QUOTE(CVCPhoto @ Nov 6 2011, 01:01 AM)
Il rischio era il mosso. A parer mio ha dovuto trovare un ottimo compromesso.
Carlo
In effetti la priorità era di portare a casa delle foto nitide e leggibili.
Il vero problema è il "MICROMOSSO" che è una sensazione di non nitidezza, anzi di vibrato, che utilizzando su formato DX uno zoom che sostanzialmente è un 105-300, richiede tempi in foto d'azione più veloci del 1000°.
L'esempio che allego è quasi un miracolo:
mancanza di sole, iso medio-alti, tempo di 1/320 (in piena zona rischio mosso) e di conseguenza pale d'elica un po' più "dinamiche". Su una serie di una ventina, ne ho salvate 4 o 5. Le altre sono micromosse!
Se mi comprendete, per me il micromosso è il nemico subdolo che ti fa gettare via foto potenzialmente belle! Da mangiarsi le mani!
Meglio un bel mosso, voluto, intenzionale ed evocativo di una situazione plausibile.
Comunque il contesto e la qualità delle prime foto è racchiuso in questi postulati:
1) Sei ospite "tollerato" di militari professionisti che fanno il loro lavoro.
2) Sei su un mezzo comunque pericoloso, hai una posizione prestabilita in briefing, poco spazio di manovra e da quello devi tirar fuori il meglio.
3) Le belle immagini verso l'esterno si possono fare solo a portellone aperto, attraverso i plexiglass rigati e usurati è un triste palliativo.
4) L'addetto al portellone/i te lo apre solo per la durata degli scatti, poi te lo richiude perché a seconda della velocità e della quota, l'aeromobile si può destabilizzare.
5) Un AB205 o AB212 vibrano parecchio ed appoggiarsi alle sovrastrutture interne è molto peggio.
6) I soggetti che riprendo fly to fly anche se affiancati, sono in continuo movimento relativo...
e vi garantisco che alla fine il varco del portellone aperto, è sempre troppo piccolo!!!
Grazie delle riflessioni, che fanno sempre crescere il livello di discussione!
Ciao,
Gigi
Scena tipo Vietnam - delta del Mekong...
Ingrandimento full detail : 235.6 KB Ingrandimento full detail : 334.9 KB