FORUM NIKONCLUB

Fattore macro 1:1 vuol dire che riesci a riprodurre un soggetto esattamente delle stesse misure. Mi spiego meglio: se fotografi una lumaca di 3 cm. nel fotogramma avrai una immagine esattamente di 3 cm.
Se invece, adoperando tubi di prolunga o altro, riesci a ottenere un rapporto 4:1 allora l'immagine riprodotta sara ingrandita di 4 volte rispetto alla realtà.
Nella macro si usano anelli di inversione, lenti addizionali, tubi di prolunga e soffietti. Con una macchina digitale il massimo della macro che puoi ottenere è dato dal tipo di obiettivo che monta.
N.B. il rapporto 1:1 è considerato il limite di partenza per foto macro.
Ciao.

Claudio

Per aver il bordino nero attorno a una foto devi prima impressionare la foto normalmente e poi avere a disposizione un cartoncino leggermente più piccolo di circa 2-3 mm per lato rispetto al formato della foto.
Quindi sovrapponi (il tutto alla luce della sola lampada rossa) il cartoncino alla foto stando attento affinchè questi sia contenuto nell'area della foto. Quindi accendi la luce per qualche secondo e il gioco è fatto. Otterrai un bordo nero tutto attorno se sei stato attento a tenere ben premuto il cartoncino contro la tua foto altrimenti avrai, da sotto il cartoncino, delle fastidiose infiltrazioni di luce che ti rovineranno la foto.
Come cartoncino puoi usare i cartoncini che adoperano i corniciai per i quadri.
Ciao Claudio

Sviluppare i negativi in proprio rappresenta sempre un certo rischio. Anche dopo diversi anni d'esperienza non si può mai essere sicuri al 100 per 100.
Vuoi perchè ti varia la temperatura, vuoi perchè gli acidi che usi non si conservano come dovrebbero.
E' preferibile usare sviluppi in polvere perchè non scadono, oppure acidi che perdurano nel tempo (meglio Rodinal che Ilfosol per esempio).
Le pellicole cromogene tipo Ilfor XP2 e T-Max CN preferisco farle sviluppare in laboratorio (costo 2 euro per pellicola) perchè il trattamento C-41 è più standard.
Per quanto riguarda la stampa, normalmente la stampa fatta in casa è di qualità superiore rispetto a quella di un laboratorio!

Ciao da Claudio

Scusami, ma mi sono dimenticato di parlarti dell'effetto strobo.
Prima di tutto io ho usato questo modo solo 2 volte.
No è che mi attragga particolarmente.
Devi mettere la macchina su cavalletto e usare tempi lunghi e il manuale.
Per le frequenze e i numeri di lampi devi rifarti alla tabella del manuale.
Se no ti è chiaro ci risentiamo.

Ciao da Claudio

Se usi sempre il diffusore no fai altro che perdere potenza nel flash e guadagnare una luce più diffusa. Dipende quindi dalla distanza a cui devi arrivare.
Comunque la spia interna ti segnala l'eventualità di una sottoesposizione con un lampeggio.
Possiedo anche due metz a torcia mz 70 e su questi i diffusori li lascio sempre inseriti.

Per quanto riguarda il colpo di luce dipende da come usi la macchina. Posso immaginare per esempio un controluce dove ti serve illuminare il soggetto. Ebbene ti conviene regolare la macchina in spot, impostare manuale o priorità diaframma e poi accendere il flash e sottoesporre il flash di 1 o 1,5 q anche due diaframmi a seconda dei casi.

Ricordati comunque che il nikon sb 28 tende leggermente a bruciare i soggetti in primissimo piano; in altre parole sarebbe necessario un secondo flash a 45 gradi
e il principale, cioè il tuo sb 28 sottoesporlo di un diaframma per no bruciare i soggetti in primo piano.

Non sono a conoscenza di altri manuali per sb 28

Ciao da Claudio

La minolta che possiedi è più che sufficente per quello che devi fare.
Usa la modalità spot in modo tale da far calcolare alla macchina la luce solo sul volto delle persone e poi aggiungi il flash. In questo modo la macchina non risente di eventuali controluce e non chiude il diaframma. Usando la modalità spot e il flash, meglio ancora se solo quello piccolo della macchina (ammesso che non ci siano problemi di distanza), è impossibile che la foto non venga esatta.

Si possono usare pellicole scadute anche da anni; basta avere l'avvertenza di cambiare la sensibilità e cioè se è una pellicola da 100 ASA si imposta come se fosse da 50 ASA.
Ho usato pellicole scadute anche da più di 10 anni e anzi, alcune volte compero proprio quelle scadute per lavori di poco conto.

Claudio

Potresti usare anche una Portra 160 NC che è quella che meglio sopporta il colpo del flash soprattutto su vesti bianche.
Puoi misurare la luce sul pavimento impostando in manuale e utilizzando la media ponderata della F 100 e lasciar perdere altre informazioni dell'esposimetro, oppure lavorare in spot.
Con un flash solo gli sfondi ti vengono bui; una ottima tecnica che uso sempre nelle cerimonie consiste nell'usare il cavalletto facendo una lettura della luce sul pavimento e impostando in manuale la macchina e aggiungendo il flash magari collegato con sc 17 in modo tale da poterlo sollevare in alto sopra la macchina. In questo modo avrai dei tempi molto lenti anche di 2 o 3 secondi ad f 8, ma il colpo di flash congela i movimenti. E' una tecnica da usarsi quando la gente è seduta oppure è in posa per la foto di gruppo. Necessita di un paio di scatti di bkt ma il risultato è incredibile: tutta la chiesa ti viene illuminata in modo uniforma e le persone in primo piano non presentano errori di cromaticità dovuti alla presenza di lampade a temperatura diversa da 5400 Kelvin.

Una buona pellicola per ritratto può essere la KODAK PORTRA NC (natural color) nella sensibilità di 400 ASA/ISO o meglio ancora nella sensibilità 160 ASA/ISO.

Io uso, per i ritratti, due tipi di pannelli richiudibili.
Il primo è dorato da un lato, e dall'altro bianco e lo impiego se il soggetto ha carnagione bianca o pallida. In questo modo posso aumentare la tonalità della pelle e portarla a valori più caldi
Il secondo, invece, è argentato da una parte, mentre è bianco dall'altra e lo uso con carnagioni scure o di tipo mediterraneo proprio per schiarire le luminanze della pelle.
I pannellini sono ripiegabili e stanno comodamente nella borsa.
Per la ripresa regolo la macchina in misurazione spot, punto sul volto rilevando la misura esposimetrica e aggiungo il pannello senza correggere l'esposizione.
Se non vuoi spendere soldi per i pannelli puoi utulizzare la pellicola d'alluminio o i vassoi dorati per pasticcini.


Ciao FotoF

Sono d'accordo con Claudio Orlando, evidentemente ho commesso qualche errore. Il problema è che faccio fatica a identificarlo.
Purtroppo le foto mi servivano per pubblicarle su un piccolo giornale e l'evento ripreso non è ripetibile. Per questi problemi ben venga il digitale anche se amo il B/W!
Ciao!

E' vero che sulla pellicola non compaiono ne i numeri e nemmeno il nome, ma é anche vero che i due liquidi, rivelatore e fissaggio non sono stati scambiati.
Penso proprio che sia colpa del rivelatore esaurito.

Purtroppo il negativo risulta completamente bianco anche nella parte iniziale, la coda, che normalmente è quella che prende luce quando si aggancia la pellicola al rocchetto ricevente della fotocamera.
Temo di aver perso tutte le immagini.
Il rivelatore che ho usato, l'Ilfosol, era contenuto nella sua bottiglia che era già stata aperta tempo prima. Sulla confezione viene riportata l'indicazione che questo rivelatore si conserva in bottiglie piene a metà per circa 4 mesi.
Ma io ho iniziato la confezione da soli 3 mesi. Quindi dovrei essere stato dentro il margine di conservazione. Inoltre ho utilizzato una diluizione di primo utilizzo (cioè ho fatto la diluizione 1+14 nuova per questa pellicola).

Grazie per le risposte.

Ho sviluppato un negativo e dopo il fissaggio e lavaggio la pellicola risultava completamente trasparente.
Non vi era alcuna traccia di immagine e sono certo che fosse stata impressionata. Credo che questo sia dovuto all'azione di un rivelatore (Ilfosol) purtroppo esaurito. Vi chiedo se con un trattamento di rialogenazione ho speranza di recuperare le immagini.
Grazie per i suggerimenti.