QUOTE(Gian Carlo F @ Dec 4 2014, 06:05 PM)

In attesa del nostro amico Elio cercher� di tenere acceso il fuoco nella stufa....
Ora dico la mia sulla curvatura di campo, ovviamente non ho delle certezze come molti hanno (ho molti dubbi invece).
Parlando di schemi ottici abbastanza semplici (non con parti flottanti tipo CRC o IF tanto per capirci) io credo che i progettisti la correggano ad una certa distanza di progetto, determinata dall'uso prevalente a cui � destinato un obiettivo.
Quindi un macro sar� corretto su RR abbastanza spinti, mentre un obiettivo da paesaggio, di solito grandangolare, sull'infinito o dintorni (e questo Elio si ostina a non volerlo ammettere!!

).
Inoltre direi proprio che la curvatura di campo:
- per ovvie ragioni affligge di pi� i grandangolari (dove deve essere corretta) e molto meno i tele
- varia con il variare della distanza di maf
Secondo me � comunque abbastanza condivisibile quanto dice Giovanni, con i tubi il difetto si riduce perch� si prende solo la parte centrale dell'obiettivo ed io aggiungo, si "allunga" anche la focale per cui si va verso i tele.....
Elio parla sempre di El Nikkor ma non dice mai (io almeno non lo ho mai letto) per cosa li usa e, soprattutto, a che RR.
Gli El Nikkor sono ottiche da ingrandimento, quindi ottimizzati per brevi distanze (per inquadrature pari alle carte fotografiche di uso pi� comune 13x18, 30x40 ecc), non mi sorprenderebbe perci� che all'infinito fossero pietosi, per il resto nulla di nuovo sotto il sole.
Questi espedienti si usavano spesso negli anni '70, i soldi erano pochi e si adoperava quello che c'era per fare un po' di tutto.
Relativamente all'uso dei grandangolari in macro credo proprio che il discorso valga solo sul loro montaggio invertiti, non so se avete mai provato a montare un 35mm su un soffietto, si rischia di toccare la lente anteriore. Invertiti, ma solo se retrofocus, sono invece una manna, si arriva a RR pazzeschi.
Definire ora una "legge" in una vera e propria selva di possibilit� (ottiche macro, tubi, ottiche da ingrandimento, ottiche cine, moltiplicatori, lenti addizionali, ottiche invertite, ecc.) come � l'affascinante mondo della macro ma chi se la sente?
Stesso discorso sarebbe il voler stabilire che certe rese scadenti dipendono da curvatura di campo e non da altra aberrazione.
Secondo me, mai come nella macro, vale il "principio sperimentale" e nulla va dato per scontato, vi assicuro che si hanno notevoli sorprese, io almeno ne ho avute molte.
Ancora Andromeda.... se solo conoscessi i problemi che girano. Ti mancano completamente le idee guida della tecnica fotografica (e si vede...). Gli ottici classici (io lavoro in wave con gli array, quindi sto pi� comodo) si piluccano spaccando il capello in quattro cercando di distinguere e valutare le sei o sette aberrazioni, che si basano su un concetto di piano focale unico che non sta in cielo n� in terra, e mancano del concetto secondo la quale ogni aberrazione ha un peso diverso sul risultato finale, che ricordo essere RISOLVENZA (prima vedere un dettaglio), CONTRASTO (vederlo bene) e DISTORSIONE (vederlo come �) sulle IMMAGINI REALI. Specie nei sensori (film e Foveon fanno superiori "misure integrali") il piano focale � una superficie spessa nello spazio che avvolge il piano focale con uno spessore di 15-30 micron.
In particolare, se un obiettivo mi vede oggetti SUL PIANO FOCALE OTTIMALE (messo a fuoco al meglio voglio dire) di 2.5 micron (come quelli che consiglio) e un'altro di 10-20 (come quelli che consigli tu) micron, hai voglia a dire che il secondo � meglio, profuma di sandalo...
Poi gli oggetti devi metterli pure a fuoco e questo � un problema indipendente di ADATTAMENTO al soggetto e non di QUALITA'. E' ovvio che la tecnica che uso nella media di Trilussa deve portare a fuoco il soggetto nella sua interezza evidenziando tutti i dettagli possibili (=non chiudendo troppo il diaframma). Ora se in macro il soggetto � praticamente piano o raggiungibile solo in T/S ed � possibile salvare capra e cavoli a campo piatto, in un superwide devo mettere a fuoco tutto l'utile 3D (con una scala di importanza) anche perch� uno sfocato asferico fa schifo e tante aberrazioni fanno a pugni. Anche in Nikon quando lavorano bene sacrificano in parte la curvatura di campo per migliorare la qualit�.
Quindi tutti i fabbricanti cercano di "bilanciare" la curvatura di campo dei superwide con le caratteristiche fondamentali e gli internettari che non sanno fare fotografie puntano dei soggetti assurdi o brutti e si fissano, senza guardare che mettere a fuoco con punti spalmati su una patacca alla fine fa bassa qualit�, su dettagli di puro adattamento o irrilevanti per la qualit� (curvatura stessa, CA, coma flare attorno al nocciolo della PSF, MTF 50) trascurando l'INFORMAZIONE che trasmetto o posso trasmettere (quanto occupa sul piano focale il centro luminoso della PSF?) Punto.
Certamente gli obiettivi EL di cui parliamo (e l'equivalente, ma meno pratico, Componon 4/50 che conosco) sono ottimizzati in un range, dichiarato dalla casa da 1:20 a 1:2 (e quindi rovesciati da 20:1 a 2:1), ma evidentemente soprattutto per problemi meccanici. In realt�, essendo simmetrici (anche lo Xenotar lo �), gli EL & C. hanno un comportamento molto pulito attorno all'1:1 e non manifestano problemi e come tali (Raynox) sono usati ancora oggi in machine vision, dove devo controllare imperfezioni di montaggio o altro di pochi micron.
Invece a distanza oltre 20:1 o 1:20 le aberrazioni cambiano molto, causando curvatura di campo, ma anche sfasamento dell'aberrazione sferica (haze e compresione del contrasto, incertezza del fuoco). Ma con i tubi o l'elicoide non ci arrivo neppure. Discorso chiuso.
Veniamo ai fatti dei tubi (soffietto). Un Micro 55/2.8 decade molto sopra 1:2 sui tubi (essendo ottimizzato all'infinito e a 1:2, i vecchi, e pare dal mio esemplare 1:10 i nuovi) e a 1:1 perde il controllo di molte aberrazioni ABBASSANDO LA QUALITA' finale, soprattutto il contrasto e l'haze.
Un Micro 60 AFD o AFS (fatto in realt� per essere usabile a distanze normali grazie al CRC triplo) fa un po' tutto attorno a 1:1 con un bel contrasto, ma i 2-5 micron se li sogna e, se si pu� invertire (solo AFD in pratica) fa lo stesso, a patto di regolare il CRC sul reciproco dell'ingrandimento... che scocciatura. Poi non � che il CRC porta l'obiettivi a fare meglio di un custom, ma piuttosto controlla e spalma la perdita di qualit� su un vasto range di ingrandimento. Qui sta il rebus.
Per un fiore sul campo a f/16-32 effettivi la cosa � accettabile e pure preferibile per la MAF facile. Per duplicare una dia o un francobollo ad alto ingrandimento (>0.66x possibili meccanicamente) l'EL & C. va meglio, � pi� contrastato e risolvente e basta, se hai un sensore adeguato. Anzi, si raccomanda (vedi Schneider, Edmund Optic) di non chiudere troppo il diaframma. La stessa Edmund fa macro apo custom "Gauss" (no asimmetrici/CRC) per certi ingrandimenti e 60 mm di copertura laterale fatti per lavorare tra 4 e 5.6: oltre un certo diaframma la PdC non aumenta pi� e chi sa fare macro lo sa.
Sui tele il discorso � diverso. I migliori sono ottimizzati a 2-3 m e perdono lievemente a 1 m circa e all'infinito. L� qualcuno mette il CRC, ma pesa solo sotto 1:10. I test gli Internettari e gli "ottici" li fanno all'infinito, dove l'haze atmosferico predomina, e quindi i numerini di test non hanno significato alcuno.
I superwide devono avere alta risolvenza, perch� i dettagli sono piccoli. Spalmarli con tromboni da 60-70 lp/mm "rotondi e flosci" non ha senso. Tutti i superwide hanno curvatura di campo ottimizzata in media (Bayes!) sulle situazioni e ognuno prende/usa quello che pi� gli conf�, ma nessun obiettivo � piatto come campo focale (i migliori sono 20 AFD e ZM 21/4.5 C Biogon guarda caso..., seguiti da ZF 15 e Heliar VM I, il 14-24 e il 24 oscillano parecchio in zona mediana) in quanto non serve. Anzi gli "esoterici" Leica, Zeiss e Voigtlander si sono affermati tra quelli che sanno scattare anche sulle mirrorless perch� fanno foto statisticamente pi� nitide e contrastate e pi� risolventi. Ma se ho una scrittina nel quadro, � l� che devo mettere a fuoco e questa devo vederla a 100+ lp/mm, altrimenti per l'occhio tutto � fuori fuoco: cos� dice il DMOS e l'internettaro torna in classe ad imparare senza fiatare se non gli viene richiesto dall'insegnante. I simmetrici ci riescono, perch� autocompensano per costruzione molte aberrazioni, i forti retrofocus no.
Quindi in soldoni imparate a usare tubi, superwide e vedere quello che vedete (mettete a fuoco dove DOVETE per l'estetica e contate le linee che vedete, come le vedete e se stanno dritte). E pi� altro non dimandate o discutete... ma imparate a piazzare il piano focale su una foto a 100+ lp/mm per le future digitali ! Il resto non conta.
P.S.: da certi test che sto facendo "a basso vapore" i simmetrici di tutte le focali vanno generalmente meglio al bordo anche sulle mirrorless con buona conversione raw (e senza arrampicarsi). Esiste solo grande incompetenza tecnica su Internet, dalla MAF al software e ovviamente , pessime foto. Alcune sono truffe pure (foto sfocate ad arte, ottiche vecchie e rotte, macchine inadeguate e vibranti, flare ricercato)
A presto
Elio