Oggi non ho resistito. Dopo giorni di astinenza e visto che dovevo andare un po' a giro ho preso la moto. Ero contento come una pasqua, avevo anche messo il liquido magico e miracoloso per la pulizia degli iniettori...
Vestito leggero, da ufficio, considerato che la pioggia che doveva arrivare nel primo pomeriggio non si era appalesata e che c'era anche un po' di squarci di sole.
Faccio il primo giro, tutto bene, confermo quindi anche quello lontano, tanto a parte il traffico del venerdi tutto procede bene. In un'ora arrivo a destinazione, sbrigo la faccenduola e mi rimetto in sella.
Dopo 5 km inizia a piovigginare... maremma umida, sono sulla statale, in mezzo alle macchine, non mi posso fermare sulla strada a mettere l'antipioggia che ho comunque nel bauletto. Mi fermerò al primo distributore o al primo riparo. Ma in pochi secondi arriva il finimondo, sono zuppo da strizzare, il giubbottino non è impermeabile e mi bagno completamente anche sotto: sento i rivoli d'acqua correre lungo le braccia, lungo le gambe, le scarpe tipo acquario.
A questo punto decido di continuare, più bagnato di così è impossibile, solo che mi fa freddo e ho le scarpe che non sono più tali.... Ci vedo pochissimo, meno male che ho appena montato la Philips Motovision che in effetti fa una certa differenza per la visibilità, e per fortuna l'antifog della visiera funziona, ma ci vorrebbe un tergicristallo al casco. Ah già, il casco... come mai sento umido in testa? xxx boia, l'ho pagato una cifra ed entra l'acqua? Realizzerò poi che avevo *tutte* le feritoie per l'aria aperte, quella sopra assolveva egregiamente il suo ruolo di imbuto...
Non avevo mai testato le Metzeler in queste condizioni, bene, reggono al diluvio e mi danno sicurezza. Poi arrivo finalmente alla periferia di Firenze: c'è una zona dove hanno fatto "arredo urbano": in poche settimane l'asfalto ha ceduto e vedo con orrore le auto davanti a me entrare in un avallamento profondo alzando due getti d'acqua paurosi. Scalo, metto la seconda e mi avventuro alzando pure io un muro d'acqua, saranno più di venti centimetri di profondità. Passo indenne e proseguo fino a un cavalcavia che mi offre un riparo. Io sono una macchietta da film, ma il pensiero è rivolto a quello che avevo in tasca: libretto di assegni, documenti, portafogli, portatessere, telefono. La pioggia ha bagnato tutto, la pelle del portafogli ha macchiato le banconote e chissà se domani quando tenterò di spacciarle mi prenderanno per falsario.
Riprendo la marcia e trovo un altro torrente di fronte alla stazione di Campo Marte: faccio finta di avere un enduro con lo snorkel e pregando che il motore non si spenga nel mezzo affronto il guado... passo anche questo e dopo un'altra mezz'ora di usuale delirio di traffico arrivo al box.
Come Valentino ho accarezzato la mukka che mi ha riportato a destinazione, la asciugo per bene, constato che borse touring e bauletto hanno retto al "collaudo" forzoso, nemmeno una goccia d'acqua dentro.
Riprendo lo scooter per tornare a casa, dove giungo alle 20.46: ero partito alle 17.30. Fermone bagnato fermone fortunato? Mah, non saprei. Faccio una doccia bollente per levarmi il freddo dalle ossa, stendo per bene banconote e libretto di assegni, carte di circolazione, certificati assicurativi, libretto sanitario e tessera di giornalista, ecc. Chissà se recupererò le scarpe.
Ora che ci penso bene devo dire che a parte per la faccenda dei documenti non sono dispiaciuto, anzi... Sto brindando a questa piccola dis-avventura con un limoncello. La moto è anche questo, no?
saluti, Dino
Scusate la lunghezza del racconto: non è SBK o MotoGp, non è emozionante come una sequela di sorpassi, ma è sempre Mondo moto e questa me la ricorderò per parecchio...