Non è facile schematizzare il funzionamento del Matrix perché in primo luogo le sue logiche non sono pubbliche, anzi, vengono tenute ben segrete; in secondo luogo le variabili tenute in considerazione sono davvero molte, anche quelle più evidenti, quindi la molteplicità di situazioni in cui possiamo trovarci fa si che una schematizzazione sia piuttosto difficoltosa.
Tenendo ben presenti tali limiti, possiamo cercare di semplificare le varie situazioni in cui possiamo trovarci e capire cosa farà il Matrix, sempre sapendo che il mondo è ben piu' complesso.
La scena davanti cui ci troveremo puo' sostanzialmente presentare tre casi:
- rientra comodamente nella gamma dinamica del nostro sensore
- rientra esattamente nella gamma dinamica del nostro sensore
- non rientra nella gamma dinamica del nostro sensore
1) la gamma di luminosità della scena è comodamente compresa nella gamma dinamica del nostro sensore: il nostro sensore ha 10 stop di gamma dinamica e la scena ne presenta 8, il matrix tenderà ad esporre in modo tale che le alte luci non siano bruciate e che le ombre siano ben aperte, in pratica tenderà a lasciare i due stop di avanzo nelle ombre. Ci potranno essere alcune minime variazioni in funzione di dove cade il nostro soggetto, più il soggetto è in ombra e più il matrix tenderà a spostare l'esposizione verso le luci, sempre avendo l'accortezza di non bruciarle.
2) la gamma di luminosità della scena coincide piu' o meno con la gamma dinamica del sensore: anche in questo caso il matrix tenderà a non bruciare o chiudere nulla, in modo che la scena sia catturata nella sua interezza con tutto il dettaglio necessario e possibile. In questo caso tuttavia la scelta del punto di messa a fuoco è importante, un soggetto in forte ombra porterà ad uno spostamento dell'esposizione verso le luci mettendo a rischio proprio queste ultime, che potrebbero presentare aree di bruciatura. Un soggetto in piena luce viceversa genererà una cattura corretta (almeno dal punto di vista elettronico).
3) la gamma di luminosità della scena non è compresa nella gamma dinamica del nostro sensore: in questo caso catturare la scena nella sua interezza non è possibile, il matrix dovrà scegliere quali aree sacrificare. Questa è la situazione che più ha messo in difficoltà gli utenti a partire dalla generazione delle macchine CMos (D300/D3/D90 e via dicendo...) perché è cambiata leggermente la strategia espositiva rispetto ai Matrix precedenti. Fino alla generazione della D200 il matrix in questa situazione tendeva a "sacrificare" il meno possibile scegliendo un'esposizione tale da restituire un risultato con piu' informazioni possibili, semplificando estremamente se la scena presentava uno stop in piu' rispetto alla dinamica del sensore, il matrix sacrificava mezzo stop nelle luci e mezzo nelle ombre e passava la paura. Il limite di questa scelta erano le situazioni con ampie zone d'ombra, che in tal modo risultavano molto rumorose, e la presenza del soggetto in forte ombra, con il rischio di ritrovarsi con uno scatto esposimetricamente ottimizzato ma con il soggetto penalizzato dalla scelta.
Con le nuove macchine il problema è stato affrontato diversamente proprio assegnando un maggior peso al soggetto nella scelta esposimetrica, quindi con un soggetto in forte ombra ci ritroveremo con uno Matrix che sceglierà di sacrificare tutto lo stop di eccedenza nelle alteluci, bruciandole maggiormente, e cercando di aprire il soggetto il piu' possibile; analogamente con un soggetto in forte luce il Matrix andrà a sacrificare tutto lo stop di eccedenza nelle ombre, chiudendole, ma evitando del tutto la possibilità di bruciare le alteluci, dove sarà il nostro soggetto.
Naturalmente al crescere del numero di stop di disavanzo rispetto alla dinamica del sensore ci ritroveremo con aree dello scatto fortemente bruciate o fortemente chiuse.
Questo, ben inteso, come estrema semplificazione, abbiamo considerato un totale di sei possibili scene (tre situazioni con soggetto in ombra o in luce), considerato che il Matrix ne valuta 30.000 è facile capire quanto grossolane e limitate siano tali approssimazioni...
Tieni presente anche che, per semplificare i concetti, ho parlato di variazioni grossolane di esposizione, in realtà gli aggiustamenti tra una strategia e l'altra, e tra una situazione e l'altra, spesso sono valutabili in frazioni di stop, tra una valutazione Matrix della D200 ed una valutazione Matrix di una D300 nella maggior parte dei casi avrai indicazioni sostanzialmente coincidenti o con variabilità comunque contenute.
Riassumendo, quindi, il Matrix tenderà a dare leggibilità al soggetto (individuato dal punto AF) facendo gli aggiustamenti necessari, pur valutandolo in ogni caso inserito in una scena complessa e da descrivere adeguatamente.
Ciao
Attilio
Spiegazione davvero chiara. Bravo !!