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Violare la regola dei terzi..
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giannizadra
Messaggio: #1
L'idea di questo thread mi è venuta ieri, a seguito di due fugaci e separati cenni telefonici di Morgan e Fedro a proposito di una mia foto postata.
L'argomento verte sulla regola dei terzi, che di solito garantisce leggibiltà ordinata e armonia compositiva alle immagini.
Siccome le regole sono fatte per essere conosciute e infrante ogniqualvolta se ne presenti un'occasione opportuna, a me capita spesso di violarla deliberatamente.
Apro questa discussione con tre immagini esemplificative del concetto.

Qui per esempio l'orizzonte è messo al centro del fotogramma e lo divide esattamente a metà: meglio così o con i terzi canonici ?
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
4 Pagine: V  < 1 2 3 4 >  
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Risposte (50 - 74)
giannizadra
Messaggio: #51
QUOTE(blu_nova @ Nov 8 2005, 10:01 PM)

Chissà che foto avrebbero creato un Michelangelo o un Leonardo Da Vinci con una Nikon dei nostri tempi? huh.gif

Saluti
Giovanni
*



Michelangelo credo niente: i corpi Nikon sono robusti, ma inadatti a scalpellare il marmo... biggrin.gif
Leonardo invece.. Avete notato che per lo studio della luce e delle regole compositive (paesaggio, ritratto) i quadri e le mostre di pittura (figurativa naturalmente, non astratta) sono uno strumento "didattico" utile almeno quanto le fotografie, se non di più ?
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Messaggio: #52
QUOTE(giannizadra @ Nov 9 2005, 09:40 AM)
Michelangelo credo niente: i corpi Nikon sono robusti, ma inadatti a scalpellare il marmo... biggrin.gif
*



biggrin.gif biggrin.gif biggrin.gif sei forte Gianni !
comunque Michelangelo sarebbe riuscito a fare capolavori anche con una Nikon come scalpello (sono robuste) messicano.gif

ciao
Giò

PS: scusatemi se sono un pò OT.
Utente cancellato
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Messaggio: #53
QUOTE([giada] @ Nov 9 2005, 07:55 AM)
Appunto...
La regola dei terzi c'è ma solo per l'orizzonte,il resto è casuale ma è di tale impatto emotivo che l'infrazione ne ha fatto un immagine molto + forte.
*



ma non credo proprio che la forza di questa immagine stia sul dove è posto l'orizzonte.... please!!!


no comment
MAnuel.
Utente cancellato
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Messaggio: #54
QUOTE(manuelmagni@virgilio.it @ Nov 9 2005, 10:39 AM)
ma non credo proprio che la forza di questa immagine stia sul dove è posto l'orizzonte.... please!!!
no comment
MAnuel.
*



bè come ha già anticipato Giada "la nostra "griglia mentale" non è fatta solo di linee ma anche di diversi "pesi" quali forme,colori e riempimenti ma anche i simboli e i significati giocano forte nella composizione"

in un'immagine dai contenuti così "forte" la composizione forse ha un peso relativo.
ciao
Giò
Fedro
Messaggio: #55
QUOTE(giannizadra @ Nov 9 2005, 09:40 AM)
Avete notato che per lo studio della luce e delle regole compositive (paesaggio, ritratto) i quadri e le mostre di pittura (figurativa naturalmente, non astratta) sono uno strumento "didattico" utile almeno quanto le fotografie, se non di più ?
*



Permettimi Gianni di porre l'accento su questa tua affermazione, trovo infatti che osservare e capire luci e composizione dell'enorme patrimonio pittorico che abbiamo a disposizione, sia, fotograficamente, tremendamente istruttivo (oltre che piacevole!)
Rita PhotoAR
Messaggio: #56
QUOTE(manuelmagni@virgilio.it @ Nov 9 2005, 11:39 AM)
ma non credo proprio che la forza di questa immagine stia sul dove è posto l'orizzonte.... please!!!
no comment
MAnuel.
*




Con permesso parlando non credo tu abbia capito il senso di quello che volevo dire,cioè tutto tranne quello che hai inteso blink.gif . Scusa se mi sono spiegata male!!!


QUOTE
Avete notato che per lo studio della luce e delle regole compositive (paesaggio, ritratto) i quadri e le mostre di pittura (figurativa naturalmente, non astratta) sono uno strumento "didattico" utile almeno quanto le fotografie, se non di più ?


Esatto Gianni,una buona "educazione visiva" unita alla cultura/sensibilità personale giovano moltissimo nell'arte applicata,a maggior ragione quella figurativa!
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #57
QUOTE([giada)
,Nov 9 2005, 12:15 PM]Con permesso parlando non credo tu abbia capito il senso di quello che volevo dire,cioè tutto tranne quello che hai inteso  blink.gif . Scusa se mi sono spiegata male!!!
*



Ciao Giada,
il senso del mio intervento era che su un certo tipo di foto, in questo caso quella di reportage, credo che il tempo che si ha a disposizione per lo scatto, in alcuni frangenti pochissimo tendente allo zero, non sempre sia utilizzato per creare immagini che abbiano anche un certo gusto nell'inquadratura.
Piuttosto si tende a immortalare cmq un momento a discapito di qualsiasi regola (da infrangere o da seguire). Hai presente ad esempio quei fotografi che fanno foto tenendo la macchina in alto per scavalcare la folla durante un'intervista ad un politico?

Tutto qui.

Una foto che mostra cosa succedeva in Vietnam e mostrava cosa faceva il napalm sulle persone e sui bambini in questo caso (il vero segreto della forza di questa immagine, i bambini straziati) a mio giudizio va guardata e rielaborata per quello che testimonia e non tanto per come lo testimonia.

Ci sono foto che secondo me vanno al di la di un puro giudizio estetico perchè racchiudono un forte significato, e questa è un esempio perfetto.

Buone foto, Manuel.

Messaggio modificato da manuelmagni@virgilio.it il Nov 9 2005, 11:31 AM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #58
QUOTE(manuelmagni@virgilio.it @ Nov 9 2005, 11:29 AM)
Una foto .......... va guardata e rielaborata per quello che testimonia e non tanto per come lo testimonia.

Ci sono foto che secondo me vanno al di la di un puro giudizio estetico perchè racchiudono un forte significato, e questa è un esempio perfetto.



Mi ritrovo in perfetta sintonia con quanto espresso da manuel.
Rita PhotoAR
Messaggio: #59
QUOTE
Ci sono foto che secondo me vanno al di la di un puro giudizio estetico perchè racchiudono un forte significato, e questa è un esempio perfetto.


Infatti era quello che volevo dire,non a caso questa foto è scelta nei corsi di fotografia proprio per esaltare la non-composizione,cioè quando il significato dell'immagine supera le normali regole. Un buon esempio di "violazione delle regole" lo ha fatto Antonio C. e Marco Negri,con alcuni ritratti hanno usato il grandangolare ed anche se proprio nn si tratta di "composizione" la "regola" vuole che si usi un mediotele. E' molto + difficile un bel ritratto con un grandangolare piuttosto che uno fatto con un 85mm.
Rita PhotoAR
Messaggio: #60
QUOTE
Ci sono foto che secondo me vanno al di la di un puro giudizio estetico perchè racchiudono un forte significato, e questa è un esempio perfetto.


Ti dico anche che,senza una buona cultura e sensibilità per la fotografia di reportage,se lo scatto fosse stato fatto da un fotoamatore e non da un grande fotografo probabilmente il principiante l'avrebbe cestinata proprio perchè non ad hoc nelle regole... wink.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #61
QUOTE([giada] @ Nov 9 2005, 12:47 PM)
Ti dico anche che,senza una buona cultura e sensibilità per la fotografia di reportage,se lo scatto fosse stato fatto da un fotoamatore e non da un grande fotografo probabilmente il principiante l'avrebbe cestinata proprio perchè non ad hoc nelle regole... wink.gif
*



un fotoamatore non ci si sarebbe trovato li... wink.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #62
QUOTE(manuelmagni@virgilio.it @ Nov 9 2005, 11:29 AM)
..... Una foto che mostra cosa succedeva in Vietnam e mostrava cosa faceva il napalm sulle persone e sui bambini in questo caso (il vero segreto della forza di questa immagine, i bambini straziati) a mio giudizio va guardata e rielaborata per quello che testimonia e non tanto per come lo testimonia.

Ci sono foto che secondo me vanno al di la di un puro giudizio estetico perchè racchiudono un forte significato, e questa è un esempio perfetto.
*

Certamente il valore di questa foto, sta nel suo alto contunuto drammatico. Tuttavia credo che l'istinto e l'occhio fotografico dell'autore, forse anche inconscio, anche qui abbiano adottato un criterio compositivo che esalta ancora di più, portandola dritto nella mente e nel cuore dell'osservatore, la drammaticità dell'immagine, rendendola un capolavoro in tutti sensi.
...Probabilmente, ma è solo una mia ipotesi, la stessa scena, confusa e mal fotografata, non sarebbe rimasta così impressa nelle nostre coscienze.

saluti
Bruno
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #63
Bruno mi ha tolto le parole dalla tastiera.

Infatti mi permetto di dissentire un po' dalla riflessione di Manuel.

Una foto (qualunque genere sia), è comunque una foto.
L'unico senso a nostra disposizione per osservarla è la vista.

La drammaticità di quelle immagini, la tragicità di bambini straziati dal napalm, il messaggio forte di protesta e di denuncia, nasce anche dal tipo di inquadratura, dal taglio. Quindi da tutto ciò che abbiamo fin'ora detto.

Non ci si spiegherebbe sennò come mai ci sono, tutto sommato, pochi Grandi Fotografi di reprtage.
Perchè le loro foto lasciano il segno? ...Sono certo, non solo per il contenuto.
@chie
Messaggio: #64
QUOTE(ludofox @ Nov 8 2005, 06:15 PM)
Forse non te ne sei reso conto, ma hai seguito (quasi perfettamente) la regola del rettangolo aureo.

user posted image

A supporto di ciò che in modo esemplare ha detto Nico:
*


Hai perfettamente ragione, nemmeno la conoscevo!!! biggrin.gif

Grazie per il link, utilissimo.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #65
QUOTE(Bruno L @ Nov 9 2005, 01:23 PM)
Certamente il valore di questa foto, sta nel suo alto contunuto drammatico. Tuttavia credo che l'istinto e l'occhio fotografico dell'autore, forse anche inconscio, anche qui abbiano adottato un criterio compositivo che esalta ancora di più, portandola dritto nella mente e nel cuore dell'osservatore, la drammaticità dell'immagine, rendendola un capolavoro in tutti sensi.
...Probabilmente, ma è solo una mia ipotesi, la stessa scena, confusa e mal fotografata, non sarebbe rimasta così impressa nelle nostre coscienze.

saluti
Bruno
*



Ciao Bruno,
io credo infatti che le regole siano una codificazione dell'istinto ma vi sto portando OT e chiudo qui i miei interventi. wink.gif

Ciao, Manuel.

P.S. C'è sempre un occhio dientro al mirino ed un cervello dietro all'occhio.

Messaggio modificato da manuelmagni@virgilio.it il Nov 9 2005, 12:35 PM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #66
QUOTE(manuelmagni@virgilio.it @ Nov 9 2005, 12:32 PM)
Ciao Bruno,
io credo infatti che le regole siano una codificazione dell'istinto ma vi sto portando OT e chiudo qui i miei interventi.  wink.gif

Ciao, Manuel.
*



No, Manuel.
Sei, al contrario, perfettamente in tema!

Stiamo parlando appunto di "griglie mentali" (cito Giada).
Più che di istinto, parlerei invece di esperienza.
L'esperienza intesa come conoscenza del mondo fisico che ci circonda, e che inizia qualche settimana prima del nostra nascita.
Rita PhotoAR
Messaggio: #67
QUOTE
un fotoamatore non ci si sarebbe trovato li...



In Vietnam credo proprio di no,nella street generica invece...un buon reportagista non ha bisogno di andare in Vietnam per fare grandi foto. Concordo con Ludovico sul fatto che esistono pochi grandi del reportage smile.gif
marcofranceschini
Messaggio: #68
QUOTE([giada)
,Nov 8 2005, 09:39 PM]Aggiungo: la nostra "griglia mentale" non è fatta solo di linee ma anche di diversi "pesi" quali forme,colori e riempimenti ma anche i simboli e i significati giocano forte nella composizione;infrangere una "regola" dando un diverso senso dell'"equilibrio" nella naturale lettura e percezione (grazie ad un preciso significato,estetico o concettuale) è opera grande e destinata a pochi.
*



Saluti
discussione fondamentale.
Molto importanti le premesse di Giada in questo suo intervento, ma altrettanto importanti le conclusioni.
Mi sento di poter tranquillamente affermare che la capacità di rispettare le principali regole compositive da parte di ognuno di noi è condizionata principalmente dallo studio delle stesse e dalla loro applicazione sistematica. Una corretta composizione non si realizza solo con la distribuzione coerente dei volumi all'interno del fotogramma, ma creando un percorso visivo logico che consenta la lettura immediata e corretta del messaggio.
Chi si occupa di pubblicità sa benissimo di che cosa parlo e di quali siano le tecniche, anche subliminali, nella comunicazione e gli studi che ci sono dietro alcune immagini...nulla viene lasciato al caso.
Fatta questa mia premessa ritengo molto difficile, per noi comuni mortali, addirittura rispettare le regole e creare percorsi visivi coerenti al messaggio immaginato e mi sento completamente d'accordo con Giada quando dice
QUOTE
infrangere una "regola" dando un diverso senso dell'"equilibrio" nella naturale lettura e percezione (grazie ad un preciso significato,estetico o concettuale) è opera grande e destinata a pochi.
...esatto destinata a pochi , ai geni , agli artisti...
Per questo quando sento qualcuno di noi parlare di regola infranta , mi viene da pensare ad un errore mascherato.
In questo desiderio di "indipendenza" compositiva vedo più "impotenza" e "incapacità"...
Il fotografo per sua natura vorrebbe sentirsi libero da ogni schema pre-confezionato, ma questo suo desiderio di libertà purtroppo comporta che sempre (quasi sempre) le sue opere siano zeppe di errori ...
Spesso alcuni di noi pensano di infrangere le regole, in realtà non conoscendole e rifiutando a priori la loro conoscenza...scattano solo delle immagini semplicemente sbagliate.

marco
mmfr
Rita PhotoAR
Messaggio: #69
QUOTE
In questo desiderio di "indipendenza" compositiva vedo più "impotenza" e "incapacità"...
Il fotografo per sua natura vorrebbe sentirsi libero da ogni schema pre-confezionato, ma questo suo desiderio di libertà purtroppo comporta che sempre (quasi sempre) le sue opere siano zeppe di errori ...
Spesso alcuni di noi pensano di infrangere le regole, in realtà non conoscendole e rifiutando a priori la loro conoscenza...scattano solo delle immagini semplicemente sbagliate.

marco
mmfr


guru.gif guru.gif guru.gif guru.gif

grazie.gif

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #70
QUOTE
In questo desiderio di "indipendenza" compositiva vedo più "impotenza" e "incapacità"...
Il fotografo per sua natura vorrebbe sentirsi libero da ogni schema pre-confezionato, ma questo suo desiderio di libertà purtroppo comporta che sempre (quasi sempre) le sue opere siano zeppe di errori ...
Spesso alcuni di noi pensano di infrangere le regole, in realtà non conoscendole e rifiutando a priori la loro conoscenza...scattano solo delle immagini semplicemente sbagliate.


La fotografia è soggettività pura...nient'altro.
Parlare di errori non è così semplice....si può parlare di gusti...molto più difficilmente di errori...
Inoltre Marco, chi pensa di infrangere una regola, è perchè quella regola la conosce...non si può trasgredire "a priori" senza nemmeno un'idea vaga delle regola stessa...
Naturalmente esistono eccezioni, in campi molto specialistici della fotografia stessa...
Una foto di architettura(formale) non può avere linee cadenti, ad esempio.
Ma si tratta di ambiti tanto specialistici quanto ristretti!

In linee generali, invece la fotografia è comunicazione....che può avere anche diversi livelli di simbolismi....è un territorio in cui le regole non esistono.. il risultato finale sarà l'efficacia di quella comunicazione.....

E per efficacia si possono intendere miliardi di cose diverse: emozioni suscitate, bellezza della comunicazione stessa, armonia compositiva, etc, etc.

Altrimenti possiamo tranquillamente affermare che la Magnum sia l'agenzia con i fotografi più sopravvalutati del mondo...

Personalmente non lo credo...affatto!

Buone foto!

Federico.
marcofranceschini
Messaggio: #71
QUOTE(FZFZ @ Nov 9 2005, 06:46 PM)
La fotografia è soggettività pura...nient'altro.
Parlare di errori non è così semplice....si può parlare di gusti...molto più difficilmente di errori...
Inoltre Marco, chi pensa di infrangere una regola, è perchè quella regola la conosce...non si può trasgredire "a priori" senza nemmeno un'idea vaga delle regola stessa...
Naturalmente esistono eccezioni, in campi molto specialistici della fotografia stessa...
Una foto di architettura(formale) non può avere linee cadenti, ad esempio.
Ma si tratta di ambiti tanto specialistici quanto ristretti!

In linee generali, invece la fotografia è comunicazione....che può avere anche diversi livelli di simbolismi....è un territorio in cui le regole non esistono.. il risultato finale sarà l'efficacia di quella comunicazione.....

E per efficacia si possono intendere miliardi di cose diverse: emozioni suscitate, bellezza della comunicazione stessa, armonia compositiva, etc, etc.

Altrimenti possiamo tranquillamente affermare che la Magnum sia l'agenzia con i fotografi più sopravvalutati del  mondo...

Personalmente non lo credo...affatto!

Buone foto!

Federico.
*


Ciao Federico
non mi trovo in accordo con nulla rolleyes.gif di ciò che affermi...ma spero che non sia un problema, siamo qui per parlarne wink.gif
La modalità che utilizza una fotografia per comunicare non può essere soggettiva, bensì oggettiva, e deve essere compresa da tutti coloro che parlano il medesimo linguaggio percettivo.
Il più delle volte chi afferma di trasgredire una regola in realtà ne applica un'altra che neanche conosce e lo abbiamo visto bene in questo 3D, o semplicemente non conosce le regole e quindi per "giustificare" un risultato scadente afferma "Io amo trasgredire le regole"...no amico, tu non sai neanche cosa significa applicare una regola compositiva smile.gif !!!!!
essendo comunicazione, la fotografia deve sottostare a delle regole...è come se in un discorso parlato, utilizzassi le parole pronunciate al contrario oppure non rispettassi la grammatica, il risultato sarebbe sicuramente deludente in quanto a comunicazione, magari soggettivamente potrei pure rimanere soddisfatto, ma gli altri!!!!!
i simobolismi di cui parli sono codificati e ri-conosciuti dalla nostra cultura ed hanno un preciso significato se cambi soggettivamente il valore ad un simbolo (es un colore) il messaggio risulta incomprensibile o sbagliato.
Quando parli di efficacia devi pensare che in realtà questa è indotta, non da una casuale e miracolosa combinazione di elementi e di simboli , ma da un' ordinata e rigorosa composizione, dove l'occhio e il cervello (attraverso la sua cultura in continua evoluzione) percepiscono il messaggio seguendo un percorso regolare e guidato.
Che poi sia difficile da ottenere un risultato del genere...su questo credo che possiamo trovarci tranquillamente tutti d'accordo...bisognerebbe sentire i "nostri" pubblicitari cosa ne pensano!!!

marco
mmfr
davidebaroni
Messaggio: #72
QUOTE(mmfr @ Nov 9 2005, 08:34 PM)
La modalità che utilizza una  fotografia per  comunicare non può essere soggettiva, bensì oggettiva, e deve essere compresa da tutti coloro che parlano il medesimo linguaggio percettivo.
(...)
essendo comunicazione, la fotografia deve sottostare a delle regole...è come se in un discorso  parlato, utilizzassi le parole pronunciate al contrario oppure non rispettassi la grammatica, il risultato sarebbe sicuramente deludente in quanto a comunicazione, magari soggettivamente potrei pure rimanere soddisfatto, ma gli altri!!!!!

i simobolismi di cui parli sono codificati e ri-conosciuti dalla nostra cultura ed hanno un preciso significato se cambi soggettivamente il valore ad un simbolo (es un colore) il messaggio risulta incomprensibile o sbagliato.

Quando parli di efficacia devi pensare che in realtà questa è indotta, non da una casuale e miracolosa combinazione di elementi e di simboli , ma da un' ordinata e rigorosa composizione, dove l'occhio  e il cervello (attraverso la sua cultura in continua evoluzione) percepiscono il messaggio seguendo un percorso regolare e guidato.

Che poi sia difficile da ottenere un risultato del genere...su questo credo che possiamo trovarci tranquillamente tutti d'accordo...bisognerebbe sentire i "nostri" pubblicitari cosa ne pensano!!!
*



Cosa pensano i "nostri pubblicitari" aspetto di sentirlo anch'io... Intanto ti dico cosa pensa uno dei "nostri psicologi", se me lo permetti. smile.gif

La tua prima frase, mi dispiace dirlo, ma non tiene conto proprio di un assunto elementare della comunicazione. La comunicazione è percezione, e come tale è per default soggettiva. Prima ancora che abbiamo il primo accesso cosciente all'informazione registrata dai nostri organi di senso, questa informazione viene elaborata e trasformata dai nostri circuiti sensoriali neurologici, che sono diversi per ognuno (per esempio, io percepisco chiaramente suoni che normalmente sono considerati ultrasuoni e non vengono percepiti... e nessuno di noi vede i raggi X, o le radiazioni ultraviolette o infrarosse). Questo per dire che quelle che chiami "modalità oggettive" sono in realtà modalità statisticamente normali. Ciò fa sì che tali modalità siano già in partenza soggettive. smile.gif
Dopodiché intervengono le cosiddette trasformazioni linguistiche, e se entriamo in questo ginepraio non ne veniamo più fuori... biggrin.gif

E veniamo alla seconda. Le cosiddette regole della comunicazione sono note, e fra i primi assunti della comunicazione ci sono "Il significato di una comunicazione è l'effetto che ottiene", e "La mappa non è il territorio". Ma c'è un altro aspetto: certamente se tu parlassi al contrario ci sarebbero delle difficoltà fra i tuoi ascoltatori, ma questo non renderebbe la tua comunicazione inefficace, perché l'efficacia della comunicazione, come di ogni altra cosa, può essere misurata solo sulla base dell'obiettivo che si prefiggeva di raggiungere... smile.gif Se fare tutto ciò suscita l'effetto da te desiderato, la tua comunicazione è efficace.

I "simboli", poi, sono un altro elemento essenzialmente statistico. Persino gli archetipi Junghiani non sono così archetipici come a lui sarebbe piaciuto. Ad esempio, il simbolo del serpente, che riveste un particolare significato nella cultura cattolica, ne ha altri completamente diversi in altre culture, e io personalmente gli attribuisco significati praticamente opposti a quelli standard. Nessun simbolo significa la stessa cosa per tutti. Quindi, stiamo parlando di simboli che, a grandi linee, hanno lo stesso effetto su una maggioranza statistica di persone. E' molto diverso dall'essere oggettivi. E il simbolo "colore" da te citato non varrebbe per uno affetto da acromatopsia o da daltonismo (complessivamente, una percentuale abbastanza significativa della popolazione). smile.gif

E per quanto riguarda l'ordinata e rigorosa composizione, come dice giustamente Giada, essa è inscritta nella nostra neurologia, e chiunque abbia familiarità con la Psicologia della Percezione o Gestalt lo sa benissimo. Si tratta di "sintonizzarsi" con le proprie percezioni ed emozioni... smile.gif

Ecco, per me, se si ha idea (più o meno conscia, ma precisa) del risultato "comunicativo" che si vuole raggiungere, il nostro cervello seleziona quasi automaticamente la composizione che più di ogni altra nel nostro repertorio ci permette di raggiungerlo, fatte salve le limitazioni dovute alle nostre convinzioni personali che ci limitano più o meno inconsciamente.

Detto questo, certo che studiare le regole di composizione è di grande utilità, perché amplia enormemente il nostro repertorio, l'archivio fra i cui files il nostro cervello va a pescare le opzioni e le soluzioni... ma deve diventare una competenza inconscia, come l'uso del linguaggio, che funziona in automatico a seconda del risultato che si vuole raggiungere. smile.gif

Scusate il post un po' "poco chiaro", ma sono di corsa e sto nel frattempo anche cucinando... biggrin.gif

Messaggio modificato da twinsouls il Nov 9 2005, 09:39 PM
@chie
Messaggio: #73
QUOTE(twinsouls @ Nov 9 2005, 10:38 PM)
.....Ecco, per me, se si ha idea (più o meno conscia, ma precisa) del risultato "comunicativo" che si vuole raggiungere, il nostro cervello seleziona quasi automaticamente la composizione che più di ogni altra nel nostro repertorio ci permette di raggiungerlo, fatte salve le limitazioni dovute alle nostre convinzioni personali che ci limitano più o meno inconsciamente.
....

Mi trovo perfettamente in linea con quanto esposto!!
wink.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #74
QUOTE
Ciao Federico
non mi trovo in accordo con nulla  di ciò che affermi...ma spero che non sia un problema, siamo qui per parlarne 


Bè si può discutere costruttivamente solo sulla base che almeno una qualche differenza d'opinione esista....
E anche se non concordi per nulla il confronto può comunque risultare utile...
Attraverso nuovi punti di vista si può arrivare a visioni più complete, a mio parere..

In linea di massima, comunque, concordo con il "collega" psicologo (twinsouls)
( in realtà mi mancano pochissimi esami... dry.gif )


A quello già detto da lui (spiegato benissimo come al solito...peraltro) aggiungerei qualche precisazione.

Quando tu, Marco, affermi

QUOTE
La modalità che utilizza una fotografia per comunicare non può essere soggettiva, bensì oggettiva, e deve essere compresa da tutti coloro che parlano il medesimo linguaggio percettivo.



affermi che una belle foto è bella oggettivamente , per cui piacerà a tutti.
Perchè se la modalità di comunicazione è oggettiva c'è l'assunto che esista un linguaggio formale, nella fotografia, oggettivato e riconosciuto come tale.
In questo caso sarei curioso di capire come HCB ( l'occhio del secolo...) possa addirittura fare schifo ad alcuni...mentre da altri viene adorato ( io per primo lo adoro..in senso buono tongue.gif )
Semplicemente perchè non esiste un linguaggio formale nella fotografia...
L'unica cosa oggettiva, nella foto, è il mezzo attraverso il quale avviene la comunicazione, cioè la macchina e la luce....
Senza contare , poi, che ogni persona vanta una sensibilità diversa, una personalità diversa ( e quindi gusti diversi...), una cultura diversa, un approccio emotivo diverso, etc, etc
Da qui mi sembra evidente, insieme alla spiegazione di davide, come non possa esistere una lettura univoca di alcunchè in alcuna forma d'arte.
Una scappatoia, parziale, ci sarebbe: negare che la fotografia sia una forma d'arte...ma questo non eliminerebbe il problema...verrebbe un pò attutito diciamo...

QUOTE
Il più delle volte chi afferma di trasgredire una regola in realtà ne applica un'altra che neanche conosce e lo abbiamo visto bene in questo 3D, o semplicemente non conosce le regole e quindi per "giustificare" un risultato scadente afferma "Io amo trasgredire le regole"...no amico, tu non sai neanche cosa significa applicare una regola compositiva


Sù questo siamo più vicini come posizioni....possono esserci casi in cui alcuni possono comportarsi così.
Ma credo siano eccezioni....


QUOTE
è come se in un discorso parlato, utilizzassi le parole pronunciate al contrario oppure non rispettassi la grammatica, il risultato sarebbe sicuramente deludente in quanto a comunicazione, magari soggettivamente potrei pure rimanere soddisfatto, ma gli altri!!!!!



Gli altri?
Dipende sempre dal contesto.....
Ovvio che se uno cerca di socializzare con qualcuno mai visto prima e si mette a parlare alla rovescia i risultati non saranno buoni...


QUOTE
i simobolismi di cui parli sono codificati e ri-conosciuti dalla nostra cultura ed hanno un preciso significato se cambi soggettivamente il valore ad un simbolo (es un colore) il messaggio risulta incomprensibile o sbagliato.


I simboli universali sono morti con Leopardi...anzi direi definitivamente con i maledetti francesi...(Raimboud,Mallarmè,Boudelaire,etc)
Oggi si assiste sempre più ad una "soggettivazione" dell'opera, ed in fondo, è solo così che ha senso.
Attenzione però!
Questo non vuole essere la "scappatoia" per tutte quelle schifezze di foto che faccio io....
Ovviamente ci sarà un giudizio degli altri (critici, amici, colleghi,etc) per i quali forse sarà più difficile interpretare le mie opere ( è per dire...è solo un esempio ovviamente! tongue.gif )però sarà un'interpretazione più corretta, o che almeno tenterà di avvicinarsi maggiormente all'opera ed all'autore.
Oggi non si può criticare un'opera senza conoscere adeguatamente l'autore, il suo linguaggio, la sua storia, la sua "visione del mondo"....
O meglio...si può fare ma si rischia di scadere nella superficialità...


QUOTE
Quando parli di efficacia devi pensare che in realtà questa è indotta, non da una casuale e miracolosa combinazione di elementi e di simboli , ma da un' ordinata e rigorosa composizione, dove l'occhio e il cervello (attraverso la sua cultura in continua evoluzione) percepiscono il messaggio seguendo un percorso regolare e guidato.


Secondo me è proprio questo che Magnum, con i suoi interpreti, dimostra quanto sia falso...

Non c'è una "matematica" del successo nella fotografia....ogni situazione ( o quasi) , se letta con la giusta sensibilità può dar luogo ad una bellissima fotografia...
Legarsi a dei vincoli concettuali ( come quelli dei terzi...) è limitante e assurdo secondo me.
Và bene....se voglio fare dei poster o ,sè và male, delle cartoline....ma non è detto che siano questi canoni a portare grandi foto...
Anzi, come ho spiegato, se si è TROPPO legati a fattori del genere, si rischia di perdere in spontaneità...

Del resto, come hai scritto tu , il cervello è in continua evoluzione... facciamo in modo che continui ad evolvere allora... wink.gif

Con questo, non voglio arrivare a dire che le regole siano inutili e tanto vale non conoscerle...anzi!
Vanno studiate, approfondite, messe in pratica abbondantemente e poi capire quando ne abbiamo bisogno e quando no...

Rita PhotoAR
Messaggio: #75
Questa discussione mi piace!! E' molto e troppo vero quello che affermate tutti in base alle vostre esperienze soggettive sia come fotografi che come lettori di immagini. Però,e c'è sempre un però nelle cose,com'è vero che la percezione è soggettiva e l'interpretazione pure c'è sempre un modello di comunicazione oggettiva insito dentro noi che va a caccia di regole da applicare. Questo banale discorso nasce dal fattore (istintivo) più importante,e cioè "noi,consciamente o inconsciamente tendiamo a cercare un equilibrio",quindi applichiamo delle regole che abbiamo immagazzinato durante le nostre esperienze percettive (in questo caso,visive). E' ovvio che per una comunicazione efficace a volte queste regole possano essere trasgredite,ma un conto è comunicare con il caos,un altro è comunicare con intenzionalità,ovvero,creare una comunicazione che possa divenire innovativa perchè efficace attraverso il comunicare uno squilibrio. Ne è di lampante esempio la differenza di comunicazione di uno psicotico che genera un forte disagio in una persona profana.Non tutti però siamo in grado di comunicare attraverso il disordine,cioè di essere compresi per la nostra pura soggettività. Se i monologhi sgrammaticati di James Joyce non avessero avuto un "a priori" decisivo per la letteratura mondiale sarebbero rimasti un "caos incomprensibile";violare uno standard di comunicazione/espressione creando un nuovo linguaggio o una precisa icona è opera dei grandi,non certo mia quando sbaglio una composizione o mi dimentico la punteggiatura. Non possiamo ridurre tutto ciò che è condiviso alle regole della mera soggettività,dobbiamo conoscere le regole,applicarle,studiarle e poi,quando ne avremo assimilato il "linguaggio" qualche nuovo grande artista saprà "come" violarle introducendo una nuova e condivisa comunicazione. Una mia foto sbagliata resta nel cestino di windows,non di certo assurge ad essere interpretata come "arte" nella mia beata ignoranza,lo abbiamo visto in secoli di storia.
 
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