QUOTE(danighost @ Jul 17 2007, 11:09 AM)

Seguendo le varie tracce storiche (e qui correggimi Enrico), mi sembra di aver capito che il processo fotografico sia partito dalla duplicazione di stampe, magari in maniera empirica, con successivo passaggio a sensibilizzare un prodotto trasparente (e negativo), per poi sensibilizzare e portarlo in positivo un supporto cartaceo (quasi una seconda foto).
Ho scritto in maniera sintetica, ma vorrei capire

,perch� se c'� un tracciato storico delle varie fasi in questa discussione me lo sono perso, ma inizio ad avere un po' di confusione, soprattutto quando Enrico hai scritto: "Non riprodurr� questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile". Sono andato un po' in confusione, pensavo che i due saspetti fossero correlati.
Se non sono stato chiaro ditemelo pure.
Il sogno dei protofotografi � sempre stato quello di rendere permanente l'immagine effimera della camera oscura. Per raggiungere questo obiettivo si sono percorse le vie della chimica, visto che la parte ottica era gi� ad ottimi livelli: le camere ottiche erano da tempo in uso presso i disegnatori ed i pittori.
Poich� la luce che penetrava nella camera oscura era molto tenue, i primi tentativi andarono incontro a fallimenti.
Per esempio, Thomas Wedgwood tent� inutilmente, utilizzando le camere ottiche che venivano usate nell'impresa di famiglia (il padre era un famoso ceramista inglsese) per fare disegni di case di campagna da riprodurre a mano sul vasellame.
Wedgwood usava il nitrato d'argento su carta e su cuoio. L'azione della luce sul nitato d'argento era nota in seguito agli esperimenti del medico tedesco Schultze. Wedgwood si limit� quindi a fare quelli che noi oggi chiameremmo "fotogrammi" e che mi divertivo a fare anch'io da piccolo, ponendo sassolini, foglie e piume sulle carte scadute che mio padre mi regalava.
Niepce ebbe miglior fortuna. Ma all'inizio, i suoi esperimenti riguardavano la litografia.
Nel 1815 la litografia venne introdotta in Francia e Niepce pens� di sostituire le pesanti lastre di pietra Solenhofen usate dal suo inventore, Aloys Senefelder, con lastre di peltro. Per i suoi esperimenti gli occorrevano dei disegni ma, poich� non ne era capace, pens� di produrli per mezzo della luce.
Solo successivamente pens� di far uso della camera oscura.
D'altra parte Ando Gilardi, nella sua Storia sociale della Fotografia, pone l'accento pi� volte sul legame fra stampa e fotografia.
Se ci rifletti, le immagini che ci passano sotto gli occhi (ad esclusione della TV e di Internet), sono per la stragrande maggioranza ad inchiostro, prodotte cio� tramite i processi di stampa. Solo una piccola percentuiale sono immagini argentiche.
La fotografia ha quindi rivoluzionato l'arte della stampa che, prima di Niepce, richiedeva operazioni esclusivamente manuali e l'opera di valenti disegnatori. Non trovo pi�, purtroppo, una raccolta di giornali di mio nonno, rilegati, della seconda met� dell'800 dove tutte le immagini sono incisioni fatte a mano.
La storia della Fotografia e quella della stampa quindi si intrecciano.
Io sto ripercorrendo quella della prima.
Spero di aver risposto ai tuoi dubbi. Se nonl'ho fatto, chiedi pure.
Intanto grazie per essere con noi.
Davide, le cose hanno valore non tanto per quello che sono, quanto per quello che rappresentano. Nel mio caso la riproduzione della Mad onna della melagrana rappresenta il raggiungimento di un obiettivo.
Questa mattina ho messo in moto il riproduttore di negativi appena finito di costruire ed ho sceso la scatola nella quale, per fortuna, tanti anni fa volli raccogliere i negativi di mio padre.
Che emozione! Ho la schiena a pezzi, ma sono contento. Quanti ne sono!
All'inizio ho avuto quasi un moto di sconforto al vedere il lavoro che mi aspetta, ma sono sicuro che, quando avr� finito di digitalizzarli tutti, mi sembreranno pochi.
In soffitta ho trovato un cartoncino con una poesia che mio nonno dedicava alla sua fidanzata, nonna Anna. E' datata 1901!
Ora sto aprendo una scatola di negativi sulla quale mio padre ha scritto "Franca da fidanzata". Franca � mia madre.
Puoi capire che valore hanno per me questi pezzi di vetro e di celluloide, specie ora che i miei non ci sono pi�.
Ma ad ogni scatto, � come se li riavessi per un po'.
Buona giornata a tutti
Enrico