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Ma La Luce Cade O Non Cade? Si Fa Male?
Non c'è uno scienziato del Cern qui?
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Lutz!
Messaggio: #26
Ahah capito tutto!! Lo sapevo che dovevo fare due prove a casa!!

Appena ho un attimo vedo di fare una spiegazione esaustiva...
Piero 1
Messaggio: #27
Il fatto che la legge dell'inverso del quadrato valga solo per sorgenti di luce puntiformi, è vero, ma non è questa la sostanza del problema, considerato che, in caso di sorgente non puntiforme, magari l'illuminazione decadrà un pò meno, ma decadrà.
Il vero punto sta nel fatto che non è la quantità di luce a decadere, ma solo l'illuminazione fornita da quella intensità di luce.
Infatti la luce non decade al variare della distanza (perché dovrebbe?), a meno che non incontri sul suo percorso una massa che la rifletta in una diversa direzione o che la assorba. In realtà anche il tal caso la luce non decadrà in se stessa, ma sarà l'osservatore a "vederne meno" proprio perché una parte di essa avrà preso una direzione diversa ovvero sarà stata assorbita dalla materia (aumentandone così l'energia).
La risposta al quesito posto sta in quanto detto da Wombat: man mano che la superficie illuminata, di grandezza finita, si allontana dalla sorgente di luce, riceverà essa meno luce, secondo la legge dell'inverso del quadrato, fermo restando che la quantità di luce emessa dalla sorgente rimarrà invariata. L'altra parte della (invariata a prescindere dalla distanza) quantità di luce emessa andrà ad illuminare ciò che sta intorno alla superfice di grandezza finita che abbiamo preso come riferimento (quella, cioè, che si è allontanata dalla fonte). Naturalmente, se fossimo nel vuoto, quella altra parte della quantità di luce emessa dalla sorgente, che non illumini la superficie, si disperderà, rimanendo sempre della medesima intensità, finché non incontrerà sul suo percorso una massa riflettente od assorbente (non è proprio così, ma sto semplificando).
Per questo motivo se allontano la fonte di luce dal soggetto da questa illuminato che ho preso come riferimento (che corrisponde alla superficie di cui sopra), l'illuminazione di tale soggetto diminuirà di molto (più o meno corrispondentemente alla legge dell'inverso del quadrato).
Cioè, in altri termini, la legge dell'inverso del quadrato si riferisce all'intensità dell'illuminazione di una superficie da parte di una sorgente di luce e non all'intensità di quella emessa dalla sorgente.
Nel caso della misurazione con l'esposimetro della fotocamera, il cui sensore inquadra il soggetto illuminato, dal punto di vista del sensore la sorgente di luce è costituita proprio e solo dal soggetto illuminato e, naturalmente, quanto sopra rimane valido anche per esso.
Senonché il fotografo che si allontani con la fotocamera/sensore dal soggetto si accorgerà della diminuzione della quantità di luce che colpisce il sensore solo allorché abbia regolato il suo esposimetro in modalità media uniforme, se ne accorgerà meno allorché lo abbia regolato su ponderata centrale, non se ne accorgerà affatto se è in modalità di rilevazione spot.
Il motivo sta nel fatto che, stavolta, è il sensore (tutto il sensore nel suo complesso) ad assumere la veste di "soggetto illuminato" dalla luce riflessa dal "soggetto principale", a sua volta illuminato dalla fonte di luce.
Se io dico al mio esposimetro di rilevare solo la luce proveniente dal "soggetto principale", puntandolo su di esso in modalità spot e rilevando la corrispondente coppia tempo/diaframma, è ovvio che, anche se mi allontano, l'esposizione (coppia tempo/diaframma) rimarrà invariata. Se, invece, regolo il mio esposimetro su media uniforme e parimenti mi allontano dal "soggetto principale", rileverò una più o meno drastica riduzione dell'esposizione, che mi costringerà ad allungare il tempo ovvero ad aprire di più il diaframma.
Ciò perché, anche stavolta, quella stessa identica quantità di luce proveniente dal "soggetto principale" dovrà illuminare l'intero maggior campo coperto a seguito dell'allontanamento da esso e perciò l'illuminazione del mio sensore decadrà secondo la legge dell'inverso del quadrato della distanza (più o meno).
Questo non avviene nel primo caso perché ho detto al mio esposimetro spot di rilevare solo e soltanto la luce proveniente dal "soggetto principale" e perciò lui avrà calcolato l'esposizione solo su di essa e non su tutto il sensore ("soggetto illuminato").
Scusate se sono stato lungo, ma -come disse qualcuno- non ho avuto il tempo per essere conciso. Spero comunque di essere stato chiaro e di non aver detto castronerie.
Piero
Alberto Gandini
Messaggio: #28
Forse io ero stato un pò troppo conciso ma avevo espresso la stessa cosa.
dimapant
Banned
Messaggio: #29
QUOTE(F.Giuffra @ Mar 6 2012, 01:31 PM) *
Dunque, io non sono uno scienziato del Cern, non so se i neutrini vanno più veloci dei fotoni ma so che la luce cade col quadrato della distanza, se allontano di poco un pannello riflettente il suo effetto diminuirà molto.

So che con un esposimetro esterno possiamo valutare la luce che arriva sul soggetto, non quella che lui riflette alla fotocamera, quindi se mi da un certo valore di luce che arriva poi verrà riflessa alla fotocamera, in teoria se io mi allontano e uso una focale maggiore la luce cadrà e io dovrei correggere l'esposizione, invece... non succede! Una volta che l'esposimetro esterno mi ha calcolato una esposizione io posso allontanarmi o avvicinarmi e non cambia nulla, l'esposizione non cambia, infatti nessuno dice al proprio Sekonik, o quello che ha, la distanza a cui riprenderà.

Ma allora la luce riflessa dal soggetto alla fotocamera non cade col quadrato della distanza?

hmmm.gif


Perdonate, ma io ci vedo della gran confusione, una bella baldoria, nelle varie risposte, semplicemente perché:
- nessuno ha introdotto il concetto di Flusso Luminoso: quantità di Luce per Unità di Superficie
- si fa confusione tra Luce e Flusso Luminoso
- le due grandezze, Luce e Flusso Luminoso, sono diverse e rispondono a leggi diverse per quanto concerne la propagazione nello spazio dalla relativa sorgente.

1) La LUCE che si propaga linearmente, in altre parole il famoso raggio di luce, NON “cade”, non si riduce come intensità con il quadrato della distanza dalla sorgente emettitrice, con il variare della distanza dal soggetto che la emette la quantità di luce non cambia (quasi) per nulla come intensità, anche su distanze enormi, ed in fotografia si può tranquillamente considerare costante, un invariante.

2) Quello che con il quadrato della distanza “cade”, ossia si riduce, come ha già giustamente detto qualcun altro, è il FLUSSO LUMINOSO (quantità di luce su unità di superficie, luce/superficie) emesso da una sorgente PUNTIFORME.

3) Un normale soggetto fotografico che ha una sua dimensione geometrica finita ed è illuminato da luce o da flusso luminoso qualsiasi NON è una sorgente puntiforme, e dunque NON vale per la luce che lui emette la legge di decadimento con il quadrato della distanza propria delle sorgenti puntiformi, lui puntiforme non lo è.

4) Un normale soggetto fotografico illuminato da luce o da flusso luminoso qualsiasi è una sorgente luminosa SUPERFICIALE e per quella vale la legge di propagazione lineare della luce, la1) di cui sopra, e l’intensità della luce, in pratica di distanze fotografiche, non cambia con la distanza.

In altre parole, non ti tornano i conti, non ti torna quello che ti dice l’esposimetro, perché hai confuso la “Luce” con il Flusso Luminoso da luce puntiforme e le leggi che regolano le due grandezze diverse (Luce e Flusso Luminoso), al variare della distanza di osservazione, sono leggi diverse: per la Luce, o raggi di luce che dir si voglia, la distanza è in pratica un’invariante e l’esposimetro trascende dal valore della distanza, se ne frega giustamente, ed il suo valore non va inserito nel calcolo dell’esposizione.

Tutto qui, fine del mistero, questo è il motivo per il quale non cambia l’esposizione con la distanza, bastava introdurre il concetto di Flusso Luminoso al posto di "Luce" ed utilizzare la legge relativa a quella grandezza.

Saluti cordiali

P.S.
Le fibre ottiche, come tutto assorbono energia dalla luce che trasmettono e nelle fibre ottiche lunghe si introducono amplificatori di luce a distanze cadenzate, ben precise.


la Luce, il raggio di luce, NON cala come intensità all'aumetare della distanza dalla sorgente, mantiene la sua enrgia inalterata con la distanza, perchè la particella vettoriale associata all'onda luminosa, il fotone gamma, non ha massa, ha massa 0, e dunque non consuma la sua energia, l'energia della "sua" luce, nel suo movimento, e dunque percorre distanze enormi praticamente inalterata.

Ma...... con tutte le galassie, infinite che emettono continuativamente e dall'eternità, luce, con le loro infinite stelle, e che sono intorno a noi, in tutte le direzioni........perchè il cielo di "notte" (notte intesa come Sole non in cielo) è buio?
Con tutte le infinite Galassie e le Stelle che le compongono, con la luce che viaggia inalterata portata dal suo fotone gamma a massa 0 che non si stanca mai e non consuma energia, dovrebbe esserci una luce abbacinate, da bruciarci tutti, non solo accecarci, mentre stiamo belli tranquilli al buio ed al fresco?

Il motivo c'è ed è facile scoprirlo.


E.....quanto può essere grande la particella vettoriale associata all'onda luminosa che la porta a spasso in mezzo immateriale, nel "vuoto", la Luce, ossia il fotone gamma? quanto può essere grande?
Anche più grande del pianeta Terra, perchè.........
buzz
Staff
Messaggio: #30
Questa spiegazione è avvalorata dal fatto he concentrando il flusso luminoso con una parabola (flash) questo resterà più potente anche ad una dstanza maggiore, ma inestirà un fascio più ristretto.


Dimapant, ci hai lasciato con un dubbio OT....
La risposta qual'è?
La superficie "vuota" è enormemente più vasta di quella occupata dai corpi celesti, quindi il flusso luminoso si espande al punto tale dal decadere molto?
Piero 1
Messaggio: #31
No, da quello che penso di aver capito io, il cielo di notte è buio per tre motivi, che in parte possono anche sommarsi tra di loro:
1) perché l'universo non esiste da sempre ma ha una età finita, stimata dai più intorno ai 15 miliardi di anni; ne consegue che noi non possiamo vedere la luce emessa da stelle distanti dalla terra più di 15 milardi di anni, in quanto la loro luce non ha ancora fatto in tempo ad arrivare fino a noi;
2) l'universo è in espansione e la velocità di questa espansione è tanto maggiore quanto più aumenta da noi la distanza delle stelle (l'esempio che si fa è quello del palloncino con sopra disegnato un puntino che rappresenta la terra; se gonfiamo il palloncino ciascuna porzione di esso si allontanerà dalla terra/puntino - così come da qualsiasi altro punto -, ma le parti più lontane si allontaneranno con maggiore velocità); poiché le stelle più lontane si allontanano da noi e tra di loro a velocità prossime a quelle della luce, la loro luce ancora una volta non ha ancora fatto in tempo a raggiungerci, perché la velocità della luce resterebbe parzialmente compensata dalla velocità di espansione;
3) sempre visto che l'universo è in espansione, la lunghezza d'onda della luce delle stelle che si allontanano da un punto che si assuma fermo rispetto ad esse (la terra, ma ciò vale per qualunque altro punto dell'universo) subisce una "stiratura", nel senso che aumenta man mano che aumenta la velocità di espansione; ciò provoca uno "spostamento verso il rosso" della luce della stella, fino ad arrivare a frequenze non percepibili dai nostri occhi.
Credo comunque che Dimapant possa fornirci una spiegazione più precisa e tecnica.
Piero
buzz
Staff
Messaggio: #32
QUOTE(Piero 1 @ Mar 9 2012, 12:27 AM) *
No, da quello che penso di aver capito io, il cielo di notte è buio per tre motivi, che in parte possono anche sommarsi tra di loro:

1) perché l'universo non esiste da sempre ma ha una età finita, stimata dai più intorno ai 15 miliardi di anni; ne consegue che noi non possiamo vedere la luce emessa da stelle distanti dalla terra più di 15 milardi di anni, in quanto la loro luce non ha ancora fatto in tempo ad arrivare fino a noi;

Se le vedi, vuol dire che la loro luce ci ha raggiunti. A occhio nudo noi vediamo più di 5000 e con un telescopio arriviamo a milioni. La loro luce all'origine è mediamente più forte di quella del sole. Fai un po' tu.

2) l'universo è in espansione e la velocità di questa espansione è tanto maggiore quanto più aumenta da noi la distanza delle stelle (l'esempio che si fa è quello del palloncino con sopra disegnato un puntino che rappresenta la terra; se gonfiamo il palloncino ciascuna porzione di esso si allontanerà dalla terra/puntino - così come da qualsiasi altro punto -, ma le parti più lontane si allontaneranno con maggiore velocità); poiché le stelle più lontane si allontanano da noi e tra di loro a velocità prossime a quelle della luce, la loro luce ancora una volta non ha ancora fatto in tempo a raggiungerci, perché la velocità della luce resterebbe parzialmente compensata dalla velocità di espansione;

E' proprio recente la conferma che nessun elemento conosciuto può viaggiare più velocemente della luce, e tantomeno delle particelle cosmiche, la velocità potrebbe essere anche prossima ma non superiore, per la visibilità vale quanto risposto al punto 1


3) sempre visto che l'universo è in espansione, la lunghezza d'onda della luce delle stelle che si allontanano da un punto che si assuma fermo rispetto ad esse (la terra, ma ciò vale per qualunque altro punto dell'universo) subisce una "stiratura", nel senso che aumenta man mano che aumenta la velocità di espansione; ciò provoca uno "spostamento verso il rosso" della luce della stella, fino ad arrivare a frequenze non percepibili dai nostri occhi.
Credo comunque che Dimapant possa fornirci una spiegazione più precisa e tecnica.
Piero

Vero, infatti tramite questo "battimento" di frequenza si è scoperto che l'universo è in espansione.
L'effetto, noto come doppler, non spiega la scarsa luminosità all'arrivo del fascio di luce che ci investe.
Resta sempre il discorso che se le vedi (le stele) non hanno frequenza invisibile all'occhio.




Messaggio modificato da buzz il Mar 9 2012, 01:44 AM
wombat
Messaggio: #33
Il cielo è nero fra le stelle perchè non c'è niente o il flusso luminoso che giunge alla nostra retina (per fare il cavilloso) dal quel punto non è sufficiente a stimolarla. Il cielo è blu di giorno perchè è l'aria che è blu (abbiamo parecchi km di aria su di noi). Noi vediamo solo la luce emessa dalle stelle che colpisce la nostra retina, non tutta la luce emessa dalle stelle in tutte le direzioni. Se accendiamo una luce in una stanza e ci sembra di vedere la luce emessa in tutte le direzioni, in effetti vediamo la luce riflessa, tanto è vero che se guardiamo un faro lontano nella notte, vediamo solo un puntino luminoso e non la totalità della luce emessa dal faro in tutte le direzioni, perchè non c'è niente che riflette la luce del faro. Comunque anch'io non sono uno scienziato del CERN (sono sicuro che non c'era bisogno di dirlo). La meccanica quantistica mi incuriosisce, ma sono lontano dall'essere uno scienziato. Quando mi vengono dei dubbi, cerco di informarmi e capire al meglio delle mie possibilità (sia di tempo che di IQ). Quando vi rendo partecipe delle mie convinzioni, è appunto perchè ne sono convinto, il che non garantisce che siano giuste. Non cito mai altre persone o libri o studi. Per me è vero solo quello che riesco a capire, o penso di aver capito. Scrivo questo perchè quando esprimo la mia opinione sono sempre arrogante, ma non perchè pensi di essere infallibile, è perchè parlo solo di ciò di cui sono convinto, e fino a quando nella mia testa non sono convinto di aver sbagliato, non cambio idea, al di là dell'autorevolezza dell'opinione o della citazione. Sono poco attivo nel forum perchè, a causa del mio modo di essere, a volte la gente si offende (cosa che in questo forum penso di non aver mai provocato) e non mi piace offendere le persone. Ci sono molte persone che frequentano assiduamente il forum che stimo molto, anche se non posso dire di conoscerle e anche se non sono sempre d'accordo con loro, ma vedo in loro onestà. Tutti quelli che sono intervenuti in questo thread fanno parte di questoo gruppo. Scusate la lungaggine e grazie degli spunti di discussione spesso molto interessanti.
F.Giuffra
Messaggio: #34
Scusate l'ottusità ma non mi è ancora tutto chiaro.

Abbiamo capito che una luce puntiforme si allarga nello spazio e si "diluisce" con il quadrato della distanza.

Lo stesso con una parabola o con un soft box, ma non con un laser.

Idem se metto un pannello riflettente, la luce che riflette si allarga e diluisce se lo allontano dalla sorgente o dal soggetto da schiarire.

Se una persona viene illuminata dovrebbe comportarsi come un pannello, riflettere la luce sul sensore e con la distanza questa luce dovrebbe diluirsi e diminuire di intensità quando colpisce il sensore, invece non succede. Se io con lo zoom spostandomi mantengo la stessa inquadratura l'esposizione non cambia. Perché?

hmmm.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #35
QUOTE(F.Giuffra @ Mar 9 2012, 02:47 PM) *
Se io con lo zoom spostandomi mantengo la stessa inquadratura l'esposizione non cambia. Perché?
hmmm.gif

Perchè le leggi fisiche che disciplinano la luce, intesa quale radiazione, sono diverse da quelle che disciplinano l'illuminamento (vedi intervento di Dimapant).
A questo aggiungo che, oltre una certa distanza, quasi tutte le fonti di luce si comportano "come se" fossero effettivamente puntiformi, per cui, parlando di illuminamento o di flusso luminoso, la Legge di Lambert può effettivamente ritenersi "quasi sempre" valida, quanto meno nei limiti in cui interessa il mondo della fotografia.
Ricordi i vecchi aggiuntivi per esposimetro, tipo il Profi-Lux per il Gossen Profisix?
Avevano su un supporto girevole sia la calotta semisferica, per la misurazione incidente della luce (più correttamente dell'illuminamento) direttamente in EV, sia la calotta cilindrica, con la sommità piatta, per il calcolo dell'illuminamento in Lux.
Ma l'illuminamento, che è il rapporto tra quantità di luce e superficie illuminata, non ha nulla a che vedere con la propagazione della luce, è una misurazione che riguarda il soggetto e non la fonte.
Il Light Amplification by Stimulated Emission of Radiations (o LASER, come comunemente chiamato) è una cosa ancora diversa, sia rispetto alla "luce" intesa come radiazione sia rispetto al suo normale modo di propagarsi, che è omnidirezionale.
Il LASER, infatti, emette un fascio di luce coerente che si propaga esclusivamente in linea retta (sono solo due delle sue tante caratteristiche).
Buona Nikon a tutti!
Vincenzo

P.S.: @ Dimapant ... ma quanto è grande 'sto fotone? tongue.gif ... comunque, di notte il cielo ci appare buio per la stessa ragione per la quale ci appare molto più luminosa una candela posta a 20 cm. dal nostro naso che non una fotoelettrica da 1000 candele posta a 5000 km. Ho indovinato? (e se non ho indovinato ... allora perdonatemi ... tanto l'ultima interrogazione in fisica l'ho sostenuta al liceo oltre 30 anni fa! )
Lutz!
Messaggio: #36


La luce proveniente dal soggetto che arriva al sensore è quella che passa per l'area della lente/foro pinhole. Che ti avvicini o ti allontani l'area della lente resta la stessa.

Se ti avvicini molto a un soggetto, a tal punto da render le dimensioni della lente non trascurabili, rispetto alle dimensioni del soggetto vedrai che l'esposizione aumenterà.






F.Giuffra
Messaggio: #37
QUOTE(dimapant @ Mar 8 2012, 09:32 PM) *
4) Un normale soggetto fotografico illuminato da luce o da flusso luminoso qualsiasi è una sorgente luminosa SUPERFICIALE e per quella vale la legge di propagazione lineare della luce, la1) di cui sopra, e l’intensità della luce, in pratica di distanze fotografiche, non cambia con la distanza.

Ma un pannello riflettente non è un normale soggetto illuminato? Perché la luce che riflette un pannello "cade" e quella che riflette una modella no?
hmmm.gif
Lutz!
Messaggio: #38
QUOTE(F.Giuffra @ Mar 9 2012, 04:37 PM) *
Ma un pannello riflettente non è un normale soggetto illuminato? Perché la luce che riflette un pannello "cade" e quella che riflette una modella no?
hmmm.gif



La luce è luce, non si comporta diversamente che sia emessa da una lampadina, da un softbox, o che sia riflessa da un pannello o da una modella.

Alberto Gandini
Messaggio: #39
Riporto le risposte di Dimapant:

2) Quello che con il quadrato della distanza “cadeâ€, ossia si riduce, come ha già giustamente detto qualcun altro, è il FLUSSO LUMINOSO (quantità di luce su unità di superficie, luce/superficie) emesso da una sorgente PUNTIFORME.

NO. Il flusso luminoso (misurato in Lumen) è una caratteristica intrinseca della sorgente puntiforme. Ogni lampada ha un certo flusso luminoso che è quello che è. E' come parlare di Potenza di una sorgente luminosa, cioè energia emessa dalla sorgente luminosa nell'unità di tempo, è una qualità intrinseca della sorgente. Infatti per verificare il rendimento di una lampada si parla di rapporto di Lumen/W.


3) Un normale soggetto fotografico che ha una sua dimensione geometrica finita ed è illuminato da luce o da flusso luminoso qualsiasi NON è una sorgente puntiforme, e dunque NON vale per la luce che lui emette la legge di decadimento con il quadrato della distanza propria delle sorgenti puntiformi, lui puntiforme non lo è.

Non è proprio così, bisogna introdurre il concetto di direzione e di intensità luminosa (vedi la risposta al punto 4 sotto)

4) Un normale soggetto fotografico illuminato da luce o da flusso luminoso qualsiasi è una sorgente luminosa SUPERFICIALE e per quella vale la legge di propagazione lineare della luce, la1) di cui sopra, e l’intensità della luce, in pratica di distanze fotografiche, non cambia con la distanza.

SI: detto in maniera più precisa bisogna introdurre il concetto di INTENSITA' LUMINOSA e di LUMINANZA, che significa introdurre il concetto di energia luminosa IN UNA CERTA DIREZIONE .
La LUMINANZA è l'intensità luminosa emessa da una superficie estesa nella direzione dell'osservatore, ed è proprio questa che non varia con la distanza, che è rilevata dall'esposimetro della macchina e che risponde al quesito iniziale.


Messaggio modificato da Alberto Gandini il Mar 9 2012, 05:15 PM
F.Giuffra
Messaggio: #40
Un soft box enorme è una luce puntiforme? Un pannello riflettente? Mia moglie che mi tende un asciugamano bianco o un giornale? Una sposa vestita di bianco?

ohmy.gif
Alberto Gandini
Messaggio: #41
QUOTE(F.Giuffra @ Mar 9 2012, 05:42 PM) *
Un soft box enorme è una luce puntiforme? Un pannello riflettente? Mia moglie che mi tende un asciugamano bianco o un giornale? Una sposa vestita di bianco?

ohmy.gif


Scusa F.Giuffra, ma mi sembra che abbiamo risposto, magari facendo anche un pò di confusione rolleyes.gif , se leggi con attenzione. L'abito da sposa è una superficie luminosa estesa (come qualunque altro soggetto da fotografare) e quindi segue la legge che ho appena scritto sulla Luminanza per le superfici luminose estese, quindi detto abito ti darà (a parità di tempo) lo stesso diaframma da vicino o da lontano.
F.Giuffra
Messaggio: #42
non conosco la legge della luminanza, ma credo, come dice Lutz, che la luce sia luce, che i fotoni viaggino alla velocità della luce chiunque li abbia generati, che sia il sole, un flash, un pannello, una sposa.
F.Giuffra
Messaggio: #43
Sentito Lutz via Skype, se mi allontano e zoomo, cioè uso una lente frontale più grande, raccolgo più luce e quindi i conti tornano...
Piero 1
Messaggio: #44
Per Buzz
Sul punto 1 - Ed infatti io dicevo che non le vedo ... quelle distanti più di quindici miliardi di anni luce: proprio per questo il cielo notturno in loro corrispondenza mi appare nero!
Sul punto 2 - Se le galassie più lontane si allontanano a velocità prossima (non uguale) a quella della luce, non riuscirò a vedere neanche quelle più vicine di quindici milardi di anni luce, perché la luce prima di raggiungermi dovrà percorrere i quindici miliardi di anni luce (distanza originaria) + l'ulteriore distanza percorsa nel frattempo dalla galassia che si allontana
Sul punto 3 - L'effetto doppler spiega (dovrebbe spiegare) che di tutta la luce che mi investe ne vedo solo una parte, essendo l'altra ad un frequenza da me non percepibile; cioè non dovrei vedere la luce delle stelle più lontane, in coprrispondenza delle quali, perciò, il cielo mi appare nero.
Per Wombat
Tra una stella visibile e l'altra non può esserci niente (se così fosse, ovviamente il discorso neanche sarebbe iniziato), perché il numero di stelle è tale che in ogni punto del cielo deve per forza esserci una stella, lontana o vicina, considerato la loro quantità prossima all'infinito.
Per Giuffra
Invece succede anche con la persona, ma te ne accorgi con l'esposimentro solo se setti una rilevazione media uniforme, cioè raccolta in ogni punto del sensore. Se ti allontani fisicamente, ma tramite lo zoom conservi la stessa inquadratura, non può succedere perché l'area del sensore, illuminata dalla luce riflessa dalla persona, resta la stessa.
Lo stesso vale per ... l'abito da sposa o il giornale che pure non sono sorgenti di luce puntiformi, ma estese: man mano che diminuisce la dimensione della loro immagine proiettata sul sensore (perché ti allontani), diminuisce anche la quantità di luce rilevata dall'esposimetro. Naturalmente, per accorgertene, dovrai non solo settare l'esposimetro per una esposizione media uniforme ma anche mantenere nero o molto scuro il resto della scena inquadrata.
...almeno credo... hmmm.gif
Per Dimapant
Mi unisco alla richiesta: ma quanto è grande sto' fotone? ohmy.gif


Scusate: ho sbagliato a scrivere.
Sul punto 2 volevo dire:
Se le galassie più lontane si allontanano a velocità prossima (non uguale) a quella della luce, non riuscirò a vedere neanche quelle più vicine di quindici milardi di anni luce, perché la luce prima di raggiungermi dovrà percorrere la loro distanza originaria dalla terra + l'ulteriore distanza percorsa nel frattempo dalla galassia che si allontana
buzz
Staff
Messaggio: #45
Piero, la domanda era un'altra: posto le stelle VISIBILI AD OCCHIO che sono migliaia come mai la notte non è illuminata a giorno?
Tutto quello che hai scritto è vero e riscontrabile, ma non spiega il fenomeno.
Giacomo Gaudenzi
Nikonista
Messaggio: #46
QUOTE(enrico @ Mar 6 2012, 02:08 PM) *
La legge dell'inverso del quadrato della distanza è valida solo per sorgenti puntiformi.
Vi pongo invece un quesito: perchè lo specchio inverte la destra con la sinistra e non inverte il basso con l'alto?
Un saluto
Enrico



Ora vinco il premio per la risposta più stupida!

Se tu ti sdrai per terra e guardi lo specchio ecco che hai invertito l'alto con il basso mentre la destra e la sinistra tornano a posto!

Se mi sente il mio Professore di Fisica mi uccide!
Giacomo Gaudenzi
Nikonista
Messaggio: #47
QUOTE(wombat @ Mar 9 2012, 01:01 PM) *
...
Il cielo è blu di giorno perchè è l'aria che è blu (abbiamo parecchi km di aria su di noi).
...


Qui mi permetto di dissentire, l'aria è una miscela formata principalmente da azoto (circa 79%) ed ossigeno (circa 21%) ed entrambi questi gas sono incolori e trasparenti quindi l'aria non può certo essere definita blu.
Noi vediamo il cielo blu perché lo strato di aria sopra la nostra testa (meglio chiamarlo atmosfera) è spesso circa cento chilometri e diffonde la luce che arriva dal sole e che viene riflessa dalla terra. Dato che la lunghezza d'onda del blu è simile alla dimensione delle molecole che compongono l'atmosfera la luce blu vi rimbalza contro e viene diffusa mentre le altre componenti della luce (gli altri colori) non interagiscono con essa ed "escono" dall'atmosfera. La luce blu viene diffusa dall'atmosfera e questo ci permette di vederla in ogni direzione (perché è luce diffusa e non diretta). Il cielo ci appare più chiaro vicino all'orizzonte perché la luce che ci giunge da li ha dovuto attraversare maggiore atmosfera ed è stata "impoverita" maggiormente della componente blu (meglio sarebbe dire che riflettendo maggiormente un qualsiasi colore si arriva sempre al bianco).

Infine perché la luce del tramonto ci appare rossa?
Per lo stesso motivo di prima, la luce del sole è bassa sull'orizzonte e quindi deve attraversare maggiore atmosfera, perde maggiormente la componente blu e quindi quella rossa risalta di più.

Spero di essermi rifatto per la risposta stupida dello specchio messicano.gif
Piero 1
Messaggio: #48
Se ti riferisci sola alle stelle effettivamente visibili, il motivo è lo stesso di quanto detto con riferimento all'illuminazione della modella rispetto al sensore. Facciamo finta, per semplicità, che la stella visibile effettivamente sia una sola: anche lei da sola dovrebbe illuminarci a giorno, visto che l'intensità della luce non decade con la distanza. Invece la vediamo solo come un puntino perché, data la sua distanza enorme da noi, l'area illuminata dalla stella è parimenti enorme e di questa area la terra costiuisce solo un piccolissimo punto. Perciò, secondo la legge dell'inverso del quadrato citata all'inizio della discussione, la terra riceverà solo una piccolissima parte di quella intensità luminosa (che di per se non decade all'aumentare della distanza).
Invece la luce del sole ci illumina ... a giorno perché la sua distanza dalla terra è (relativamente) breve e perciò la terra stessa costituisce una porzione di più congrua dimensione rispetto all'intera area illuminata dal sole.
Sempre secondo me...!
Piero
Giacomo Gaudenzi
Nikonista
Messaggio: #49
QUOTE(buzz @ Mar 9 2012, 07:00 PM) *
Piero, la domanda era un'altra: posto le stelle VISIBILI AD OCCHIO che sono migliaia come mai la notte non è illuminata a giorno?
Tutto quello che hai scritto è vero e riscontrabile, ma non spiega il fenomeno.


Provo a rispondere anche a te, la notte non è illuminata a giorno perché i raggi del sole arrivano sulla terra dalla parte opposta a noi. E' vero che la luce riesce a rimbalzare tra la superficie della terra e l'atmosfera diffondendosi anche nelle zone non colpite dai raggi diretti ma è anche vero che in questa riflessione la luce va perdendosi e quindi non riesce ad arrivare fino dalla parte opposta della terra.

Se non ci fosse questa riflessione vedremmo un ombra nera avanzare quando il sole cala e si avrebbe il passaggio quasi istantaneo tra giorno e notte come accade sulla luna, dove l'assenza di atmosfera fa si che manchi la riflessione.

Sulla terra invece questa riflessione fa si che la luminosità cali gradualmente al calare della sera ma in ogni caso la luce che arriva per riflessione durante la notte è troppo poca perché il nostro occhio la percepisca e quindi vediamo il buio (o meglio non vediamo).

Spero di essermi fatto capire.
Piero 1
Messaggio: #50
Si Giacomo, quello che dici è chiaro, ma in qualche modo lo si dava per acquisito.
Il problema è diverso: posto che la luce del sole di notte non ci arriva (o ci arriva per riflessione, se è per questo anche dalla luna, in misura trascurabile), coma mai la o le stelle che vediamo nel cielo notturno non ci illuminano come il sole di giorno, visto che l'intensità della luce da loro emessa non decade con la distanza? E poi: visto che il numero di stelle è infinito perché la volta celeste di notte non ci appare bianca, così come dovrebbe se ogni suo punto fosse occupato, come è, da una stella, vicina o lontana che sia?
Piero
 
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