Ciao a tutti,
Qualcuno mi sa dire la differenza tra le due? E il bracketing?
Grazie Emanuele
Qualcuno mi sa dire la differenza tra le due? E il bracketing?
Grazie Emanuele
quella multipla (con riferimento all'analogico) sono due o tre foto fatto sullo stesso file.
un esempio è questo:
uno per fare le scie e il secondo per la statuetta di gatto.
mentre per l'Hdr sono più foto dove un programma specifico ottimizza l'esposizione per tutti i punti del fotograma in modo che si legga tutto sia nelle luci che nel'ombre.
in alcune fotocamere Nikon hanno la possibilità di fare l'HDR in macchina, ma possibilemte è meglio farli con programmi specifici.
Antonio
un esempio è questo:
uno per fare le scie e il secondo per la statuetta di gatto.
mentre per l'Hdr sono più foto dove un programma specifico ottimizza l'esposizione per tutti i punti del fotograma in modo che si legga tutto sia nelle luci che nel'ombre.
in alcune fotocamere Nikon hanno la possibilità di fare l'HDR in macchina, ma possibilemte è meglio farli con programmi specifici.
Antonio
quella multipla (con riferimento all'analogico) sono due o tre foto fatto sullo stesso file.
un esempio è questo:
uno per fare le scie e il secondo per la statuetta di gatto.
mentre per l'Hdr sono più foto dove un programma specifico ottimizza l'esposizione per tutti i punti del fotograma in modo che si legga tutto sia nelle luci che nel'ombre.
in alcune fotocamere Nikon hanno la possibilità di fare l'HDR in macchina, ma possibilemte è meglio farli con programmi specifici.
Antonio
un esempio è questo:
uno per fare le scie e il secondo per la statuetta di gatto.
mentre per l'Hdr sono più foto dove un programma specifico ottimizza l'esposizione per tutti i punti del fotograma in modo che si legga tutto sia nelle luci che nel'ombre.
in alcune fotocamere Nikon hanno la possibilità di fare l'HDR in macchina, ma possibilemte è meglio farli con programmi specifici.
Antonio
ok Grazie mille hai confermato quanto pensavo.
Emanuele
Ciao a tutti,
Qualcuno mi sa dire la differenza tra le due? E il bracketing?
Grazie Emanuele
Qualcuno mi sa dire la differenza tra le due? E il bracketing?
Grazie Emanuele
Per l'esposizione multipla ti hanno già risposto. Per quanto riguarda l'HDR normalmente si scattano 3 o più foto allo stesso soggetto cambiando l'esposizione (tipicamente il tempo) in modo che i fotogrammi ottenuti (identici!) coprano un Range di esposizioni più ampio di quello ottenibile con un unico scatto: i fotogrammi si uniscono poi con un sw specifico (Photomatix o altri).
Il bracketing, cioè la possibilità di scattare più fotogrammi consecutivamente e automaticamente premendo il pulsante una sola volta), per l'HDR viene benissimo: basta impostare la macchina in modo che vari i tempi (ad es. da -2 a +2 EV, a passi di 1 EV).
Ciao
Diego
Bracketing
Il bracketing in realtà non è altro che una scorciatoia per evitarci macchinose impostazioni manuali della ghiera di compensazione dell'esposizione. Grazie a questa funzione, dopo aver impostato il range di compensazione dell'esposizione desiderato, ad esempio ±1 stop, la fotocamera attiva automaticamente quella compensazione per i tre scatti che seguiranno: il primo avrà un'esposizione normale, il secondo sarà sottoesposto (di -1stop), il terzo sovraesposto (di +1stop). Su alcune fotocamere è anche possibile mantenere il bracketing attivo per tutte le esposizioni che si andranno a fare, in modo da essere sempre sicuri di scattare - per ogni scena - un'immagine che corregga le ombre e una che corregga le luci, oltre ad un'immagine standard priva di correzione. Sulle fotocamere digitali più evolute è possibile impostare un numero maggiore di scatti in bracketing, con un range espositivo molto ampio, che comprenda cioè non solo gli stop estremi, ma anche gli intermedi (ad es. -1, -0.5, 0, +0.5, +1).
Esposizione multipla
In cinematografia e fotografia, l'esposizione multipla consiste nella creazione di un'immagine attraverso la sovrapposizione di più immagini ottenute in diverse esposizioni. Questa tecnica può essere utilizzata per creare immagini "spettrali", per aggiungere oggetti o persone in origine assenti, o per altri generi di fotomontaggio.
Le modalità con cui avviene questa sovrapposizione possono variare a seconda delle tecnologie di ripresa utilizzate. Nella fotografia analogica, per esempio, la sovrapposizione si ottiene evitando l'avanzamento della pellicola dopo lo scatto; questo è sempre possibile nelle fotocamere con avanzamento manuale della pellicola, mentre per quelle con avanzamento automatico si richiede una esplicita funzione per disabilitare l'avanzamento, disponibile in fotocamere avanzate. Nelle fotocamere digitali il sensore deve diverse esposizioni prima di generale l'immagine digitale finale.
Il problema principale di questa tecnica, poiché la pellicola o il sensore vengono impressionati più volte, è il rischio di sovraesposizione. Per questo è meglio fotografare in condizioni di luce medio-bassa. Se l'intenzione è che le sovraesposizioni riprendano la stessa scena, è necessario usare un cavalletto per accertarsi che l'inquadratura non cambi fra le diverse esposizioni.
Un risultato analogo a quello ottenuto dall'esposizione multipla, ovvero la sovrimpressione di immagini su altre, può essere ottenuto anche attraverso programmi di fotoritocco
HDR (High Dynamic Range)
Il bracketing da solo non è sufficiente per risolvere alcune situazioni fotografiche complesse, come le scene caratterizzate da range tonale molto ampio. I filtri GND a nostro avviso sono la soluzione più pulita, ma non aiutano in tutte le occasioni. Per cui, concludevamo che il superamento di questi limiti era possibile solamente ricorrendo ad elaborazioni digitali in postproduzione. Una prima elaborazione grossolana raggiunta grazie ai software di fotoritocco consiste nel combinare fra loro più scatti in bracketing, grazie ad operazioni - in verità abbastanza sofisticate - sui livelli (layer), ottenendo quindi l'equivalente dell'esposizione multipla su pellicola. Ma il vero salto di qualità è raggiunto grazie alla tecnica dell'HDR (High Dynamic Range).
Questa tecnica consente di ottenere una scala tonale più ampia di quanto concesso dalla fotocamera sul singolo scatto e consiste nel riprocessare gli scatti risultanti dal bracketing (normali, sottoesposti e sovraesposti) estraendo da ognuno le informazioni digitali più significative e costruendo un'immagine finale che sia accettabile sia sulle alte luci, sia sulle ombre, sia, ovviamente, sulle aree medie. Il procedimento in realtà è molto più complesso di quanto brevemente descritto e presuppone operazioni complesse per aumentare il range dinamico dell'immagine che dai normali 8 o 16 bit per canale (ad es. un comune JPEG visibile a monitor) passerà a ben 32 bit. Cioè, da un insieme di scatti a basso range dinamico (Low Dynamic Range) si passa ad un'immagine ad alto range dinamico (High Dynamic Range), che poi viene convertita a basso range dinamico ma ad elevata scala tonale. Quando si guarda una scena con forti differenze tonali, l'occhio umano elabora l'immagine e ci consente di apprezzare sia i particolari in ombra, sia quelli in luce. La fotografia invece non può. L'elaborazione HDR, quindi, cerca di approssimare quello che l'occhio vede ed interpreta, grazie alla conversione chiamata tonal mapping, che sarà l'ultimo step della tecnica HDR, quello cioè di "traduzione" dell'immagine a 32 bit (non visualizzabile a monitor) in un'immagine finale a 8 o 16 bit, utilizzabile a monitor o a stampa.
Non tutti apprezzano la tecnica HDR, in particolare quando l'elaborazione genera risultati surreali. Si può in alternativa ricorrere ad un'altra tecnica, l'Exposure Fusion o Exposure Blending, ovvero Fusione di Esposizioni.
Anche questa tecnica, come l'HDR, agisce su un set di immagini differentemente esposte per ottenere una scala tonale più ampia di quella raggiungibile in un singolo scatto. Lo stesso processo in HDR sarebbe più lento per via del passaggio intermedio ad una immagine High Dynamic Range. Al contrario, l'Exposure Fusion è un processo unico che consente di fondere un set di esposizioni in bracketing in una immagine finale ad alta qualità ma naturale, che raccoglie le alte luci dalle immagini sottoesposte e le ombre dalle immagini sovraesposte, ma senza variazioni della profondità in bit (range dinamico). Il fatto di non passare per un'immagine HDR semplifica il processo, non richiede elevate capacità di calcolo e non genera artefatti come aloni. Inoltre, ha tre importanti side-effect: consente di inserire nel set di esposizioni immagini con illuminazione differente, anche flash; riduce sensibilmente il rumore di fondo nelle zone d'ombra; estende via software la profondità di campo dell'immagine finale a partire da immagini a profondità di campo ridotta.
Il bracketing in realtà non è altro che una scorciatoia per evitarci macchinose impostazioni manuali della ghiera di compensazione dell'esposizione. Grazie a questa funzione, dopo aver impostato il range di compensazione dell'esposizione desiderato, ad esempio ±1 stop, la fotocamera attiva automaticamente quella compensazione per i tre scatti che seguiranno: il primo avrà un'esposizione normale, il secondo sarà sottoesposto (di -1stop), il terzo sovraesposto (di +1stop). Su alcune fotocamere è anche possibile mantenere il bracketing attivo per tutte le esposizioni che si andranno a fare, in modo da essere sempre sicuri di scattare - per ogni scena - un'immagine che corregga le ombre e una che corregga le luci, oltre ad un'immagine standard priva di correzione. Sulle fotocamere digitali più evolute è possibile impostare un numero maggiore di scatti in bracketing, con un range espositivo molto ampio, che comprenda cioè non solo gli stop estremi, ma anche gli intermedi (ad es. -1, -0.5, 0, +0.5, +1).
Esposizione multipla
In cinematografia e fotografia, l'esposizione multipla consiste nella creazione di un'immagine attraverso la sovrapposizione di più immagini ottenute in diverse esposizioni. Questa tecnica può essere utilizzata per creare immagini "spettrali", per aggiungere oggetti o persone in origine assenti, o per altri generi di fotomontaggio.
Le modalità con cui avviene questa sovrapposizione possono variare a seconda delle tecnologie di ripresa utilizzate. Nella fotografia analogica, per esempio, la sovrapposizione si ottiene evitando l'avanzamento della pellicola dopo lo scatto; questo è sempre possibile nelle fotocamere con avanzamento manuale della pellicola, mentre per quelle con avanzamento automatico si richiede una esplicita funzione per disabilitare l'avanzamento, disponibile in fotocamere avanzate. Nelle fotocamere digitali il sensore deve diverse esposizioni prima di generale l'immagine digitale finale.
Il problema principale di questa tecnica, poiché la pellicola o il sensore vengono impressionati più volte, è il rischio di sovraesposizione. Per questo è meglio fotografare in condizioni di luce medio-bassa. Se l'intenzione è che le sovraesposizioni riprendano la stessa scena, è necessario usare un cavalletto per accertarsi che l'inquadratura non cambi fra le diverse esposizioni.
Un risultato analogo a quello ottenuto dall'esposizione multipla, ovvero la sovrimpressione di immagini su altre, può essere ottenuto anche attraverso programmi di fotoritocco
HDR (High Dynamic Range)
Il bracketing da solo non è sufficiente per risolvere alcune situazioni fotografiche complesse, come le scene caratterizzate da range tonale molto ampio. I filtri GND a nostro avviso sono la soluzione più pulita, ma non aiutano in tutte le occasioni. Per cui, concludevamo che il superamento di questi limiti era possibile solamente ricorrendo ad elaborazioni digitali in postproduzione. Una prima elaborazione grossolana raggiunta grazie ai software di fotoritocco consiste nel combinare fra loro più scatti in bracketing, grazie ad operazioni - in verità abbastanza sofisticate - sui livelli (layer), ottenendo quindi l'equivalente dell'esposizione multipla su pellicola. Ma il vero salto di qualità è raggiunto grazie alla tecnica dell'HDR (High Dynamic Range).
Questa tecnica consente di ottenere una scala tonale più ampia di quanto concesso dalla fotocamera sul singolo scatto e consiste nel riprocessare gli scatti risultanti dal bracketing (normali, sottoesposti e sovraesposti) estraendo da ognuno le informazioni digitali più significative e costruendo un'immagine finale che sia accettabile sia sulle alte luci, sia sulle ombre, sia, ovviamente, sulle aree medie. Il procedimento in realtà è molto più complesso di quanto brevemente descritto e presuppone operazioni complesse per aumentare il range dinamico dell'immagine che dai normali 8 o 16 bit per canale (ad es. un comune JPEG visibile a monitor) passerà a ben 32 bit. Cioè, da un insieme di scatti a basso range dinamico (Low Dynamic Range) si passa ad un'immagine ad alto range dinamico (High Dynamic Range), che poi viene convertita a basso range dinamico ma ad elevata scala tonale. Quando si guarda una scena con forti differenze tonali, l'occhio umano elabora l'immagine e ci consente di apprezzare sia i particolari in ombra, sia quelli in luce. La fotografia invece non può. L'elaborazione HDR, quindi, cerca di approssimare quello che l'occhio vede ed interpreta, grazie alla conversione chiamata tonal mapping, che sarà l'ultimo step della tecnica HDR, quello cioè di "traduzione" dell'immagine a 32 bit (non visualizzabile a monitor) in un'immagine finale a 8 o 16 bit, utilizzabile a monitor o a stampa.
Non tutti apprezzano la tecnica HDR, in particolare quando l'elaborazione genera risultati surreali. Si può in alternativa ricorrere ad un'altra tecnica, l'Exposure Fusion o Exposure Blending, ovvero Fusione di Esposizioni.
Anche questa tecnica, come l'HDR, agisce su un set di immagini differentemente esposte per ottenere una scala tonale più ampia di quella raggiungibile in un singolo scatto. Lo stesso processo in HDR sarebbe più lento per via del passaggio intermedio ad una immagine High Dynamic Range. Al contrario, l'Exposure Fusion è un processo unico che consente di fondere un set di esposizioni in bracketing in una immagine finale ad alta qualità ma naturale, che raccoglie le alte luci dalle immagini sottoesposte e le ombre dalle immagini sovraesposte, ma senza variazioni della profondità in bit (range dinamico). Il fatto di non passare per un'immagine HDR semplifica il processo, non richiede elevate capacità di calcolo e non genera artefatti come aloni. Inoltre, ha tre importanti side-effect: consente di inserire nel set di esposizioni immagini con illuminazione differente, anche flash; riduce sensibilmente il rumore di fondo nelle zone d'ombra; estende via software la profondità di campo dell'immagine finale a partire da immagini a profondità di campo ridotta.
Na sorta di focus staking stessa foto a diaframmi variabili fuse
Grazie a tutti risposta chiara.
Emanuele
Emanuele