QUOTE(pes084k1 @ Nov 22 2013, 12:02 PM)
Lo stigmometro analizza
due porzioni dell'immagine sfalsate e distanti entro l'apertura dell'obiettivo, come l'AF del resto. Ha quindi le stesse limitazioni di massima. E' ovvio che per gli errori dominano le aberrazioni in zona mediana nel causare sfocature. Queste stesse aberrazioni non sono (o non possono) essere curate al massimo insieme a centro/bordo/angoli che oggi i pixel peeper guardano e le stesse zone mediane sono molto importanti per la vera qualità. Ottiche superbe come il 105/2.5 e lo ZF 50/1.4 sono leggermente meglio corrette in quella zona che al centro addirittura. Qualcosa di simile accade per i 24/2.28 AIS/AFD, 28/2.8 AIS e SE, aberrazione sferica a parte, perché questi obiettivi erano nati per lo stigmometro. Queste ottiche danno infatti risultati consistenti anche con il KatzEye ingrandito 2x dal DG-2. Un superwide retrofocus, uno zoom, un grandangolare luminoso hanno sempre curvature di campo oscillanti e quindi possono dare focus-shift irrimediabile sullo stigmometro. Vetrino e LV agiscono invece sul punto da focheggiare, non sulle aree circostanti. Sono quindi meno sensibili e performanti in bassa luce (minor media spaziale) e/o con ottiche perfette (tele sopra i 100 mm circa), ma hanno meno errori sistematici con le altre lenti.
Lo stigmometro della FE originale era un'altra cosa... il Katzeye è troppo piccolo e "stretto" anche come apertura telemetrica.
A presto
Elio
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admin:
mode stupidaggine + creatività + ingegnere ON>:
sto leggendo meglio come è fatto uno stigmometro (split focus e microprism ring in inglese?) e mi ha colpito questa frase:
"The drawback is that the prisms have considerable light loss, making low-light focusing almost impossible." (http://en.wikipedia.org/wiki/Focusing_screen)
Allora
ho pensato ... lo stigmometro nasce nell'epoca in cui le SLR non potevano disporre di alcun ausilio elettronico alla visione dell'inquadratura (niente LCD, niente Live View, ...), solo visione ottica.
E' fatto con dei pentaprismi e consente di lavorare
ad occhio (leggi "otticamente") per trovare la messa a fuoco precisa. Un Live View lavora elettronicamente e permette, fra l'altro e volendolo, di "illuminare" di più (leggi amplificare il segnale della scena) per una visione più "chiara" in condizioni di poca luce, ma è meno rapido perchè usa un sistema a comando elettronico.
Allora
ho pensato ... e se il Live View ricostruisse, con un algoritmo, l'immagine spezzata? (poi ho visto che l'algoritmo credo che qualcuno l'abbia già fatto http://petapixel.com/2013/01/07/a-hands-on...using-feature/)
Avremmo i benefici del metodo con stigmometro e quelli di un live View.
Se a quel punto si mettesse
un coso del genere si avrebbe che è il Live View che fa da "mirino" ...
Il mio timore è che un sistema AF è incompatibile con un sistema MF a stigmometro. Entrambi usano dei prismi che si trovano (credo) fra la lente dell'oculare ed il pentaprisma.
Se magari qcuno postasse un immagine (nn sono riuscito a trovarla!
) di dove sono esattamente posizionati i sensori AF ed i microprismi in una SLR magari ci si può ragionare insieme..
In sintesi il mio timore è che il sistema a stigmometro esclude il sistema ad AF, e viceversa. A meno di non trovare un modo per un ibrido che ti consenta di usare il mirino (la Fuji infatti crea l'immagine spezzata mediante il sensore, in Lv) non credo sia possibile "vecchio metodo" e "nuovo metodo" di focheggiatura.
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