Dopo circa 2 anni mi sono deciso a postare alcune foto del mio viaggio in Ladak. Con molta umiltà, viste lo splendide foto - di ben altra fattura -proprio di questa remota zona dell'India che si sono viste sul forum. Ma tant'è il viaggio è stato così emozionante che provo a condividerne con voi alcuni "aspetti".
Incominciamo da Leh, la "capitale" del Ladak. Una cittadina (veramente ina) che si trova in una vallata a circa 3.500 metri slm. Oggi come oggi la via principale offre un incredibile affastellarsi di "modernità"...
e tradizione
La prima foto è il cuore della via commerciale commerciale in parte "tourist oriented", ma non prevalentemente; la seconda una zona del mercato prettamente locale, dove le macellerie sono gestite dalla comunità islamica, giachè le comunità buddista è prevalentemente vegetariana...
La città come dicevo sorge al centro di una vallata circondanta da vette che in alcuni casi si aggirano sui 7.000 mls e che al tramonto si "incendiano" letteralmente.
Quello al centro è il rudere del più antico monastero di Leh e del Palazzo reale: entrambi sorgono su altura appena fuori dal centro della città.
Questa è la loro visione "diurna"...
Tutto intorno alla città ci sono luoghi sacri buddisti, con i caratteristici "stupa". Si tratta di costruzioni dalla forma inconfondibile (la via di mezzo tra un cono e una piramide bianca e rossa che vedete quasi in primo piano) che tra l'altro assolvono alla funzione di conservare gli oggetti sacri in disuso (libri, paramenti, arredi, reliquie di lama) che vengono murati al loro interno...
La gente è estremamente serena, sorridente e disponibile...
...e si possono fare incontri con antichi mestieri gestiti secondo le più genuine regoledella tradizione locale. Ad esempio il panettiere
Se le foto vi piacciono, o semplicemente vi incuriosisce un po' questa terra magnifica, fatevi sentire e nei prossimi giorni vi posterò un po' di foto di monasteri persi nel tempo, montagne e laghi dai colori incredibili, strade a stapiombo sul nulla, persone deliziose...
Ciao a tutti
Incominciamo da Leh, la "capitale" del Ladak. Una cittadina (veramente ina) che si trova in una vallata a circa 3.500 metri slm. Oggi come oggi la via principale offre un incredibile affastellarsi di "modernità"...
e tradizione
La prima foto è il cuore della via commerciale commerciale in parte "tourist oriented", ma non prevalentemente; la seconda una zona del mercato prettamente locale, dove le macellerie sono gestite dalla comunità islamica, giachè le comunità buddista è prevalentemente vegetariana...
La città come dicevo sorge al centro di una vallata circondanta da vette che in alcuni casi si aggirano sui 7.000 mls e che al tramonto si "incendiano" letteralmente.
Quello al centro è il rudere del più antico monastero di Leh e del Palazzo reale: entrambi sorgono su altura appena fuori dal centro della città.
Questa è la loro visione "diurna"...
Tutto intorno alla città ci sono luoghi sacri buddisti, con i caratteristici "stupa". Si tratta di costruzioni dalla forma inconfondibile (la via di mezzo tra un cono e una piramide bianca e rossa che vedete quasi in primo piano) che tra l'altro assolvono alla funzione di conservare gli oggetti sacri in disuso (libri, paramenti, arredi, reliquie di lama) che vengono murati al loro interno...
La gente è estremamente serena, sorridente e disponibile...
...e si possono fare incontri con antichi mestieri gestiti secondo le più genuine regoledella tradizione locale. Ad esempio il panettiere
Se le foto vi piacciono, o semplicemente vi incuriosisce un po' questa terra magnifica, fatevi sentire e nei prossimi giorni vi posterò un po' di foto di monasteri persi nel tempo, montagne e laghi dai colori incredibili, strade a stapiombo sul nulla, persone deliziose...
Ciao a tutti
Belle, forse una postprod un po' più curata, ma a me piaciono molto.
ciao
Carlo
ciao
Carlo
Bellissime!!!
Continua, postane altre!
Marcello
Continua, postane altre!
Marcello
per i commenti... temevo passassero sotto un imbarazzante - per me - silenzio.
Pensavo di postare qualcosa nei prossimi giorni, ma visto che c'è almeno un richiesta, anticipo qualcosa.
Antichi mestieri dicevo... come quello di vendere il pane, non solo di farlo
magari in una via del "centro" dove il tempo sembra essersi fermato
Oppure commerciare le immancabili albicocche (sono praticamente l'unica frutto che matura in queste lande, c'è nè una produzione abbondantissima e vengono conservate sotto forma di una squisita marmellata!) in un mercato improvvisato ogni mattina sul maciapiede della via principale
Leh però è anche la sede di un importante scuola buddista, nel cui cortile si possono incontrare monaci diretti alle lezioni
e al cui interno si aprono finestre su un mondo di fascino smisurato
Per oggi basta davvero...
Se ci sarà interesse continuerò appunto con alcuni interni di templi e monasteri dove si entra realmente in un altra dimensione.
Ciao
Pensavo di postare qualcosa nei prossimi giorni, ma visto che c'è almeno un richiesta, anticipo qualcosa.
Antichi mestieri dicevo... come quello di vendere il pane, non solo di farlo
magari in una via del "centro" dove il tempo sembra essersi fermato
Oppure commerciare le immancabili albicocche (sono praticamente l'unica frutto che matura in queste lande, c'è nè una produzione abbondantissima e vengono conservate sotto forma di una squisita marmellata!) in un mercato improvvisato ogni mattina sul maciapiede della via principale
Leh però è anche la sede di un importante scuola buddista, nel cui cortile si possono incontrare monaci diretti alle lezioni
e al cui interno si aprono finestre su un mondo di fascino smisurato
Per oggi basta davvero...
Se ci sarà interesse continuerò appunto con alcuni interni di templi e monasteri dove si entra realmente in un altra dimensione.
Ciao
Veramente molto belle! Il b&w così granuloso è splendido!
Continua così!
carlo
carlo
Complimenti per le fotografie e per i luoghi visitati.. davvero invidiabile
Ti faccio i miei complimenti, molto belle e suggestive, bello anche il B&W
Grazie a tutti per i commenti e gli incoraggiamenti a continuare...
Dicevamo dei monasteri. I monasteri buddisti del Ladak (e più in generale di tutta la fascia himalayana) sono molto diversi da quelli occidentali soprattutto dal punto di vista architettonico.
Non si tratta di un insieme "concluso" e organico di edifici, ma sono simili piuttosto a un vero e proprio "villaggio" che si dipana lungo lungo le pendici di un colle:
Gli edifici in sommità al colle sono quelli dedicati al culto, mentre quelli lungo le pendici sono le abitazioni dei monaci, le scuole del monastero, altri edifici di servizio...
Le sale del culto (una o più a seconda delle dimensioni e dell'importanza del monastero) vedono la celebrazione di parecchi riti durante la giornata, sempre accompagnati dai tipici suoni delle celebrazioni buddiste
A queste celebrazioni partecipano anche un gran numero di bambini e ragazzi che fanno parte a pieno titolo della comunità monastica
La sala del culto, per questi giovanissimi monaci, può trasformarsi anche in un luogo di gioco...
Anche per oggi basta. Nelle prossime puntate qualche foto che illustra la vita monastica (anche dei più giovani, magari con alcune note sul concetto di reversibilità di tale vita) e degli arredi sacri (affreschi, statue e altro) che rendono unici questi luoghi.
Ciao
Dicevamo dei monasteri. I monasteri buddisti del Ladak (e più in generale di tutta la fascia himalayana) sono molto diversi da quelli occidentali soprattutto dal punto di vista architettonico.
Non si tratta di un insieme "concluso" e organico di edifici, ma sono simili piuttosto a un vero e proprio "villaggio" che si dipana lungo lungo le pendici di un colle:
Gli edifici in sommità al colle sono quelli dedicati al culto, mentre quelli lungo le pendici sono le abitazioni dei monaci, le scuole del monastero, altri edifici di servizio...
Le sale del culto (una o più a seconda delle dimensioni e dell'importanza del monastero) vedono la celebrazione di parecchi riti durante la giornata, sempre accompagnati dai tipici suoni delle celebrazioni buddiste
A queste celebrazioni partecipano anche un gran numero di bambini e ragazzi che fanno parte a pieno titolo della comunità monastica
La sala del culto, per questi giovanissimi monaci, può trasformarsi anche in un luogo di gioco...
Anche per oggi basta. Nelle prossime puntate qualche foto che illustra la vita monastica (anche dei più giovani, magari con alcune note sul concetto di reversibilità di tale vita) e degli arredi sacri (affreschi, statue e altro) che rendono unici questi luoghi.
Ciao
Meglio tardi che mai...davvero un bel reportage, speriamo continui!!
Complimenti
Franco
Complimenti
Franco
Bellissimo ed interessante diario di viaggio. per chi , come me ,non ci è mai stato.... un vero regalo. Le immagini dell'ultima serie sono davvero molto molto belle.
Contnua.... siamo qui ad aspettare.
Bravo!
Contnua.... siamo qui ad aspettare.
Bravo!
Anche io aspetto con piacere il seguito..!
Mirko
Mirko
Grazie! Proprio bello da seguire. Vai avanti, Paolo! :-)
Grazie a tutti per le risposte e gli incoraggiamenti...
Allora, rispetto ai bambini / ragazzi e il monachesimo occorre precisare un paio di cose. Il Ladak è un paese abbastanza povero, dove però l'istruzione è tenuta in buona considerazione. Politicamente fa parte dell'India e quindi il sistema scolastico è mutuato completamente da quello anglosassone (tranne che qui l'anno scolastico si svolge d'estate, poiché d'inverno sono tutti in casa con temperature di -30). I ragazzi frequentano le varie scuole e sono immediatamente riconoscibili dalla "divisa" del rispettivo istituto
Un modo "alternativo" (e comunque meno costoso) per garantire l'istruzione ai figli è quello di farli entrare in un monastero. Nei monasteri si tengono regolari lezioni delle materie proprie dei corsi scolastici, elementari, medi e superiori (matematica, inglese, storia, ecc.), con insegnanti preparati e in alcuni casi addirittura provenienti dall'estero.
Naturalmente l'ingresso in monastero comporta per i giovani la completa osservanza delle regole di vita monastica e comunitaria, nonché l'apprendimento delle dottrine buddiste che vengono discusse in vere e proprie "dispute" filosofiche
Una volta terminato il ciclo di studi i giovani possono liberamente scegliere se confermare la loro scelta di vita religiosa, o piuttosto rientrare nella vita civile. Il tutto senza alcuna forma di discriminazione sociale o riprovazione morale.
Anche per oggi mi fermo qui
Prossimamente altri dettagli su questo fantastico paese...
Ciao
Allora, rispetto ai bambini / ragazzi e il monachesimo occorre precisare un paio di cose. Il Ladak è un paese abbastanza povero, dove però l'istruzione è tenuta in buona considerazione. Politicamente fa parte dell'India e quindi il sistema scolastico è mutuato completamente da quello anglosassone (tranne che qui l'anno scolastico si svolge d'estate, poiché d'inverno sono tutti in casa con temperature di -30). I ragazzi frequentano le varie scuole e sono immediatamente riconoscibili dalla "divisa" del rispettivo istituto
Un modo "alternativo" (e comunque meno costoso) per garantire l'istruzione ai figli è quello di farli entrare in un monastero. Nei monasteri si tengono regolari lezioni delle materie proprie dei corsi scolastici, elementari, medi e superiori (matematica, inglese, storia, ecc.), con insegnanti preparati e in alcuni casi addirittura provenienti dall'estero.
Naturalmente l'ingresso in monastero comporta per i giovani la completa osservanza delle regole di vita monastica e comunitaria, nonché l'apprendimento delle dottrine buddiste che vengono discusse in vere e proprie "dispute" filosofiche
Una volta terminato il ciclo di studi i giovani possono liberamente scegliere se confermare la loro scelta di vita religiosa, o piuttosto rientrare nella vita civile. Il tutto senza alcuna forma di discriminazione sociale o riprovazione morale.
Anche per oggi mi fermo qui
Prossimamente altri dettagli su questo fantastico paese...
Ciao
Attendo con pazienza altre tue testimonianze di questa terra meravigliosa.
Belle immagini e bel racconto, grazie per avermi mostrato efficacemente alcuni aspetti di questo paese che spero di visitare presto.
Ancora grazie a tutti.
Visto il "successo" dell'iniziativa, vorrei premettere che la mia indecisione a postare le foto in questo sito era legata alla qualità delle foto medesime, che non è certamente all'altezza dei veri capolavori che si vedono da queste parti (questo in fondo è pur sempre un sito di fotografia...). D'altro canto per me, che sono un dilettante e assoluto autodidatta, la fotografia è sopratutto il modo di "fissare" e portare con me le emozioni, soprattutto quelle di un viaggio.
Poi però ho pensato che forse condividere queste emozioni avrebbe potuto fare piacere anche a qualcuno di voi e così...
Nel Ladak, ormai l'avrete capito, uno degli aspetti più interessanti (sia per il turista un po' più distratto che per il viaggiatore più "curioso") è quello spirituale. Un aspetto che permea certamente le comunità monastiche, ma che si può respirare in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Gli altri aspetti di interesse sono gli splendidi rapporti che si possono instaurare con la popolazione locale (è un'esperienza veramente indescrivibile) e (per chi come me è appassionato di montagna) i pazzeschi panorami nonché le infinite opportunità di trekking di ogni livello e difficoltà...
Se avrete voglia cercherò di illustrarvi un po' tutte queste "visioni"...
Per tornare a quella "spirituale", è veramente notevole la possibilità che i viaggiatori stranieri hanno di poter partecipare alla vita dei monasteri (alcuni prevedono anche la possibilità di soggiornare con la comunità) e in ogni caso ai vari riti che sono "aperti" a tutti i visitatori. Anzi durante la partecipazione avrete l'opportunità di essere coinvolti in momenti molto particolari, come il servizio del te ("chai" in ladako) che è una bevanda a base di te in cui viene sciolto del burro di yak, assumendo un sapore leggermente salato e un forte valore nutritivo
Un altro momento particolarmente emozionante è quello in cui, dopo aver terminato la "costruzione" di un mandala (un complicato disegno realizzato con sabbia di diversi colori), questo viene distrutto il mattino dopo, a simboleggiare l'"impermanenza" della vita e di tutto ciò che fa parte dell'esperienza sensibile degli esseri umani.
Nella foto seguente vedete un monaco che protegge con dei drappi un mandala appena finito e che sarà distrutto in una cerimonia al mattino dopo
Per altro, anche da un puro punto di vista estetico, i monasteri offrono spunti molto interessanti...
In questa foto potete iniziare ad intravedere gli stupefacenti affreschi che li ricoprono completamente...
Nei giorni successivi (da lunedì) altri "aggiornamenti"...
Ciao a tutti e buon week end
Visto il "successo" dell'iniziativa, vorrei premettere che la mia indecisione a postare le foto in questo sito era legata alla qualità delle foto medesime, che non è certamente all'altezza dei veri capolavori che si vedono da queste parti (questo in fondo è pur sempre un sito di fotografia...). D'altro canto per me, che sono un dilettante e assoluto autodidatta, la fotografia è sopratutto il modo di "fissare" e portare con me le emozioni, soprattutto quelle di un viaggio.
Poi però ho pensato che forse condividere queste emozioni avrebbe potuto fare piacere anche a qualcuno di voi e così...
Nel Ladak, ormai l'avrete capito, uno degli aspetti più interessanti (sia per il turista un po' più distratto che per il viaggiatore più "curioso") è quello spirituale. Un aspetto che permea certamente le comunità monastiche, ma che si può respirare in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Gli altri aspetti di interesse sono gli splendidi rapporti che si possono instaurare con la popolazione locale (è un'esperienza veramente indescrivibile) e (per chi come me è appassionato di montagna) i pazzeschi panorami nonché le infinite opportunità di trekking di ogni livello e difficoltà...
Se avrete voglia cercherò di illustrarvi un po' tutte queste "visioni"...
Per tornare a quella "spirituale", è veramente notevole la possibilità che i viaggiatori stranieri hanno di poter partecipare alla vita dei monasteri (alcuni prevedono anche la possibilità di soggiornare con la comunità) e in ogni caso ai vari riti che sono "aperti" a tutti i visitatori. Anzi durante la partecipazione avrete l'opportunità di essere coinvolti in momenti molto particolari, come il servizio del te ("chai" in ladako) che è una bevanda a base di te in cui viene sciolto del burro di yak, assumendo un sapore leggermente salato e un forte valore nutritivo
Un altro momento particolarmente emozionante è quello in cui, dopo aver terminato la "costruzione" di un mandala (un complicato disegno realizzato con sabbia di diversi colori), questo viene distrutto il mattino dopo, a simboleggiare l'"impermanenza" della vita e di tutto ciò che fa parte dell'esperienza sensibile degli esseri umani.
Nella foto seguente vedete un monaco che protegge con dei drappi un mandala appena finito e che sarà distrutto in una cerimonia al mattino dopo
Per altro, anche da un puro punto di vista estetico, i monasteri offrono spunti molto interessanti...
In questa foto potete iniziare ad intravedere gli stupefacenti affreschi che li ricoprono completamente...
Nei giorni successivi (da lunedì) altri "aggiornamenti"...
Ciao a tutti e buon week end
Complimenti per il tuo reportage! Le foto sono ben composte, con bei colori. I paesaggi sono stati ripresi spesso con una luce eccezionale (vedi quella delle montagne infuocate con la collina al centro in silhouette). I ritratti pure mi sembrano ben riusciti perché hai interagito benissimo con la gente del luogo, che ti ha ricambiato con spendidi sorrisi. Il racconto per immagini poi è molto interessante!Continua così...non capisco perché non le abbia postate prima.
Non ho postato prima, per due ordini di motivi: 1) non ero (sono) convinto della qualità assoluta delle foto (a me piacciono, ma rapportate ad altre che vedo qui sul forum... ) e 2) non ero così convinto dell'interesse per una dettagliato racconto di viaggio in un sito esclusivamente fotografico.
Comunque, visto il tono generale delle risposte, ora continuerò per un po', almeno fino a quando non mi chiederete di smettere ...
Dicevamo degli affreschi, arredi ecc.
Il personaggio più rappresentanto è Budda, ma non in via esclusiva, anzi!
Diciamo che Budda ha l'assoluta prevalenza nella statuaria, ma non assolutamente negli affreschi. Nelle due foto che seguono potete vedere due particolari di tipiche "grandi" statue del Budda (sono in effetti molto grandi, la testa che vedete buca letteralemente il soffitto del pian terreno e la si osserva ad altezza d'uomo dal primo piano: in tutto è più alta di 4 mt.)
Negli affreschi che seguono due rappresentazuioni di Budda. Sono molto antiche e sono "conservate" in ruderi di un monastero ormai abbandonato posto alla fine della Valle di Nubra, un centinaio di metri di dislivello sopra il posto di confine rangiungibile dai civili in direzione della Cina (il posto di confine è rigorosamente chiuso e inaccessibile!). A quanto mi risulta non sono documentate in pubblicazioni di sorta...
Tuttavia come dicevo Budda non è un soggetto preponderante negli affreschi. Soggetti molto comuni sono la raffigurazione dei conventi, le vite dei monaci, le rappresentazioni allegoriche dei mali che impediscono all'uomo il raggiungimento della felicità (ovvero l'interruzione del ciclo delle rinascite), le via della purificazione dell'anima umana, la "ruota della vita" e tutta una serie di figure mitologiche che il buddismo ha accolto dalla tradizione induista in omaggio alle credenze popolari.
Si tratta di raffigurazioni estremamente complesse e particolarmente interessanti.
Per questa sera vi propongo un "guardiano": una sorta di "demone" (non nel senso cristiano di essere negativo, ovviamente, ma di essere superiore alla natura umana) del pantheon induista, accolto anche nella tradizione popolare buddista del Tibet, che assolve alla funzione di proteggere l'umanità.
Domani altri aspetti della pittura buddista...
Ciao
Comunque, visto il tono generale delle risposte, ora continuerò per un po', almeno fino a quando non mi chiederete di smettere ...
Dicevamo degli affreschi, arredi ecc.
Il personaggio più rappresentanto è Budda, ma non in via esclusiva, anzi!
Diciamo che Budda ha l'assoluta prevalenza nella statuaria, ma non assolutamente negli affreschi. Nelle due foto che seguono potete vedere due particolari di tipiche "grandi" statue del Budda (sono in effetti molto grandi, la testa che vedete buca letteralemente il soffitto del pian terreno e la si osserva ad altezza d'uomo dal primo piano: in tutto è più alta di 4 mt.)
Negli affreschi che seguono due rappresentazuioni di Budda. Sono molto antiche e sono "conservate" in ruderi di un monastero ormai abbandonato posto alla fine della Valle di Nubra, un centinaio di metri di dislivello sopra il posto di confine rangiungibile dai civili in direzione della Cina (il posto di confine è rigorosamente chiuso e inaccessibile!). A quanto mi risulta non sono documentate in pubblicazioni di sorta...
Tuttavia come dicevo Budda non è un soggetto preponderante negli affreschi. Soggetti molto comuni sono la raffigurazione dei conventi, le vite dei monaci, le rappresentazioni allegoriche dei mali che impediscono all'uomo il raggiungimento della felicità (ovvero l'interruzione del ciclo delle rinascite), le via della purificazione dell'anima umana, la "ruota della vita" e tutta una serie di figure mitologiche che il buddismo ha accolto dalla tradizione induista in omaggio alle credenze popolari.
Si tratta di raffigurazioni estremamente complesse e particolarmente interessanti.
Per questa sera vi propongo un "guardiano": una sorta di "demone" (non nel senso cristiano di essere negativo, ovviamente, ma di essere superiore alla natura umana) del pantheon induista, accolto anche nella tradizione popolare buddista del Tibet, che assolve alla funzione di proteggere l'umanità.
Domani altri aspetti della pittura buddista...
Ciao
Bravo, veramente bravo. Un gran bel reportage con il giusto mix tra visioni d'assieme, persone, vita quotidiana, dettagli. Davvero coinvolgente.
Bravo,foto molto belle,colori,luce,anche gli interni hai saputo renderli molto bene anche se io avrei preferito,su alcune, un'inquadratura piu' stretta in modo da far rendere di piu certi particolari.....ma e' un parere personale ne'... il racconto poi mi porta letteralmente a viaggiare con te.....molto piacevole e interessantissimo
continua pure,aspettiamo (gwaszx.....diamine ma come ti chiami..... )
ciao a presto
continua pure,aspettiamo (gwaszx.....diamine ma come ti chiami..... )
ciao a presto
Non avevo ancora avuto il tempo di gustarmi le tue foto. L'ho fatto oggi e devo proprio farti i miei più sinceri complimenti e invitarti a continuare! In mezzo a tante belle e interessanti foto ci sono delle autentiche Perle!
Bravo... molto belle le immagini e molto piacevole il tuo racconto
Ivan
Namaste
Ivan
Namaste
a tutti!
Davvero non mi aspettavo un'accoglienza così favorevole.
Allora, come promesso ieri altre immagni e storie legate alla tradizione buddista.
Il guardiano presentato ieri è: Visharavana, protettore degli yak, guardiano del nord (come dicevo i guardiani sono 4 e ciascuno di essi fa riferiferimento a un punto cardinale), ed è l'immagine della vegetazione che muore.
Come detto, lo stesso monastero viene raffigurato in affreschi che ne adornano le stanze
Una delle immagini più suggestive e interessanti che si possono trovare in un monastero buddista è quella della sidpa-korlo (ruota della vita)
In estrema sintesi (la descrizione delle rappresentazioni allegoriche di un sidpa-korlo richiederebbe svariate pagine!) rappresenta l'orrore del ciclo delle rinascite che attende chi sceglie le gioie terrene e si lascia guidare dai tre dugsum (cattive bevande) che avvelenano la natura umana: collera, desiderio e ignoranza. Il "mostro" in alto che addenta la ruota è Mahahala, signore del tempo e quindi della morte...
Il concetto di ciclicità e "ruota" permea fortemente la cultura buddista, tanto che un fondamentale elemento della sua ritualità sono i famosi choskhor (cilindri da preghiera) che, costruiti in vario materiale e di varie dimensioni, in ogni caso devono essere fatti girare dal fedele sempre secondo un movimento orario. Non si tratta di una preghiera meccanica, ma di un movimento che facilita la preghiera...
L'unico modo per interrompere il ciclo delle rinascite è quello di seguire una via di purificazione e allontanamento dai veleni dell'animo.
Questo percorso viene spesso rappresentanto come la via di un elefante (l'animo umano) che all'inizio del percorso è nero e alla fine diventa bianco (puro).
Anche la vita monastica aiuta ad interrompere il ciclo delle rinascite e raggiungere l'illuminazione, ma non è condizione necessaria e, peraltro, da sola non è nemmeno condizione sufficiente.
Le vite di monaci particolarmente illuminati sono rappresentate sulle pareti dei monasteri, in vari episodi della loro vita. Un rapporto particolarmente "positivo" con gli animali selvatici è associato anche in questa cultura (anche nel cristianesimo, si pensi a S. Francesco d'Assisi) al raggiungimento di una sorta di "consapevolezza" superiore.
Il raggiungimento di tale consapevolezza è ottenuto attraverso pratiche di meditazione anche estrema ai nostri occhi. Qui di seguito vedete uno yoghi, un monaco che è stato in eremitaggio in una grotta per tre anni, raggiunto solo una volta al giorno da un confratello per portargli il cibo. La forma esteriore che "segnala" il suo perido di meditazione è dato dalla lunga barba e capigliatura che sono un tratto distintivo rispetto ai monaci generalmente completamente rasati.
Questi monaci sono sicuramente un significativo "modello" all'interno della vita della comunità: chissa se questi monaci ragazzini che oggi chiacchierano tra loro seguiranno questa via o torneranno al villaggio?
Per oggi basta così...
Nei prossimi giorni sarò un po' via per lavoro: al rientro continuerei cercando anche di accontentare la richiesta che mi è venuta di "particolareggiare" di più alcune inquadrature...
Ciao.
Davvero non mi aspettavo un'accoglienza così favorevole.
Allora, come promesso ieri altre immagni e storie legate alla tradizione buddista.
Il guardiano presentato ieri è: Visharavana, protettore degli yak, guardiano del nord (come dicevo i guardiani sono 4 e ciascuno di essi fa riferiferimento a un punto cardinale), ed è l'immagine della vegetazione che muore.
Come detto, lo stesso monastero viene raffigurato in affreschi che ne adornano le stanze
Una delle immagini più suggestive e interessanti che si possono trovare in un monastero buddista è quella della sidpa-korlo (ruota della vita)
In estrema sintesi (la descrizione delle rappresentazioni allegoriche di un sidpa-korlo richiederebbe svariate pagine!) rappresenta l'orrore del ciclo delle rinascite che attende chi sceglie le gioie terrene e si lascia guidare dai tre dugsum (cattive bevande) che avvelenano la natura umana: collera, desiderio e ignoranza. Il "mostro" in alto che addenta la ruota è Mahahala, signore del tempo e quindi della morte...
Il concetto di ciclicità e "ruota" permea fortemente la cultura buddista, tanto che un fondamentale elemento della sua ritualità sono i famosi choskhor (cilindri da preghiera) che, costruiti in vario materiale e di varie dimensioni, in ogni caso devono essere fatti girare dal fedele sempre secondo un movimento orario. Non si tratta di una preghiera meccanica, ma di un movimento che facilita la preghiera...
L'unico modo per interrompere il ciclo delle rinascite è quello di seguire una via di purificazione e allontanamento dai veleni dell'animo.
Questo percorso viene spesso rappresentanto come la via di un elefante (l'animo umano) che all'inizio del percorso è nero e alla fine diventa bianco (puro).
Anche la vita monastica aiuta ad interrompere il ciclo delle rinascite e raggiungere l'illuminazione, ma non è condizione necessaria e, peraltro, da sola non è nemmeno condizione sufficiente.
Le vite di monaci particolarmente illuminati sono rappresentate sulle pareti dei monasteri, in vari episodi della loro vita. Un rapporto particolarmente "positivo" con gli animali selvatici è associato anche in questa cultura (anche nel cristianesimo, si pensi a S. Francesco d'Assisi) al raggiungimento di una sorta di "consapevolezza" superiore.
Il raggiungimento di tale consapevolezza è ottenuto attraverso pratiche di meditazione anche estrema ai nostri occhi. Qui di seguito vedete uno yoghi, un monaco che è stato in eremitaggio in una grotta per tre anni, raggiunto solo una volta al giorno da un confratello per portargli il cibo. La forma esteriore che "segnala" il suo perido di meditazione è dato dalla lunga barba e capigliatura che sono un tratto distintivo rispetto ai monaci generalmente completamente rasati.
Questi monaci sono sicuramente un significativo "modello" all'interno della vita della comunità: chissa se questi monaci ragazzini che oggi chiacchierano tra loro seguiranno questa via o torneranno al villaggio?
Per oggi basta così...
Nei prossimi giorni sarò un po' via per lavoro: al rientro continuerei cercando anche di accontentare la richiesta che mi è venuta di "particolareggiare" di più alcune inquadrature...
Ciao.
Bel reportage, alcune foto in cui hai giocato con luci e ombre mi gustano molto.
Complimenti
Saluti
Messaggio modificato da cratty il Jun 5 2007, 05:59 PM
Complimenti
Saluti
Messaggio modificato da cratty il Jun 5 2007, 05:59 PM