segna profondamente chi vi riesce. Il Cristo di Piero è segnato dalla morte come Osiride. Dunque, pur nel rispetto dei codici percettivi e culturali (geometria, tripartizione, centralità del Cristo ecc.), l'opera introduce nuove letture e si presta a diverse interpretazioni. Ma la questione sarebbe più lunga e smetto di tediarvi.
Per tornare al tema della discussione, l'opera di piero della Francesca è uno solo dei molteplici esempî che si potrebbero fare di «regola dei terzi» e centralità congiunte...