QUOTE(pisistrate nelson @ Mar 30 2015, 08:44 AM)

Beh... Hai portato due esempi e vivi una vita. Un po' poco per dire 'SEMPRE' cos� categorico. Ti do' ragione che il futuro ci si crea e io stesso nei precedenti messaggi ho consigliato di cambiare lavoro a chi sta stretto, cambiare luogo se il lavoro non c'�, mettersi in gioco cambiando noi stessi ma non userei un 'SEMPRE' .... Perch� le situazioni per qualcuno potrebbero non essere come la tua o la mia. Non lo sappiamo.
Guarda, hai ragione in principio ma voglio spiegarti perche' sono cosi radicale.
quattro anni fa mi sono trasferito in australia, senza chiedere un aiuto monetario o di altro tipo a nessuno.
Purtroppo nel 2015 se vivi lontano usi facebook per tenerti in contatto con quattro amici e invece inizi a ricevere messaggi di persone che non ne possono piu del loro lavoro, che bla bla bla, che vogliono venire in australia a cambiare vita e bla bla bla... Non bastasse questo, i tuoi amici passano il tuo contatto ai loro amici e quindi facebook ti si riempie sempre piu di persone che pensano che tu debba essere sia il loro psicologo che colui che gli risolve la vita.
La manfrina e' sempre la stessa nella sostanza, cambia ovviamente il profilo, si va dall'ingegnere con tre figli all'operaio, dal commercialista all'avvocato, dall'agricoltore al cuoco.
La prima domanda che ti fanno e': ma l'inglese serve? e vedi tu!
La seconda ovviamente e': ma (posizione lavorativa a caso, tipo cuoco o ingegnere) ne servono? e io che ne so? In italia stessa ci sono ingegneri che hanno un sacco di offerte di lavoro ed ingegneri disoccupati.
La terza ovviamente e' sul cibo: ma l'estathe c'e'? ma il culatello di vitello podolico del paesino sperso sugli appennini si trova, no perche' non posso vivere senza!
Poi qualcuno, un 2% parte effettivamente, arrivano qua e scendono dall'aereo come se stesse arrivando la nazionale italiana, o un aereo pieno di tronisti, con telefonini della grandezza di un monitor 24'', non un capello sfuggito al gel, insomma hai capito.
Appena arrivano in genere trovano un lavoro abbastanza rapidamente, e hanno un tot di tempo per trovare uno sponsor lavorativo che li faccia restare in australia. La maggior parte, il 95%, torna a casa perche' gli manca la mamma, perche' la fidanzata non e' voluta partire con lui, perche' in un anno ha girato tutti i locali della citta' ma non ha mandato un curriculum che fosse uno per perseguire il proprio obiettivo lavorativo, perche' vuole tornare per lottare e cambiare le cose (balla colossale), perche' preferisce l'italia, perche' senza sapere una parola d'inglese non si va lontano ed io per l'inglese non sono portato, perche' adesso vado a fare l'estate in italia e poi a settembre torno, perche' e' andata cosi'.
il 5% rimanente di quel 2% che sono partiti invece senza farsi neanche troppi sbattimenti riesce a trovare lavoro, casa, visto d'immigrazione e prosegue con la sua vita normale. Ovviamente anche questo 1 per mille rimanente e' composto dal poveraccio che in italia aveva quattro stracci e l'inglese l'ha imparato andando a scuola di sera dopo il lavoro, all'ingegnere o al medico che andava a scuola d'inglese da una vita.
Se ho visto qualcuno che non ha dato il 100% di se riuscire a restare, di certo non ho visto qualcuno che lo ha dato ed e' tornato indietro con le pive nel sacco.
Anzi, sai quale' la cosa che mi fa ridere ancora di piu? e' che se tu prendi quelli della generazione di prima che sono qua dai tempi della guerra, sono tutte persone che sono salite su una nave, attraversato il mondo e senza sapere ne leggere ne scrivere hanno portato a casa il risultato.
Comunque al di la del mio personale giudizio su chi si comporta in questi modi una cosa e' assolutamente innegabile, e cioe' che tutti hanno esercitato (consciamente o inconsciamente) delle scelte personali.
A meno che uno non e' fisicamente vittima di oppressione, nel senso di prigionia o una malattia particolare, tutto il resto e' solo un limite mentale che ci mettiamo quando diciamo "quello e' stato fortunato", ''dieci anni fa era diverso'', "sono stato costretto".
Nathan Thinkler, miliardario, nel 2006 faceva l'elettricista in cantiere, e nel 2008 aveva 500 milioni di dollari cash in tasca. Questi sono gli esempi che uno dovrebbe guardare, non alzare le spalle e dire "e' troppo difficile" perche' nel frattempo c'e' qualcuno invece che lo sta facendo. (e con questo esempio non voglio dire che uno deve diventare miliardario per forza, i soldi non misurano la felicita', ma che ci si puo dare da fare per cambiare la nostra situazione)