Prima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!
Seconda versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!
Terza versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana:
Viva viva la Befana!
Quarta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta un sacco pien di doni
da regalare ai bimbi buoni
Quinta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!
Sesta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
se ne compra un altro paio
con la penna e il calamaio.
Settima versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?
Ottava versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte;
viene, bussa e scappa via,
la befana è mamma mia.
Nona versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
il suo sacco è pien di toppe
e le ossa ha tutte rotte.
Decima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il vestito trulla là, la Befana:
"Eccomi quà!!!"
Undicesima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la gerla sulle spalle
e le calze rosse e gialle.
Dodicesima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
s'è scucita la sottana:
viva, viva la Befana!
Lavorare di notte senza soffrire di giorno.
di Fiorello Borrillo
Come comportarsi per il capovolgimento dei turni di lavoro.E' frequente vedere il vicino di casa uscire ogni sera alle 21 per andare a lavorare. Parecchie sono le industrie della nostra provincia, che per non fermare il ciclo di produzione, incentivano il lavoro notturno.
Ormai non è più solo il panettiere o il ferroviere o gli uomini delle forze dell'ordine che lavorano di notte, ma anche i disc-jockey e con loro l'esercito dei giovani che nei week-ed amano la vita notturna.
Chi lavora di notte conduce una vita capovolta: dorme durante il giorno e si attiva durante la notte.
Tale condizione altera il ritmo sonno-veglia ed invertire questo ritmo pu?, in taluni casi, avere un impatto negativo sul benessere dei lavoratori.
L'organismo umano è condizionato da molteplici meccanismi regolatori interni detti "ritmi circadiani".
Si tratta di un orologio biologico interno, posto nel cervello in una zona chiamata "area dei nuclei soprachiasmatici". Questa zona riceve impulsi dall'esterno: dai recettori della retina (occhio), da quelli della pelle. Questo orologio elabora messaggi e li invia al sistema nervoso, al sistema endocrino e a quello delle difese naturali, allo scopo di far adattare l'organismo all'ambiente.
Il motore che fa girare le lancette dell'orologio biologico è l'epifisi, una ghiandola che agisce producendo melatonina.
Questa sostanza inizia ad essere prodotta alle 8 di sera per avere il picco massimo alle 4 del mattino. Per questo è naturale dormire di notte piuttosto che di giorno.
Pertanto invertire la rotta vuol dire interrompere il ritmo circadiano.
Diversi studi hanno dimostrato che il 20% delle persone sottoposte a lavoro notturno ? costretto ad abbandonarlo nell'arco di 1-2 anni, proprio per la comparsa di problemi della salute. Un altro 10% invece non prova alcuna difficoltà ad adattarsi al lavoro. Il rimanente 70% sopporta questo tipo di attivit? con gradi di tolleranza diversi.
Lo spostamento forzato dell'orologio biologico non raggiunge mai una vera inversione. Il corpo umano ? comunque esposto ad uno stress continuo nel tentativo di adattarsi il pi? velocemente possibile ai diversi turni di lavoro.
Un'alterazione dei ritmi biologici che regolano l'organismo pu? determinare disturbi a livello sia nervoso sia fisico.
Le prime avvisaglie sono una modifica del comportamento a causa di una maggiore irritabilit? e aggressività; disturbi della memoria con difficoltà a ricordare; ansia e depressione.
Il cuore è il primo organo ad essere interessato: aumento della pressione arteriosa e della frequenza. A ci? si aggiungono i disordini alimentari, aumento del consumo di tabacco.
Anche lo stomaco e l'intestino, in generale, ne risentono con prevelenti bruciori di stomaco, di stipsi o dolori vaghi intestinali.
Quando si lavora di notte il rimedio ? di fare piccoli e frequenti intervalli di riposo, lavorare in ambienti luminosi, non assumere bevande stimolanti e soprattutto alcolici.
Durante i week-end si consiglia di ritornare gradualmente al ritmo naturale.
Solo cos? il rendimento sul posto di lavoro potr? essere pi? proficuo senza che l'organismo ne venga a risentire.
Report On Line
L'informazione (che) aiuta la vita
http://www.reportonline.it/article332.htmlIl rapporto dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
Buio e insonnia provocano un incremento della malattia del 60 per cento
Lavorare di notte favorisce il tumore
L'orologio biologico ha bisogno di luce LIONE - Come scriveva il poeta Cesare Pavese, lavorare stanca. E non solo: secondo l'ultimo rapporto della Iarc - International Agency for Research on Cancer (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) - lavorare di notte non solo sarebbe stancante, ma aumenterebbe anche il rischio di tumori.
La Iarc ha sede a Lione e il rapporto è stato stilato analizzando i dati raccolti da oltre quaranta scienziati provenienti da dieci Paesi diversi. Questi hanno studiato le principali ricerche condotte finora sul rapporto tra ritmo circadiano - il ciclo di ventiquattro ore dei processi fisiologici degli esseri viventi - e incidenza del tumore, sia rispetto all'uomo che agli animali. Le conclusioni sono state pubblicate sul numero di dicembre della rivista Lancet Oncology.
Per quanto riguarda gli studi sull'uomo, il più interessante risale al 2001. L'istituto per la ricerca sul cancro "Fred Hutchinson" di Seattle aveva già riscontrato che le lavoratrici che svolgevano turni di notte presentavano un rischio di tumore al seno del sessanta per cento più elevato rispetto alle loro colleghe che lavoravano di giorno.
Altre ricerche avevano anche riscontrato negli uomini che lavoravano di notte un rischio di cancro alla prostata superiore alla media dei colleghi con orario di lavoro "normale".
Con riferimento agli animali, gli studi presi in esame hanno dimostrato come quelli esposti a regimi di luce-buio invertiti sviluppassero più facilmente tumori e morissero prima.
L'effetto cancerogeno, o comunque negativo, delle mansioni lavorative notturne potrebbe, quindi, avere a che fare con la risposta dell'organismo alla luce. E la chiave di tutto starebbe nella ghiandola pineale del cervello. E' questa che, grazie all'alternanza ritmata dell'esposizione luce-buio, produce l'ormone melatonina, fondamentale antiossidante dell'organismo e protettore del Dna dal sorgere di tumori. Chi lavora di notte, alterando il bioritmo luce-buio, impedirebbe dunque al cervello di produrre questo ormone nel modo giusto e dunque si ammalerebbe più facilmente.
Un altro fattore determinante sembrerebbe inoltre essere la mancanza di sonno. Dormire poco e male, addormentarsi quando il sole sorge e svegliarsi quando tramonta indebolirebbe le difese immunitarie e renderebbe il fisico più vulnerabile rispetto a fenomeni cancerogeni.
"Non comprendiamo ancora del tutto - spiega Conegliano - cosa esattamente del lavoro notturno causi il cancro, ma sarebbe opportuno che la sanità pubblica delle diverse nazioni prendesse in esame il problema e pensasse ad opportune soluzioni".
Che bella notizia che mi hai dato......... sono 27 anni che faccio le notti