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Perche I Professionisti Contro I Fotoamatori?!?
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buzz
Staff
Messaggio: #76
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 11:36 AM) *
Come in tutte le altre discussioni, continuo a non capire che razza di conti fate: l'ISTAT parla di una pressione fiscale, nel 2012, del 52%. Come si arriva al 69%?

Per i lavoratori dipendenti l'aliquota IRPEF più alta è del 43%, il che significa che sull'intero reddito la percentuale è sicuramente minore del 43% (come ho già scritto, su 100.000,00€ è di circa il 36%). Come si arriva al 55%?



Effettivamente l'ISTAT pone cifre più basse, ma questa percentuale è uscita in una trasmissione TV dei mesi scorsi. Adesso non ricordo se si tratta di Porta a porta o di ballarò, ma il calcolo non è solo sull'IRPEF.
Tasse sono tante:
IRAP (non deducibile)
IMU (non deducibile) e se sei proprietario della bottega che occupi la paghi per intero
TARSU (non deducibile)
Iscrizioni e licenze
per non parlare che anche le utenze contengono percentuali di tasse enormi, superiori a quelle di utenze domestiche.

vuoi fatto un conto alla "femminina"?

Deposito commerciale di 800 mq, vendita di materiale vario
l'azienda paga
4000 euro di IRAP
10000 di IMU
8000 TARSU
240 iscrizione CC
altre 500 per licenze varie
1000 passo carrabile (è una tassa anche quella)

in pratica, senza ancora aver applicata l'IRPEF sul guadagno, che non è quello che resta ma quello alla fonte dato che le tasse non sono deducibili, hai già pagato quasi 25mila euro, su un importo teorico di guadagno (tolte le spese vive) di 60 mila euro.
su queste devi togliere il 40% di irpef ovvero restano buoni 11 mila euro con i quali devi campare la famiglia.
Posso aver sbagliato di poco, ma mi sa che ci avviciniamo.

allora... 60mila meno 11 mila, quanto hai pagato di tasse in percentuale?

certo, se invece di 60 mila ne guadagnassi 300 mila lorde la percentuale diminuirebbe, ma io ti porto il mio caso, motivo per il quale ho chiuso l'attività.

Non contare che in tutto questo i 2 soci pagano ancora quasi 4000 euro cadauno di minimale INPS, che sono soldi che FORSE un giorno verranno restituiti come pensione, ma nel frattempo li scuci e non puoi tirarti indietro, Proprio come una tassa.

Davanti ad una situazione del genere, il commerciante, o evade o chiude, (o vende di più, cosa di questi tempi utopistica) e siccome evadere è illegale resta una sola soluzione.

quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni?
Lascio a te e agli amanti delle cifre la risposta.


logan7
Messaggio: #77
QUOTE(Grazmel @ May 16 2013, 11:40 AM) *
Sembra hai trovato una mosca bianca wink.gif

Io ne seguo diversi, e finora non ne avevo trovato uno...e ripeto, TUTTI i fotografi di matrimonio americani, inglesi, australiani, tedeschi, austriaci e ungheresi dei quali ho visto il sito, non avevano NESSUNA informazione a riguardo (e non sono fotografi comuni, ma tra i più famosi nelle rispettive nazioni).

Graziano


Dal quel che leggo qui anche in UK vige l'obbligo.
pes084k1
Messaggio: #78
QUOTE(Polt81 @ May 15 2013, 01:12 PM) *
io ai "professionisti" che si lamentano (e le virgolette sono d'obbligo) farei un'altra domanda

perchè se si dichiarano professionisti alcuni di essi (spero una netta minoranza) spesso fanno foto che anche un bambino di 5 anni riuscirebbe a rendere piu espressive ?

esempio pratico:

ieri mattina mi sono alzato presto in modo da andare al parco lago nord di Paderno Dugnano all'apertura e fare con calma qualche foto con la luce mattutina
alle 7 dentro al parco, io a farmi le mie foto dal lato del canneto e i pescatori a rilassarsi con le canne in mano dal lato del carpodromo
verso le 8 arriva qualche persona coi cani e uno di questi mi ferma per fare quattro chiacchiere e mi chiede se sono disposto a fare qualche foto per promuovere una nuova linea di materassi per cani (da quello che ho capito è un piccolo produttore di materassi e sta lanciando una linea per animali) dicendomi che in passato si era appoggiato ad un professionista, pagato profumatamente, per i materassi normali, ed è stata un'esperienza pessima
foto frontali, piatte, inespressive, bilanciamento del bianco assente (tanto che i materassi sembravano tutti azzurri

in sostanza, foto del cavolo e nessuna post produzione

è stato costretto a chiedere ad un suo amico, amatore, di rifare tutto per avere un lavoro decente

personalmente ho rifiutato l'offerta perchè non ero sicuro di potergli fornire un lavoro all'altezza di uno scopo commerciale (e comunque, da amatore, l'avrei fatto anche gratis, giusto per lo sfizio di vedere come sono dei materassi per cani XD) ma gli ho dato il numero di un amico am momento decisamente piu bravo di me per sentire se se la sente lui (altra persona che generalmente nuon vuole un centesimo per le foto, poi al limite si accorderanno tra loro se dovesse accettare)

ora, non dico che tutti i professionisti siano così, anzi, spero che sia solo un raro caso di regolare disonesto e che i bravi fotografi professionisti siano la maggioranza, ma come si puo chiedere dei soldi per un lavoro pessimo ?
ben vengano gli amatori che chiedono poco o niente se il professionista sottovaluta le richieste del cliente


Il lavoro da fotoamatore non va pagato, ma è superiore di molte volte in media e di punta a quello dei professionisti, a meno che il pro non sia anche amatore e ci passi la vita a sperimentare (stile Newton, Adams....). E anche questi tizi erano molto "tecnici".

A presto telefono.gif

Elio
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #79
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 12:06 PM) *
Dal quel che leggo qui anche in UK vige l'obbligo.


Sull'UK aveva già spiegato Alberto (gambit) qualche messaggio fa wink.gif

La mia domanda era su Germania, Austria e Ungheria, che son quelle di cui ho visto su ampia scala una totale mancanza dei dati sui siti dei fotografi (almeno quelli che ho visto io, e son tanti), ma non solo, anche aziende...che poi esista una legge anche da loro, non lo so con certezza al 100% (ma sull'Ungheria così mi hanno detto chi ha una società lì), di sicuro se c'è pare nessuno la rispetti, e ancor di più nessuno la fa rispettare, visto che nessuno se ne preoccupa a quanto sembra.

Ma trattandosi anche dei tedeschi, spesso rispettosi delle regole, mi vien da pensare che forse da loro non esista questa cosa... wink.gif

Comunque, in Italia è così e così deve essere fatto, su questo non si discute.

Graziano

Messaggio modificato da Grazmel il May 16 2013, 11:22 AM
Polt81
Messaggio: #80
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 11:17 AM) *
A me risulta che per la parte di reddito che eccede i 75.000,00€ l'aliquota IRPEF è del 43%. Questo significa che per un reddito di 100.000,00€ si pagano 36.170,00€ di IRPEF. Quali sono le altre imposte che portano la vostra tassazione al 70% del fatturato netto? Al momento la "pressione fiscale" in Italia è di circa il 52% (dati ISTAT del quarto trimestre 2012).


la tassazione irpef è sul netto, che è quindi gia un reddito tassato

fosse anche il 43%

100000 - 43% = 57000

quei 57000 costituiscono utile societario quindi viene ulteriormente tassato

57000-43% = 32490

la tassazione totale effettiva è circa il 70%

Messaggio modificato da Polt81 il May 16 2013, 11:37 AM
hroby7
Messaggio: #81
Polt, temo ci sia un pelino di confusione..........

Roberto
a.mignard
Messaggio: #82
Sarà...io non mi esprimo su queste percentuali...

Mi sembra che si dicano un sacco di inesattezze.

Perchè non si ritorna in topic... al posto di parlare di tasse?

rolleyes.gif
logan7
Messaggio: #83
QUOTE(buzz @ May 16 2013, 12:03 PM) *
Effettivamente l'ISTAT pone cifre più basse, ma questa percentuale è uscita in una trasmissione TV dei mesi scorsi. Adesso non ricordo se si tratta di Porta a porta o di ballarò, ma il calcolo non è solo sull'IRPEF.
Tasse sono tante:
IRAP (non deducibile)
IMU (non deducibile) e se sei proprietario della bottega che occupi la paghi per intero
TARSU (non deducibile)
Iscrizioni e licenze
per non parlare che anche le utenze contengono percentuali di tasse enormi, superiori a quelle di utenze domestiche.

vuoi fatto un conto alla "femminina"?

Deposito commerciale di 800 mq, vendita di materiale vario
l'azienda paga
4000 euro di IRAP
10000 di IMU
8000 TARSU
240 iscrizione CC
altre 500 per licenze varie
1000 passo carrabile (è una tassa anche quella)

in pratica, senza ancora aver applicata l'IRPEF sul guadagno, che non è quello che resta ma quello alla fonte dato che le tasse non sono deducibili, hai già pagato quasi 25mila euro, su un importo teorico di guadagno (tolte le spese vive) di 60 mila euro.
su queste devi togliere il 40% di irpef ovvero restano buoni 11 mila euro con i quali devi campare la famiglia.
Posso aver sbagliato di poco, ma mi sa che ci avviciniamo.

allora... 60mila meno 11 mila, quanto hai pagato di tasse in percentuale?

certo, se invece di 60 mila ne guadagnassi 300 mila lorde la percentuale diminuirebbe, ma io ti porto il mio caso, motivo per il quale ho chiuso l'attività.

Non contare che in tutto questo i 2 soci pagano ancora quasi 4000 euro cadauno di minimale INPS, che sono soldi che FORSE un giorno verranno restituiti come pensione, ma nel frattempo li scuci e non puoi tirarti indietro, Proprio come una tassa.

Davanti ad una situazione del genere, il commerciante, o evade o chiude, (o vende di più, cosa di questi tempi utopistica) e siccome evadere è illegale resta una sola soluzione.

quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni?
Lascio a te e agli amanti delle cifre la risposta.


Non ti seguo: se l'imponibile IRPEF è di 60.000,00€ si pagano 19.270,00€ di IRPEF, quindi il 32% circa. Ti rimangono 40.730,00€ non 11.000,00€. Togliendo da questi i 23.704,00€ di tasse che elenchi si arriva a poco meno di 17.000,00€. Però stai mischiando pere con mele, in modo molto grossolano. Togliere le tasse dal reddito al netto dell'IRPEF che senso ha? Che valore rappresenta?

Poi: 4.000,00€ di IRAP sono dovuti a fronte di circa 112.500,00€ di base imponibile IRAP (considerando i 10.500,00€ di deduzione forfettaria).

Non so di che società parli, ma circa 112.500,00€ di valore della produzione netta mi sembra veramente poco.

Per fare un paio di esempi pratici: un bar non sopravvive se non incassa almeno 500,00€ al giorno, che fanno più di 180.000,00€ l'anno in caso di apertura 7/7; un libero professionista, per portare a casa uno stipendio discreto (circa 2.000,00€ al mese), deve fatturare almeno 50.000,00€ l'anno (e molte spese rimangono a suo carico).

In Italia, purtroppo, la tendenza è quella di avere tante società piccole. All'estero il fenomeno delle micro imprese non è sviluppato come da noi: in Italia l'81% della forza lavoro è impiegato in una PMI (più del 40% in micro imprese), mentre in UK è solo il 46%, in Germania e Francia il 39%. Le PMI hanno in genere una serie di difetti strutturali, tra cui: bassa capitalizzazione, liquidità limitata e limiti relativamente alla possibilità di contrarre prestiti, nonché una scarsa esposizione ai mercati internazionali, specialmente oltre i confini dell’UE.

Detto questo, penso che molte aziende finiscono per chiudere perché non hanno preparato un business plan coerente e realistico.
buzz
Staff
Messaggio: #84
QUOTE(a.mignard @ May 16 2013, 12:43 PM) *
Sarà...io non mi esprimo su queste percentuali...

Mi sembra che si dicano un sacco di inesattezze.

Perchè non si ritorna in topic... al posto di parlare di tasse?

rolleyes.gif



Perchè è il nocciolo del contendere.
il pro si lamenta (quindi è contro) dell'amatore accusandolo di poter praticare prezzi concorrenziali perchè non le paga.
Semplice, no?!
logan7
Messaggio: #85
QUOTE(Polt81 @ May 16 2013, 12:36 PM) *
la tassazione irpef è sul netto, che è quindi gia un reddito tassato

fosse anche il 43%

100000 - 43% = 57000

quei 57000 costituiscono utile societario quindi viene ulteriormente tassato

57000-43% = 32490

la tassazione totale effettiva è circa il 70%


Se fosse come dici tu, altro che 70%!!!! Su 100.000,00€ hai calcolato ben 87.490,00€ di imposte! Praticamente ti rimarrebbero in tasca 12.510,00€ netti su 100.000,00€ lordi... mi sembra che non siano dati realistici.
MrPaulson79
Messaggio: #86
QUOTE(buzz @ May 16 2013, 12:03 PM) *
Effettivamente l'ISTAT pone cifre più basse, ma questa percentuale è uscita in una trasmissione TV dei mesi scorsi. Adesso non ricordo se si tratta di Porta a porta o di ballarò, ma il calcolo non è solo sull'IRPEF.
Tasse sono tante:
IRAP (non deducibile)
IMU (non deducibile) e se sei proprietario della bottega che occupi la paghi per intero
TARSU (non deducibile)
Iscrizioni e licenze
per non parlare che anche le utenze contengono percentuali di tasse enormi, superiori a quelle di utenze domestiche.

vuoi fatto un conto alla "femminina"?

Deposito commerciale di 800 mq, vendita di materiale vario
l'azienda paga
4000 euro di IRAP
10000 di IMU
8000 TARSU
240 iscrizione CC
altre 500 per licenze varie
1000 passo carrabile (è una tassa anche quella)

in pratica, senza ancora aver applicata l'IRPEF sul guadagno, che non è quello che resta ma quello alla fonte dato che le tasse non sono deducibili, hai già pagato quasi 25mila euro, su un importo teorico di guadagno (tolte le spese vive) di 60 mila euro.
su queste devi togliere il 40% di irpef ovvero restano buoni 11 mila euro con i quali devi campare la famiglia.
Posso aver sbagliato di poco, ma mi sa che ci avviciniamo.

allora... 60mila meno 11 mila, quanto hai pagato di tasse in percentuale?

certo, se invece di 60 mila ne guadagnassi 300 mila lorde la percentuale diminuirebbe, ma io ti porto il mio caso, motivo per il quale ho chiuso l'attività.

Non contare che in tutto questo i 2 soci pagano ancora quasi 4000 euro cadauno di minimale INPS, che sono soldi che FORSE un giorno verranno restituiti come pensione, ma nel frattempo li scuci e non puoi tirarti indietro, Proprio come una tassa.

Davanti ad una situazione del genere, il commerciante, o evade o chiude, (o vende di più, cosa di questi tempi utopistica) e siccome evadere è illegale resta una sola soluzione.

quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni?
Lascio a te e agli amanti delle cifre la risposta.


Ma avete tutti dei commercialisti imbecilli? Scusate la franchezza ma i conti che fate sono fuori dal mondo ... se fosse come dite voi avrebbero già chiuso tutti da un pezzo ... e per tutti intendo TUTTI!!
Su 800mq di capannone paghi tra le 3000 e le 3.500 Euro di IMU ... ok non va dedotta (ed è vergognosa sta cosa) ma non sono 10.000 come scrivi tu!!!
Per l'IRAP più o meno ci siamo e si va dai 3000 ai 4000 Euro ... ma l'IRAP si deduce interamente!!
Anche il conto della Tarsu mi pare corretto, ma anche quella si deduce ...
Le altre voci incidono relativamente ...
Quindi è chiaro che su questi importi (eccetto l'imu) NON paghi l'irpef ...
Poi se hai moglie e figli a carico li deduci, le spese mediche le detrai ...
Senza contare gli atteggiamenti border line tipo auto-scheda carburanti-cellulare-via card che vengono dedotti sulla base di un effettivo uso esclusivo aziendale quando poi non è mai così.

In Italia la tassazione è vergognosa, ma non è il 70, ma attorno al 50% ... che ripeto è vergognosa senza se e senza ma, ma lasciamo perdere sta storia del 70% ...
Il problema vero è che la nostra economia non tira più ... e le vendite si sono contratte in maniera paurosa!! Quindi quando pre-irpef rimanevano 100.000 Euro, il pagarne 50K di tasse ci stava sulle xxx, ma lo si faceva ora che ne rimangono 60.000 campiamo a fatica ... e quando ne rimarrano 20? o 10? o non rimarrà più niente????
buzz
Staff
Messaggio: #87
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 01:44 PM) *
Non ti seguo: se l'imponibile IRPEF è di 60.000,00€ si pagano 19.270,00€ di IRPEF, quindi il 32% circa. Ti rimangono 40.730,00€ non 11.000,00€. Togliendo da questi i 23.704,00€ di tasse che elenchi si arriva a poco meno di 17.000,00€. Però stai mischiando pere con mele, in modo molto grossolano. Togliere le tasse dal reddito al netto dell'IRPEF che senso ha? Che valore rappresenta?

Poi: 4.000,00€ di IRAP sono dovuti a fronte di circa 112.500,00€ di base imponibile IRAP (considerando i 10.500,00€ di deduzione forfettaria).

Non so di che società parli, ma circa 112.500,00€ di valore della produzione netta mi sembra veramente poco.

Per fare un paio di esempi pratici: un bar non sopravvive se non incassa almeno 500,00€ al giorno, che fanno più di 180.000,00€ l'anno in caso di apertura 7/7; un libero professionista, per portare a casa uno stipendio discreto (circa 2.000,00€ al mese), deve fatturare almeno 50.000,00€ l'anno (e molte spese rimangono a suo carico).

In Italia, purtroppo, la tendenza è quella di avere tante società piccole. All'estero il fenomeno delle micro imprese non è sviluppato come da noi: in Italia l'81% della forza lavoro è impiegato in una PMI (più del 40% in micro imprese), mentre in UK è solo il 46%, in Germania e Francia il 39%. Le PMI hanno in genere una serie di difetti strutturali, tra cui: bassa capitalizzazione, liquidità limitata e limiti relativamente alla possibilità di contrarre prestiti, nonché una scarsa esposizione ai mercati internazionali, specialmente oltre i confini dell’UE.

Detto questo, penso che molte aziende finiscono per chiudere perché non hanno preparato un business plan coerente e realistico.



Gli 11 mila sarebbero quelli che alla fine ti restano in tasca, e che teoricamente potresti spendere per mantenerti da vivere.
seguiti: l'imponibile è di 60 mila, e a questi devi levare tutte le tasse che devi pagare, ti restano, secondo il tuo calcolo 17 mila.
ok, quindi 17 mila su 60 mila che percentuale è? forse più del 70% . Se la tassazione fosse in totale del 55% resterebbero circa 33 mila euro, e invece ne rimangono, la metà. ergo...

Capisco che sei legato al calcolo preciso, e mi fa piacere, ma grammo più grammo meno, la tassazione è forte. Troppo forte per essere sopportata. E finiamola con il planning aziendale. Quando gli incassi diminuiscono in una piccola città e una piccola azienda puoi fare ben poco. Tutti i settori sono in crisi, e lo stato, invece di agevolare, stringe la vite.
Ovvio, allo stato servono x miliardi. se il giro è grosso, gli basta una media percentuale. Mano a mano che il giro diminuisce, il fisco non fa altro che alzare la percentuale, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
E' una cosa talmente elementare...
Dimmi che non è così.
buzz
Staff
Messaggio: #88
QUOTE(MrPaulson79 @ May 16 2013, 02:01 PM) *
Ma avete tutti dei commercialisti imbecilli? Scusate la franchezza ma i conti che fate sono fuori dal mondo ... se fosse come dite voi avrebbero già chiuso tutti da un pezzo ... e per tutti intendo TUTTI!!
Su 800mq di capannone paghi tra le 3000 e le 3.500 Euro di IMU ... ok non va dedotta (ed è vergognosa sta cosa) ma non sono 10.000 come scrivi tu!!!
Per l'IRAP più o meno ci siamo e si va dai 3000 ai 4000 Euro ... ma l'IRAP si deduce interamente!!
Anche il conto della Tarsu mi pare corretto, ma anche quella si deduce ...
Le altre voci incidono relativamente ...
Quindi è chiaro che su questi importi (eccetto l'imu) NON paghi l'irpef ...
Poi se hai moglie e figli a carico li deduci, le spese mediche le detrai ...
Senza contare gli atteggiamenti border line tipo auto-scheda carburanti-cellulare-via card che vengono dedotti sulla base di un effettivo uso esclusivo aziendale quando poi non è mai così.

In Italia la tassazione è vergognosa, ma non è il 70, ma attorno al 50% ... che ripeto è vergognosa senza se e senza ma, ma lasciamo perdere sta storia del 70% ...
Il problema vero è che la nostra economia non tira più ... e le vendite si sono contratte in maniera paurosa!! Quindi quando pre-irpef rimanevano 100.000 Euro, il pagarne 50K di tasse ci stava sulle xxx, ma lo si faceva ora che ne rimangono 60.000 campiamo a fatica ... e quando ne rimarrano 20? o 10? o non rimarrà più niente????



non so in che città vivi, ma qui da me è così. Se vuoi ti faccio vedere le ricevute.
solo la seconda rata era di 6000 di cui più di 3000 per il comune.
non è un capannnone ma un locale in centro città.
Tra parentesi, per l'appartamento pago 2000 euro l'anno. per farti capire quanto è alta nella mia città.
L'irap non si deduce, e se si deduce mi sa che dovrò cambiare commercialista.
non ho altre detrazioni, ma alla fine la sostanza è sempre quella: le tasse sono esageratamente alte.
Le spese mediche le detrai per una percentuale così bassa che non vale nemmeno la pena farsi rilasciare gli scontrini.
e poi quelle sono spese, non è detto che tu li debba spendere per forza!
Un commercio normale non ha schede carburanti o macchina a carico (almeno il mio)
Per le percentuali ti rimando al calcolo fatto, non da me ma da logan7.

Guarda che stanno chiudendo quasi tutti. Se fai un giro per la mia città, trovi 1 bottega sfitta su 3 nelle vie principali.
logan7
Messaggio: #89
QUOTE(buzz @ May 16 2013, 02:49 PM) *
Capisco che sei legato al calcolo preciso, e mi fa piacere, ma grammo più grammo meno, la tassazione è forte. Troppo forte per essere sopportata. E finiamola con il planning aziendale. Quando gli incassi diminuiscono in una piccola città e una piccola azienda puoi fare ben poco. Tutti i settori sono in crisi, e lo stato, invece di agevolare, stringe la vite.
Ovvio, allo stato servono x miliardi. se il giro è grosso, gli basta una media percentuale. Mano a mano che il giro diminuisce, il fisco non fa altro che alzare la percentuale, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
E' una cosa talmente elementare...
Dimmi che non è così.


La tassazione è uguale per tutti, questa è la considerazione di base. Al netto dei possibili interventi che il Governo dovrebbe/potrebbe varare a breve termine per permettere alle piccole aziende di sopravvivere, sul lungo periodo il problema rimane lo stesso: anche se in Italia la cultura imprenditoriale dice il contrario, piccolo NON è bello. La sopravvivenza si ottiene diversificando, stringendo alleanze commerciali, stipulando contratti di collaborazione con altre aziende, creando realtà aziendali più grandi, espandendosi sul mercato estero. Rimanere piccoli significa soprattutto avere minimi margini di sopravvivenza in caso di contrazione dei consumi, come sta avvenendo. Quindi, alla fine dei conti, è sempre e soltanto un problema di business plan e di capacità manageriali.
rickyjungle
Messaggio: #90
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 02:58 PM) *
La tassazione è uguale per tutti, questa è la considerazione di base. Al netto dei possibili interventi che il Governo dovrebbe/potrebbe varare a breve termine per permettere alle piccole aziende di sopravvivere, sul lungo periodo il problema rimane lo stesso: anche se in Italia la cultura imprenditoriale dice il contrario, piccolo NON è bello. La sopravvivenza si ottiene diversificando, stringendo alleanze commerciali, stipulando contratti di collaborazione con altre aziende, creando realtà aziendali più grandi, espandendosi sul mercato estero. Rimanere piccoli significa soprattutto avere minimi margini di sopravvivenza in caso di contrazione dei consumi, come sta avvenendo. Quindi, alla fine dei conti, è sempre e soltanto un problema di business plan e di capacità manageriali.




Mi riallaccio a questo tuo post per fare un piccolo OT:
Diverso tempo fa su una trasmissione, tipo Report, facevano una considerazione circa la tua analisi.
Analizzavano i dati dei soldi che la comunità europea dava ai contadini per i danni alle coltivazioni o per i terreni non coltivati per varie ragioni (non entro nel merito).
Comunque dai dati si vedeva che in inghilterra i fondi erogati erano maggiori, ma di diverse volte, rispetto a quelli nostrani, nonostante la situazione di terreni fosse paragonabile (addirittura la regina elisabetta aveva diritto a 10.000 euro l'anno per i suoi terreni).
Andando nel dettaglio hanno scoperto, che mentre in inghilterra i contadini si mettevano tutti assieme per far figurare un terreno di XXXX mq, così da ricevere la sovvenzione che poi ridistribuivano ai singoli, in italia invece presentavano migliaia di pezzettini minuscoli di terreno che non raggiungevano la soglia minima per poter accedere ai fondi, e quindi nessun poveraccio prendeva i soldi, e quando chiedevano ai vari contadini del perché non facessero come in inghilterra, veniva fuori il classico italiano MORTE TUA VITA MEA, ovvero, io col vicino non mi metto perché mi sta sulle xxx, e figurarsi se do un vantaggio a lui a scapito mio... peccato che con questa mentalità anche lui soccombesse... morale? in italia si "coltiva" sempre e solo il proprio orticello senza guardare più in la e vedere che si fa parte di qualcosa di più grande che noi stessi e forse ma forse un'apertura maggiore sarebbe di beneficio per tutti...
Fine OT
logan7
Messaggio: #91
QUOTE(buzz @ May 16 2013, 02:57 PM) *
[...]non è un capannnone ma un locale in centro città.[...]


L'IMU non si calcola in base ai mq, ma in base alla rendita catastale e alla categoria catastale.

10.000,00€ di IMU per un immobile di categoria catastale "C/2 Magazzini e locali di deposito" si pagano a fronte di una rendita catastale di 7.900,00€. Se lo stesso immobile fosse assegnato alla categoria catastale "C/1 Negozi e botteghe" l'IMU sarebbe di 3.500,00€ circa.
logan7
Messaggio: #92
QUOTE(rickyjungle @ May 16 2013, 03:11 PM) *
Mi riallaccio a questo tuo post per fare un piccolo OT:
Diverso tempo fa su una trasmissione, tipo Report, facevano una considerazione circa la tua analisi.
Analizzavano i dati dei soldi che la comunità europea dava ai contadini per i danni alle coltivazioni o per i terreni non coltivati per varie ragioni (non entro nel merito).
Comunque dai dati si vedeva che in inghilterra i fondi erogati erano maggiori, ma di diverse volte, rispetto a quelli nostrani, nonostante la situazione di terreni fosse paragonabile (addirittura la regina elisabetta aveva diritto a 10.000 euro l'anno per i suoi terreni).
Andando nel dettaglio hanno scoperto, che mentre in inghilterra i contadini si mettevano tutti assieme per far figurare un terreno di XXXX mq, così da ricevere la sovvenzione che poi ridistribuivano ai singoli, in italia invece presentavano migliaia di pezzettini minuscoli di terreno che non raggiungevano la soglia minima per poter accedere ai fondi, e quindi nessun poveraccio prendeva i soldi, e quando chiedevano ai vari contadini del perché non facessero come in inghilterra, veniva fuori il classico italiano MORTE TUA VITA MEA, ovvero, io col vicino non mi metto perché mi sta sulle xxx, e figurarsi se do un vantaggio a lui a scapito mio... peccato che con questa mentalità anche lui soccombesse... morale? in italia si "coltiva" sempre e solo il proprio orticello senza guardare più in la e vedere che si fa parte di qualcosa di più grande che noi stessi e forse ma forse un'apertura maggiore sarebbe di beneficio per tutti...
Fine OT


Il tuo esempio è perfetto. In altri tempi le piccole dimensioni delle aziende italiane hanno rappresentato un vantaggio competitivo, che è andato scemando nel tempo fino a diventare un handicap. Oggi si deve ragionare in un'ottica diversa, il mercato è cambiato e i consumi anche.

Personalmente ho modificato le mie abitudini di consumatore in modo radicale: l'accesso alla rete ha permesso di confrontare i prezzi di beni e servizi superando qualsiasi tipo di limitazione geografica, permettendomi di avere a disposizione un mercato potenzialmente infinito. In cui esistono operatori che forniscono un servizio di vendita e di post vendita impeccabile, a fronte di costi inferiori a quelli di un negozio normale. Chi si ostina a non capire che certe attività sono destinate a vedere sempre più ridotti i loro margini di guadagno finirà per chiudere.

Di più: in futuro probabilmente le attività commerciali dovranno evolvere ancora, andando oltre il paradigma del semplice venditore di beni.
MrPaulson79
Messaggio: #93
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 03:35 PM) *
Il tuo esempio è perfetto. In altri tempi le piccole dimensioni delle aziende italiane hanno rappresentato un vantaggio competitivo, che è andato scemando nel tempo fino a diventare un handicap. Oggi si deve ragionare in un'ottica diversa, il mercato è cambiato e i consumi anche.

Personalmente ho modificato le mie abitudini di consumatore in modo radicale: l'accesso alla rete ha permesso di confrontare i prezzi di beni e servizi superando qualsiasi tipo di limitazione geografica, permettendomi di avere a disposizione un mercato potenzialmente infinito. In cui esistono operatori che forniscono un servizio di vendita e di post vendita impeccabile, a fronte di costi inferiori a quelli di un negozio normale. Chi si ostina a non capire che certe attività sono destinate a vedere sempre più ridotti i loro margini di guadagno finirà per chiudere.

Di più: in futuro probabilmente le attività commerciali dovranno evolvere ancora, andando oltre il paradigma del semplice venditore di beni.


Cerco qualcosa bene, accendo un computer digito xyz.com e trovo tutto quello che mi serve a prezzi vantaggiosissimi ... bene ma il rovescio della medaglia mi pare non lo calcoli mai nessuno.
Negli anni '50 mi serviva un ventilatore quindi cosa facevo? Andavo nel negozio di elettrodomestici sotto casa che dava lavoro come minimo ai titolari (di solito una famiglia) e a volte a 1-2 dipendenti; allora non c'era internet e quindi non avevo idea di producesse i ventilatori o come contattare il produttore quindi produttori/distributori erano messi in contatto dai "rappresentanti" (1 rappresentante a costo di grandi fatiche manteneva spesso una intera famiglia ... come ha fatto il mio babbo) ... senza contare che i ventilatori venivano prodotti in Italia con conseguente piena occupazione.
Negli anni '80 nascono i grandi centri commerciali e i grandi negozi di elettronica; un Mediamondo (ma vale per qualsiasi brand) da lavoro mediamente a 15-20 persone ma vende lo stessi ventilatori che prima erano venduti da 15 piccoli negozi di paese in cui lavoravano dalle 30 alle 50 persone direttamente oltre all'indotto dato dai rappresentati; il lato positivo è che vendendo 20 ventilatori al giorno invece di 2 riesce a praticare prezzi molto più favorevoli per la clientela; il lato negativo è che si sono persi 40 posti di lavoro. Senza contare che il fabbricante di ventilatori ha trasferito la fabbrica in Cina.
Oggi e per il futuro con internet sono nati i grandi store on-line; la merce può essere spedita da ogni parte del globo. Ammesso e non concesso di avere un deposito-magazzino in Italia questo da lavoro a 5-10 persone, ma vende materiale quanto 20 Mediamondo che però danno lavoro a 400 persone; vendendo 20 volte tanto lo store on-line riesce a praticare prezzi inferiori al Mediamondo che però così è costretto a chiudere ... al megastore fisico si sostituisce il megastore on-line che però impiega solo il 5% della forza lavoro.
Avanti di questo passo dove si arriverà?
Grande, per me, non è per forza un bene ...

logan7
Messaggio: #94
QUOTE(MrPaulson79 @ May 16 2013, 04:26 PM) *
[...]Avanti di questo passo dove si arriverà?
Grande, per me, non è per forza un bene ...


Spero a capire che per certe tipologie di beni e servizi era stata costruita un'infrastruttura di distribuzione e vendita che oggi, alla luce della globalizzazione, è del tutto sovradimensionata. In futuro sarà ancora peggio, perché il produttore di un bene ha solo da guadagnarci eliminando dalla catena il maggior numero di intermediari. Massimizza il profitto riuscendo anche a contenere il prezzo dei beni, perché ci sono meno ricarichi.

E' un male? Non credo. Tante professioni sono scomparse per colpa dell'evoluzione tecnologica, e tante altre sono state create per soddisfare necessità che in precedenza non esistevano. L'unico atteggiamento insensato, IMHO, è quello teso a difendere ad oltranza lo status quo.

Messaggio modificato da logan7 il May 16 2013, 03:38 PM
Franco.DeFabritiis
Messaggio: #95
Purtroppo o per fortuna, è il caso di abituarsi all'evoluzione dei mercati.

Non è solo una questione di piccolo vs. grande, ma di modelli di sviluppo economico completamente differenti da qualunque modello passato.

Sta a noi saperci adattare, e saper ricavare il meglio da questa evoluzione. E pur vero che, avendoci lavorato nella GDO, già si capiva 2-3 anni fa che i negozi on-line avrebbero sottratto fette sempre più consistenti di mercato ai centri commerciali. Alcune aziende (tipo una di quelle per cui ho lavorato) cercavano di ovviare, offrendo un servizio di assistenza post vendita veramente a 360°, e una consulenza specializzata specialmente sui prodotti informatici.

Signori, dopo tutto è alla base dell'evoluzione darwiniana il concetto della sopravvivenza del più adatto.

Come dice logan, forse è il caso che i piccoli facciano fronte comune per rivaleggiare coi grandi ad armi pari. (per dirla in maniera molto spicciola!)
buzz
Staff
Messaggio: #96
QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 02:58 PM) *
La tassazione è uguale per tutti, questa è la considerazione di base. Al netto dei possibili interventi che il Governo dovrebbe/potrebbe varare a breve termine per permettere alle piccole aziende di sopravvivere, sul lungo periodo il problema rimane lo stesso: anche se in Italia la cultura imprenditoriale dice il contrario, piccolo NON è bello. La sopravvivenza si ottiene diversificando, stringendo alleanze commerciali, stipulando contratti di collaborazione con altre aziende, creando realtà aziendali più grandi, espandendosi sul mercato estero. Rimanere piccoli significa soprattutto avere minimi margini di sopravvivenza in caso di contrazione dei consumi, come sta avvenendo. Quindi, alla fine dei conti, è sempre e soltanto un problema di business plan e di capacità manageriali.



Se il consiglio per fare sopravvivere i piccoli negozianti è quello di vendere ai grandi magazzini, allora hai scoperto l'acqua calda!
Davanti a questi suggerimenti rabbrividisco, un po' come fecero i Francesi dopo il consiglio di maria antonietta di far mangiare loro brioches al posto del pane.
E' per questo che migliaia di aziende chiudono, proprio perchè lo stato non agevola i singoli, ma solo i grandi gruppi, e questa, secondo me, è una ingiustizia palese.
non so che collaborazioni possa assumere un rivenditore di città, ma di certo non può competere con una catena della grande distribuzione.

Ecco che infatti nella mia città non esiste più un solo negozio di fotografia (fino a 10 anni fa ce ne erano una decina) così la libera concorrenza se ne va a benedire, e sei costretto a comprare o su internet o sulla grande distribuzione.

esiste anche un'altra soluzione facile adottata da diversi: togliersi la vita.

non so che lavoro fai, ma da come ti esprimi, immagino tu ci sia dentro, ma non come "sofferente" ma come osservatore dall'alto. tanto in alto da non avere nemmeno una pallida idea dei sacrifici che occorre fare per stare a galla.


QUOTE(logan7 @ May 16 2013, 03:21 PM) *
L'IMU non si calcola in base ai mq, ma in base alla rendita catastale e alla categoria catastale.

10.000,00€ di IMU per un immobile di categoria catastale "C/2 Magazzini e locali di deposito" si pagano a fronte di una rendita catastale di 7.900,00€. Se lo stesso immobile fosse assegnato alla categoria catastale "C/1 Negozi e botteghe" l'IMU sarebbe di 3.500,00€ circa.



Per calcolare la rendita catastale i metri quadrati sono ininfluenti?
GuidoGR
Messaggio: #97
Un conto è la scomparsa di professioni obsolete, peraltro in genere sostituite da altre (vedi l'industria della carrozza sostiuita da quella dell'automobile, ad esempio), un altro è la sparizione di "occasioni di lavoro" non sostituite da altre.

Mi spiego: proprio il mese scorso un grande centro commerciale ha aperto un distributore di benzina/gasolio/gas venduti prezzi molto bassi (-10/15% della media), il risultato è stato il crollo delle vendite in tutti gli altri distributori cittadini. Il risultato sarà che 20 o 30 famiglie non avranno più un reddito, a fronte della creazione di uno o due posti di lavoro nuovi.
Le grandi catene di distribuzione acquistano da anni in paesi del terzo mondo i generi di più larga diffusione con l'apparente vantaggio di prezzi più bassi per il consumatore (in realtà l'unico vantaggio è per chi importa a 1 per vendere a 10!!), ma in realtà la perdita di posti di lavoro a causa della chiusura di tutte le aziende italiane che prima producevano i medesimi articoli ha fatto sì che tanti, anzi troppi, non possono nemmeno più permettersi l'acquisto dei beni "cinesi".

Provate a cercare i nomi dei cento uomini più ricchi del mondo, a parte i soliti noti vedrete che tra i più ricchi ci sono proprio i proprietari dei grandi gruppi discount del tessile abbigliamento: i vari Ortega (ZARA Inditex), Persson (H&M) o del mobile (IKEA).

Proprio coloro che sfruttando i paesi del terzo mondo vendono a poco (ma pagando pochissimo) beni voluttuari di grande diffusione.

I nostri operai tessili costano più di 3000 Euro al mese, mentre in quei paesi il costo varia dai 50 ai 100 Dollari al mese, noi ci difendiamo con produzioni al top di gamma, ma i volumi (quelli che fanno prosperare le aziende e moltiplicare i posti di lavoro) vengono a mancare, grazie proprio alla grande distribuzione che per massimizzare i guadagni vende con margini enormi merci a bassissimo costo e ancor più basso valore.

Vi farò un altro esempio: produrre una maglia di cashmere completamente in Italia, mantenendo così intatta la filiera tessile che da lavoro a centinaia di migliaia di persone, può costare 65/70 Euro e la si può vendere a 200 in negozio (moltiplicatore circa 3 x), il cinese invece la porta qui per 25/27 euro (è più bruttina, ma il consumatore è sempre più "ignorante" e non se ne accorge) così il negoziante, che la mette in negozio sempre a 200 Euro, ha un guadagno 7 x invece di 3 x. La scelta che farà il negoziante mi pare ovvia...

Sulla t-shirt di cotone è peggio: in Pakistan la si acquista a 0,2 Euro e la trovate in negozio dai 5 ai 10 Euro...capito come fa il signor H&M ad arricchirsi?

Il problema è che se come consumatori non ci diamo una mossa a privilegiare le cose di casa nostra , tra un po' nessuno di noi avrà più la possibilità di acquistarsi alcunché.

Non entro nella diatriba pro/amatore perché non intendo sicuramente fare foto di matrimonio...ho già così poco tempo per fare le mie foto, altro che fare quelle per gli altri!
logan7
Messaggio: #98
QUOTE(buzz @ May 16 2013, 05:20 PM) *
Se il consiglio per fare sopravvivere i piccoli negozianti è quello di vendere ai grandi magazzini, allora hai scoperto l'acqua calda!


In effetti non è quello che ho scritto. I piccoli negozianti, soprattutto in certi settori, sono anacronistici. Non capirlo ed addebitare esclusivamente alla pressione fiscale ogni chiusura è una mistificazione della realtà.

QUOTE(buzz @ May 16 2013, 05:20 PM) *
Davanti a questi suggerimenti rabbrividisco, un po' come fecero i Francesi dopo il consiglio di maria antonietta di far mangiare loro brioches al posto del pane.
E' per questo che migliaia di aziende chiudono, proprio perchè lo stato non agevola i singoli, ma solo i grandi gruppi, e questa, secondo me, è una ingiustizia palese.
non so che collaborazioni possa assumere un rivenditore di città, ma di certo non può competere con una catena della grande distribuzione.


Scusa, quali sarebbero le agevolazioni che lo Stato concede ai grandi gruppi a discapito dei singoli? Non me ne viene in mente neppure uno. Continuare a ragionare in termini di competizione è l'errore più grande, il piccolo contro il grande non ha alcuna chance di successo.

QUOTE(buzz @ May 16 2013, 05:20 PM) *
Ecco che infatti nella mia città non esiste più un solo negozio di fotografia (fino a 10 anni fa ce ne erano una decina) così la libera concorrenza se ne va a benedire, e sei costretto a comprare o su internet o sulla grande distribuzione.


No, la libera concorrenza si è spostata sul web. Tanto è vero che i prezzi non sono gli stessi per tutti, ma invece di spostarsi fisicamente da un negozio all'altro per cercare il prezzo migliore è sufficiente visitare da casa i siti web dei rivenditori. Siamo costretti a comprare su internet? E la chiami costrizione? Alla faccia! E' la più grande liberalizzazione che si sia mai vista: il mercato è diventato globale, abbiamo accesso a risorse che fino a pochi anni fa erano fisicamente inaccessibili... e tu la chiami costrizione?

QUOTE(buzz @ May 16 2013, 05:20 PM) *
esiste anche un'altra soluzione facile adottata da diversi: togliersi la vita.

non so che lavoro fai, ma da come ti esprimi, immagino tu ci sia dentro, ma non come "sofferente" ma come osservatore dall'alto. tanto in alto da non avere nemmeno una pallida idea dei sacrifici che occorre fare per stare a galla.


Ripeto: ostinarsi a difendere il fortino non è da eroi ma da stolti. Il mondo evolve, il mercato evolve, i bisogni delle persone cambiano. L'ho vissuto sulla pelle di mio padre e sulla mia. Bisogna avere la forza e la duttilità per cambiare, seguire (chi è veramente bravo riesce ad anticipare!) ed assecondare il mercato. E' difficile, ma non farlo significa soccombere.

QUOTE(buzz @ May 16 2013, 05:21 PM) *
[...]Per calcolare la rendita catastale i metri quadrati sono ininfluenti?


Influiscono, ma non direttamente: leggi questo.
Danilo 73
Messaggio: #99
Tutti questi meccanismi stanno portando sempre alla stessa cosa, arricchimento di chi è già ricco ed impoverimento delle fasce più deboli, sino ad arrivare alla disperazione per la sopravvivenza, tutto questo si traduce in malcontento, e quando diventa fame significa guerra! se non ci sarà una redistribuzione della ricchezza continuando cosi nel giro di 10-15 anni ci sarà una guerra.
p4noramix
Messaggio: #100
200 anni dopo la "rivoluzione industriale", la "rivoluzione commerciale/globale".
Ci sarà da sudare anche questa volta. Non poco. Secondo me abbiamo appena scollinato e il tonfo lo dobbiamo ancora fare.

Unica consolazione è che io e la mia generazione abbiam beccato il periodo migliore fino ad ora e forse non avrrriveremo a sentire il botto.
 
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